il babau è un mostro bianco per chi di vivere è ormai stanco il babau è un mostro nero finisci dritto al cimitero il babau è tutto rosso corri corri a più non posso il babau è tutto giallo tocca pure al maresciallo il babau è anche blu occhio il prossimo sei tu il babau è di tutti i color se lo incontri sicuro muori
 

Firenze vive libera

Pubblicato il 01.01.2009 in cronache, letture || Nessun Commento

Ti alzi la mattina presto, maledici il tuo lavoro, ti vesti scendi fai
colazione al bar, leggi il giornale. Insicurezza, degrado, morte, non
c’e’ piu’ rispetto, non ci sono piu’ valori, controllo ci vuole piu’
controllo, paura tanta paura, ansia.

Vai al lavoro, odi il tuo lavoro, odi il tuo capo, stai zitto perche’
ai tuoi figli mica glielo regala nessuno da mangiare.
Esci dal lavoro, vai a casa, mangi guardi il tiggicinque. insicurezza,
degrado, morte, non c’e’ piu’ rispetto, non ci sono piu’ valori,
controllo ci vuole piu’ controllo, paura tanta paura, ansia.

Ti affacci alla finestra, di fronte un palazzo alto quanto il tuo,
stesso cemento stessa tonalita’ di grigio. Alla finestra di fronte un
rumeno con la tua stessa faccia guarda in strada sovrapensiero, le
nuvole grigie sopra la vostra testa vi osservano mentre pensate alla
sveglia di domattina.

A volte le parole volano a volte ti cadono addosso pesanti come
macigni. In questi anni le parole hanno cambiato di senso e non volano quasi mai.

C’e’ qualcosa di profondamente sbagliato nel come vengono dipinte le
nostre citta’, nei pacchetti sicurezza, nelle leggi antidegrado,
nell’ossessivo ripeterti frasi spaventose e slogan ad effetto.

Firenze non e’ cosi’, Firenze vive libera. Le strade sono nostre, le
abitiamo ogni giorno. Noi non abbiamo paura, guardiamo in faccia chi
abbiamo di fronte, con gli occhi assonnati malediciamo la sveglia
allo stesso modo aspettando un giorno in cui riposare e la badante
russa ha i nostri stessi occhi mentre cammina stanca per tornare a
casa.

Chi vuole farci del male non prende l’autobus con noi, non lo troviamo
al bar sotto casa, non lo vediamo al semaforo guardando fuori dal
finestrino. E’ seduto dietro a una scrivania, in un taxi a viaggiare
spesato, in un cantiere a inaugurare con spumante e cocaina, in una
banca a firmare accordi. Sono i padroni della citta’, sono gli
affaristi, i politici, i faccendieri.
Firenze vive libera, nonostante loro.

csa NextEmerson

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