Perquisizioni del 23 Luglio 2009 e il corteo dell’8 maggio 2008

riceviamo e diffondiamo:

Nella mattina di giovedì 23 Luglio la DIGOS di Verona ha effettuato 15 perquisizioni in diverse città: Verona; Padova; Treviso; Venezia; Trento; Rovereto; Brescia; Bergamo; Torino; Genova.
11 compagni sono indagati per i reati di: travisamento; porto di oggetti atti ad offendere; danneggiamento aggravato; fabbricazione, detenzione,porto ed esplosione di congegno micidiale.
Le operazioni, coordinate dal pubblico ministero Carlo Villani, riguardano fatti che sarebbero avvenuti durante la manifestazione dell’ 8 Maggio 2008, indetta in seguito all’uccisione di Nicola Tommasoli da parte dei fascisti di Forza Nuova.

Una manifestazione caratterizzata dalla presenza di uno spezzone autorganizzato pronto a rispondere alla violenza fascista, contrapponendosi alle rituali e stantie forme di protesta e ai generici quanto inutili appelli alla cultura antifascista.

A chi ci accusa di essere un gruppo isolato di violenti e facinorosi vogliamo rispondere che l’unico peso che abbiamo sulla coscienza è quello di avere fatto troppo poco per impedire che si ripetano omicidi come quello di Nicola Tommasoli; troppo poco per disperdere le violenze squadriste e razziste che infangano la città. Riteniamo, infatti, che quella di organizzarsi per l’autodifesa sia la strada giusta da percorrere, e continueremo a farlo.

Nicola Tommasoli è stato ucciso brutalmente da un manipolo di vigliacchi, coperti nella loro azione dalla presenza di una “zona grigia” che li giustifica e alimenta. Nicola Tommasoli è stato ucciso dalla magistratura che per anni ha insabbiato le violenze fasciste, dai giornali sempre prontia coprire le loro azioni, dai cittadini che hanno applaudito alle loro “gesta”, dalla rassegnazione di coloro che pur sapendo non hanno mai fatto nulla.

La squadraccia che ha assassinato Nicola è il prodotto di un clima, ormai imperante ovunque, di normalizzazione e di guerra ad ogni forma di diversità. Un mondo in cui i poveri sono un nemico da isolare, criminalizzare, deportare. E dove anche un codino, segno di diversità, è da punire. Media e giornali hanno rappresentato gli assassini come dei ragazzi normali: i ragazzi normali che un mondo disumano si merita. Noi abbiamo ben chiaro che chi ha ucciso quella sera l’ha fatto adempiendo ad un preciso progetto politico: l’anticipazione di quelle ronde per la sicurezza che ora stanno per essere legalizzate dallo Stato.

La magistratura che fin da subito ha coperto la natura politica di questo assassinio ora si accanisce su chi ha inteso opporsi alla violenza fascista. Non ci meravigliamo, anche i giudici con il loro operato difendono la città della dei privilegiati da chi ne è escluso e si attrezza per assalirla. L’unica giustizia che ci interessa è quella che faremo nelle strade quando il calderone dei soprusi e dell’oppressione si scoperchierà. In quelle strade i fascisti e i razzisti non potranno più mettere piede.

In una città marcia, che si è scelta come sindaco un razzista dichiarato, abbiamo preferito rivolgerci ai pochi che lottano con dignità piuttosto che adulare i corrotti ed i pavidi. A coloro che si indignano il giorno successivo ad un brutale assassinio ma che per anni hanno ignorato un clima di continue aggressioni da parte dei fascisti e dello Stato ricordiamo che non ci si può lavare la coscienza a buon mercato. Siamo, invece, al fianco di chi è stanco di subire sopraffazione e miseria e ribadiamo la necessità di organizzarsi e agire direttamente per fermare la barbarie che monta.

Alcuni disertori della zona grigia

Lun, 27/07/2009 – 09:34
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