Bergamo – La sala Borsa Merci della camera di commercio è un pò troppo ampia per ospitare i pochi curiosi che si sono presentati alla conferenza “Expopportunities” rivolta agli imprenditori bergamaschi.
Nemmeno la presenza del sottosegretario alle politiche agricole Martina è stata sufficiente per destare l’attenzione della città. Introduce Zanetti della Camera di commercio, poi si susseguono gli interventi di Rizzi di Confindustria, Geri che illustra come si presenterà il padiglione Italia, prende la parola l’assessore Sartirani che rilancia il progetto di Bergamo capitale della cultura 2019, Guerini di Imprese e territorio sottolinea l’esigenza di fare sistema per preparare questo grande evento. Il tutto moderato da Nikpali dell’Eco di Bergamo e con le conclusioni di Martina delegato all’EXPO da Letta.
Vitali fa capire alla scarna platea che per qualcuno si è già concretizzata in un’occasione di business, descrivendo come è riuscito ad aggiudicarsi un appalto da 120 milioni di euro per la realizzazione della porta dell’EXPO.
I relatori tentano di ingolosire il pubblico. Geri racconta che dal primo gennaio ci saranno i padiglioni da montare e che i paesi lontani avranno bisogno di manodopera, perché non possono certo portare la materia prima (testuali parole) da casa. Forse i paesi europei lo faranno ma la Cina non potrà certo utilizzare dei trasfertisti cinesi per i propri padiglioni, e queste per noi saranno occasioni.
Certo nessuno si sofferma a spiegare come mai le ricadute occupazionali di EXPO, secondo le previsioni, ammonteranno a soltanto 800 persone assunte con contratti precari (stage, apprentistati, contratti a termine) e 18.500 lavoratori che lavoreranno all’esposizione universale per la gloria, senza percepire nemmeno un euro. Il tutto nella piena legalità garantita agli organizzatori dagli accordi straordinari in materia di lavoro firmati il 23 luglio scorso da CGIL, CISL e UIL.
Qualcuno ammette che l’importanza di questa scadenza sarà la funzione di acceleratore nei confronti di una serie di grandi opere come Brebemi, TAV, TEM. Nessuno si chiede come si coniuga lo slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita” con queste opere. Infrastrutture che sottraggono terreno agricolo e che contribuiranno a inquinare una delle aree più compromesse a livello europeo . Nessuno si sogna di ragionare su modelli di mobilità alternativa, ma la parola Smart city ricorre come un mantra senza che nessuno si prenda l’onere di declinarlo. Ma le intuizioni non mancano, qualcuno assicura che le compagnie aeree, che usano Orio al Serio come scalo da anni, stanno studiando di promuovere pacchetti che prevedono sia il biglietto aereo che il biglietto per EXPO. La genialità al potere.
Nessun accenno al decreto del fare del governo Letta, che impedisce che vengano spesi soldi per EXPO al di fuori dall’area milanese. Ma le voci all’interno della sala sono tutte concordi: questa occasione a Bergamo non capiterà più, non si può certo lasciarsela sfuggire, anche perchè Martina promette che la nostra città sarà sede all’inizio del 2014 di uno degli incontri preparatori. Evviva.