Napoli - Carcere in rivolta, detenuti chiedono condizioni umane

3 giugno 2009
Napoli - Poggioreale si ribella alle disumane condizioni di vita
dietro le sbarre. Detenuti allo stremo delle forze, costretti a vivere
anche in dodici in una sola cella. L’arrivo dell’estate fa paura:
epidemie e condizioni igieniche malsane renderanno infuocato il clima
dentro al carcere.
Quattro ore di protesta per gli oltre 2.500 detenuti rinchiusi nella
Casa Circondariale. Dalle 22.30 di lunedì fino alle 02.30 di martedì
notte, i reclusi hanno lanciato urla di accusa contro il regime
carcerario campano. "È vero, nella vita abbiamo sbagliato - afferma
uno di loro - ma ora vogliamo solo essere trattati come esseri umani".
Condizioni veramente tragiche quelle che si vivono nel carcere. Celle
studiate per tre persone ospitano, invece, fino a dodici detenuti.
Vengono stipati come animali e costretti a riposare in letti a
castello da tre piani. I letti superiori rasentano il soffitto e chi
ci dorme non ha nemmeno lo spazio per alzarsi o mettersi a sedere.
Il caldo peggiora le cose. Le condizioni igieniche si fanno precarie e
la puzza di sudore rende più difficile la convivenza. Esiste il
pericolo concreto che dilaghino malattie infettive che si trasmettono
attraverso il contatto della pelle.
La situazione è così tesa - raccontano i membri del personale del
carcere - che se un detenuto osa lasciarsi andare a qualche
flatulenza, viene pestato a sangue dai compagni di cella. La chiassosa
protesta cade proprio alla vigilia della Festa della Repubblica. Non a
caso i detenuti intonano slogan che auspicano la "riforma"
dell’ordinamento giuridico italiano.
Le urla e gli oggetti gettati contro le sbarre delle celle costringono
il personale a sospendere tutti i servizi assistenziali per motivi di
sicurezza. Paramedici e guardie carcerarie hanno abbandonato tutti i
padiglioni, isolando i detenuti. Alla base della protesta c’è la
richiesta di migliori condizioni di vita. La costruzione di nuove
strutture e l’abbassamento a quattro del numero di detenuti rinchiusi
in ogni cella. Inoltre, anche l’aumento delle ore d’aria consentite ai
carcerati meno pericolosi. Insomma, i detenuti non chiedono un nuovo
indulto, né tanto meno un’amnistia, ma soltanto condizioni di vita "da
esseri umani".
Tratto dall'Ansa

Ven, 05/06/2009 – 10:39
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione