:: ParmAntifa 2.0 ::

Switch to desktop

La speculazione mancata dell’Ospedale Vecchio e il mostro di via Kennedy

La vicenda della speculazione mancata sull’Ospedale Vecchio di Parma è molto interessante, anche perché ha segnato una delle poche sconfitte  dell’arroganza  cementicola  di Ubaldi e Vignali, i quali  in quasi dieci anni di assalti a questo monumento rinascimentale non sono riusciti a portare a termine il programma di riqualificazione-devastazione così ben realizzato in altre vicende qui analizzate.
Di questa vittoria l’Ospedale Vecchio porta però i segni e le ferite: dal 2003 al 2011 l’Amministrazione Comunale  ha lasciato intenzionalmente  cadere a pezzi il complesso al fine di dimostrare la necessità della sua privatizzazione con la ridicola scusa che “non c’erano soldi per i lavori”, giusto mentre  - come abbiamo visto - centinaia di milioni di euro venivano letteralmente sputtanati  per le opere pubbliche più insensate e inutili che la storia di Parma dell’ultimo secolo  ricordi; inoltre non contenti di questo trattamento Ubaldi,  Vignali  e il suo assessore alla cementificazione  Aiello pensavano bene di sfregiare il complesso monumentale autorizzando la costruzione a soli 6 metri dalle sue mura di un parcheggio sotterraneo a tre piani sormontato da un edificio di altri due piani. (1)
Se l’Ospedale Vecchio non è stato privatizzato, sventrato e riempito di appartamenti di lusso, alberghi, ristoranti  e boutiques,  se non è stato distrutto nella sua identità storica come era nelle intenzioni (e come son riusciti a fare con la Ghiaia), buona parte del merito va alla battaglia di Arrigo Allegri e della sua Associazione Monumenta, attorno alla quale si è costituita una rete di intelligenze che nel corso degli anni ha saputo imbrigliare e sabotare il piano degli speculatori.

La storia di questo ennesimo disastro inizia nell’estate del  2003 con una delibera di Consiglio Comunale che attraverso  variante al Piano Operativo Comunale ridefinisce l’Ospedale Vecchio  come “contenitore disponibile” con elenco funzioni possibili, ad esempio come ristorante. Inoltre si prevede di realizzarci dentro una misteriosa Cittadella della Carta  e del Cinema  e a fianco un parcheggio multipiano. (2) 
Va evidenziato il fatto che  per dabbenaggine o complicità  i consiglieri di opposizione  Serventi Piersergio, Lasagna Lorenzo, Mantelli Carla, Barbacini Fernando, Bertozzi Ennia, Vescovi Maurizio, Gradella Ilaria  e Gandolfi Luigi si astennero e solo altri 2 votarono contro: gli eroi della sinistra avevano votato forse senza saperlo a favore dell’assassinio dell’Ospedale Vecchio. 
Immediatamente dopo  il sindaco Ubaldi fa capire agli intontiti rappresentanti della sinistra istituzionale cittadina qual è il reale progetto: in luglio 2003 inizia a mandare lo sfratto a circoli e associazioni che usufruivano di spazi all’interno del grande complesso e soprattutto all’Archivio di Stato che utilizza la grande Crociera e una parte degli spazi collocati in fronte a via d’Azeglio.
Ma soprattutto in luglio (3) esce la parolina magica Project Financing, finanza di progetto, che significa privatizzazione del bene in cambio della partecipazione del privato agli oneri della ristrutturazione: insomma l’Ospedale Vecchio deve essere in parte ceduto ad un costruttore il quale in cambio sosterrà una parte delle spese.
 Come un treno Ubaldi indice la gara per l’appalto, istituisce la commissione giudicatrice  e nell’aprile  2004 viene proclamato vincitore il progetto di ristrutturazione della cordata formata da  Pizzarotti s.p.a. e Foglia.

