17/18 ottobre 2002>> SCIOPARADE>>
ore20 San Lorenzo, Roma
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Il precariato sociale proclama lo sciopero generalizzato di 24 ore. Perché otto ore non bastano più, non rappresentano più la complessità di un lavoro che si estende nel tempo fino a sovrapporsi all’intera vita, fino a rendere produttivo ogni attimo della nostra esistenza. La nostra fabbrica ha superato le pareti del posto di lavoro e si è diffusa nella città; per muoverci spendiamo soldi, tempo, nervi e fiato; lavoriamo a casa nostra o cambiamo luogo ogni giorno, lavoriamo nella rete o mentre ci muoviamo nella città. Il nostro lavoro ha superato le pareti dell’orario di lavoro; straordinari obbligati, turni lunghi, lavoro notturno. Spesso le ansie, le passioni, le relazioni, i saperi, le idee che mettiamo in gioco nel lavoro non hanno orario, anzi a volte è proprio quando non lavoriamo che produciamo di più. Se il lavoro si estende per tutta la giornata, estendiamo lo sciopero a tutta la giornata; se il lavoro si estende a tutta la città, estendiamo lo sciopero a tutta la città.
Costruiamo lo sciopero prolungato, che estenda quello proclamato dai sindacati, uno sciopero di quel nuovo mondo del lavoro non incluso nello statuto dei lavoratori, uno sciopero di chi non può scioperare, perché rischia il licenziamento, perché non ha un contratto, perché non ha un permesso di soggiorno o semplicemente perché il suo lavoro non è riconosciuto come tale. Costruiamo lo sciopero generalizzato, in cui ricombinare diverse soggettività sociali a partire dalla comune condizione di precarietà forzata, di mobilità indotta, di incerta cittadinanza. Lo sciopero dei lavoratori interinali, a partita IVA, Co.co.co, in formazione-lavoro, a prestazione occasionale; lo sciopero dei lavoratori atipici che diventano selvaggia anomalia; lo sciopero dei migranti, sempre più “cittadini a tempo determinato”; lo sciopero degli studenti e dei ricercatori che rifiutano la privatizzazione dei saperi e la distruzione di scuole e università pubbliche. Costruiamo lo sciopero dei Chainworkers, lavoratori delle catene commerciali delle grandi multinazionali, dei Networkers, lavoratori della new economy in crisi, dei Brainworkers, lavoratori cognitivi e della comunicazione. Costruiamo lo sciopero metropolitano del precariato sociale.
Scioperiamo per resistere all’assalto ai diritti conquistati, per difendere l’art.18 e lo statuto dei lavoratori, generalizziamo lo sciopero per conquistare nuovi diritti sociali e di cittadinanza.
Generalizziamo lo sciopero per un reddito, come retribuzione di tutto quel lavoro non riconosciuto che svolgiamo, come strumento per liberarsi dalla precarietà, per ridurre l’orario di lavoro e liberare tempo di vita. Generalizziamo lo sciopero per la libera circolazione degli esseri umani, contro i centri di permanenza temporanea per migranti, contro le nuove leggi razziali, per un Europa senza frontiere. Generalizziamo lo sciopero per la libera circolazione dei saperi, contro la privatizzazione della conoscenza e la diffusione di brevetti e copyrights ad ogni sfera della vita, per il libero accesso e l’autogestione delle nuove tecnologie. Generalizziamo lo sciopero per disertare la guerra globale, guerra preventiva, guerra permanente che diventa guerra sociale ed economica. Generalizziamo lo sciopero, lanciando lo sciopero del sonno, di chi è costretto a non dormire, dei migranti perquisiti nel cuore della notte; lanciamo lo sciopero del consumo astenendoci da ogni acquisto, picchettando i centri commerciali e i grandi rivenditori; lanciamo lo sciopero della mobilità, bloccando, ritardando la circolazione delle merci per le strade.Generalizziamo lo sciopero anche se siamo costretti a lavorare, attraverso piccole azioni di disturbo, sabotaggio, interruzione, disobbedienza, sottrazione attiva.
Per iniziare la generalizzazione dello sciopero diamo appuntamento a S.Lorenzo, luogo di intreccio del precariato sospeso tra lavoro e formazione, tra centro e periferia. Vogliamo attraversare la nostra città con un corteo notturno per riprenderci le strade, le vie di comunicazione, le piazze, gli spazi e i tempi negati. Lo faremo con i suoni, con le luci, con le immagini, mettendo in gioco quelle forme e quei tempi della vita che poco hanno a vedere con il lavoro tradizionale, che vogliono nuovi diritti, autogestione della propria flessibilità e mobilità, vogliono ozio, vogliono felicità.
Roma City Strikers - scioperanti della capitale
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