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BRASILE |
24/01/2003 |
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Duemila famiglie sotto sgombero
A Guarulhos (Brasile), duemila famiglie senza tetto affrontano il rischio di
uno sgombero (previsto per oggi),e la solidarieta´ internazionale
potrebbe essere decisiva.
La storia inizia a meta luglio del 2002, quando un gruppo di qualche centinaio
di famiglie occupa un area urbana abbandonata a Osasco, vicino a Sao Paulo. La
zona di 50 ettari, inserita in un elegante circondario, e usata come discarica
illegale, venne occupata da diecimila persone, che abitavano in semplici
tende. Il governo della cittá e i ricchi vicini iniziarono immediatamente una
campagna accusando i nuovi arrivati di aver rubato la terra e di aver portato
ladri e spacciatori nella zona.
Continua >>>
Aggiornamento: l'accampamento è stato sgomberato.
Foto dell' area sgomberata: [1] - [2] - [3] - [4] - [5] - [6]
- [7] - [8] - [9] - [10] - [11]
Cosa puoi
fare | CMI Brasil
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GUERRE GLOBALI |
16/01/2003 |
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Il nuovo ordine globale
I nuovi
assetti dei poteri capitalistici globali si costituiscono attraverso la guerra perché è funzionale al radicarsi delle nuove forme
del controllo sociale. Lo stesso discorso vale per le questioni
economiche e finanziarie:
il controllo imperiale si attua non solo attraverso la
guerra come stato di eccezione permanente, ma anche attraverso la
decostruzione monetaria dei mercati nazionali o regionali e la
subordinazione di questi alle esigenze dei poteri finanziari.
Assieme al mercato mondiale e ai circuiti della produzione sono
emersi un nuovo ordine planetario, una nuova logica, una nuova struttura di potere e una nuova forma di
sovranità . Il potere si legittima attraverso la guerra, un potere di
polizia mondiale che vuole un regime di guerre infinite. La guerra
globale permanente , "infinita" è il nuovo strumento che consente agli
USA di "risolvere il problema della crisi di sovrapproduzione
trasformando il surplus di beni e servizi informazionali [ 1|2] in dispositivi di
sicurezza". Il
nuovo ordine globale pensa di continuare a innalzare reticolati e
confini per tener fuori dal benessere gran parte della popolazione
terrestre.
Dopo l'11 settembre[1|2]
gli USA, hanno usato il pretesto della 'guerra al terrorismo' e della
minaccia degli "Stati canaglia" 1 |2 ] per spingere
un'agenda politica dichiaratamente di destra e spostare l'attenzione
dall'economia alla guerra. Gli avvenimenti dell'11 settembre, forniscono
all’amministrazione americana la legittimazione mondiale per imporre il controllo
militare-poliziesco (guerra permanente), da un lato, e intervenire con politiche di stampo keynsiano-militare [1|2 | 3]
per sostenere
l’economia interna in crisi, dall’altro. Questo implementando vecchi piani per impadronirsi dell’immensa ricchezza petrolifera dell'Iraq [1| 2|3| 4 | 5
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7 |8 |9 | 10 ] e quindi ridisegnare la
geopolitica in Medio Oriente [ 1 |2 |3 |4 |5 |6 | 7 ].
Anche in
America latina, la manomissione diretta degli Usa e dei poteri imperiali
è fortissima e impone una guerra
militare attraverso il Plan Colombia [
1 | 2 ]
economica attraverso l’ALCA [ 1|2 | 3 |4 ],
il FMI e il
collasso economico in Argentina
energetica attraverso il Plan Puebla Panama e il
golpe petrolifero in Venezuela ,
schiacciando i diritti dei popoli subalterni e delle minoranze.
E' contro questa legittimazione bellica del potere che la moltitudine
si sta battendo, inventando nuove forme di lotta anticapitalista globale.
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COSTA D'AVORIO, GUERRA CIVILE |
12/01/2003 |
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Guerra civile nella "Svizzera d'Africa"
Dall'inizio della rivolta militare del 19 settembre 2002, in Costa d'Avorio (en)
si contano già centinaia di morti (soprattutto tra i civili) e 200000
profughi costretti ad allontanarsi dalle loro residenze.
Dietro a quello che viene presentato come "l'ennesimo conflitto etnico del
continente africano" si celano situazioni interne ed internazionali ben più
complesse. Le tensioni religiose tra nord musulmano e sud cristiano e
animista non sono affatto l'elemento principale di questo conflitto, che
scoppia con violenti scontri ad Abidjan, la capitale commerciale del paese.
Nella stessa capitale le agenzie delle Nazioni Unite "appena i fondi saranno disponibili", avvieranno una postazione civile-militare nella citta'.
I ribelli (en) autoproclamatisi "Movimento Patriotico della Costa d'Avorio"
(MPCI), hanno poi attaccato caserme e armerie in tre città. Molte fonti
concordano nell'affermare che i militari ribelli non sarebbero più di 750,
appartenenti alla guardia personale del Gen. Guei (protagonista del golpe
del 1999), dei quali il presidente Gbagbo aveva disposto il licenziamento in
tronco. Restano dubbi sulla qualità dei loro armamenti, ben superiore a
quella dell'esercito ivoriano, e sulla rapidità della loro azione che li ha
portati a controllare circa metà del paese. I sostenitori di Gbagbo
ritengono che dietro la rivolta ci siano interessi stranieri e uomini fedeli
a Ouattara (principale oppositore del governo di Gbagbo).
