Infiltrazioni criminali nel primo appalto di Expo 2015

Rho, 19 maggio 2012. Nella catena dei subappalti per i lavori di rimozione delle interferenze nell’area Expo, cioè nel primo appalto dell’Esposizione Universale del 2015, vinto dalla CMC di Ravenna,  per un valore complessivo di circa 65 milioni di euro, si trovano aziende condannate e indagate a vario titolo in inchieste della Magistratura, in cui figurano reati gravi quali corruzione turbativa d’asta.

Nella lista delle aziende subappaltatrici, pubblicato in data 8 maggio 2012 sul sito dei Radicali, c’è il Consorzio Stabile Litta, il cui vicepresidente Nicola Di Rosario, è indagato con altri 4 imprenditori del settore florovivaistico per una tangente di 30.000 euro al consigliere regionale del Pdl Giammario, per un appalto sul verde pubblico in Brianza. Lo stesso dirigente del Consorzio Stabile Litta, ben insediato nell’area della Fiera di Rho Pero, dove ha avuto l’appalto per la realizzazione di un parco di 24.000 metri quadri, risulta essere accusato di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta per pilotare gli appalti insieme ad altri 18 imprenditori dello stesso settore.

Tra le aziende subappaltatrici figura poi la Engeco srl, coinvolta in un episodio di corruzione di alcuni funzionari dell’ANAS, per eludere le normali procedure di gara per l’appalto di lavori sulla Strada Statale 340 in Provincia di Como, il cui processo penale si è concluso nel 2005.

Un’altra delle aziende titolari del subappalto, la Omegna Scavi di Scaramozza, che fa parte dell’ATI Elios, è attualmente indagata per avere provveduto a scavi e al trasporto di rifiuti senza le necessarie autorizzazioni in un cantiere in provincia di Verbania.

Dunque ben 3 su 4 dei subappalti autorizzati per il primo cantiere di Expo 2015 sono inquinati da infiltrazioni criminali, alla faccia del Protocollo di Legalità tra la Prefettura di Milano e la società Expo 2015 spa, firmato il 13 febbraio 2012 alla presenza del Ministro dell’Interno Cancellieri con l’adesione anche del Presidente di Assimpredil Claudio De Albertis, che è a capo della famiglia imprenditoriale che ha abbondantemente finanziato la campagna elettorale del 2010 dello stesso Giammario, indicato da esponenti di spicco della ‘Ndrangheta milanese, nell’ambito delle intercettazioni dell’inchiesta Infinito, come collettore di voti per la campagna elettorale delle elezioni regionali del 2010.

Parole al vento anche quelle contenute nel Codice Etico fatto sottoscrivere a tutti i contraenti degli appalti e dei subappalti di Expo 2015, in cui si dichiara esplicitamente l’impegno a dimostrare la propria “integrità, ovvero la propria onestà e il rispetto delle leggi”. Così come illusori buoni propositi, smentiti dai fatti, sembrano ora essere gli ordini del giorno votati contestualmente alla approvazione dell’accordo di programma di Expo 2015, in cui i consigli comunali impegnavano i Sindaci di Rho e di Milano a svolgere un’attività di “prevenzione di ogni fenomeno di corruzione e infiltrazione criminale che possa annidarsi nelle dinamiche di realizzazione congiunta da parte di soggetti pubblici e privati di un evento e di infrastrutture complesse come quelle che sono in gioco con Expo 2015”.

Richiediamo pertanto ai Sindaci di Rho e di Milano di sospendere immediatamente i lavori di rimozione delle interferenze, attenendosi così alle linee di indirizzo dei propri consigli comunali, affinché le imprese coinvolte a vario titolo in episodi di attività illecite siano estromesse dagli appalti.

Chiediamo le dimissioni dell’amministratore delegato della società Expo 2015 Giuseppe Sala, che aveva peraltro indetto questa gara d’appalto al massimo ribasso, contravvenendo agli indirizzi politici espressi dalle amministrazioni comunali e che aveva dichiarato “se tornassi indietro rifarei la gara al massimo ribasso, senza ripensamenti né pentimenti

Articolo di SOS Fornace di Rho e dei lavoratori della Fiera di Milano

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