L'inizio dei lavori per una passerella di accesso disabili in biblioteca Civica; la parziale chiusura al traffico di vicolo Santa Maria; l'abrogazione dell'Istituzione Biblioteche; il piano di vendita a prezzo simbolico dei libri dismessi (prima destinati al macero), sulla base di proposte formulate alcuni mesi fa, non mutano la sostanza della questione, ma sono da considerarsi parziali risultati positivi.
Rimandiamo a comunicati successivi la riflessione sulle biblioteche dell'Ospedale Vecchio e consideriamo qui la incresciosa situazione della biblioteca di Alice.
Nel 2012 il plesso scolastico "Racagni", che la ospitava dal 1999 nel quartiere Pablo, viene chiuso. La nuova sede fu identificata in via provvisoria da Comune di Parma e Istituzione Biblioteche nelle serre del Parco Ducale, luogo completamente inadatto, di dimensioni insufficienti, oltre che poco salubre per utenti e lavoratori.
La soluzione pensata dall'amministrazione Pizzarotti (*) è il trasloco nel rinascimentale palazzetto Eucherio Sanvitale, sempre all'interno del giardino pubblico. A prima vista, la possibilità per i piccoli utenti di passare il loro tempo all'interno delle sale affrescate e a contatto con le architetture rinascimentali sembra interessante: due ordini di considerazioni sono però necessarie, sul luogo in sé e sulla logica che ha condotto a questa ipotesi.
Da più parti sono giunti dubbi in merito al trasferimento nel palazzetto.
La delicatezza degli affreschi; la posizione poco accessibile, specialmente nelle stagioni fredde; la grande vicinanza al plesso dell'Ospedale Vecchio.
Ma, soprattutto, è davvero difficile capire la logica dietro a questa idea.
Il quartiere Pablo e tutta la zona ovest della città rischiano di perdere un importante centro culturale.
La scelta di traslocare nel parco ducale fu dettata nel gennaio 2012 (* il palazzetto risultò già allora tra le sedi provvisorie candidate) dall'emergenza e non da un progetto di lunga scadenza.
Tutte le periferie sono a oggi prive di biblioteche, con l'eccezione della “Pavese” nel quartiere San Lazzaro. Visitando le città vicine, si scopre che Modena e Reggio sono invece dotate di una capillare rete di biblioteche decentrate. La presenza di centri simili costituirebbe un sicuro miglioramento della qualità di vita degli abitanti: sale lettura giornali, spazi per il gioco, sale per lo studio, i compiti, le riunioni, i corsi, ecc.
Negli ultimi mesi, alcune realtà sociali di Parma molto diverse tra loro hanno realizzato piccole biblioteche (la coop. La Bula in via Quarta, lo spazio popolare Sovescio in via Bixio, il circolo Toscanini alla Crocetta, la sala studio dell'ArtLab: ormai decennale è invece la biblioteca “Baia del Re” nel quartiere Montanara). Tutte esperienze che testimoniano il valore della cultura scritta, della condivisione e dello scambio in tutti i quartieri, e che fanno risaltare ancor più la cronica assenza del Comune di Parma nel proprio territorio.
Chiediamo che la scelta della nuova sede per la biblioteca di Alice sia basata sulla pubblica utilità e sui bisogni dei cittadini, a partire da quelli del quartiere Pablo al quale è stata sottratta, piuttosto che sulla – fortuita o meno – disponibilità di contenitori da riempire.
comitato Leggere tra le ruspe