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VAJONT |
10/10/2003 |
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270 milioni di metri cubi di fango
40 anni fa alle 22.39 quasi duemila persone non sapevano di essere già morte. In quel momento, infatti, dal Monte Toc si staccava una frana con un fronte di oltre 3 chilometri, di 270 milioni di metri cubi di fango e roccia. La frana cadeva nell'invaso della diga del Vajont, alzando un'ondata d'acqua di più di 50 milioni di metri cubi d'acqua che spazzò via l'abitato di Longarone ed assieme ad esso la vita dei suoi abitanti.
Ci vollero anni perché la verità su quella strage emergesse: il processo ai dirigenti dell'ENEL e della SADE si concluse con la condanna di alcuni dirigenti delle due società.
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ENERGIE E ALTERNATIVE |
01/10/2003 |
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Italia al buio, incubo nucleare
Dopo il blackout che ha oscurato l'Italia, si torna a parlare di politiche energetiche:
si invoca la costruzione di nuove centrali elettriche e il ritorno dell'energia nucleare, come se
le centrali attualmente installate non fossero sufficienti. E' lo
stesso gestore della rete, il GTRN, a smentire le parole di Ciampi, Marzano e
compagnia. Dall'ultimo rapporto, infatti, risulta che un terzo delle centrali
italiane sono inattive,
in conseguenza di una privatizzazione
energetica che mina l'efficienza della rete italiana, come gia' e' avvenuto negli
USA. Nessuno le ripara, perche' ai nuovi gestori converra' costruirne di nuove, piu' inquinanti ma piu' redditizie. E
che nessuno
vuole, a parte le lobby internazionali.
Si torna a parlare di nucleare. Lunardi non si e' fatto attendere, il presidente della regione veneto nemmeno; e anche menti piu' illuminate e non berlusconiane ripetono gli stessi slogan: servono centrali, i nostri consumi non possono fermarsi. Ma la lobby delle centrali potrebbe non aspettare l'abrogazione del referendum post-Chernobyl: se non possiamo
costruirle a casa, potremmo farlo dietro l'angolo, grazie alle
proposte di legge del governo. D'altronde, oltre alla privatizzazione, questa
e' l'altra ricetta
proveniente dagli amati USA. Ma i problemi posti dal nucleare (le scorie, ma non solo) non sono risolti, ancor meno in un regime energetico che tende alla
privatizzazione. Vista l'attuale gestione
delle scorie radioattive, non sembra il caso di produrne di nuove.
Regna un pesante silenzio sulle alternative: una produzione minore
o piu' razionale e le energie rinnovabili: non solo possono
fornire kW/h senza consumare l'ambiente, ma consentirebbero una
gestione decentrata dell'energia che sa troppo di autogestione, a casa nostra come in Chiapas.
Tutti a dire che costano troppo e rendono poco. Ma
quanto si e' investito per migliorarne l'efficienza?
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Caselli a gas |
20/06/2003 |
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IL MOSTRO DALLE 8 TESTE
"Come chiedere un ammodernamento di caselli
e ritrovarsi una mega-barriera con annessa camera a gas."
La storia inizia nel lontano 1985, quando il Comune di Nocera Inferiore chiede alla Società Autostrade Meridionali (S.A.M.) l'ampliamento dei caselli di esazione della Napoli-Salerno per migliorare la viabilità cittadina sulla statale n° 18, in quanto i caselli si trovavano a ridosso della strada statale e quindi del centro cittadino, con conseguenze immaginabili sul traffico urbano.
In breve si arriva alla formulazione del progetto attuale di barriera autostradale, un mostro ad otto teste con un impatto ambientale devastante sul vicino centro urbano di Nocera Inferiore.
Il mostro è cresciuto nel ventre dei politici corrotti, della camorra,
dei ricatti e degli accordi sotto banco.
CONTINUA....
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