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Il Sionismo e il mito del Paradiso Perduto
by Child of the Light Tuesday, Dec. 23, 2003 at 5:00 PM mail:

Raccolgo qui molte osservazioni sparse sul sionismo ed il mito paradisiaco che ho fatto commentando altrui articoli prima d’ora, concatenandole in una visione d’insieme e tracciando uno sfondo generale più credibile.





Il Sionismo non ha a che fare strettamente con gli ebrei, ma semmai con l'Israele britannico, che è altra cosa. Il Movimento Sionista è nato come tale nell'Ottocento, ma esistono forme di sionismo ante-litteram molti secoli prima. Per capire in profondità quali siano le mire sioniste e quelle antisioniste occorre rifarsi al mito della Lancia di Longino e alla trasmissione di un culto d'origine ebraica nelle regioni del Nord Europa.
Esistono storie che narrano di come dietro al simbolo dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima, che si rifaceva cristianamente al mito pagano della partenogesi ( cui erano soggetti molte antiche dee, anche Adone aveva una nascita virginale ), esista una tradizione ben precisa riguardo la messa al mondo non proprio ortodossa di Gesù. Questa tradizione è apparsa da noi prima in una forma antitradizionale, in un libro di Marcello Craveri, pubblicato dalla Feltrinelli. Lo studioso, di estrazione marxista, raccontava di come il Redentore fosse nato in realtà da una violenza fatta da parte di un centurione romano ad una vergine ebrea, Maria di Nazareth appunto. Che le cose dal punto di vista familiare non quadrassero bene lo confessano i Vangeli medesimi, allorché descrivono il futuro ‘padre putativo’ Giuseppe piuttosto allarmato per il fatto che la sua giovane sposa era incinta anzitempo. Le malignità del Craveri erano state relegate nel limbo degli autori male informati, finché non è venuta fuori tutta la storia per intero. La storia ha un peculiare aggancio con l’Impero Romano. Infatti il nome di quel centurione, che poi divenne imperatore romano, pare fosse Tiberio. Lo ha rivelato di recente un art. dell’australiano-patavina ‘Nexus. Di qui tutta una serie d’ipotesi, che taluno giudica delle farneticazioni storicistico-occultistiche, ma che altri dà per verosimili, sulle origini di certà nobiltà altomedievale. L’eredità di questa trasmissione genetica è tutta da verificare sul piano storico effettivo, tuttavia rimane la leggenda e la leggende a volte – come si sa – sono foriere di eventi più importanti della banalità quotidiana. Il mito della parentela della stirpe merovingia con la tribù giudaica ( da Giuda, l’avo aristocratico di Gesù, non l’apostolo iscariota ) si è congiunto esotericamente con quello della trasmissione di una conoscenza spirituale da parte di Giuseppe d’Arimatea od un suo figlio/ discepolo alle antiche genti armoricane. Nella saga tardomedievale del Graal s’assommano così le due linee di trasmissione spirituale, una diretta e l’altra indiretta, riassunte emblaticamente da due simboli: la Lancia e la Coppa. Inutile rilevare che si trattava di due emblemi neopagani, di significato opposto e complementare, connessi agli antichi culti della fecondità e della fertilità. Non ne spiegherò il significato esoterico, poiché non è qui il sito per argomentare di tali cose, però è evidente a chi andasse un po’ più in profondo che abbiamo a che fare con le solite incarnazioni dell’Eterno Mascolino e dell’Eterno Femminino. La Lancia Sacra ebbe per molti secoli un particolare rilievo per gl'imperatori del Sacro Romano Impero, da Carlo Magno ad Enrico I di Sassonia. Possedere la Sacra Lancia significava inserire il proprio dominio nella luce del pensiero cristiano originario, quello legato all’Impero Romano. La Sacra Coppa idem, ma in questo caso il riferimento era di tipo più monacale e sacerdotale, rimandando al saggio Giuseppe d’Arimatea.
