Una spudoratezza senza limiti
Mercoledì 7 febbraio si è svolta, presso la Sala della Roggia del Comune di Rovereto, una conferenza organizzata dai DS sul nuovo Piano Urbanistico Provinciale (PUP) e sulla mobilità.I relatori erano, tra gli altri, il consigliere provinciale Roberto Pinter e l’architetto Manuela Bruschetti, ex assessore all’urbanistica di Rovereto ed attuale membro del consiglio d’amministrazione dell’Autobrennero SpA. Intuendo che si sarebbe parlato anche del tunnel del Brennero e della nuova linea ferroviaria ad alta velocità, ci siamo andati.
La dottoressa Bruschetti (alla quale dobbiamo quel mostro di cemento che è il complesso edilizio di viale Trento e non pochi altri progetti di cementificazione dissennata) ha fatto un intervento davvero notevole. È riuscita a citare Alexander Langer e il suo elogio del limite e della lentezza, nonché lo scambio di lettere fra Luca Mercalli e la presidentessa della Regione Piemonte, la DS Mercedes Bresso. Il tutto con continui inviti alla sobrietà, a una politica che non assecondi la crescita infinita, a una coscienza vigile verso le sirene del progresso. A un tratto è riuscita a fare una critica del concetto stesso di sviluppo – quand’anche accompagnato dall’aggettivo “sostenibile” – che non sarebbe dispiaciuta a Serge Latouche.
Ebbene, tutto questo per promuovere il “potenziamento ferroviario” (ennesimo eufemismo per non dire TAV) e il tunnel del Brennero. 55 km di galleria fra le montagne per il solo tunnel di base, cioè 671 000 tonnellate di acciaio, cioè 1 254 000 tonnellate equivalenti di petrolio, cioè 3 724 000 tonnellate di C02 emesse nell’atmosfera; 15 milioni di metri cubi di materiale inerte da trasportare e mettere a discarica, cioè 2 500 000 viaggi di camion; valli seppellite sotto lo smarino, falde acquifere messe a rischio, milioni di litri di acqua sperperati al giorno; ecc. Niente male come critica del “gigantismo tecnologico” (parole della dottoressa).
Capirete allora perché dello scambio Mercalli-Bresso la Bruschetti non ha citato l’essenziale: la critica netta e senza compromessi del climatologo all’esponente DS rispetto alla politica pro-TAV sua e del suo partito.
Capirete anche perché l’accenno al “tunnel di valico” è stato talmente fuggevole che quasi nessuno lo ha còlto.
Capirete infine perché la critica puntuale a tutto quello che aveva detto (espressa durante l’unico intervento dal pubblico di tutta la serata) non ha ricevuto alcuna risposta.
Un paio di dati sono forse necessari. L’Autobrennero SpA è partner della BBT (Brenner Basis Tunnel), la società promotrice del tunnel e del TAV del Brennero. La dottoressa Bruschetti si è ben guardata dallo spiegare come mai il transito di merci sull’autostrada del Brennero è così intenso. Più del 30% di questo è infatti costituito da traffico derivato; motivato, cioè, non da necessità, ma dal fatto che le tariffe al km per i camion in Italia sono meno di un sesto rispetto a quelle dell’Austria e della Svizzera. Per questo le ditte di autotrasporti preferiscono allungare il loro percorso anche di 200 o 300 km. Ciò vuol dire che, aumentando i pedaggi dei camion, Bruschetti & C. avrebbero già potuto ridurre di almeno il 30 % il transito di merci su strada (guarda un po’, la stessa percentuale che il TAV assorbirebbe, secondo i suoi promotori, fra trent’anni). Invece, a fronte di una politica che ha volutamente penalizzato la ferrovia, ora ci vengono a raccontare che quest’ultima è satura e che bisogna crearne un’altra. Peccato che secondo i dati del Ministero dei trasporti della Svizzera la linea ferroviaria del Brennero sia usata attualmente al 30% circa delle sue potenzialità.
Nel suo intervento lo stesso Pinter (anche qui, con un rapido accenno) ha dovuto ammettere che alta velocità per i passeggeri e alta capacità per le merci sono due opzioni inconciliabili sulla stessa linea ferroviaria. Il motivo di questa contraddizione è presto detto. I promotori del TAV si sono inventati il TAC (Treno ad Alta Capacità) alla fine degli anni Novanta, non sapendo cos’altro raccontare per giustificare progetti tanto devastanti per l’ambiente quanto fallimentari economicamente (salvo per i costruttori e i loro amici politici, ovviamente).
La sostituta di Glimozzi, mercoledì sera, è riuscita a dire che già il PUP dell’87 era nato all’insegna del rispetto per l’ambiente. Forse – gli è stato risposto – sul pianeta della politica, perché su quello terrestre dove abitiamo noi la regola sono stati l’inquinamento, la cementificazione sfrenata, il degrado ecologico e sociale dei paesi, delle valli, delle città. Le “invarianti”, contrariamente a quanto pretendono i bei proclami del nuovo PUP, non sono mai state il territorio e il paesaggio, bensì il profitto di pochi a spese di tutti e le menzogne raccontate per giustificarlo.
La spudoratezza con cui questi personaggi si presentano ora come critici dello sviluppo è indicativa dell’affanno con cui le forze istituzionali cercano di recuperare e arginare un movimento dal basso sempre più ampio che mette in discussione un intero sistema di bisogni falsi e di passioni tristi.
Ad ogni modo, la prima volta che una forza politica ha parlato pubblicamente di tunnel del Brennero a Rovereto, è stata contestata senza neanche un accenno di risposta.
Quanto ai giornali, il loro silenzio su questo aspetto era scontato.
alcuni NO TAV roveretani
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