Bologna - Evasione, rivolta notturna e repressione nel lager di via Mattei [aggiornato]

fonte: il resto del carlino

Rivolta notturna al Cie
Intervenuti polizia e carabinieri

Venti immigrati si sono messi a lanciare bottiglie d’acqua e altri oggetti contro il personale

Bologna, 18 dicembre 2011 - Ancora una rivolta, nella notte, al Cie di Bologna. Nell'edificio di via Mattei, tra l’una e le due, sono dovute intervenire volanti della Polizia e carabinieri per riportare la calma.

Una ventina di immigrati, infatti, con il volto coperto da indumenti, si sono messi a lanciare bottiglie d’acqua e altri oggetti contro il personale, nella parte del centro dove stanno gli uomini. Alla fine non ci sono stati feriti. La notte precedente, invece, quattro stranieri erano riusciti a ‘evadere’, salendo sui tetti e scavalcando le recinzioni. Altri sei erano stati bloccati mentre stavano tentando di scappare.



riceviamo e diffondiamo:

17 dicembre ore 17.30
dal CIE di Bologna arriva una telefonata. Dalla cornetta non si sente nient'altro che un gran frastuono: colpi sordi e il getto dell'idrante. Poi urla e una voce dice “lo senti?! Lo senti cosa ci stanno facendo?”.
Ed è in queste giornate, dopo l'uccisione di Mor e Modou a Firenze, che i massacri che avvengono dentro i lager della democrazia fanno ancora più male.
Un resoconto delle ultime giornate:
-12 dicembre: nel pomeriggio fuori dalle mura del CIE si tiene un presidio di solidali. I reclusi si arrampicano sulle mura della struttura.
-16-17 dicembre: nella notte un gruppo di detenuti riesce a fuggire, altri vengono fermati
-17 dicembre: i reclusi del CIE entrano in sciopero della fame, alcuni si arrampicano sulle mura della struttura. Le guardie rispondono con gli idranti. Un ragazzo viene colpito, cade e si spacca una gamba. Gli operatori del CIE non lo portano a farsi curare.
-17-18 dicembre: tra l'una e le due di notte una ventina di reclusi con il volto coperto da indumenti, si sono messi a lanciare bottiglie d'acqua e altri oggetti contro il personale, nella parte del centro dove sono ospitati gli uomini. Alla fine non ci sono stati feriti. Nessuno è fuggito e sono intervenute volanti di polizia e carabinieri
-18 dicembre: la protesta dei reclusi di Via Mattei viene soffocata con le botte e gli idranti. Al momento c'è un altro ferito (sempre a causa degli idranti). Le guardie hanno chiamato rinforzai: carabinieri, militari, polizia presidiano la struttura.


Nella notte tra il 16 e il 17 dicembre 10 persone detenute nel CIE di via Mattei a Bologna hanno tentato l'evasione, arrampicandosi sul tetto dell'infame struttura che li tiene rinchiusi. Quattro di loro sono riusciti ad oltrepassare le mura e a scappare, gli altri 6 sono stati acchiappati dalle guardie e riportati dentro le gabbie. Uno è stato accusato di resistenza a pubblico ufficiale e portato subito al carcere della Dozza.
Nei giorni seguenti abbiamo ricevuto la notizia che le guardie non si sono risparmiate l'uso degli idranti per colpire i reclusi che hanno continuando la protesta arrampicandosi sulle mura esterne della struttura. Un ragazzo, colpito dal getto dell'idrante, è caduto dal muro sul quale si era arrampicato spaccandosi una gamba. Sbirri in divisa e sbirri della Misericordia (il cattolicissimo ente presieduto da Giovanardi che gestisce i CIE di Bologna e Modena) non l'hanno portato all'ospedale per le cure necessarie.
Negli ultimi mesi nel CIE bolognese le proteste si sono nuovamente intensificate e la solidarietà che possiamo portare si fa ora ancora più preziosa e necessaria. I tempi di detenzione (che ora arrivano ad un massimo di 8 mesi) in realtà arrivano sempre più spesso fino ai 9-10 mesi. Gli operatori delle strutture collaborano con sbirri e militari per soffocare ogni tentativo di protesta e non si fanno sfuggire nessuna occasione per guadagnare sulla pelle dei reclusi. Basta pensare che ora anche al CIE è stato introdotto o spesino... eh sì, però vengono venduti prodotti scaduti al doppio del prezzo... e chi ci guadagna?
Lunedì 12 un nutrito gruppo di solidali è andato sotto le mura del CIE. Nonostante le prescrizioni date dalla questura (divieto di avvicinarsi oltre i 200 metri alle mura e divieto di usare l'impianto di amplificazione) siamo riusciti a comunicare con i reclusi che si sono arrampicati sul tetto della struttura e ci sono rimasti oltre un'ora.

SOPRATTUTTO IN TEMPI COME QUESTI, DOVE GLI SFRUTTATI SONO SEMPRE PIU' SFRUTTATI LO STATO E I SUOI APPARATI VORREBBERO INCENTIVARE SEMPRE PIU' LA GUERRA FRA POVERI, PER FAR SI CHE LA NOSTRA RABBIA TROVI SFOGO NELL'ODIO COL NOSTRO VICINO E NON CONTRO I RESPONSABII DELLA MISERIA CHE CI PROPINANO.

PER QUANTO CI RIGUARDA RISPONDIAMO CHE LA SOLIDARIETA' TRA SFRUTTATI, RECLUSI, POVERI, SOGNATORI DI UN ALTRO MONDO, INCAZZATI, RABBIOSI CONTINUERA' AD ESSERE LA NOSTRA ARMA CONTRO IL LORO MONDO FONDATO SU GERARCHIE, RAZZISMO, GUERRE PER IL DENARO, GABBIE, VIOLENZA DI STATO LEGALIZZATA.

LA SOLIDARIETA' E' UN'ARMA, PUNTIAMOLA CONTRO IL NEMICO!

Dom, 18/12/2011 – 18:30
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