Chi fa da sé fa per tre: i primi materiali della campagna

 

Presentata la nostra “campagna non elettorale”

Questo è il testo del primo volantino distribuito:

ELEZIONI NELLA CITTA’ VETRINA
Alla fine di un’Esposizione Universale disastrosa che ha portato al territorio soltanto debito, cemento e lavoro precario, Rho e Milano si avviano alle elezioni amministrative. Expo ha costituito un terreno di sperimentazione della nuova fase politica: centrodestra e centrosinistra si sono mossi in perfetta continuità di intenti e interessi e Giuseppe Sala, l’amministratore delegato di Expo voluto da Moratti e Berlusconi, è oggi il candidato sindaco di Milano per il centrosinistra. Così come Renzi in questi anni ha portato a termine le riforme garantendo gli obiettivi che erano del centrodestra, a Rho il sindaco del PD Pietro Romano ha realizzato nella sostanza il progetto del precedente sindaco di centrodestra Zucchetti, stemperando gli elementi programmatici e le asperità che generavano conflitto. Lo scenario politico elettorale è desolante: esiste un unico partito impegnato a realizzare un unico programma che sottende lo stesso modello di società, quella esistente, alla quale non esiste alternativa. L’ampio voto di protesta degli scorsi anni non ha prodotto idee e pratiche differenti. Una sinistra “ferro vecchio” azzerata e ininfluente cede il passo a una destra populista e razzista che sta mettendo radici. Dopo anni di lotta contro Expo 2015, il centro sociale SOS Fornace entra “a piedi pari” nella campagna elettorale di Rho per rigenerare con vivacità una sana pratica di conflitto sociale che riporti al centro del dibattito politico i bisogni e gli interessi di chi vive il territorio.

CHI FA DA SE’ FA PER TRE!
La nostra sarà una “campagna non elettorale”: nasce nel periodo delle elezioni, ma non si fermerà a giugno e non chiederà un voto, perché abbiamo la convinzione che a prescindere da chi vincerà le elezioni a Rho, potremo realizzare il nostro programma, costruendo vertenze e campagne giorno dopo giorno sui temi della mobilità, del lavoro e del reddito, della casa, dell’ambiente, della cultura, del sapere e della socialità. Non chiediamo un voto ma un impegno diretto, un mettersi in gioco, una presa di posizione, un prender parte attiva: mettendoci le idee, il cuore, la faccia e le braccia, per trasformare la città, rivitalizzarla, riedificando le relazioni sociali e costruendo un’idea nuova di comunità. Lavoratori, studenti, pendolari, disoccupati, migranti e cittadini radicati sul territorio da generazioni hanno tutti in comune la necessità di riappropriarsi dei diritti espropriati, di riconquistare servizi cancellati, di salvaguardare l’ambiente e la qualità della vita e di riprendersi la città, lasciata nelle mani di speculatori e affaristi a banchetto sul territorio, di politici arrivisti e collusi col saccheggio, delle mafie, delle lobbies che spartiscono appalti, fondi pubblici e risparmi di generazioni.

AUTORGANIZZAZIONE
I partiti, le coalizioni e i candidati sindaci scrivono ora un programma elettorale e chiedono il voto. Se vincono dovrebbero realizzare attraverso le istituzioni comunali e con fondi pubblici il programma proposto. Noi scriveremo, con la partecipazione di chi vorrà impegnarsi, un programma che non dipenderà dalle elezioni, né dalle istituzioni, ma che sarà realizzabile in autonomia, con la forza dell’autorganizzazione, ovvero mettendo in comune idee, energie e tempo di chi aderisce e partecipa al progetto.
Quante cose si potrebbero realizzare se decine o centinaia di persone del territorio decidessero di riappropriarsi degli spazi pubblici, dei beni comuni, dei diritti e della cultura? Gruppi di acquisto, mercati del baratto, corsi gratuiti, orti urbani, festival musicali e culturali, teatro, cinema, servizi alla persona, cene sociali, sportelli di tutela sindacale, progetti di solidarietà attiva, scuole di italiano per stranieri, e tanto altro ancora si potrebbe realizzare in completa autonomia dalle istituzioni, non con un voto, ma con la volontà e l’impegno per costruire la città che vogliamo, accogliente, solidale, aperta alle culture e ricca di socialità non mercificata. Il nostro programma è tutto da scrivere, a dieci, cento, mille mani. Ma poi è tutto da realizzare a dieci, cento, mille braccia.

CONFLITTO
Abbiamo detto che non farà differenza chi vincerà le elezioni. E allora quale può essere la via del cambiamento? Non abbiamo dubbi. Il conflitto è la nostra strada maestra, la capacità di soddisfare i propri bisogni e dar corpo ai propri desideri, di creare una vertenzialità diffusa sul territorio capace di conquistare, in autonomia, la città che vogliamo. I problemi che viviamo sono sempre gli stessi. Mezzi pubblici inefficienti a costi esorbitanti. Disoccupazione, lavoro precario e sottopagato. Sfratti, giovani che restano in famiglia in eterno, case sfitte e alloggi popolari non assegnati. Una scuola-azienda incapace di formare persone. Un sistema sanitario privatizzato e impoverito dalle tangenti. Colate di cemento su aree verdi, appalti truccati, corruzione, mafia. Attivandoci, noi possiamo invertire questa tendenza, volgere a nostro favore i rapporti di forza per modificare un presente dipinto come immutabile. Non abbiamo nulla da perdere, ma tutto da prendere! Il conflitto è s-battersi in prima persona, mettere in comune progetti, capacità e ingegni per autodeterminare le nostre esistenze.

MUTUO SOCCORSO
Se autorganizzazione e conflitto possono innescare il cambiamento, il mutuo soccorso è lo strumento che può farci vincere questa “campagna non elettorale”. La ricostruzione di un tessuto sociale passa dalla rigenerazione di attività e iniziative comuni, passa dalla gemmazione di conflitti per difendere i diritti e conquistarne di nuovi, ma diventa vincente quando tutte queste energie si mettono in rete e una lotta per dei posti di lavoro persi è sostenuta dagli studenti di una scuola che cade a pezzi, quando i pendolari che rivendicano la tariffa unica metropolitana si uniscono alla vertenza per bloccare l’inutile colata di cemento per una nuova strada di cui faremmo volentieri a meno, magari per raggiungere l’ennesimo centro commerciale. Il mutuo soccorso è la pratica che unisce i soggetti dispersi sul territorio. E’ attraverso il mutuo soccorso che possiamo costruire la nostra coalizione, una forza sociale di cambiamento che non si limiti a fare “opposizione” ma sappia passare all’offensiva e costruire il territorio che vogliamo vivere.

 

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