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sorveglianza, controllo e repressione:
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Archivio settimana per settimana
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PERQUISIZIONI E ARRESTI |
11/05/2003 |
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Brigatisti necessari
Il 24 ottobre scorso, i mezzi di informazione hanno dato notizia di una operazione
antiterrorismo che avrebbe sgominato le "nuove" Brigate Rosse.
La "maxi operazione", firmata dai magistrati Ionta e Saviotti di Roma, dal procuratore aggiunto di Firenze Fleury e dal pm di Bologna Giovagnoli, ha dato il via ad una serie di arresti e
perquisizioni. Due delle persone arrestate si sono dichiarate
"prigioniere politiche". Gli inquirenti intanto presentavano in pompa magna alla stampa nazionale i documenti dell'inchiesta.
C'era una volta la presunzione di innocenza: secondo tutte le leggi del
mondo, siamo innocenti (almeno) fino alla condanna da parte di un
tribunale. Versione aggiornata in salsa italiana: parte l'arresto e in pasto ai media si consegnano Colpevoli.
Erano 4 anni d'altronde che sulle "nuove bierre" i Ros collezionavano buchi
nell'acqua. E solo pochi giorni erano passati dalla pubblicazione su "La
Repubblica" dell'atto di accusa contro gli stessi Ros spacciatori di
eroina. Era tempo che ci provasse in grande stile l'antiterrorismo.
A dirigere l'operazione troviamo due personaggi di calibro, freschi freschi
dalla scuola Diaz: Francesco
Gratteri - che esordisce come capo dell'antiterrorismo (ex Ucigos) -
ed il direttore della sezione investigativa Giovanni
Luperi.
La notizia con singolare
tempismo ha oscurato completamente quella dello Sciopero
Generale che avrebbe altrimenti occupato le cronache mediatiche.
E la sicurezza con la quale i media hanno
sbattuto "i mostri" in prima pagina - TUTTE le persone coinvolte
nell'inchiesta, anche quelle che si sono dichiarate estranee ai fatti
contestati - sembra fatta apposta per richiamare l'attenzione di una
opinione pubblica interessata oggi da ben altri problemi (precariato,
inflazione, pensioni...)
che non da una - improbabile - ripresa della lotta armata.
Ma mentre l'inchiesta della magistratura va avanti giornali [
in prima fila le testate del gruppo L'Espresso: il settimanale omonimo
pubblica in prima pagina le immagini dei pedinamenti; il quotidiano La
Repubblica invece: 1 - 2 - 3] e salotti
televisivi hanno puntato gli occhi su un particolare: molti degli arrestati
hanno attraversato centri sociali o erano iscritti a sindacati di base o di
sinistra.
Basta questo
per accusare il movimento di "concorso morale" rispetto alla lotta
armata e per stabilire una connessione diretta tra "turbolenza di
piazza" e omicidio politico? Secondo molti giornali, ministri e parlamentari la condanna è già scritta.
Il quotidiano "la Repubblica" si é appropriato del titolo di questa feature,
nel tentativo di collocarci in giurassiche schematizzazioni. Una macchinazione che
dimostra - per chi ne avesse ancora bisogno - il pessimo servizio
informativo che quel foglio offre all'opinione pubblica e a chi questi
"giornalisti" sono necessari.
Le
certezze, spesso tirate fuori dal cilindro magico, noi le lasciamo agli
apparati
repressivi, agli esperti creatori di casi mediatici in cerca di
audience. Preferiamo continuare a tenere gli occhi aperti: diffidiamo di chi
confeziona senza scrupolo realta' funzionali agli indici di ascolto.
E prepara il terreno per le prossime, necessarie misure repressive
anti-terrorismo.
Perche' sono già almeno due anni che
assistiamo ad una lunga serie di inchieste giudiziarie, corredate da
innumerevoli incriminazioni, perquisizioni ed arresti, che hanno colpito un
po' tutte le aree del "movimento". Per farlo sono stati usati strumenti
legislativi ereditati dai cosiddetti "anni di piombo" e persino dal
ventennio fascista.
.. terroristi a chi? terroristi voi!