La Francia, che ha forti interessi di origine coloniale per
concessioni petrolifere, idriche, elettriche e telefoniche, ha prontamente
spedito nel paese un contingente di circa 1000 uomini con il compito di
sgomberare i residenti francesi e statunitensi e di offrire supporto
logistico alle truppe governative.
Questo conflitto intestino si innesta su di una difficile situazione
economica che ha messo in crisi uno degli stati più ricchi del continente.
La Costa d'Avorio produce il 40% del cacao mondiale e circa 6 milioni di
persone sono occupate nell'industria del cacao. La caduta del prezzo del
cacao sui mercati internazionali ha provocato una forte recessione, che si
trascina ormai da più di due anni. Le ricette economiche consigliate dalla
Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale non hanno fatto altro
che aggravare l'indebitamento estero del Paese. Un elemento poco conosciuto,
ma che apre prospettive inquietanti, è quello del possibile interesse
statunitense per i giacimenti petroliferi del ricco golfo di Guinea. L'
assistente segretario di stato per l'Africa Walter Kansteiner ha avuto modo
di dichiarare : "è innegabile che il petrolio africano sia diventato per
noi di interesse strategico nazionale".
updates:
news24 | allAfrica | abidjan.com
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VENEZUELA |
24/02/2002 |
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Prove generali di golpe
Si è scatenata in Venezuela un’offensiva su larga scala che
mira in primo luogo a far cadere
la presidenza di Hugo Chavez Frias. Quella che si autodefinisce "opposizione democratica" e che in realtà è costituita dalle vecchie elites di potere, rappresentate dal presidente di un sindacato corrotto (CTV) e dal presidente della confindustria (Fedecamaras), è passata nel giro di pochi giorni da uno "sciopero generale" del tutto fallimentare a causa dello scarso seguito avuto tra i lavoratori, ad un vero e proprio piano di serrate e sabotaggi industriali. I settori maggiormente colpiti sono stati quello agroalimentare e, ovviamente, quello petrolifero. Solo le organizzazioni popolari ed i lavoratori permettono al settore petrolifero ed al paese di continuare a resistere. Questo proprio perchè in Venezuela il petrolio serve a finanziare politiche sociali.
Questi interessi forti sono ovviamente sostenuti da un
importante terzo settore, quello dei grossi network di informazione privata
(tutti i canali T.V. tranne quello statale e quasi tutta la stampa), che sono
diventate delle vere e proprie centrali di propaganda antichavista, non solo
deformando la realtà e diffondendo notizie false ma chiamando
apertamente alla
violenza e denigrando la
solidarietà internazionale.
Fortunatamente, contro tutto questo si è avuta, come il 13
aprile di quest anno in seguito al tentativo di golpe, una straordinaria
mobilitazione popolare di
massa che ha coinvolto anche gli
indios del
Venezuela. Le organizzazioni di base, i lavoratori, le donne, la
stragrande maggioranza della popolazione si è riversata per le strade di Caracas
e delle principali città del paese per difendere il suo presidente e la sua
rivoluzione.
Ma la battaglia è ancora in atto. Gli interessi degli Stati Uniti e delle multinazionali sul petrolio e sulle ricchezze del Venezuela sono
fortissimi, soprattutto in questa fase di guerre in medio-oriente. Il loro
obiettivo immediato è quello di disarticolare il potere popolare che si esprime
nella presidenza di Hugo Chavez e poter poi disporre delle risorse del paese. Il metodo a medio termine sarà probabilmente la formazione di
gruppi paramilitari sulla falsariga di quanto già sperimentato con successo in
Centroamerica e Colombia.
Documenti:
-
Contraddizioni e prospettive del foro sociale venezuelano
-
Il "golpe" quotidiano e permanente
-
Il Congresso Anfizionico Bolivariano
-
Sul venezuela
-
Asamblea de accionistas originarios de petroleos de venezuela [it-es]
-
Golpe petrolifero in Venezuela
-
Conquiste del processo bolivariano in Venezuela
-
Caracas come Santiago del Cile ?73
-
Venezuela, la Rivoluzione Bolivariana in Italia
Siti di informazione venezuelani:
- www.aporrea.org
- www.geocities.com/pmavl/#MAV
- www.espacioautogestionario.com
- www.redbolivariana.com
- www.antiescualidos.com
Audio:
- Un breve saluto del Presidente H. Chavez alla Gioventù italiana ed
europea (commento - spagnolo)
- Come è nata l'esperienza bolivariana in Venezuela (intervista -
italiano)
- Le riforme politiche e l'opposizione in venezuela (intervista -
italiano)
Altri documenti audio su www.aradio.it
Aggiornamenti:
- Venezuela: cronistoria della serrata
- I paradossi non finiscono mai. Notizie ed aggiornamenti
- Scontri il 4 gennaio 2003
- Rassegna stampa sugli scontri del 4 gennaio
- La polizia Metropolitana di Caracas aggredisce e provoca i morti
- Venezuela: minacce ai bolivariani
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