Torino - Thyssen & Krupp: nazisti per tradizione!
Distribuito durante la manifestazione del 19 gennaio a Torino
Nel 1933 Gustav Krupp, il proprietario delle acciaierie Krupp, finanziava generosamente il partito nazional-socialista tedesco e la sua ascesa al potere. Negli anni successivi la Krupp guida il riarmo della Germania, sviluppando il famigerato cannone antiaereo da 88 cm ed i primi panzer con motore diesel ma soprattutto continua a guadagnare e sguazzare nel terzo reich. Alla fine della II Guerra Mondiale si scoprì poi che Herr Alfried Krupp affittava direttamente dalle SS prigionieri politici a 4 marchi al giorno. I giudici del processo di Norimberga infatti lo condannano per uso ed abuso assassino di lavoro forzato a 12 anni di carcere ed alla cessione del 75% degli averi di famiglia. A riprova ulteriore che i processi siano un mero esercizio di potere, la condanna nei confronti dell’ariano Alfried non viene eseguita e l’ultimo Krupp in ordine di tempo ritorna al comando dell’azienda di famiglia. Nel 1999 il gruppo Krupp si fonde con le acciaierie di un’altra dinastia tedesca di aperti sostenitori della dittatura nazista: i Thyssen. Un mese fa, a Dicembre 2007 il valore finanziario del gruppo Thyssen & Krupp per nulla scalfito dal massacro di 7 operai a mezzo di olio rovente era di 23 miliardi di euro. La salda tradizione famigliare del profitto a tutti i costi e non certo la mancanza di soldi permette a questi lugubri personaggi di fottersene delle norme sulla sicurezza è come domandare l’applicazione delle norme 626 a chi costruisce campi di sterminio. Il rogo degli operai di Torino va ad aggiungersi alla catasta dei 1375 morti per infortuni sul lavoro che ogni anno avvengono in questo famoso stato democratico. Una guerra interna che produce migliaia di morti in nome del guadagno della stessa cricca di becchini travestiti da imprenditori che da sempre sono molto “disinvolti” nei confronti delle morti che il loro profitto implica. Il recente pluriomicidio della ThyssenKrupp ha sollevato anche mediaticamente la questione della sicurezza sul lavoro: la gestione politica della vicenda e’ stata al solito Spettacolare. I Sindacati istituzionali e non si guardano bene dall’indire uno sciopero generale come richiederebbe la gravità della situazione. La Confindustria, l’associazione degli industriali, ha invitato a non strumentalizzare l’accaduto e ha dichiarato il 2008: “anno della sicurezza sul lavoro”. Poi però, invitata ad espellere le aziende che violano le leggi sulla sicurezza, la banda dei padroni ha risposto per bocca dell’attuale capo Cordero da Montezemolo: “il nostro mestiere è fornire servizi, non fare giustizia”. “perché invece non pensare a sgravi fiscali per aiutare le imprese a migliorare la sicurezza?” Si sta avvicinando il tempo dei rinnovi contrattuali ed i democratici imprenditori quelli che ci offrono lavoro precario, vita precaria, morte reale si stanno già preparando. ”Ma perché invece di chiacchierare di sicurezza questi signori non se ne vanno affanculo?”. Resta infine la risposta dei lavoratori, degli operai della ThyssenKrupp, di quelli che hanno visto i propri colleghi morire bruciati mentre cercavano di usare estintori scarichi: è partita una raccolta firme ricca di adesioni (sono già più di mille) per “chiedere al Comune di Torino uno spazio per realizzare un murales in ricordo della tragedia del 6 Dicembre scorso”. Dopo un mese della rabbia e del dolore rimane la farsa sbombolettata a spray. Gli avanzi dello stato democratico li smaltirà il servizio di nettezza urbana. Se passa.
Turinsquotters
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