Alfa di Arese: 2 anni di conflitto contro speculazione e licenziamenti

 

Dossier sui fatti accaduti negli ultimi due anni intorno all’area dell’Alfa Romeo

Novembre 2009: le strade di Rho sono tappezzate di striscioni che pubblicizzano un evento importante per la città: i sindaci di Arese, Garbagnate e Rho presenteranno in Auditorium il Piano Alfa, ovvero l’Accordo di programma promosso dalla Regione Lombardia con cui una sostanziosa parte dell’area industriale di circa 2 milioni di metri quadri, verrebbe trasformata in residenziale (per alcune migliaia di nuovi abitanti), commerciale e ricettivo (con l’insediamento del centro commerciale più grande d’Europa con annessi alberghi in funzione di Expo 2015). Sullo stesso sito si prevede anche un enorme parcheggio e una nuova strada che lo collegherebbe attraversando una delle poche strisce verdi rimaste sul territorio, all’area dove si terrà l’Esposizione Universale del 2015.

Per difendere l’occupazione, l’ambiente e il territorio da questa annunciata sciagura serve una risposta forte e determinata, anche perché contemporaneamente al Piano Alfa, nella città di Rho che ospiterà Expo 2015, viene presentato il nuovo Piano di Governo del Territorio, che con la medesima impostazione rappresenta una vera e propria colata di cemento che sta per abbattersi sulla città.

Il Centro Sociale Fornace, lo Slai Cobas dell’Alfa, gli altri sindacati e le forze politiche della sinistra rhodense irrompono nella sala in cui si tiene l’iniziativa dei sindaci, occupano il palco e prendono parola per spiegare le ragioni dei lavoratori e dei cittadini.

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Pochi giorni dopo, il 29 novembre 2009 un corteo di un migliaio di persone attraversa le strade di Rho, contro il Piano Alfa, per l’occupazione, la difesa del territorio e dei beni comuni. E’ una risposta molto forte, uno dei cortei più grossi degli ultimi anni in una città che conta circa 50.000 abitanti.

 

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Nei mesi successivi il Sindaco ciellino di Rho Roberto Zucchetti, delfino del Presidente Formigoni, appare in grande difficoltà sotto l’attacco diretto che gli portiamo su tutti i versanti, anche tramite un esposto alla Procura in merito ai suoi interessi personali nel Piano di Governo del territorio  appena presentato.

Pochi mesi dopo a giugno del 2010 sarà infatti costretto a ritirare il Pgt.

Ma nel frattempo i tempi burocratici per l’approvazione nei Comuni coinvolti dell’Accordo di programma sull’area Alfa, iniziano a stringere e a marzo del 2010 il consiglio comunale di Rho è chiamato a discutere della variante urbanistica sull’Alfa, anche se non è ancora tempo di votare. La discussione è stimolata anche dal fatto che i commercianti della zona sono molto preoccupati del loro futuro perché il nuovo centro commerciale comporterebbe il fallimento e la chiusura di molti piccoli esercizi e la possibile morte del centro storico rhodense.

Di nuovo lavoratori e sindacati si presentano in Consiglio Comunale, chiedono di essere ascoltati e chiedono per un’ora e mezzo di ascoltare le proprie ragioni. Inutilmente. Così di fronte alla stolta e indifferente sensibilità dimostrata dalla Giunta e dal Sindaco  si prendono nuovamente la parola, occupando il consiglio comunale.

 

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La settimana successiva centinaia di persone partono in corteo dall’Alfa Romeo e attraversano sotto la pioggia la città di Arese. Sul tetto del vecchio silos, futura ubicazione del centro commerciale, compare uno striscione lungo 50 metri che recita “Difendiamo occupazione e territorio”.

Il Consiglio comunale di Rho il 31 marzo 2010 vota un ordine del giorno in cui impone al Sindaco Zucchetti di non firmare il Piano Alfa e di ridiscuterne i contenuti con Formigoni, apportando modifiche migliorative. Zucchetti è sempre più in difficoltà, mentre Formigoni e i proprietari delle aree premono per portare a casa il grande affare.

 

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Passano i mesi e arriviamo al momento decisivo. I consigli comunali di Arese, Lainate e Rho sono chiamati a votare il Piano Alfa contemporaneamente il 12 ottobre. Intanto a settembre i Sindaci, compreso Zucchetti, hanno siglato l’accordo di programma invariato rispetto alla proposta che il consiglio comunale di Rho aveva già rigettato mesi prima. Il Pdl intende fare una forzatura a Rho verso la Lega Nord e alcuni esponenti del Pdl che per ragioni propagandistiche si fanno pseudoportavoce dei commercianti. Da parte nostra ovviamente c’è grande mobilitazione nelle piazze, nei mercati, tra la gente e si amplia il fronte sul territorio di coloro che sono esplicitamente contrari. Organizziamo un’altra manifestazione pochi giorni prima della votazione, che si conclude sotto la sede del comune di Rho.

In città il clima diviene di forte ostilità verso il Piano Alfa, tanto che anche i commercianti espongono i volantini del corteo, che sotto la sigla del Coordinamento per la difesa del territorio raccoglie ora l’intero centrosinistra, alcune organizzazioni dei commercianti, associazioni ambientaliste.

