Parma diventa così la prima città in Italia ad applicare pedissequamente un provvedimento grazie al quale vengono a cadere diritti fondamentali, non solo per la Costituzione, ma anche per la stessa sopravvivenza dei cittadini: senza residenza, non si può accedere alla medicina di base, ai servizi sociali, decadono i diritti politici come il diritto al voto, si compromette il diritto allo studio, e così via...E’ gravissimo il fatto che ad applicare con cotanta prontezza sia un’amministrazione il cui partito-guida a livello nazionale si contrappone al governo Renzi, che in città come Roma o Ancona appoggia le occupazioni a scopo abitativo e che a Parma si è presentato come il movimento del cambiamento, in opposizione ai poteri forti, che avrebbe combattuto la speculazione.
Il sindaco Pizzarotti si mette per l’ennesima volta in contraddizione con quello che predica: annuncia che i servizi sociali non sono più in grado di affrontare l’emergenza casa, gli sfratti, i distacchi delle utenze, ma non fa nulla per scalfire gli interessi speculativi dei grandi proprietari immobiliari che hanno determinato l’attuale situazione. Se venissero sgomberate allo stesso modo le circa 180 persone che vivono nelle case occupate, la situazione a Parma sarebbe non grave, ma catastrofica.
Ciononostante, la giunta Pizzarotti ha varato un programma di milioni di euro per portare a compimento nuovi e vecchi progetti speculativi inutili sparsi per la città. Una cifra enorme che andrà a gravare sulle casse comunali a beneficio di privati e banche, gli stessi che hanno già largamente beneficiato dell’era Ubaldi/Vignali e che sono tra i principali colpevoli del disastro economico e sociale del comune di Parma. Soldi che dovrebbero invece essere usati affinché i cittadini, già gravati dalla crisi, possano ver riconosciuti i propri diritti essenziali, dalla casa agli asili, alle utenze energetiche, senza dover affrontare con fatica rette e tariffe esorbitanti.
Lo Spazio Popolare Sovescio è stato in grado non solo di ridare un tetto alle famiglie e ai singoli che ne erano privi, ma anche essere luogo di ricomposizione sociale e politica autonoma, a disposizione degli abitanti, del quartiere e della città. I tanti progetti nati all’interno dello spazio (la palestra popolare, la biblioteca, la libreria, i corsi, le presentazioni di libri, le proiezioni) sono il frutto della necessità, oltre a quella del diritto alla casa, di condivisione e di unione tra persone di tutte le età, studenti, lavoratori, italiani e immigrati. Siamo sicuri che in primo luogo è stata questa capacità di aggregazione, di contestazione, di resistenza al modello unico di vita e di futuro che hanno in mente per tutti noi a preoccupare anche la giunta a 5 stelle. Un modello legato esclusivamente al mercato e che non approva voci fuori dal coro.
E’ evidente il fallimento totale di un sistema che per risolvere qualsiasi questione si affida totalmente al mercato. Ma sarà difficile frenare l’istinto di sopravvivenza e la ricerca di una vita dignitosa da parte di coloro che dal mercato (del lavoro e della casa) sono stati esclusi ed emarginati, resistendo a licenziamenti, privatizzazioni, sfratti e distacchi, e riprendendosi i diritti negati.
Contro sgomberi, rendita e speculazione immobiliare
Contro il piano casa di Renzi
Vogliamo casa, salario, dignità!
PIZZAROTTI CI TOGLIE LA RESIDENZA, NOI OPPORREMO RESISTENZA!
Rete Diritti in Casa - Spazio Popolare Sovescio - Fronte Antifascista