co-fondatore del centro culturali Ibdaa
nel campo profughi di Dheisheh
D: Qual e' la situazione politica in Palestina dopo il massacro di Gaza?
R: Credo che il problema sia molto maggiore che il massacro di Gaza. Il
problema e' originato dalle premesse del massacro: c'e' una politica
generale del governo Sharon per cui ogniqualvolta si presenta una
soluzione politica all'orizzonte, o c'e' la possibilita' di trovare una
soluzione al conflitto, Sharon agisce con sventatezza per mantenere una
situazione di "non guerra ma neppure pace".
Dobbiamo andare indietro e guardare quale sia l'altra parte coinvolta.
Questa controparte e' disposta a sedere al tavolo dei negoziati o
piuttosto a puntare un'arma alle nostre spalle? E' documentato che
Sharon ha commesso parecchi massacri e ha pubblicamente ammesso che i
Palestinesi sono suoi nemici giurati. Sharon non ha alcun futuro
politico senza uno stato di guerra. E a dimostrazione di questo ci sono
stati diversi sondaggi che dimostrano che la popolarita' di Sharon
affonda quando c'e' la possibilita' di tornare al tavolo delle trattative.
Solo quando c'e' una crisi politica la sua popolarita' aumenta davvero.
Pero' la *benedetta Intifada ha provato il torto di Sharon, poiche' i
piani di sicurezza per fermare questa e il cosiddetto terrorismo
Palestinese hanno completamente fallito.*
Sharon sali' al potere in un clima di estrema crisi e durante un
conflitto sanguinoso. Quest'uomo non poteva durare senza un costante
stato di guerra. Se fosse giunto il tempo di sedere al tavolo dei
negoziati per trovare una soluzione politica al conflitto, Sharon non
avrebbe avuto alcun contributo da offrire poiche' rappresenta la destra
Israeliana e non puo' sedere al tavolo delle trattative in quanto
sarebbe un suicidio politico.
La destra Israeliana e' composta da persone che vogliono l'uccisione di
piu' Palestinesi, deportazioni, distruzioni di case e punizioni sommarie.
Per esempio, quando Netanyahu e Barak corsero per le elezioni per la
Knesset, il forte supporto a Barak era dovuto all'imminenza di una
soluzione politica. Ma quando Sharon corse per le elezioni, sebbene con
un minimo supporto dal suo partito, il Likud, vinse con un grosso
margine. Ebbe un forte supporto e invase l'elettorato di Barak, il che
significa che l'opinione pubblica Israeliana e' fortemente influenzato
dall'immediata realta' nella quale vive.
E' nell'interesse di Sharon mantenere uno stato di instabilita' per
mantenere la propria sopravvivenza. Nell'ultimo periodo dell'oppressione
Israeliana sul popolo Palestinese e dello strangolamento economico,
Sharon fu in grado di limitare temporaneamente incursioni militari
dentro Israele. Ma si sbaglia se crede che lo possa completamente
fermare. Puo' aver vinto una battaglia, ma il continuo strangolamento
del popolo Palestinese creera' a lungo termine una nuova realta' e una
nuova generazione di combattenti. Io non collego il fenomeno dei martiri
con la religione o una fazione politica, ma piuttosto con il disagio
economico nel quale vivono i Palestinesi. In altre parole, i martiri
provenivano da comunita' molto povere che hanno sofferto molto, anche se
erano molto istruiti e molti di loro avevano titoli di studio.
Nonostante il continuo assedio e coprifuoco sui Palestinesi, Sharon non
e' stato in grado di dare benessere al suo popolo. Grazie alla relativa
pace che i Pale!
stinesi e gli Israeliani stavano vivendo, ci furono diverse proposte
di pace provenienti dagli Europeri, gli Arabi, e anche dagli Americani
con l'approvazione ufficiale dell'Autorita' Palestinese. E questa
pressione internazionale trovo' una certa condiscendenza da diversi
gruppi di resistenza Palestinese che praticano il cosiddetto terrorismo.
E questo suscito' dichiarazioni come quando Shaykh Amhed Yassin disse
che Hamas aveva intenzione di fermare gli attacchi dei martiri kamikaze.
Questa frase dimostra disponibilita' a tornare al tavolo delle
trattative. E questo e' esattamente l'opposto di cio' che vuole Sharon,
cosi' egli deve creare o ricreare instabilita' con crimini come quello
di Gaza. Secondo me assisteremo a un periodo di crisi e continui
attentati in risposta, da parte di molte fazioni politiche Palestinesi
al massacro di Gaza. Semplicemente come un ping pong con azioni e reazioni.