Solo in questo momento la città si accorge di che razza di porcheria si tratta: il progetto dell’emerito architetto Di Gregorio prevede infatti:


- Case private sia intorno al Chiostro (quadrante Sud-est), sia nella cosiddetta “Casina” (quadrante nord-est), sia ai piani superiori dell’ala Est della facciata (sopra l’attuale Videoteca);

- Un albergo privato da 67 stanze nel cortile  Sud-ovest con ingresso principale da via D’Azeglio;

- Un ristorante privato al piano terra del chiostro rinascimentale (lati est e sud);

- 12 negozi privati tutti su strada D’Azeglio ( di cui 8 sotto il portico rinascimentale);

- Espulsione quasi totale dell’Archivio di Stato.


Il  44,11%  degli oltre 21.000 metri quadrati del grande complesso monumentale sono privatizzati per 29 anni e 6 mesi e irrimediabilmente  snaturati, mentre il  55,89% rimane pubblico (la Crociera, il cortile Nord-ovest e la Biblioteca, parte dei piani superiori della facciata). 
Il piano economico lascia esterrefatti: se facciamo due calcoli approssimativi sull’accordo economico (4) vediamo che  la concessione di quasi metà dell’Ospedale Vecchio alla Pizzarotti s.p.a. obbliga il costruttore ad un investimento di 8,3 milioni di euro, mentre il Comune di Parma  versa al costruttore medesimo 7,1 milioni (IVA compresa) ”…per il mantenimento dell’equilibrio economico-finanziario dell’investimento.”   
Un vero e proprio  patto leonino col costruttore il quale acquista con 8 milioni di euro la metà di un ospedale del Rinascimento, mentre l’Ente pubblico lo paga 7 milioni per ristrutturare la parte che resta allo stesso. Dove stia la convenienza non si capisce.
A questo punto emerge anche con chiarezza che La Cittadella della Carta avrebbe svolto l’importante funzione della foglia di fico dietro cui nascondere la nefandezza di una speculazione immobiliare condotta su un ospedale monumentale del Rinascimento. 
Le proteste farlocche dei pidiessini truffati da Ubaldi (5)  si accompagnano ad una mobilitazione più seria e determinata che porta alla nascita della associazione Monumenta e nel luglio 2004 al primo ricorso al TAR da essa promosso contro la famosa delibera di cui sopra. Convegni, articoli di giornali nazionali e internazionali, interventi di intellettuali molto noti (tra tutti Jacques Le Goff) mettono il sindaco Ubaldi sulla difensiva e la sua abile reazione consiste in due mosse.
Da un lato alcuni aspetti del progetto Pizzarotti s.p.a. vengono censurati e modificati, portando così ad un secondo progetto Di Gregorio e ad un terzo progetto affidato ad un altro luminare della scienza cementicola  l’architetto Guido Canali;
Dall’altro, fiato alle trombe, arriva di gran carriera la banda di pennivendoli comandata dall’ineffabile Molossi che non te la manda a dire quando si tratta di bastonare questi 4 vetero-comunisti  che ancora non credono alle virtù della cementificazione privatizzante modello Pizzarotti s.p.a.
La straordinaria sinergia tra Sindaco e Gazzetta di Parma emerge benissimo dal confronto delle loro dichiarazioni:
Ubaldi: “Il Consiglio Comunale ha approvato molti mesi fa una delibera che prevedeva un intervento di recupero dell’Ospedale Vecchio mutando la destinazione di una parte della struttura in albergo. 
In base a quella delibera la giunta ha deciso di intraprendere la strada del Project Financing che oggi è l’unica possibile per sopperire alla mancanza di fondi da destinare al recupero del patrimonio storico di questa città.” (6)
Molossi: “Nel triennio 2005-2007 la giunta comunale prevede di realizzare diverse opere con il decisivo contributo di soggetti privati. Il termine decisivo sta ad indicare che senza i soldi dei privati queste opere resterebbero sulla carta. Fra gli interventi  da realizzare in Project Financing c’è la ristrutturazione della Ghiaia, il nuovo Palazzetto dello sport (nei pressi del casello autostradale) e il recupero dell’Ospedale Vecchio. Sono sempre più numerosi i comuni che in mancanza di fondi pubblici ricorrono allo strumento del Project Financing per finanziare costose opere pubbliche. Un’opportunità, questa, che anche la giunta Ubaldi non ha voluto farsi scappare. 
Senonché, ancora oggi nella città che mira a tornare ad essere capitale europea del buon vivere, c’è ancora qualcuno che non tollera l’intrusione dei privati negli affari pubblici. E pazienza se il no alle risorse dell’imprenditore significhi la condanna della città all’immobilismo, il declino, il  vedersi  sorpassare da altre realtà più dinamiche e vivaci. L’importante è che i privati, o meglio i padroni, stiano alla larga.
