Proposta di leggi specifiche contro la liberazione animale

riceviamo e diffondiamo:

LEGGI SPECIFICHE CONTRO I LIBERATORI?

Il deputato del PDL Alfonso Papa prende le difese degli allevatori di visone

E' di questi giorni la notizia che un deputato del Pdl, tale Alfonso Papa, si sia schierato a difesa degli allevatori di animali da pelliccia italiani, chiedendo quello che chiama un “pugno duro” contro le azioni di liberazione che avvengono con una certa regolarità ai danni di questi lager. Si chiedono fino a 6 anni di carcere per chi decide di aprire le gabbie e donare la libertà a degli esseri viventi imprigionati e destinati ad essere scuoiati.
Noi pensiamo invece che aprire la gabbia di un animale sia un gesto nobile, da difendere e appoggiare.

Il signor Papa si fa strenuo difensore della lobby degli allevatori, chissà per quale motivo poi, e chiede perfino risarcimenti economici per i danni ingenti che questa categoria sta subendo a causa del proliferare di azioni animaliste.
«Azioni criminali», le definisce Papa, che si configurano come «vere e proprie violazioni di diritti fondamentali che minano le libertà personali e di iniziativa economica cui, ad oggi, non è corrisposto nessun riscontro, né in termini di giustizia né in termini di tutela risarcitoria». I diritti fondamentali di cui Papa si riempie la bocca sono solo quelli degli allevatori: il diritto ad imprigionare esseri senzienti, a ucciderli con il gas, a scuoiarli, a mercificarli e venderne la pelle. I diritti fondamentali di questi altri esseri viventi, i prigionieri dei campi di sterminio presenti ancora in Italia, non vengono nemmeno menzionati, come da prassi. Ed è proprio perché il diritto alla libertà non viene riconosciuto per gli animali, e per dare loro una possibilità di toccare l'erba e di correre in un fiume e affrontare la vita libera, che alcuni attivisti decidono di usare il mezzo più diretto: aprire loro le gabbie.

Il signor Papa, copiando pari pari dalla retorica degli allevatori, utilizza anche le solite accuse di far morire gli animali sotto le macchine o farli morire di stenti. Come se non fossero destinati a morire comunque. Come se coloro che lui sta cercando di difendere non fossero degli aguzzini il cui unico scopo è uccidere quegli animali della cui sorte lui pare preoccuparsi.
Quindi la modifica proposta prevede l'aggiunta di due commi all'articolo 638 del codice penale (uccisione o danneggiamento di animali altrui) per aumentare le pene previste, che possono arrivare fino a 6 anni di carcere. Quasi ridicolo pensare che chi agisce per dare libertà e possibilità di scampare la morte a degli animali debba essere processato per "uccisione o danneggiamento di animali altrui". Ma qui quello che si tutela non sono gli animali, ma soltanto il commercio e l'inalienabile diritto alla proprietà privata degli allevatori, padroni di disporre della vita, della sofferenza e della morte di migliaia di esseri viventi ogni anno.

Qualche anno fa l'AIAV (Associazione Italiana Allevatori Visone) offrì 20.000 euro di ricompensa per chi offrisse informazioni sui liberatori di visoni. Visti i risultati quei 20.000 euro sono sempre rimasti nella loro cassa, una taglia inutile. Adesso forse sono stati utilizzati in altro modo, un po' meno pubblico.
Quello che ci auguriamo è che anche questo sia solo un ennesimo buco nell'acqua... o l'ennesimo buco nelle reti dei loro allevamenti!

Ven, 24/12/2010 – 00:30
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