Per contro coloro che si opponevano al dominio imperiale confidavano nella funzione di vicariato della Chiesa Cattolica, sul piano exoterico. E' noto il conflitto che intercorse fra Guelfi e Ghibellini. La vittoria finale dei Guelfi cambiò le cose, poiché i Ghibellini dovettero rassegnarsi a sparire a poco a poco. Dopo il superamento di tale conflitto interno alla nobiltà di tutta Europa prese corpo l'ascesa della borghesia, favorita dallo sviluppo dei Comuni. Il pensiero ghibellino era legato alla cavalleria, al feudalesimo e non s’adattava alla trasformazione della società agricola tardomedievale in una società preindustriale. Con i viaggi in Oriente, al tempo di Marco Polo, si era aperto un nuove orizzonte commerciale: la Via della Seta. Dopo la scoperta dell’America nell’età delle esplorazioni continentali nuove vie di commercio s’aprirono. Bastava disporre di piccole flotte bene armate e ci s’impadroniva subitamente di terre ricche di materie prime, adatte ad essere trasportate in Europa. Come insegna lo storiografo Lefebvre, non ci sarebbero state le rivoluzioni che ci sono state in Europa e in America senza quest’afflusso di ricchezze proveniente dalle colonie. La democrazia modene sono figlie delle ruberie nell’età del colonialismo. Se l’Inghilterra è ancor oggi una nazione dominatrice pur disponendo di un piccolo territorio, lo deve alla sua posizione geografica; che ha favorito lo sviluppo di una potente flotta, la cd. ‘Invincible Armada’. La flotta a sua volta ha favorito i commerci. Dopo la sconfitta della Cavalleria medievale nella Piana di Salisbury ( leggendariamente le truppe del figliastro perverso Mordred sconfiggono quelle di Re Artù, che è costretto a ritirarsi nell’isola mitica di ‘Avallon’ ), si sviluppa in Gran Bretagna una specie d’Israele mistico, la forza prorompente che darà luogo alla Riforma protestante.
Non a caso il motore propulsore della Riforma è stato un ‘Imperatore’ rosicruciano, quel satanasso di Francis Bacon. Sull’opera di demolizione dello spirito universalistico e cattolico medievale svolto da costui vedi il mio STORIA OCCULTA DEL NEW GLOBAL ORDER, del 7-03-03 ( http://italy.indymedia.org/news/2003/03/198271_comment.php#198881 ); con i gravi danni a tutti i livelli, che hanno generato l’atteggiamento modernistico (1). La Globalizzazione non ne è che il frutto finale rancido. Io preferisco definirlo apocalitticamento il ‘Progetto dell’Anticristo’. Del resto, non a caso. Vi è una profezia non molto conosciuta che pronosticava l’avvento nel mondo nei tempi ultimi di un potente, dopo Napoleone e Hitler, persino più cruento ad incarnazione del Maligno. Il ruolo dovrebbe essere coperto da un ‘ebreo’, ma a mio parere il termine sta per sionista, imparentato con una delle 13 famiglie degl’Illuminati; quella che F.Springmeier definiva delle attuali monarchie europee, fra di loro unite storicamente da opportuni matrimoni di corte e di convenienza (2).
Nella tradizione ebraica Sion è una raffigurazione allegorica dell’Eden. I canti in onore di Sion sono i canti paradisiaci, per questo troviamo un riferimento a codesto Sacro Monte in un salmo. Secondo la cosmologia ebraica esistevano 5 Monti simbolici il Sion è quello più settentrionale di tutti. Equivale insomma al Meru della tradizione indù, che in pali, la lingua antica dei buddisti, dicevasi ‘Sineru’, poi ‘Sumeru’. Questo Sacro Monte, di cui il Sinai ( da Sin, nume cielilunare ) è in Palestina solo una riverberazione locale e riduttiva, poteva essere inteso in rapporto alternativo alla Gerusalemme Celeste anziché all’Eden. Ecco il motivo onde Mosè raccoglie sul Sinai le Tavole della ‘Torâh’. Nelle tesi sioniste la rivendicazione come propria della terra palestinese, sede degli antichi israeliti, è divenuto via via nel tempo un fattore estremamente importante. Dapprima aveva un significato ideale, era oggetto di crociate, non era connesso agli ebrei. Al contrario si facevano guerre per la conquista della Terrasanta al fine di strapparla agli Arabi e simultaneamente si perseguitavano gli ebrei come deicidi (3).