Un simile atteggiamento è deprimente e umiliante.
Nel caso dell’Ospedale Vecchio, il Comune è stato oggetto di critiche feroci per aver manifestato l’intenzione di cedere  una quota di superficie ai privati in cambio di risorse finanziarie necessarie per i lavori. La sinistra, che per trent’anni non ha mosso un dito per fermare il degrado dello storico complesso dell’Oltretorrente, si è accorta solo ora (dopo che la giunta Ubaldi ha illustrato il progetto di restauro) che, si, effettivamente qualcosa va pur fatto per il recupero del bene. Ma, attenzione, senza che il privato (vade retro!) ci metta il becco. E per ottenere il consenso della popolazione, per spingerla a ribellarsi, non si esita a a dipingere il Comune come una specie di mostro assetato di soldi che vorrebbe trasformare una prestigiosa istituzione in una specie di Las Vegas. Non è così. Ed è scorretto dire alla città: preferite un restauro «com’era e dov’era», nel pieno rispetto del passato, come vorremmo fare noi, o preferite uno stravolgimento del complesso monumentale con alberghi, ristoranti, case e negozi?
Questo, a nostro modo di vedere, è un giocare sporco.
Perché non crediamo che la giunta intenda distruggere l’Ospedale Vecchio per farne un centro commerciale o un condominio. Se abbiamo capito bene intende invece valorizzare, grazie ad un determinante e robusto intervento privato un patrimonio della città che oggi è ridotto in uno stato pietoso. Che  poi il privato in questione, in cambio dei suoi soldi, chieda una quota di superficie, a noi pare un fatto normale, tutt’altro che scandaloso.
Nei mesi scorsi le polemiche più furiose sono avvenute sulla sorte dell’Archivio di Stato, l’importanza del quale è stata sottolineata in una recente nota sottoscritta da 5 ex sindaci di Parma (ai quali in verità bisognerebbe chiedere cosa hanno fatto per impedire il degrado). Non condividiamo le loro preoccupazioni per la semplice ragione che ci paiono infondate. Non crediamo che nella nuova sistemazione l’Archivio possa subire un impoverimento o uno svilimento. Anche perché è difficile immaginare che si possa far peggio di oggi. La cosa importante, come aveva già ben evidenziato il rettore dell’università Ferretti, è la fruibilità, la facilità di consultare agevolmente i documenti storici in un ambiente decoroso. E’ questo quello che conta.” (7)
La solita  caterva di balle, di bugie, di mistificazioni che oggi - a distanza di 10 anni  dai fatti - emerge senza bisogno di ulteriori analisi.
Come da copione la protesta del centro sinistra evapora senza conseguenze per Ubaldi, però restano in campo i pericolosissimi  ricorsi al TAR di Monumenta e Italia Nostra: nel novembre 2007 e nel maggio 2008 le sentenze del TAR di Parma distruggono l’impianto deliberativo su cui poggia il Project Financing: un vero e proprio disastro per il neoeletto Vignali e per il suo padrino politico Ubaldi.
 Si corre ai ripari: in sede di Consiglio di Stato  nel gennaio 2009 il Comune di Parma  ottiene l’agognato via libera alla colata di cemento sul complesso monumentale.
Riparte l’usuale sequenza di bandi, gare d’appalto e infine con la delibera n. 758 del 27  maggio 2010 abbiamo l’ aggiudicazione a Pizzarotti s.p.a. del contratto di costruzione e gestione in  Project Financing della solita Cittadella della Carta, che riserva al  costruttore  9.391 metri quadrati e lascia in mano pubblica  11.670 mq. 
Particolare interessante: siccome i rilievi critici degli organi del Ministero sconsigliavano l’utilizzo del cortile Sud-ovest per l’albergo, col terzo progetto Canali si pensa di rimediare  spostando l’intera Biblioteca Civica (oltre 100.000 volumi, migliaia di riviste, film, documenti ecc)  per fare spazio all’inesorabile albergo privato. E la Civica poveretta?  Inizia un pellegrinaggio virtuale che dura diversi mesi (“La mettiamo nei Padiglioni dell’Ex ente Fiera”, “la mettiamo agli Stimmatini”), infine ecco la genialata: la mettiamo nella Grande Crociera che deve essere completamente svuotata. (8) 
Si tratta indubbiamente di quel genere di follia da Basso Impero che attanaglia le povere menti umane in momenti di tracollo e transizione verso nuovi scenari sociali e politici: così l’assessore alla (in)cultura Luca Sommi e quello alla cementificazione Giorgio Aiello farneticavano pubblicamente di “biblioteca più bella d’Italia”, senza minimamente considerare che la grande Crociera, alta 12 e in alcuni punti 18 metri è completamente inadatta ad ospitare una grande biblioteca pubblica (problemi di riscaldamento, soppalchi vietati, umidità nel sottocrociera, finestre altissime e disfunzionali, ecc)


