Francia - Comunicato di Salvatore Cirincione su aggressione fascista

riceviamo e diffondiamo:

Con ritardo, abbiamo appreso dell’aggressione fascista subita da Salvatore Cirincione, rivoluzionario esule, in quel di Lyon. Nonostante siano passati ormai più di due mesi dai fatti, consideriamo comunque necessario diffondere il comunicato redatto da Salvatore, per esprimergli tutta la nostra solidarietà e per ribadire la nostra irriducibile ostilità ai vecchi e nuovi fascismi che proliferano da un versante all’altro delle Alpi.


Cassa AntiRepressione delle Alpi occidentali


Le stelle ci appartengono!

Pubblicato il 22 dicembre 2012
Sul sito rebellyon.info

Sono un rifugiato politico italiano, non estradato da François Mitterand. Come altri compagni italiani negli anni ’70-80, abbiamo trovato asilo politico in Francia, cosa che non ci ha impedito di continuare la lotta con gli altri rifugiati. Per quanto mi riguarda, non ho mai smesso di esprimere le mie convinzioni politiche nonostante il mio arresto nel 1986 in vista di un’eventuale estradizione verso l’Italia.
Non ho mai abbandonato le mie idee, né denunciato i miei compagni, ancor meno mi sono pentito delle mie attività politiche, anche quando i carabinieri del generale Dalla Chiesa mi hanno torturato in Italia.
Dal mio arrivo in Francia, ho continuato a vivere il mio impegno nel quotidiano con i compagni francesi, anche quando sono stato arrestato a Parigi nel 1984, con la compagna Gabriella Bergamaschini. Incarcerato nella prigione di Fresnes tra il 1984 e il 1986, ho condotto, con altri compagni proletari detenuti, delle lotte contro la prigione in generale, e per l’abolizione dei regimi speciali, come quelli delle sezioni di alta sorveglianza all’interno degli istituti penitenziari francesi e italiani, così come le lotte per la difesa degli altri detenuti politici e comuni.
In Italia ho militato durante lunghi anni in organizzazioni rivoluzionarie, cosa che mi ha portato a vivere in clandestinità durante dieci anni, di cui due in Francia, prima del mio arresto. Non desidero entrare qui nei dettagli rispetto alle azioni a cui ho partecipato in Italia, ed in particolare rispetto alle operazioni politico-militari al fine di proteggere chi tra i miei compagni è ancora libero… ma posso almeno ricordare che, durante gli anni settanta - quei famosi anni passati alla storia per essere stati quelli in cui, da un lato si sviluppò la “strategia della tensione” e dall’altro la riscossa dei movimenti rivoluzionari - ho partecipato, tra l’altro, a delle azioni di esproprio rivoluzionario il cui fine era di finanziare il movimento.
Da sempre, in quanto militante rivoluzionario, ho partecipato attivamente con i mie compagni alla lotta antifascista: a Torino, nel 1972, alla chiusura definitiva di una sede del partito fascista di Giorgio Almirante (MSI); e sempre a Torino, nel 1973, alla gambizzazione dei militanti di Ordine Nuovo, Ambrosini e Gibbin. Questi due nazi si erano resi colpevoli di gravi atti di violenza nei confronti dei militanti rivoluzionari che lavoravano alla Fiat e in altre fabbriche in lotta. Questi stessi personaggi, all’inizio degli anni settanta, erano stati implicati nel tentativo di colpo di Stato organizzato da Valerio Borghese e dalle organizzazioni segrete neo-fasciste.
Da quando vivo in Francia, ho continuato a lottare in prima linea contro il fascismo. Miei cari compagni, per l’aggressione di domenica 16 dicembre non mi sento affatto una vittima, e non voglio piangere su quanto mi è capitato. Sono stato e resto un militante rivoluzionario combattente contro il fascismo e l’oppressione capitalista.
Certo, le torture che ho subito in Italia mi hanno lasciato delle gravi conseguenze (lesione alla vescica, lesione alla colonna vertebrale, asportazione della prostata…). A ciò bisogna aggiungere i danni procuratimi dal contatto con l’amianto durante la mia attività professionale, il che comporta che attualmente io sia invalido all’80%. In più, solamente tre giorni prima questa aggressione, sono uscito dall’ospedale del quartiere della Croix Rousse a seguito di un ennesimo ictus che mi ha lasciato delle conseguenze a livello della gamba e del braccio sinistro, cosa per cui sono costretto a muovermi con una stampella.
Le mie condizioni di salute non hanno tuttavia diminuito la mia volontà di combattere il fascismo, il capitalismo e tutte le ingiustizie sociali. Qualche giorno fa ho partecipato alla giornata No Tav, e sostengo tutte le iniziative militanti rivoluzionarie che avvengono qui a Lyon.
D’altronde, fin dal mio arrivo in questa città, e in particolare nel quartiere della Croix Rousse, ho sempre partecipato alle numerose attività e azioni che si sono realizzate e che continuano a mantenere vivi i movimenti delle occupazioni, anticapitalisti, antifascisti, libertari e alternativi.
La domenica del 16 dicembre, uscendo dal mio domicilio verso le sette di mattina, ho notato due persone sul marciapiede opposto, ma non avevo alcun motivo per prestarvi attenzione. Qualche secondo più tardi però, mentre stavo tranquillamente continuando per la mia strada, questi individui si sono avvicinati e, dopo avermi chiesto di potermi parlare, uno di loro ha estratto una mazza da baseball dalla giacca e mi ha picchiato alla testa. Il secondo individuo mi ha strappato la stampella e con questa mi ha anche colpito, facendomi così cadere a terra. A quel punto, una terza persona di cui ancora non mi ero accorto è arrivata e a sua volta mi ha preso a calci sulle gambe e in pancia… alla fine ho sentito questa terza persona esclamare: “L’abbiamo scassato per bene, possiamo andarcene!”
Sappiate cari compagni che non sarà questa aggressione a farmi desistere dal mio impegno contro il fascismo. Sappiate che, nonostante le mie precarie condizioni fisiche, non mi ridurranno al silenzio. Sappiate infine che fino al mio ultimo respiro dedicherò il mio appoggio e la mia solidarietà ai compagni rivoluzionari e antifascisti, con forza e dignità.
Le stelle sono nostre e ci appartengono.
La lotta contro il fascismo e il capitalismo continua.
Coraggio compagni, non abbassate mai le braccia!

Salvatore Cirincione, 21 dicembre 2012

Gio, 07/03/2013 – 23:09
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