intervista a Esther
BRUKMAN Esther
Domanda: Quando e come avete occupato? Risposta: Il 18 dicembre, in maniera spontanea, dato che la fabbrica era gia` stata abbandonata dai padroni. Avevano cercato in precedenza di portarsi via i macchinari, siamo riusciti a non farglieli portare via tutti. Poi sono venuti a fare un inventario, accusandoci di averne rubati, cosi` abbiamo permesso che entrasse il rappresentante municipale e il loro avvocato: c'era tutto. Gli abbiamo dimostrato che l'accusa era ridicola, dato che quelli sono i nostri strumenti di lavoro e tutto quello che vogliamo e` continuare a lavorare! D: Che tipo di azienda e` la Brukman? R: La Brukman e` una fabbrica tessile, a capitale privato, la famiglia é di origine Tedesca, Brukman appunto. D: Quanti operai aveva questa fabbrica e quanti ne ha ora? R: Prima eravamo una ottantina, ora c'e` chi e` voluto rimanere, siamo circa 35. Io personalmente ero stata licenziata prima della chiusura della fabbrica e mi sono reincorporata 2 mesi dopo l'occupazione, i compagni stessi mi hanno chiamata. D: Tutti e tutte state partecipando nella stessa maniera alla lotta? R: Si`, tutti stiamo lottando! E questa lotta ci ha portati a capire che il mondo del lavoro come ci era proposto prima era una trappola: tutti quelli che non partecipano alla lotta e` perche` ancora stanno lavorando "normalmente", perche` hanno paura di perdere il lavoro o perche` la pensano diversamente, come noi prima. O perche` gli impongono di lavorare di piu`, per produrre di piu`, per guadagnare di piu`. E uno si uccide di fatica. E invece no! non deve essere cosi`, e noi ora l'abbiamo capito. Ora noi praticamente viviamo qui, siamo come una unica famiglia. Io torno a casa un paio di volte alla settimana, portiamo qua anche i nostri figli. E` davvero come una famiglia, ci conosciamo tutti a fondo. D: E prima non era cosi`? R: No, solo ora abbiamo fra noi vere relazioni umane. D: E come vi organizzate politicamente? R: Qui si fanno assemblee, tutti noi abbiamo scelto l'assemblea come forma di organizzazione e nessuno puo` decidere nulla senza consultare gli altri. D: Autogestione completa quindi? R: Si`! D: Avete rimesso in moto la produzione. Come commercializzate cio` che producete? R: Abbiamo ancora alcuni clienti che prima erano della societa` e che continuano a comprare da noi e poi direttamente al pubblico: abbiamo creato una commissione di vendita D: E come vanno gli affari? R: Abbastanza bene, dopo un primo periodo difficile stanno migliorando. D: Molte assemblee popolari, i piqueteros.....hanno ricevuto minacce: e` successo anche a voi? R: No, a noi non e` ancora successo. Pero` credo sia solo perche` abbiamo rapporti con molte realta` diverse. Diciamo che siamo molto "larghi". Abbiamo legami con tutti: dalle assemblee ai piqueteros, ai partiti politici, e noi allo stesso modo appoggiamo tutte le lotte. Per esempio l'altro giorno c'era ad Avellaneda una fabbrica (El Triunfo-Lavanal) a cui volevano portare via tutta la lana, il loro lavoro. Siamo andati li` in gruppo per aiutarli a resistere ed é stato un successo. Oppure un altro episodio, quando bloccammo la strada con dei compagni ferrovieri, che grazie alla pressione comune furono reintegrati. D: Avete rapporti con l'estero, con altri movimenti operai? Avete avuto appoggio da fuori dell'Argentina? R: Si`, da molti paesi, dall'Ecuador, dall'Italia, dalla Germania, dalla Colombia, dal Messico, e tantissimi messaggi di solidarieta` via internet. Abbiamo anche una commissione di comunicazione. D: E le relazioni col sindacato? R: Non abbiamo nessuna relazione. Non hanno fatto nulla per noi, contro i licenziamenti o la chiusura della fabbrica. Stanno dalla parte dei padroni. D: E le relazioni con i partiti politici? R: Noi siamo un campo neutrale, siamo qui per il nostro lavoro e se vogliono appoggiarci...chiaramente i rapporti che abbiamo sono con partiti politici di sinistra..... D: In che forma pero': finanziariamente, con avvocati? R: Con avvocati. I nostri avvocati sono del CEPRO (associazione per i diritti umani) e a volte organizzano raccolte fondi per i materiali.... D: E come sono le relazioni di genere qui'? Siete piu' donne che uomini? R: Siamo di piu' e abbiamo un sacco di potere, qui' gli uomini dicono:"noi le lavoratrici".
Per altre info e foto su Brukman: http://ch.indymedia.org/mix/2002/07/690.shtml
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