Esattamente come cio' che Sharon fece quando entro' nella moschea di Al
Alqsa non per motivi religiosi, ma poiche' sapeva quale reazione ci
sarebbe stata. Per tornare a un ciclo sanguinoso che lo avrebbe reso
piu' longevo politicamente. Ma di contro, questo gli fara'perdere il
supporto dell'opinione pubblica Israeliana, perche'questo non servira'ai
loro interessi. Ma io non intendo sminuire il massacro per cui si stanno
ancora trovando bambini nelle rovine delle loro case. Sharon ha
dichiarato che l'attacco militare e'il piu' efficace e che Israele si
deve preparare ad attacchi nel suo territorio. Cosi'egli e' conscio che
queste reazioni sono naturali. Cio' che e'avvenuto a Gaza cancella tutte
le pressioni Saudite, Giordane e Egiziane sulle differenti fazioni
Palestinesi negli scorsi mesi. Ha anche dato alle fazioni politiche
Palestinesi due fonti di alimentazione: la possibilita' di rispondere e
le risorse per rispondere, poiche' i Palestinesi, adesso piu' che mai,
sono int!
enzionati a essere coinvolti in attacchi suicidi contro Israele.
D: Qual e' la situazione economica nei territori Palestinesi dopo
l'incursione negli ultimi quattro mesi?
R: La situazione economica e' uno dei piu' importanti aspetti della
lotta Palestinese. Isralele crede che con lo strangolamento economico,
puo' costringere i Palestinesi a inginocchiarsi in sottomissione,
dimenticando chi e' la controparte. L'attuale situazione economica di
estrema poverta' crea problemi all'interno dell comunita' Palestinese
che potrebbero sfociare in una situazione esplosiva per la sicurezza sul
fronte Palestinese. Solo per citare qualche cifra, *nel mese passato il
tasso di disoccupazione era il 100%*(il dato e' in contraddizione con le
dichiarazioni successive...forse non ho capito qualcosa io n.d.Iskratov)
con l'esclusione dei dipendenti governativi. Questo e' un vasto settore
della comunita' Palestinese. Il mercato Palestinese non puo'
sopravvivere, ne' banche, ne' negozi, ne' industria poiche' i lavoratori
Palestinesi sono gli ingranaggi che fanno muovere l'economia. Tutto
dipende da questa forza lavoro. Ecco perche' vi e' stasi economica.
L'ultima ri!
levazione occupazionale segna il 60% in tutta la Palestina e il 70%
nei campi profughi. Sono sicuro che questa cifra adesso e' molto piu'
alta. Questa situazione e' sfociata in una perdta di fiducia
nell'Autorita' Palestinese e nella possibilita' di una qualche
risoluzione politica del conflitto. In sostanza la cosa piu' importante
e' il pane.
La mancanza di stabilita' economica per le famiglie Palestinesi ha
provocato nei giovani una ricerca di alternative, e ho paura che
l'alternativa' sara' una reazione ancora piu' violenta, violenza
politica o cio' che e' chiamato lotta violenta.
Prima era difficile per le fazioni politiche trovare qualcuno che fosse
disposto a essere un martire kamikaze. Oggi ce ne sono cosi' tanti che
non li riescono neppure a impiegare tutti. Questi uomini cercano di
fuggire da una realta' sconsolante e cercano di trovare una soluzione
anche se si tratta di una soluzione permanente. Soprattutto quando cosi'
tanti credono che ci sia un paradiso come nel pensiero e nella cultura
Islamica.
La chiusura di frontiere e strade ha giocato un grosso ruolo nella
separazione dei Palestinesi dalle loro famiglie all'estero nel Golfo o
in altri paesi, il che ha avuto un effetto devastante sui loro redditi.
In piu'l'impossibilita' per i Palestinesi di far parte della forza
lavoro Israeliana, soprattutto a Gerusalemme ha provocato uno stato di
completa poverta'. Questo ha causato sommosse per il pane, il che e' un
segnale allarmante di una situazione esplosiva.
D: Qual e' il ruolo della comunita' internazionale?
R: C'e' una sola superpotenza nel mondo oggigiorno, che fa due pesi e
due misure. Non c'e' giustizia nelle decisioni internazionali. Come
Palestinesi, noi proviamo questa ingiustizia.
|