Rovereto - Oh sabotaggio, arma storica delle lotte operaie (e non solo)…

(testo di un manifesto affisso nella zona industriale di Arco e di Rovereto)

Oh sabotaggio,

arma storica delle lotte operaie (e non solo)…

La stampa locale, qualche giorno fa, ha riferito che all’Arcese (multinazionale trentina di autotrasporti) delle mani anonime hanno forato gli pneumatici di parecchi camion. La stampa, a partire da alcune voci raccolte tra i lavoratori, ha collegato questo semplice gesto di sabotaggio al conflitto in corso tra gli operai e l’azienda (che sta rateizzando la quattordicesima e ha già introdotto la cassa integrazione).

Quando abbiamo letto la notizia, ci siamo detti: “Buon segno. Dopo anni di concertazione sindacale e di scioperi inutili perché ampiamente preannunciati e quindi digeriti dalla controparte padronale, finalmente una pratica efficace”.

Dalla Francia arrivano notizie tutt’altro che occasionali di padroni e manager sequestrati dagli operai e, recentemente, di 336 lavoratori che hanno occupato una fabbrica vicino a Perpignan, minacciando di farla saltare in aria in caso di licenziamenti. I sondaggi francesi parlano di una netta maggioranza di popolazione intervistata solidale con gli operai. Persino i vertici sindacali dicono di capire i “lavoratori esasperati” (segno che la base spinge, e che dichiarazioni diverse isolerebbero il sindacato).

La FILT CGIL, riferendosi ai camion dell’Arcese rimasti con le ruote a terra, ha invece definito “vergognoso”, “pretestuoso” e “offensivo della dignità dei lavoratori” l’accostamento tra il sabotaggio e il conflitto in corso con l’azienda. I bonzi sindacali, nel loro strillare alla provocazione, sono arrivati persino a scomodare la strage di piazza Fontana e l’omicidio del ferroviere anarchico Pinelli (vedi L’Adige del 14 luglio 2009)…

Come di consueto (vi ricordate la scivolata dal palco di Rinaldini contestato da un gruppo di operai a Torino?) sindacati e padroni sono solidali nel condannare ogni espressione di lotta che rompa con la logica delle trattative ragionevoli e perdenti. I sindacati devono dimostrare di saper controllare i lavoratori, pena il rischio di finire licenziati anche loro.

Offensivo – questo sì – nei confronti della storia operaia e dell’intelligenza è criminalizzare una pratica come il sabotaggio, arma che ha accompagnato tutti i cicli di lotte, contribuendo (assieme ai picchetti, ai blocchi, agli scioperi selvaggi) a strappare quelle poche conquiste e garanzie che ancora ci rimangono.

Assieme agli pneumatici, il piccolo sabotaggio all’Arcese ha forato il muro di collaborazionismo e di servilismo eretto dalla casta sindacale e accettato dalla dilagante rassegnazione. Un po’ d’aria fresca.


10, 100, 1000 chiodi!

Per una società senza sfruttatori né sfruttati.

anarchici

Gio, 16/07/2009 – 21:39
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