Ma la caduta del Partito del cemento è imminente: sommerso dai debiti, in sostanziale default finanziario,  con la magistratura alle calcagna, decine di Grandi Opere  lasciate a metà, il ceto politico ubaldiano-vignaliano è inadatto alla transizione soft desiderata dalla casta di privilegiati che controlla la città.
La resa di Vignali  il 28  settembre 2011 è seguita, due giorni dopo, dalla notizia dell’inchiesta della magistratura sul caso Ospedale Vecchio, inchiesta legata alle condizioni di favore che la giunta Vignali avrebbe definito nella succitata delibera 758/2010  a vantaggio  del costruttore Pizzarotti s.p.a. 
(9) Sono indagati 11 assessori, assieme al Responsabile del Procedimento  Gianpaolo Monteverdi, al proprietario dell’impresa di costruzioni Paolo Pizzarotti e al manager Aldo Buttini.
La situazione attuale non è per nulla chiara: nonostante i proclami elettorali della primavera 2012 (10) i grillini tentennano a rescindere il cordone ombelicale tra Comune e impresa Pizzarotti s.p.a. cassando le delibere di Giunta dal 2003  al 2010 che tengono in piedi  il Project Financing.
 Al tempo stesso è per loro fondamentale stabilizzare i pagamenti alle banche e alle imprese di costruzioni, più che spendere soldi per l’Ospedale Vecchio, così  l’incuria e la mancanza di manutenzione – esattamente come ai tempi di Ubaldi e Vignali  - provocano danni sempre più pesanti all’antico complesso monumentale.
La cosa più comica è che il restauro e recupero  dell’Ospedale Vecchio poteva essere effettuato in tutt’altro modo impegnando semplicemente le somme già utilizzate o solo stanziate  a vario titolo dal Comune di Parma per l’Ospedale Vecchio dal 2003 al 2011: i calcoli effettuati da Cristina Quintavalla e Fabrizio Tonelli (11) giungono a determinare una cifra superiore ai 12 milioni di euro che, se diversamente impiegati, avrebbero  costituito la solida  base per il recupero del bene monumentale da parte del Comune di Parma.