Gli esoteristi europei, vedi Priorato di Sion ed Ordine del Tempio nonché quello di S.Giovanni, non erano propriamente degli ebrei ma siccome adoravano un nume ebraico hanno finito per identificarsi idealisticamente al ‘popolo eletto’. Anche nella Massoneria è avvenuto così. Scopo originario era la ricerca della ‘Parola Perduta’, ossia il Sacro Nome della Divinità. Yahweh o Jahvé, all’inglese o all’italiana, sono termini linguistici ricostruiti dagli erudii. L’antico nome era Jehovah, letto con tre sillabe, ma qual’era la lettura originaria del Tetragramma ( JHVH )? Nessuno sa rispondere, a meno che conosca i Sacri Misteri. La lettura originaria era I, poiché Jehovah era un dio d’amore e ‘I’ era il ‘Phallus Dei’, secondo quanto insegna Dante nella ‘Divina commedia’. Questo è il mistero che in genere i massoni sono incapaci a risolvere. Poiché mancano di amore e l’Amore è il mistero che congiunge tutte le cose. Non per nulla Virgilio, il Maestro di Dante, pose ala fine della sua stesura delle ‘Georgiche’ la sigla ‘AMOR VINCIT OMNIA’ ( “l’Amore unisce tutte le cose” ). Al modo di Dante dinanzi a Beatrice Parsifal, lett. il ‘Fanciullo Puro’, ne ‘La Morte d’Arthur’ ( da cui è stato tratto il bel film ‘Excalibur’ ) grida alfine, risolvendo la cerca del Graal: “Tu ( Artù, quale vicario diretto del Cristo-Adamo ) e la Terra siete uno!” Ovvero, non c’è differenza fra la Lancia e la Coppa, non c’è differenza fra il Raggio di Sole ( l’Artù-Cristo ) e la Terra che ne è fecondata. Non c’è differenza fra il Cristo-Sole, che rinasce al Solstizio Invernale ( Asse = Lancia ) e ci dona il Nuovo Anno ( Cerchio = Coppa ) e il cuore umano. Entrambi rispecchiano la Luce Eterna.
Ma i sionisti sono dei degenerati, sono i figliastri di Artù. Come Mordred. Essendo incapaci di capire l’Amore, la Palestina che hanno riconquistato è una ‘Terra Desolata’, dove la ferità di Artù non può essere curata da nessun cavaliere. Fra i sionisti non c’è alcun Parsifal.. E il Paradiso Perduto rimane lontano, una semplice chimera, come in Milton. Senza il vero amore è impossibile risuscitare quel grido dei Templari: – Via dio Sant’Ammore! Un progetto grande di pace e di giustizia, la riconquista della Terrasanta quale metafora del ‘Ritorno all’Eden’ è così diventato di mano in mano, dai cavalieri medievali ai sionisti, l’oscuro e demonico progetto di sottomettere tutti i popoli al Signore delle Tenebre. Per trasmettere l’Amore bisogna infatti bruciare di Luce Divina e chi brucia solamente di passioni terrene è freddo in realtà come un cadavere, trasmette attorno a sé esclusivamente odio e perversione. Questo sono i signori della guerra di oggi, i servitori ciechi delle società transnazionali del libero commercio globale, dei cadaveri ambulanti. Anche se di tanto in tanto si vantano di citare i Templari, come fa il nostro Gelli di fronte ai giornalisti per darsi un tono. Guide cieche che trascinano altri ciechi e hanno a cuore unicamente il massacro ed i profitti che da esso ne traggono. Il loro cuore è vuoto come quello di chi è disceso in un pozzo, quello del loro egoismo, e non riesce più a tornar su. Eppure è semplice tornar su. Basta percorrere la discesa al contrario, cioè salire e ricostruire quello che è stato distrutto. Si fanno tante storie adesso per la “ricostruzione dell’Iraq”. Non l’Iraq è da ricostruire, ma l’intera società umana, per un mondo più giusto di giustizia e di pace.
