Torino - Perquisizioni
fonte macerie
Due antirazzisti di Torino e provincia vengono svegliati all'alba di giovedì 26 giugno dagli agenti della Digos. I segugi di Petronzi sventolano un mandato di perquisizione relativo a un'inchiesta per presunte minacce nei confronti della sig.ra Margherita Occhetti, grande fan del pm superstar Andrea Padalino e della sua proposta di punire col carcere chi si abrade i polpastrelli. Tuttavia nella foga gli investigatori si dimenticano della Occhetti e sequestrano esclusivamente materiale sulla Croce Rossa e il suo colonnello Antonio Baldacci. A uno dei due perquisiti, inoltre, che dormiva sonni profondi non essendo neanche indagato, sfondano la porta di casa e sequestrano il computer.
Tentativo di intimidazione contro la fastidiosa lotta contro i Cpt? Di sicuro. Ma anche e soprattutto un preoccupante sintomo della cronica mancanza di fantasia che opprime la questura di Torino, i cui astuti strateghi preferiscono ricorrere al vecchio trucco di manovrare un'inchiesta in avanzato stato di archiviazione (e relativa a fatti risalenti a 2 anni fa), non sapendo letteralmente più che pesci pigliare contro le incursioni antirazziste dell'ultimo mese.
Come nota a margine, aggiungiamo anche che nel pc sequestrato c'erano tutte le informazioni necessarie per capire che qualcosa sarebbe successo al Museo Egizio di Torino. Nonostante questo, nessuna pattuglia era presente lì davanti domenica pomeriggio. Ancora una volta l'intelligence ne esce beffata, e non previene alcunché.
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