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sorveglianza, controllo e repressione:
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EVIAN G8 2003 |
10/29/2004 |
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La giustizia taglia la corda
È un po' come se Tizio attraversasse la strada e Caio (volutamente) lo
investisse. Tizio si fa male. Ma Caio non ha colpa perché era Tizio che
si era messo in una situazione pericolosa! Se fosse rimasto a casa o sul marciapiede Caio non avrebbe avuto modo di investirlo etc...
Questo assurdo e cervellotico ragionamento è alla base dell'assoluzione
del poliziotto Markus Deiss che ad Aubonne, nella Svizzera francese,
durante le manifestazioni contro il G8 di Evian
del 2003, tagliò la
corda che sosteneva due attivisti durante un blocco stradale. [ video ]. Sopravvissuti solo per caso, Martin e Gesine, hanno subito, oltre ai danni
fisici, che per il primo sono stati decisamente pesanti, anche danni
psicologici causati dalla estrema brutalita' della quale sono stati fatti
oggetto. E, dulcis in fundo, una condanna gia' emessa per quel blocco.
Il poliziotto, come si vede nelle immagini video, sapeva bene cosa stava facendo. Infatti, dopo essere stato fermato da un collega al primo tentativo, dopo una successiva consultazione con il superiore, decide deliberatamente di tagliare la corda con un coltello da tasca, lasciando che Martin faccia un salto nel vuoto di 20 metri, e Gesine rimanga appesa ai pronti riflessi di chi ha afferrato in tempo l'altro capo della fune. Per il giudice svizzero la colpa è comunque di Martin, che si è messo in una situazione pericolosa...
A pensarci bene non c'è niente di nuovo in questo meccanismo perverso per
cui la vittima diventa colpevole. È un po' come la questione che se una
donna viene violentata proprio il giorno in cui porta una minigonna...beh il
violentatore ha più probabilità di cavarsela. Come dire: esci dalla normalità? Ti vesti non come si deve? Manifesti?
Blocchi? Ti appendi? Allora... provochi? Bene. Sappi che verrai considerato il carnefice di te stesso.
...e occhio quando attraversate la strada, specialmente se alla guida
della macchina che vedete arrivare c'e' un poliziotto.
Precedenti feature su Indymedia:
- Da vittime a imputati...
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SORVEGLIANZA COATTA |
03/10/2004 |
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Videoriprese non autorizzate...
Finora eravamo abituati a vederle per strada, agli angoli delle banche, annidate sopra i cornicioni del centro - ben nascoste, per poterci cogliere di sorpresa, o in evidenza, per anticipare e scoraggiare ogni progetto criminale. Eppure, un così alto numero di "occhi indiscreti" - presenti perfino nei luoghi di lavoro - ha insospettito il Garante della Privacy solo verso la fine del suo mandato.
Ultimamente, poi, a Torino, Bergamo, Padova e Napoli le telecamere hanno cominciato a comparire sugli autobus e nelle scuole. Ci dicono si tratti di misure nell'interesse del cittadino, allestite
con lo scopo di prevenire eventuali atti vandalici - ma hanno piuttosto l'aria d'essere altre
misure per sorvegliare e controllare studenti e dipendenti. Ma ciò non toglie che anche le telecamere abbiano il diritto di scioperare o di rompersi di tutto questo voyeurismo...
Comunicati:
- il comunicato
dei CUB Scuola
Precedenti feature su Indymedia:
- Telecamere a Perugia...
- ...e a Bergamo.
- Lassù qualcuno ti scanna...
- Carnevale videosorvegliato napoletano
- Uso & abuso della videosorveglianza
Approfondimenti:
- il mitico sciopero delle 101
- la normativa sulla videosorveglianza in Italia
- la normativa UE / La protezione dei dati in Europa (en)
- i garanti chiedono un parere sulla videosorveglianza
- 11 settembre: quel che non è cambiato (en)
- Genova 2001: l'uso a scopo di denuncia & persecuzione dei materiali video
- tutti i video su sorveglianza & controllo di ngvision.org
- dossier videosorveglianza su mediablitz
Documenti:
- sul filo del rasoio
- la lotta alla videosorveglianza come atto contro la "civilizzazione"
- contro la repressione coordinata e continuativa
- muoversi nella città panottica...
- sfuggi alla videosorveglianza / play
Ultime dal newswire: 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8
E intanto in Iraq, Inghilterra, Lituania, Francia, a New York... il controllo avanza.
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CORRI CESARE CORRI |
31/08/2004 |
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Non ti curar di loro, ma guarda e passa!
Dalla giornata di sabato 21 agosto 2004 si è reso irreperibile per le
autorità giudiziarie parigine Cesare Battisti, lo scrittore, a
suo tempo redattore della rivista messicana "La via libre" ed
ex militante dei Proletari Armati per il Comunismo.
L'ennesima latitanza di Battisti avviene per scongiurare la
sua consegna alle autorità italiane che lo hanno richiesto a
quelle francesi per poter eseguire 2 condanne all'ergastolo
emesse durante gli anni dei tribunali speciali della
legislazione d'emergenza.
La situazione di Battisti è frutto delle politiche
ultrasecuritarie di due stati confinanti: la Francia, che è venuta meno allo spirito e alla lettera della
propria dottrina d'asilo, e l'Italia che è riuscita a suo
tempo a varare un'amnistia per i repubblichini due anni dopo
la guerra ma non
ne ha mai varata una dopo oltre vent'anni dalla fine del
periodo delle leggi speciali.
Nel frattempo, mentre l'opinione pubblica francese si
mobilita, il governo italiano chiede la forca e l'opposizione
(sic) o bisbiglia o invoca, riscuotendo successo, il mandato di
cattura europeo: Battisti per la politica italiana ufficiale è solo questione
di come deve essere espiata la pena. Si dibatte quasi
esclusivamente sulle modalità di imprigionamento del reo, come
da dottrina della ricerca del consenso con l'esibizione
mediatica del desiderio di prigione.
cesare battisti scrive || Documenti scritti e sonori || Intervista in italiano || la lettera e un articolo [fr] dei suo avvocati || giuseppe genna || erri de luca
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