Roma: giovedi
6 novembre: assemblea cittadina
Dal newswire
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CENSURE GLOBALI |
14/12/2003 |
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L'impero del voto elettronico attacca Indymedia. Invano
La Diebold e' una corporation statunitense che produce apparecchiature per il voto elettronico, ed e' nota per finanziare il partito repubblicano di Bush.
Nel corso del 2003, da un server dell'azienda sono stati prelevati documenti riservati che dimostrano la possibilita' di alterare i risultati del voto. Questi documenti sono stati diffusi in rete e pubblicati anche sul newswire di alcuni Indymedia. La Diebold si è lanciata all'attacco perche' fossero censurati, in nome del DMCA (Digital Millennium Copyright Act, la restrittiva legge statunitense sulla difesa della proprieta' intellettuale) minacciando sistematicamente i provider affinche' facessero rimuovere queste informazioni.
Il provider Online Policy Group, un'organizzazione no-profit che si batte per il diritto all'informazione, ha dato il proprio sostegno a Indymedia S.Francisco, ricevendo anche il supporto dei legali della Electronic Frontier Foundation. Assieme hanno respinto l'ultimatum della Diebold, continuando a pubblicare i documenti.
Nelle universita' statunitensi, sostenuti anche dal Center for Internet and Society, molti studenti hanno utilizzato i loro spazi web per diffondere le informazioni della Diebold, unendosi in una azione collettiva che ha permesso di mantenerle sempre disponibili.
Dal 25 novembre 2003, a causa della diffusione ormai raggiunta dai documenti, la Diebold ha ritirato i propri reclami e non pretende piu' la cancellazione dei propri memo, che continua a definire "rubati" ("rubati" da un server FTP pubblico e ad accesso anonimo =) e che provano i difetti delle sue apparecchiature per il voto elettronico. I documenti sono ora liberamente e integralmente consultabili, ad esempio qui.
.:: La Diebold sprofonda nella crisi - UPDATE: i suoi bancomat usano versioni di Windows affette da virus
.:: Electronic Frontier Foundation - Comunicato stampa
.:: analisi della campagna contro la Diebold
.:: il documento con cui la Diebold fa marcia indietro - [PDF]
.:: da copyDOWN: Cronologia
e approfondimenti
.:: da www.indymedia.org: Feature completa (in inglese)
.:: dal Manifesto: Macchine contavoti troppo amiche di Bush | Inarrestabile «touch screen»
.:: da quintostato.it: La disobbedienza elettronica contro le magagne dell'e-vote
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ARRESTATO MASSIMO |
19/10/2003 |
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Infiltrazioni pericolose
Sabato mattina a Roma e a Viterbo sono avvenute delle perquisizioni nei
confronti di quattro
compagni in riferimento alla manifestazione del 4 ottobre. Nell'ordinanza del P.M. Vitello, eseguita in una operazione congiunta da DIGOS e ROS, tutti i perquisiti sono stati denunciati per delle azioni dirette contro distributori di benzina, banche e cartelloni pubblicitari. Nell'ambito delle perquisizioni e' stato sequestrato materiale informatico e cartaceo. Solo Massimo tra i quattro denunciati è stato arrestato ed è sotto custodia cautelare nel
carcere di Regina Coeli, accusato di essere tra i responsabili
dell'allontanamento di M. Borraccini, un carabiniere travestito da manifestante, che si era infiltrato (pratica abituale) tra i manifestanti. Al fine di avvalorare questa ipotesi, la DIGOS ha sequestrato vari capi d'abbigliamento per procedere ad un riscontro, tramite foto e riprese televisive in loro possesso, che possano dimostrare il coinvolgimento di Massimo nei fatti di ottobre. Sono circa cinquanta le persone indagate dalla procura di Roma per gli scontri avvenuti il 4 ottobre scorso durante il corteo all'Eur, di cui due agli arresti domiciliari.
