Il debito è alimentato proprio dalla grande finanza, con la complicità dei governi ad essa asserviti e degli enti locali, che sono allo stesso tempo vittime e carnefici di questo vasto piano di spoliazione di massa.
Stanno montando nel paese e fuori da esso forti ondate di protesta, volte a denunciare i contorni di un sistema di potere sempre più iniquo, che si rafforza in virtù di privatizzazioni, delocalizzazioni, deindustrializzazioni, riforme del lavoro e delle pensioni, che antepongono gli interessi di pochi alla dignità della moltitudine.
Si rende necessario che i cittadini si riapproprino della capacità di determinare le scelte politiche ed economiche, di impedire la sottrazione dei beni comuni, di rimettere al centro delle iniziative la domanda di redistribuzione della ricchezza e di difesa dell'interesse pubblico.
Gruppi e i movimenti sorti ovunque nel nostro paese per denunciare il debito stanno svolgendo un'importante opera di smascheramento della sua origine e della sua natura, e di contrasto nei confronti dei piani di accaparramento delle risorse, dei beni, del patrimonio che appartengono alla comunità, giustificati dalle regole del mercato, dalle sue compatibilità, al cui altare vengono immolati i diritti di tutti.
Gruppi di audit sul debito si danno appuntamento a Parma, il 26 e 27 ottobre, al Centro Bizzozzero, per ragionare sulle esperienze compiute sinora ed individuare strategie comuni, che, a partire dal rifiuto del debito e delle politiche di austerithy fatte pagare alla popolazione, individuino una piattaforma di obiettivi, capace di capitalizzare il contributo di esperienze e di analisi dei gruppi, movimenti, operanti sul territorio, in vista della creazione di iniziative politiche sempre più coordinate e unitarie.