Padova - La solidarietà non si arresta
Martedì 27 novembre, alle 5 del mattino, uomini mascherati e armati della polizia, ucigos e digos di Milano, Padova e Venezia, coordinati dalla procura milanese e dalla già nota PM socialfascista Ilda Boccassini, irrompono nelle case di 3 compagni di Padova. Vengono perquisiti e arrestati Michele, compagno attivo nella lotta del C.P.O. Gramigna, Andrea, già arrestato il 12 febbraio scorso a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari a fine luglio, e infine viene sequestrata l’automobile intestata ad un compagno militante del centro popolare occupato. Per Andrea si riaprono le porte del carcere con le “solite” accuse relative ad alcuni presunti trasporti di armi mentre per Michele, al quale è stata negata ogni possibilità di contatto esterno per cinque giorni, le accuse sarebbero di concorso esterno ad associazione sovversiva.
Questi arresti, a soli pochi giorni dalla data dell’udienza preliminare fissata per il 12 dicembre, dimostrano ancora una volta la totale mancanza di prove concrete che vadano a sostenere l’impianto accusatorio. Quest’ultimo già ridimensionato con la concessione di sei arresti domiciliari ai quali la stampa ha dato un rilievo marginale. È chiara, invece, la volontà di voler continuare a colpire la solidarietà militante che da 10 mesi si stringe attorno a questi compagni, concretizzatasi anche sabato 24 novembre durante la manifestazione indetta dal C.P.O. Gramigna a Padova che ancora una volta viene attaccato con l’arresto dei suoi militanti.
Questi nuovi attacchi repressivi, insieme ad altre recenti e analoghe inchieste come quelle di Perugia, Bologna e nei confronti dello Slai Cobas, mirano a far tacere chi lotta per una concreta alternativa a questa società basata sulla precarietà e sullo sfruttamento. Inoltre, tentano anche di ridare prestigio alla magistratura e alla polizia, in un momento di forte crisi dovuto alla violenza sbirresca e all’inchiesta per la mattanza cilena del G8 del 2001 a Genova che vede coinvolti nomi di grosso calibro dell’apparato poliziesco italiano come Gianni De Gennaro. Quest’ultimo, accusato di istigazione di falsa testimonianza, già capo della polizia all’epoca del G8 è ora arruolato nel Ministero degli Interni del governo Prodi.
Come compagni e compagne di Padova non possiamo che stringerci attorno ai nostri compagni dietro le sbarre rilanciando la partecipazione al presidio di solidarietà sotto il carcere di San Vittore a Milano per mercoledì 12 dicembre. I nuovi arresti e la repressione che ci sta investendo non fermerà la lotta di chi si batte per l’occupazione degli spazi abbandonati, per le rivendicazioni operaie, contro le guerre imperialiste e per una società senza classi.
Terrorista è il responsabile delle quattro morti quotidiane sul lavoro!
Terrorista è chi bombarda e reprime!
Andrea e Michele liberi!
Libertà per tutti i compagni e per tutti i rivoluzionari!
I Compagni e le Compagne di lotta
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