:Massimo agli arresti domiciliari: dopo due mesi esatti di detenzione
Aggiornamenti:
05 febbraio: condannati anarchici
13 gennaio: cagliari: riprende il processo per i fatti del 22 ottobre [ resoconto ]
08 gennaio: Tombolino ai domiciliari
13 dicembre: Serata benefit per massimo
11 dicembre: uno scritto di massimo dal carcere
03 dicembre: arrestato un altro anarchico
04 novembre: presidio a Torino
25 ottobre: csoa ex carcere | Roma [ blocco stradale - cariche - 14 fermi | resoconto ]
- criminalizzazione mass media - dedicato a massimo | Comunicato Tear me down
Cagliari: [ Foto | Notizie sulla manifestazione e sugli arresti ]
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CONTROLLO E REPRESSIONE |
10/09/2003 |
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GIORNATE CONTRO LA SOCIETÀ CARCERARIA barcellona
il 10 11 12 settmebre 2003 si terranno a Barcellona
le giornate contro la società carceraria
Primo appuntamento delle mobilitazioni, che si terranno in molte città europee tra cui Torino, Genevra e Parigi, stimolate nell'ambito degli incontri e delle riflessioni intorno al progetto di costruzione di un coordinamento europeo anti-carcerario e contro la repressione
Individualità e collettivi hanno deciso di incontrarsi e coordinarsi per la costruzione di riflessione sulle nuove forme che va assumendo la società securitaria, per dar vita a una comune iniziativa con l'occupazione del cantiere di un carcere ed essere insieme propulsori e diffusori di una critica radicale e di progetti che colpiscano tutte le forme di repressione dalle più classiche carceri all'avvento della aberrazione della reclusione dei migranti minori al di fuori del rispetto del più elementare e naturale diritto umano.
iniziative barcellona
da indy barcellona
torino aprile 2003
da torino a marsiglia
appunti marsiglia
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REPRESSIONE |
24/05/2003 |
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Bolzaneto dovunque
::Multilanguage:: francais
::Multilanguage:: english
Un ulteriore episodio di negazione di diritti e' avvenuto a Bologna
durante la notte tra il 18 e il 19 maggio. Al termine di una iniziativa
sull'antipsichiatria all'xm24 un ragazzo viene fermato da
tre agenti in borghese che lo accusano di furto e ricettazione del
ciclomotore sul quale viaggiava, nonostante documenti e telaio dimostrassero
il contrario.
Insulti, spintoni, provocazioni, percosse, manette e un tentativo di
strangolamento, da parte di uno degli agenti intervenuti con una volante per
procedere all'arresto, provocano nel legittimo proprietario del motorino
lividi e slogature oltre alle umiliazioni, mortificazioni subite per gli
insulti riferiti alla sua posizione politica. Le torture continuano anche in Questura dove il ragazzo viene interrogato
e, rinchiuso in uno stanzino, viene ancora picchiato da una decina di agenti in
divisa e insultato per la sua identita' politica con frasi del tipo: "zecca,
ti piscio in faccia, comunista di merda" o "sei peggio di un marocchino".
Tutto, infine, era stato causato da un errore di battitura del carabiniere
che nel 1998 aveva redatto la denuncia di furto.
Una vicenda come questa puo' paragonarsi a quella piu' nota avvenuta a
Bolzaneto in occasione del G8 genovese, durante il quale molte
violenze si sono perpetrate nei confronti dei manifestanti provocando la
morte di Carlo Giuliani per la quale la Procura di Genova ha
ritenuto di dover emettere un'ordinanza di archiviazione.
Solo in un caso avvenuto a Roma, un
processo contro tre manifestanti picchiati dalla polizia si e' risolto con
la loro assoluzione e con la condanna di uno dei poliziotti responsabili del
loro pestaggio.
Un'alone di impunita' riveste invece i poliziotti coinvolti nelle vicende di
Milano, dove amici e militanti che volevano essere informati circa lo stato
di salute di Dax , ucciso per mano di due fascisti, sono stati caricati presso l'ospedale S.Paolo e in quelle di
Genova per le quali vicende la procura di Cosenza ritiene piuttosto di dover perseguire i manifestanti
della rete del Sud Ribelle.
Quanto avvenuto pochi giorni fa a Bologna altro non e' se non l'ennesimo
episodio da inserire nella lunga cronologia di omicidi e violenze di stato per i quali
non si e' mai cercata la verita'.
News da Bologna: Cercasi testimoni del pestaggio
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