Pezzi di Lev disseminati in rete... riciclateli!

Recensione su Ondalternativa

La prima recensione on-line di "Hanno ucciso Ulrike Meinhof"... "Che una lampadina possa accendersi nel vostro cervello" ed altre amenità da gustare qui.

Recensione su Sentire/Ascoltare

Un'azzeccata analisi del concept e tanti riferimenti lusinghieri sul numero di Novembre 2008 della webzine.

Recensione su RockIt

Se ci dava pure un giudizio più personale, non moriva nessuno. Vabbe', andatevela a leggere qui...

Recensione su Campania Rock

Il portale di informazione più aggiornato sulla musica rock in campania dedica ai Lev una dettagliata recensione del disco condita da aneddoti ormai leggendari.

Recensione su Losing Today

Bellissimo quando dice "un disco da ascoltare, non solo per la totale gratuità del progetto"... per la serie tanto nun se pava

Recensione su Beautiful Freaks

Finalmente qualcuno che storpia il titolo!

Recensione su Kathodik

Belle parole e un improbabile accostamento ai Punkreas direttamente qui.

Recensione su Indie-eye

New Record: Ben 5000 battute e neanche una parola sui 13 pezzi dell'album! Abbiamo capito, nel prossimo solo canzoni d'amore o al massimo un concept sul tradimento.

Bombe su Kabul su Canzoni contro la guerra

Così potremo finalmentevbullarci di essere sullo stesso sito in compagnia di Dylan, Vian e De André... Ma a scanso di equivoci "se questo è il prezzo vogliamo la guerra"!

Recensione informale di Gianni Lucini

L'anima di Rock e Martello, il blog di informazione musicale con news vecchie almeno un anno, ha fatto un piccolo strappo per i Lev. Ne è uscita un'analisi lucida e molto generosa... Grazie, Gianni!


Ciao ragazzi. Ho ascoltato con attenzione i brani, e vi scrivo quello che penso cominciando dall'apparenza.

1) La copertina è geniale anche se presuppone che la si riesca a ripiegare giusta, se no diventa un casino e perde di senso. Comunque mi ha sorpreso così come questo rotolar di ceci ha un che di musicale che resta nelle orecchie prima ancora che negli occhi...

2) Il titolo, moolto paraculo, a prima vista sembra una sorta di specchietto per le allodole. Man mano che si procede nell'ascolto dei brani, però, si capisce che ha un senso, almeno per me, ed è quello della cesura, della separazione, della chiusura di un'epoca e dell'apertura di un'altra nella quale le ragioni di ribellione sono geometricamente moltiplicate. I temi parlano di guerre, sentimenti, rivoluzione e utopie.

3) La musica è spesso frizzante e trascinante perchè possa divenire funzionale alla comprensione del messaggio, ma le tinte del cosiddetto combat rock sono soltanto apparenza. Se si accantonano i dettagli e si guarda all'insieme di copertina, musica e parole balza agli occhi la somiglianza di questo progetto con quelli dell'unico vero gruppo rock politico italiano (Stormy Six a parte) che ha caratterizzato gli anni Settanta e cioè gli Area. Ecco, i Lev a me sembrano gli Area di questi tempi difficili. Non so se sarete contenti ma è così...


Gianni Lucini

Recensione su Lost Highways

Dopo averci regalato Claudio Mirone, Marano, patria natale della web-zine, si conferma prodiga di soddisfazioni. Scoprite di cosa si tratta qui.

Recensione su Rock Shock

Ancora una recensione dell'album e finalmente due parole anche sui versi interpretati (volutamente, è ovvio) con un marcato accento partenopeo :)...(e quindi non pensate all'intro di "La vita è un buco nero", quello è Adorno che ci ha voluto dire la sua sulla musica d'intrattenimento).

Recensione su Musical Blog

Poche parole ma chiare e tonde... obiettivo centrato in pieno!

Contatti

Contatta i Lev!

Compri il disco, scarichi qualche pezzo, vedi i Lev in una delle loro meravigliose esibizioni live, li incontri per strada e rimani folgorato: cosa puoi fare? Come puoi uscire da quest'ossessione? C'est très facile! Organizza un loro concerto! È veramente semplice:

1. t'assicuri di non portarli in un covo di naziskin e di amanti del death metal (le due categorie possono facilmente coincidere);

2. li contatti per mail (che è meglio, come diceva Quattrocchi);

3. ti fai mandare tutte le informazioni tecniche (è gente che gira con i tir, e ci tiene al proprio suono...);

4. gli offri almeno il rimborso spese, oppure quanto pensi sia giusto per vederli suonare, considerando che - nonostante siano forza lavoro non specializzata - avranno pure delle spese e una vita da qualche parte...

5. cerchi di non mettere nessun tipo di sbarramento all'ingresso (né biglietti, né gorilla, e nemmeno muri di marzapane e cioccolata - ci dispiace molto, ma non sono proprio possibili...);

6. cerchi di non scomparire nel nulla, accusando un malore o fingendo appuntamenti con fantomatiche zie (è gente che si fida della correttezza altrui...);

7. ti guadagni l'eterna riconoscenza dei kids e le loro laicissime benedizioni...

Far suonare i Lev è più di un bel gesto di umanità. È la vera svolta a sinistra.

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