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Corteo a bologna sabato 23

Sabato 23 novembre 2013

ore 15

Partenza da p.zza Maggiore

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Scarichiamo i padroni: corteo delle lotte della logistica a Bologna - comunicato da Noi Saremo Tutto

Come rete nazionale Noi Saremo Tutto non possiamo non aderire e partecipare sabato 23 novembre al corteo nazionale dei lavoratori della logistica a Bologna. Mentre scriviamo, apprendiamo che ieri, 20 novembre, si sono svolte iniziative di sciopero con blocchi della produzione nell’Interporto bolognese, con la partecipazione di diverse centinaia di lavoratori e con l’intervento brutale della polizia che ha caricato i lavoratori.
Non è la prima volta che scriviamo sulle vicende che riguardano la lotta del movimento dei lavoratori della logistica, ma l’appuntamento di sabato è particolarmente importante. Si svolgerà un corteo dei lavoratori della logistica, in sostegno e solidarietà con i facchini della Granarolo che hanno subito in questi mesi una pesante repressione. Qualche settimana fa infatti 179 lavoratori e compagni sono stati denunciati dalle aziende del settore rei, secondo la magistratura – sempre solerte nel perseguire chi appartiene alle classi subalterne – di avere organizzato la scorsa primavera alcuni picchetti e scioperi bloccando la produzione della Granarolo.

Questa vicenda si aggiunge alla lotta, salita alle cronache nazionali, dei lavoratori di Ikea di Piacenza, il polo logistico per la distribuzione nel Nord Italia, dove i facchini per settimane sostennero una dura e unitaria mobilitazione contro i turni massacranti, le paghe da fame, subendo dure cariche dalla polizia.Questo corteo nazionale promosso dal Sindacato S.I.Cobas e dal Laboratorio Crash di Bologna avviene in un momento particolare delle lotte che da mesi in varie città d’Italia stanno conducendo i lavoratori del settore. Da una parte perchè la repressione si fa sentire in modo sempre più sistematico, con un combinato disposto di iniziative intimidatorie da parte delle aziende contro i lavoratori più combattivi e avanzati e con l’intervento, dove non può arrivare il padrone, della celere e della magistratura. Dall’altra, da mesi in Europa, ma soprattutto in Italia, il comparto sta subendo delle trasformazioni, attraverso un processo di crescente automatizzazione di parte del processo produttivo che porta all’espulsione di quote di forza lavoro, con tagli sul personale e ristrutturazioni. Tutto ciò avviene perchè questo comparto assume una valenza economica sempre più centrale nello sviluppo produttivo attuale. E’ utile ricordare quanto abbiamo detto in altre occasioni, e cioè che l’ambito della logistica, della movimentazione delle merci, nell’attuale modello di produzione assume un ruolo sempre più strategico, che l’intensificazione del ritmo della circolazione delle merci è un campo strategico di raccolta di enormi profitti per le multinazionali del settore. Insomma il polo della logistica è oggi in Italia uno dei poli produttivi strategici e di maggior impatto economico e strutturale del nostro sviluppo economico. I lavoratori pagano duramente sulla propria pelle gli enormi profitti delle aziende di questo comparto. I facchini in particolare, in larga maggioranza manodopera migrante, sono sottoposti a un regime durissimo di sfruttamento, con ritmi massacranti, paghe da fame, vessazioni e intimidazioni da parte delle cooperative del caporalato organizzato per conto delle grandi aziende (TNT, DHL, SDA; Bartolini).

Ma questi lavoratori sono anche la grande novità di questa lotta, sia per la loro capacità potenziale e di fatto di bloccare, rallentare, sabotare la circolazione delle merci, sia per la composizione. Siamo di fronte a un proletariato migrante, che pur con tutte le difficoltà del caso, (di lingua, di storia e relazione in un paese sconosciuto e molto spesso ostile) si organizzano sindacalmente mostrando un alto grado di combattività, superiore molto spesso agli stessi colleghi italiani. Oggi sono in prima linea nel rivendicare migliori condizioni di lavoro, turni e orari uguali per tutti, il rispetto della dignità di lavoratori da parte dei capi e dei dirigenti, la piena applicazione delle norme sulla sicurezza e prevenzione sul lavoro. Insomma questa lotta, nel panorama generale del mondo del lavoro, è una delle poche che punta a giocare d’anticipo, ad attaccare, non arroccandosi sulla difensiva, e in essa matura una parte combattiva e desiderosa di organizzazione del proletariato migrante. L’altro aspetto non secondario è che è una lotta in crescita, tende a estendersi a nuove realtà del settore, non ristagna in una visione corporativa, esclusivamente sindacale, e il corteo nazionale del prossimo sabato è un importante banco di prova.
Non è quindi un caso che in questi mesi ci siamo spesi, insieme ad altri compagni, nel sostenere e rafforzare queste mobilitazioni. Non tanto e non solo per uno spontaneo spirito di solidarietà proletaria, ma anche e soprattutto perchè riteniamo necessario rafforzare e generalizzare questo lavoro politico con segmenti importanti del nuovo proletariato, consci che da questa palestra può maturare una nuova leva di avanguardie operaie, espressione diretta e qualificante delle lotte che la crisi generale e lo scontro di classe sempre più alimentano.
Ci vediamo sabato a Bologna.
 

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