Lo scontro si fa molto duro e i sostenitori della speculazione edilizia e il loro braccio politico sono pronti ad ogni mezzo per ottenere il loro scopo. Nei giorni a ridosso della votazione in consiglio comunale compaiono dei manifesti a firma di una agenzia interinale che richiamano a mandare il curriculum per una grossa opportunità di lavoro per l’apertura di un nuovo centro commerciale ad Arese. La macchina della propaganda si muove di pari passo con quella della repressione: ed  il centro sociale Fornace è di nuovo sotto rischio di imminente sgombero.

Mentre dalle segreterie provinciali e regionali del Pd L parte una  strategia della dissuasione verso  i consiglieri di centrodestra tentati dall’astensione o dall’assenza o dal voto contrario  con promesse e minacce in vista del consiglio comunale decisivo per l’approvazione dell’accordo di programma.

 

Il 12 ottobre 2010 il Consiglio Comunale è blindato da un grosso schieramento di polizia e carabinieri in assetto antisommossa e l’ingresso all’aula è consentito per la prima volta a numero chiuso. Viene allestito uno schermo nell’atrio gremito di Palazzo Visconti. Fin dalle prime battute si capisce che molto difficilmente il centrodestra avrà i numeri per farcela. L’Assessore al commercio Tizzoni del Pdl apre gli interventi dei dissidenti, ricordando i gravi rischi occupazionali per il commercio al dettaglio locale e denunciando la produzione di dati falsificati relativi all’impatto che produrrebbe questa nuova enorme struttura di vendita. A ruota diversi consiglieri del centrodestra dichiarano l’astensione o il voto contrario. Si comprende che il tentativo di forzatura del Sindaco non solo non ha avuto l’esito sperato, ma al contrario ha prodotto una frattura irreversibile nella maggioranza.  I consiglieri critici infatti denunciano pubblicamente di non poterne più delle pressioni a cui sono sottoposti ancora, fino all’ultimo secondo prima del voto. Questi stessi di tanto in tanto cercano conforto nell’affollata sala sottostante dove l’opposizione sociale attende il verdetto definitivo. Alla fine per l’amministrazione Zucchetti è una catastrofe: 15 no, 10 si e 5 astenuti. L’Accordo di Programma è bocciato!

 

Nel centrodestra volano gli stracci. L’amministrazione Zucchetti è al capolinea e da qui in avanti i consigli comunali salteranno in continuazione per mancanza del numero legale. Anche a livello regionale c’è un forte scontro tra il Pdl e la Lega Nord, che si accusano a vicenda. E a distanza di poche settimane parte la controffensiva per approvare il Piano Alfa.

 

Le società proprietarie dell’area spediscono al Comune di Rho una richiesta di risarcimento di 58 milioni di euro per la mancata approvazione da parte del consiglio comunale dell’Accordo di programma e ne inviano copia anche ai famigliari dell’Assessore che aveva criticato il Piano.

Il Sindaco di Rho, che in un primo momento sostiene l’inconsistenza delle richieste dei proprietari, pochi giorni dopo, a dicembre toglie le deleghe allo stesso Assessore Tizzoni.

 

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Intanto a fine dicembre 2010 la giunta regionale, coi voti anche della Lega nord, approva una delibera in cui si riavvia l’iter dell’Accordo di Programma per realizzare il Piano Alfa, tale e quale a prima, ma traslato di qualche centinaio di metri sui territori di Arese e Lainate, per escludere Rho.

E come per magia a fine dicembre il capannone di una società (la Greenfluff) che tratta rifiuti, proprio accanto a dove vorrebbero ora far sorgere il mega centro commerciale, vengono bruciati con un incendio doloso, su cui vi sono tuttora delle indagini in corso.

62 lavoratori di Innova Service, la società che gestisce portinerie e servizi di pulizie all’interno dell’area Alfa, ricevono la lettera di licenziamento. Sono tutti iscritti allo Slai Cobas e sono stati in prima linea a contestare la scelta di trasformare l’area industriale in commerciale.

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Il 4 gennaio è il turno del Centro Sociale Fornace, che all’alba è assediato da diverse camionette della polizia con le ruspe al seguito per sgomberare e abbattere i capannoni. Al mattino è impossibile resistere, ma alla sera i rapporti di forza si ribaltano e un corteo di circa 1000 persone si muove dal Municipio e va ad occupare un’area dismessa su cui la giunta Zucchetti ha avviato un piano integrato per realizzare in funzione di Expo 2015 un grattacielo di 112 metri con funzione ricettiva.

La mattina dopo un gruppo di consiglieri comunali tra cui alcuni di centrodestra, va a rassegnare le dimissioni e cade il sindaco Roberto Zucchetti. Appare evidente che lo sgombero della Fornace del giorno prima è stata una forzatura ordinata dall‘alto, dal momento che avviene nel momento di massima debolezza del sindaco che lo ha caldeggiato dal primo giorno del suo mandato. Ma era necessario punire tutti quelli che si sono opposti e hanno fatto saltare il Piano Alfa.

 

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Nei mesi successivi lo Slai Cobas occupa la portineria sud ovest dell’Alfa Romeo, per rivendicare i 62 posti di lavoro persi, a fronte di promesse di migliaia di posti di lavoro per il territorio che non si sono mai visti. La Polizia dopo oltre 50 giorni di occupazione arriva a sgomberare i lavoratori, che mantengono però il presidio giorno e notte con una tenda davanti alla portineria.

 

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Il resto della storia è da scrivere nei prossimi mesi…

 

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