Torino - ThyssenKrupp. Una vita a sedici ore

I morti e i feriti del disastro della ThyssenKrupp, come tutte le altre vittime di una produzione sempre più insicura, non sono un incidente. Sono il prodotto della guerra contro i poveri combattuta dai padroni nel nome del profitto, del profitto a qualsiasi costo.
Le vittime della ThyssenKrupp sono solo le ultime di questa guerra.
Alla terrificante media di quattro morti sul lavoro al giorno dobbiamo aggiungere il terrore che colpisce tutti, fuori e dentro i posti di lavoro, italiani e stranieri, ovunque: per le strade, fuori dal supermercato, ai posti di blocco, agli autogrill, nelle carceri, nei campi rom. Il terrore dei padroni, così come lo sfruttamento, non conosce confini.

Perché i padroni sanno bene che il terrore è il metodo migliore per tutelare i profitti. Un proletario terrorizzato di non arrivare alla fine del mese accetta mortali turni di sedici ore in fonderia. Un proletario terrorizzato di perdere il posto non protesta contro le condizioni di lavoro sempre più pericolose e non lotta per vivere in condizioni migliori. Un proletario terrorizzato è un proletario disciplinato ed obbediente - è quanto di meglio possano sperare i padroni, in ogni paese.

Un esempio illuminante. Il grosso problema degli industriali italiani
che hanno invaso la Romania con le loro fabbriche è che ultimamente laggiù, a causa dell'emigrazione, la manodopera scarseggia e quindi costa sempre più cara (ben 500 euro al mese!). Come convincere, allora, i rumeni in giro per l'Europa a ritornarsene in patria? Il ministro del lavoro Damiano ha pronta la soluzione. Un piano di rientri "volontari" che solo ora – con migliaia di rumeni costretti a vivere in baraccopoli, perseguitati dal razzismo a mano armata, minacciati dal pacchetto sicurezza – potrebbe funzionare. Terrorizzare la manodopera per spostarla dove occorre.
Per nascondere la reale guerra contro i poveri, i padroni ci spingono a una guerra tra poveri. Dice il padrone: "Lo so che il tuo salario è basso e le condizioni di lavoro sono paurose, ma non prendertela con me, perché la colpa è di chi – più povero di te – accetta di lavorare a meno e in condizioni peggiori".

L'unica risposta alla menzogna della guerra tra poveri, l'unica risposta al terrore sparso a piene mani è la guerra di classe contro i padroni, condotta con rabbia e determinazione.

Alcuni precari solidali

Gio, 13/12/2007 – 19:30
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