Bergamo – Come anticipammo ormai più di due anni fa dopo l’inaugurazione del parcheggio nell’area dell’ex gasometro, da settembre i circa 300 posti auto gratuiti presenti nel piazzale della Malpensata sono passati a pagamento, con la tariffa di un euro all’ora e con sosta massima di 5 ore.
In particolare, questa decisione rientra nel progetto dell’ex gasometro, parcheggio dato in concessione per nove anni ad ATB Mobilità S.p.A, con 312 posti auto aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7 con tariffe differenziate in base ai giorni e agli orari e con abbonamenti mensili pensati per i pendolari.
Ma il problema sta proprio qui. Infatti per la giunta comunale comunque il saldo dei numero dei posti auto è positivo in quanto verranno aumentati gli stalli a strisce gialle per i residenti, mentre per le soste gratuite sono presenti i parcheggi del piazzale di via Spino e i circa 200 posti davanti al Cristallo Palace che, da pagamento, diventeranno gratuiti.
Purtroppo il bilancio della gestione dei parcheggi e di conseguenza della viabilità non può essere solo un mero calcolo, infatti è balzato all’occhio di tutti i pendolari provenienti dalla provincia verso Bergamo e in partenza da Bergamo verso Milano, che in zona stazione non sono più presenti posti gratuiti dove poter lasciare i mezzi durante la settimana lavorativa.
Infatti i parcheggi bianchi sono distanti sia dalla stazione sia dal centro, situazione che potrebbe essere compensata con un servizio di navette; ma gli attuali mezzi pubblici che potrebbero collegare i parcheggi sono insufficienti e inadeguati per le necessità dei cittadini e dei lavoratori.
Ma la trasformazione dei parcheggio del piazzale della Malpensata non termina qui. I circa 300 posti auto, infatti, verranno sensibilmente ridotti in quanto è previsto all’inizio dell’anno prossimo un aumento dell’estensione del parco che andrà incidere proprio su questi stalli.
Ancora una volta l’amministrazione Gori, come abbiamo già visto riguardo altre opere, preferisce dar la precedenza ad enti privati, favorendo le privatizzazioni e trasformando a pagamento servizi pubblici essenziali come le soste gratuite, senza realmente agire negli interessi dei cittadini e dei lavoratori che usufruiscono quotidianamente di questi servizi.