Torino - Baldacci atto II
da macerie
6 giugno. Settimo. Un gruppetto di antirazzisti solidali con i reclusi del Cpt sta volantinando davanti al novissimo centro polifunzionale della Croce Rossa, inaugurato quella sera stessa con un'operetta teatrale dal vago sapore wagneriano diretta dal colonnello Baldacci in persona. Per evitare prevedibili disordini, sono tenuti a debita distanza da svariati carabinieri e tre segugi della Digos, tutti gongolanti per essere arrivati - per una volta - prima dei contestatori. Ma alle loro spalle, due volti stranoti del movimento sovversivo torinese, opportunamente sbarbati e profumati, riescono ad entrare tranquillamente in sala, dall'ingresso principale. I due si siedono tra il pubblico e, non appena calano le luci e si alza il sipario, non gli par vero di poter saltare sul palco per interrompere il discorsetto del colonnello di cui sopra, chiedendogli perché mai non parlasse della tragica morte di Hassan. Prima di essere portati alla locale tenenza dei carabinieri per gli accertamenti di rito, trovano il tempo di srotolare uno striscione conto i Cpt, gettando diversi volantini sul pubblico, indignato da tanta sfacciataggine. Verranno ovviamente rilasciati in serata, senza ulteriori conseguenze. Ma la vendetta della questura non si farà attendere: pare ci siano gli estremi per denunciare gli antirazzisti per circonvenzione di incapace. Nel frattempo, gli incapaci della digos saranno mandati assieme agli altri a dirigere il traffico ad Albenga. Baldacci, dal canto suo, pare che sia ormai sull'orlo di una crisi di nervi.
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