Questo in fondo ci insegna il Natale stesso. Non a caso la leggenda di Betlehem racconta di un piccolo uomo, un neonato, disceso nella capanna del mondo e posto a mezzo fra il Bene e il Male. Entrambi cercano di “scaldarlo” e di spronarlo verso un fine od un altro, ma lui sceglie la ‘Via di Mezzo’, quella che porta direttamente al Cielo. Tutti gli portano doni e riconoscono in lui l’Uomo…. che ha capito la natura divina del mondo. Per questo adesso noi facciamo regali, nell’illusione di aver compreso anche noi la nostra natura e quella di coloro che ci circondano. I pastorelli del presepe, le pecore, il mugnaio, il maniscalco, le ochette, i laghetti, le caprette, i cammelli, la stella, le palme, il mulino, i re magi, il bue, l’asinello, sono il mondo così come l’avevamo sognato nell’infanzia. Un mondo fatto di semplicità, di giocosità, di fede ingenua. Il presepe ricostruisce una società di tipo pastorale, come si suppone possa essere stata nella Palestina antica seppure col beneficio dell’inventario, inframmezzandolo con elementi del nostra società agricola d’un tempo. Per fortuna nel presepe non ci sono industrie. Il presepe non è civilizzato. Per questo ci pare tanto esotico, accanto all’albero natalizio, il cui culto è d’origine shamanica. Il pino o l’abete rosso è un’immagine del solstizio, infatti poniamo su di esso emblemi di abbondanza e luci intermittenti, che ci richiamano al ritorno dei raggi solari. Nelle regioni nordiche, donde tale culto deriva e da cui provengono gli antenati di molti di noi ( i miei antenati derivano ad es. dal Gotland, una regione meridionale della Svezia ), il sole era la vita. Non un fattore di abbronzamento. Nelle gelide notti invernali il sogno del ritorno del sole era tutt’uno con l’insieme di ogni speranza di felicità umana. Per quanto anche la neve e il gelo abbiano un loro indubbio fascino.
Un augurio a tutti per un ottimo anno e per un’America migliore, come quella dei film di Frank Capra, con l’angelo che viene a salvare la vita dei disperati. Avete presente quello stupendo film, come diamine s’intitolava? Forse, ‘È arrivata la felicità’, ma non ne sono sicuro. La gioia comunque è una dimensione mentale, un’illuminazione dello spirito, non fa parte del mondo materiale dei bisogni e delle pulsioni. Adesso, per quel che mi riguarda, purtroppo ho poco da gioire col mio giovane gatto ‘Red’ che lotta fra la vita e la morte. Ho chiesto a Surya, il Dio Sole degl’indù ( sono filo-induista ), di proteggerlo. Speriamo che non faccia come gli dei ciechi e bugiardi dei ‘Dieci comandamenti’! Ah già, ma quello era soltanto un film sionista….



Note

1) Nel sommario di quell’art. annunciavo una serie di di altri 6 art. a completamento del primo, intesi ad analizzare le basi politico-culturali del vivere contemporaneo. Di essi il secondo ( Il MITO DELLA RIV. ) è ancora da completare, con altre 4 parti, il quinto ( IL VOLTO OSCURO DELLO ZIO SAM ) e il sesto ( STRANE MUTILAZIONI SUGLI ANIMALI: LA PISTA DEI SERVIZI SEGRETI ) sono stati per il momento rimandati.
2) Attualmente vi è esclusivamente una persona, che nell’establishment mondiale ricopre tale ruolo: G.W.Bush Jn., il quale ha una parentela con i Windsor ( o forse i Mountbatten, non ricordo bene ad esser sincero ) di quattordicesimo o quindicesimo grado. Per notizie in merito alla funzione di quest’ultimo, identificabile simbolicamente al ‘Mabùs’ di Nostradamus secondo certuni, cfr. BUSH JN. E LE TORRI DI BABELE ( http://italy.indymedia.org/news/2003/01/153751.php ), del 15-01-03; forma riveduta del censurato BUSH JN., IL TERZO ANTICRISTO, E LE TORRI DI BABELE, del 22-09-02.
3) Tratterò nei prosimi giorni l’argomento in un altro art. apposito, intitolato IL NAZIFASCISMO, LA “RAZZA ARIANA E IL “POPOLO ELETTO”, ove spiegherò che le persecuzioni antiebraiche non sono nate coi nazi, sono l’eredità di molti secoli addietro. Le giustificazioni razzistiche a posteriori dei nazifascisti avevano un carattere occultistico, non storico, e sono state adottate per nascondere il vero motivo: la creazione da parte dell’Israele britannico del moderno Stato d’Israele. In origine infatti l’accusa era di deicidio, non di costituire una razza inferiore. ( Prego di non commentare eventualmente questa nota, poiché intendo al più presto postare l’art. suddetto e chi ha delle obiezioni da farmi me le farà là. )

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