NOTE

1 Comune di Parma, Delibere di Giunta Comunale n. 736 e n. 1668 del maggio/dicembre 2008. Nel corso delle mobilitazioni dell’estate 2011 che portano alla caduta di Vignali, il manufatto verrà definito simpaticamente il mostro di via Kennedy….
2  Da sottolineare che nelle medesime sedute di Consiglio Comunale del  giugno 2003    si decide la triste sorte di un altro luogo simbolo della Parma storica, ovvero della Ghiaia. Vedi Delibere di Consiglio Comunale n. 148, n. 149,  n. 150.
3  Dalla procedura di Project Financing pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale  n. 157 del 9 luglio 2003: “Questa amministrazione comunale intende realizzare, mediante una  procedura di Project Financing, (….)  una 'Cittadella della carta e del  cinema' nell'ambito dell'Ospedale Vecchio, ubicato in via M.  D'Azeglio, previo restauro del compendio immobiliare. Al progetto  'Cittadella della Carta e del Cinema' dovrà essere riservato almeno  il 50% della superficie coperta lorda complessiva (…). Al promotore sarà data la  possibilità di utilizzare, in concessione, la parte sud-ovest e  sud-est dell'Ospedale Vecchio, nella quale potrà realizzare e  gestire, tra l'altro, strutture ricettive ed esercizi commerciali  secondo quanto previsto dagli strumenti urbanistici vigenti o  adottati al momento dell'inoltro della proposta e dai piani di  valorizzazione commerciale. Quale contributo economico in conto  realizzazione potrà , inoltre, essere erogato al promotore un prezzo,  secondo la legge.
4 Riportato anche in  Comune di Parma, Delibera di Giunta Comunale n. 758 del 27 maggio 2010.
5 La senatrice  Albertina Soliani, il cui gruppo consiliare un anno prima si era astenuto sul documento che aveva dato iniuzio al dramma dell’Ospedale Vecchio, nel giugno 2004 promuove insiema alla sua degna compagna Carmen Motta interrogazioni parlamentari a difesa del vecchio Ospedale.
6 Gazzetta di Parma, Ospedale Vecchio, bene così, 16 ottobre 2004. [sottolineature mie]
7  G. Molossi, Chi ha paura dei privati? Il caso Ospedale Vecchio, Gazzetta di Parma, gennaio 2005.
8 Infatti dopo infinite vicissitudini si decide a giugno 2010 che l’intero Archivio di Stato debba essere traslocato nell’ennesima Cittadella  -  stavolta degli Archivi -  una serie di palazzine mal costruite nei vecchi magazzini comunali in disuso in via Spezia. Per la realizzazione benché parziale di tale idiozia, compreso  l’acquisto di un robot-bibliotecario  progettato dalla Elm Logistica di Prato, costato 900.000 euro e ora inutilizzato, il Comune ha speso almeno 3.300.000 euro (vedi le delibere di Giunta n. 945 del 08 luglio 2010, n. 938 del 08 luglio 2010, n. 708 del 21 maggio 2008 tutte finanziate interamente con ricorso al debito bancario)
9 Arrigo Allegri, articolo dove 15 dicembre 2012.
10 “L’Ospedale Vecchio è un grande valore della città che deve rimanere nelle sue funzioni alla città, un bene pubblico, un complesso monumentale di 21.000 metri quadrati vincolato dal codice Urbani sui beni culturali che apre la strada al restauro e non comprende interventi che ne alterino il valore storico-artistico.L’azione intrapresa da Ubaldi-Vignali, lo ha invece posto al centro di un project-financing (progetto finanziario), impostato per produrre “la giusta rendita” agli imprenditori privati interessati, attraverso un albergo e spazi commerciali. Desideriamo che il suo utilizzo sia invece pubblico…”, Movimento 5 Stelle, Programma Elettorale  Parma 2012-2017, pag. 59-60.
11 Cristina Quintavalla e Fabrizio Tonelli, Privatizzazione del patrimonio storico e danni erariali: il caso del Project Financing dell’Ospedale Vecchio e i suoi costi nascosti, in http://auditparma.blogspot.it/ospedale-vecchio.

Last modified on

No Copyright - parmantifascista@autistici.org

Top Desktop version