Ponte di Passirana: le responsabilità della chiusura sono tutte della politica

 

Chi è causa del suo mal, pianga sè stesso..

Stupisce in questi giorni vedere sindaci del territorio e consiglieri regionali, di partiti che sono stati al governo nell’ultimo decennio, indignarsi e dichiarare di essere pronti a scendere in piazza contro la chiusura del ponte di Passirana per i lavori di Expo. Ritardi e varianti in corso d’opera avrebbero compromesso il progetto originario, determinando così la necessità di chiudere il ponte e i relativi disagi e malumori dei cittadini del territorio.

Dall’assegnazione di Expo fino a pochi mesi fa, si sono bruciati anni interi a discutere della composizione del consiglio di amministrazione e dell’amministratore delegato, ritardando la progettazione, l’acquisizione delle aree e l’avvio dei lavori. Ciò ha reso giustificabile il conferimento di superpoteri al commissario unico, con la licenza di agire in deroga ai normali strumenti urbanistici e legislativi, generando una pioggia di appalti incontrollati in cui si è alimentato il sistema di tangenti e malaffare sotto gli occhi di tutti. Ma ha generato anche extracosti e disagi pagati dalla collettività.

Non solo. Expo ha sottratto la sovranità del proprio territorio ai suoi abitanti. Si è generato in questi anni un evidente corto circuito di democrazia che ha portato sul territorio opere inutili, costose e indesiderate, alimentando proteste diffuse, come i comitati per l’interramento della Rho Monza, quelli contro il terzo e quarto binario a Vanzago, quello contro la tangenzialina ad Arese e molti altri ancora allargando lo sguardo a tutta la Lombardia.

Che il Sindaco di Rho, di Arese e di Lainate se la prendano con la società Autostrade suona ipocrita e ridicolo, e ha l’unico obiettivo di scaricare ad altri le responsabilità per mantenere il consenso dei cittadini distogliendo così la pressione sui politici del territorio. I nodi vengono al pettine e i presunti benefici e grandi opportunità per il territorio con cui i politici hanno venduto l’immaginario di un’Expo salvifica fanno a pugni con una realtà impietosa: fino ad ora al territorio da Expo sono derivati solo costi, consumo sensibile di aree verdi e disagi.

Questi sindaci dovrebbero invece spiegarci come mai a poche centinaia di metri dal ponte di Passirana sta sorgendo un mega centro commerciale che né Arese né Rho hanno mai voluto; perché si stanno realizzando 11.000 posti auto di fianco al centro commerciale nell’area Alfa Romeo, che comporteranno un impatto di traffico e inquinamento disastroso, quando si sarebbe invece dovuto facilitare l’arrivo ad Expo con i mezzi pubblici; e perché invece di utilizzare in modo improprio il volontariato, non si siano creati per i 6 mesi di Expo un migliaio di posti di lavoro per i precari di un territorio depredato e truffato?

 

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