Torino - Aggressione razzista a giovane marocchino

fonte: larepubblica.it (18 dicembre 2007)

Aspettavano accucciati dietro a un´auto, la spranga pronta all´uso: «Sei un marocchino schifoso, ecco quello che ti meriti». Botte. Calci. Bastonate. Colpi in testa ripetuti. Sangue in piazza Bodoni, davanti al Conservatorio, in pieno centro, a cinquanta metri dalla discoteca Lucignolo, una delle più in voga della stagione. Erano in quattro, italiani e giovanissimi. Urlavano e colpivano. «Tutto questo me lo ha raccontato la mia ragazza - spiega Mussin Aslaui, 18 anni, nato in Marocco e cresciuto in Italia - perché io sono svenuto per le botte. Ricordo solo che gridavano contro di me, ho fatto in tempo a girarmi, poi sono crollato in mezzo alla strada. È stato un agguato razzista. Lo dico perché ci ho pensato molto, e sinceramente non riesco a trovare un altro motivo».

Mussin Aslaui parla a fatica. Steso su un letto del pronto soccorso dell´ospedale Mauriziano, è imbottito di antidolorifici. Gli hanno fatto la Tac. Ha un grave trauma cranico, l´occhio destro tumefatto, ecchimosi in volto, lividi sul collo e sulla schiena. «Se non insorgeranno complicazioni - spiegano i medici - potrebbe essere dimesso con una prognosi di 30 giorni». Il padre lo guarda con la faccia preoccupata: «Racconta tutto - dice - spiega come ti hanno ridotto così». La famiglia Aslaui è a Torino dal 1983, gestisce una sartoria: «Mussin mi aiuta e intanto studia».

Quello che è successo è ancora da chiarire. In questura la prima relazione parla di «aggressione con spranghe». Adesso tocca agli investigatori della squadra mobile andare a fondo, cercare altre testimonianze, trovare i responsabili. Per il momento, i fatti li raccontano in due. La vittima e la sua fidanzata italiana, una ragazza di 18 anni: «Eravamo andati con altri amici a ballare. Siamo entrati al Lucignolo verso mezzanotte e mezza. Per noi era la prima volta in quella discoteca, ci stavamo divertendo. Ma un ragazzo biondo guardava Mussin con odio, come per sfidarlo... «. Fino a questo punto, anche Mussin Aslaui ricorda bene la notte di sabato: «Quel tipo mi fissava con disprezzo. Si è avvicinato, mi ha detto: "Vai via, marocchino di merda". Io non volevo fare casino. Né dentro, né fuori dal locale. Gli ho detto: "Lasciami stare, dai...". Verso le tre e mezza siamo usciti per tornare a casa. Non ci pensavo più...».

Via Pomba in quel tratto è poco illuminata. Sotto i portici ci sono un bar, un kebab e un ristorante. Erano tutti chiusi. La strada è cieca. Le auto non passano perché non si può proseguire. «Ci siamo messi a camminare verso piazza Bodoni. Quei quattro ragazzi erano nascosti dietro un´auto - ha denunciato la fidanzata di Mussin Aslaui - sono arrivati alle spalle. Avevano bastoni e una spranga di ferro. Urlavano: "Sei un marocchino schifoso". Colpivano, mentre io chiedevo aiuto. È durato pochi istanti, poi sono scappati. Mussin aveva già la faccia piena di sangue, sembrava morto».

È arrivata un´autoambulanza del 118. Il ragazzo era incosciente, è stato ricoverato al pronto soccorso con prognosi riservata. Nessuna traccia del commando con la spranga. «Non abbiamo fatto niente di male - dice Mussin Aslaui - sono un ragazzo tranquillo, non ho mai avuto un problema con la giustizia, potete controllare. La verità è che un marocchino in quella bella discoteca del centro non ci può stare. Forse davo fastidio perché mi stavo divertendo con una ragazza italiana... «. Arriva l´infermiera con la barella. Adesso Mussin Aslaui deve andare a fare altre radiografie: «Saprei riconoscere quel ragazzo fra mille - dice - era biondo, avrà avuto al massimo vent´anni, ricordo bene le sue parole: "Devi andartene di qui marocchino di merda"».

[Nel filmato dell'intervista all'amico brasiliano della vittima, viene sottolineato come la volante accorsa abbia ritenuto più importante chiedere i documenti al giovane, lasciando fuggire gli aggressori...]

Gio, 20/12/2007 – 22:16
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