Operazione Arcadia: arresti e perquisizioni
Una nuova ondata repressiva si abbatte sulla
Sardegna. Dopo gli
arresti e le perquisizioni dell'anno scorso, incentrate sul
movimento anarchico, dopo
gli arresti del
31 marzo scorso, stavolta è il turno dei comunisti e degli
indipendentisti. Con l'esecuzione
dell'operazione "Arcadia"
l'11 luglio scorso, guidata dalla Direzione Distrettuale Antiterrorismo di
Cagliari, nella persona del PM De Angelis, con la collaborazione
della DIGOS di Nuoro coadiuvata da quelle di tutta l'isola e
dall'UCIGOS di Roma, lo scorso 11 luglio sono stati arrestati 10
compagni
[1]
[2]
ed indagate e perquisite altre 44 persone di diversa
area politica: comunista, anarchica, democratica e progressista.
In pratica viene decapitata
"a Manca pro
s'Indipendentzia", organizzazione di cui fanno parte i dieci
arrestati più quasi tutti gli altri 44 indagati e perquisiti,
che dal 2004 si occupa delle tematiche inerenti alla "questione
sarda", in particolare lavorando per organizzare un'opposizione di
classe e anticolonialista nell'isola. In più vengono colpite
altre sigle come il sindacato
sardo CSS
(Confederazione Sindacale Sarda)
e iRS (Indipendentzia
Repùbrica de Sardigna). L'accusa per tutti è
associazione sovversiva finalizzata ad atti di terrorismo
(art. 270
bis C.P.), per i fatti che riguardano un arco di tempo che va dal
2002 al 2006, ovvero una serie di attentati compiuti nella loro
massima parte a Nuoro e a Olbia e rivendicati dai Nuclei Proletari per
il Comunismo (NPC) e da Organizzazione Indipendentista Rivolutzionaria
(OIR).
Tra gli attentati
figurano quelli del 27 settembre 2002 alla Confindustria e alla
Prefettura di Nuoro, quello a Berlusconi e Blair nell'agosto del 2004
a Porto Rotondo e allo Smaila's di Porto Quatu (OT) quello della
primavera 2005 contro la caserma della Brigata Sassari, nell'omonima
città, oltre a tutte le lettere minatorie spedite in questi
anni. È stata inoltre formulata l'accusa di apologia
sovversiva (art. 272 C.P., dichiarato illegittimo dalla Corte
Costituzionale nel '66 e recentemente abrogato!).
Questa operazione appare come un nuovo, prevedibile passaggio
del cosiddetto "teorema Pisanu". Infatti
l'ex Ministro
dell'Interno durante il suo mandato espresse pedantemente il suo
convincimento che
in Sardegna si fosse creata una centrale del terrore composta da
anarchici, indipendentisti e marxisti-leninisti, il cui unico collante
consisterebbe nello spargere il caos con bombe contro presunti
"obbiettivi sensibili" (come il locale di Umberto Smaila?).
Gli arrestati respingono però le accuse al mittente e si
chiamano fuori dagli attentati imputatigli. Due di loro per protesta
hanno iniziato uno sciopero della fame.
Subito è scattata
la solidarietà
da parte di tutto il movimento sardo, di alcuni partiti, dei centri
sociali italiani, di organizzazioni politiche estere e di alcuni
parlamentari del centrosinistra.
Iniziative
Comunicati e iniziative di "a Manca pro s'Indipendentzia"
Materiali
Solidarietà
|