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Le politiche della Nestle'
by input Tuesday, Oct. 15, 2002 at 8:19 AM mail:

Diversificazione geografica, forti disponibilità finanziarie, promozioni aggressive dei propri marchi consentono alla Nestle' di colonizzare una fetta sempre più vasta del mercato.

Questa grande industria , basa la propria politica di produzione sulla sfruttamento commerciale e finanziario. Sfruttamento commerciale tramite il controllo dell’intero processo di produzione e commercializzazione dei prodotti coloniali (caffè, tè, zucchero e cacao ) e delle materie prime. I processi produttivi, di tale politica, prevedono lo sfruttamento intensivo e incontrollato dell’ambiente, il disinteresse per il contesto umano e culturale in cui avviene la produzione, e, non di rado, lo sfruttamento della manodopera locale ,spesso formata da bambini, con forma di lavoro e di remunerazione simili alla schiavitù.
Sfruttamento finanziario, dove invece gli attori principali sono i Paesi e le banche del Nord del mondo e le istituzioni finanziarie internazionali (Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale), che usano il debito accumulato dai Paesi poveri per obbligarli a seguire politiche di riforme strutturali che vanno a tutto vantaggio del Nord: produzioni per l’esportazione, sfruttamento senza limiti delle risorse naturali, blocco dei salari e svalutazione delle monete, inevitabilmente seguiti da tagli alla spesa sanitaria, all’educazione, alle infrastrutture civili (acquedotti, strade, linee elettriche e telefoniche…).
In questo modo la Nestlè controlla, insieme a Philip Morris, Mars e Ferrero, oltre all’intero mercato mondiale del cacao anche il mercato dei prodotti derivati spartendosi più dell’80% delle vendite.
Ai grandi interessi dai grandi guadagni, si affiancano vere e proprie tragedie umane, infatti ogni giorno 4000 bambini nel Sud del Mondo potrebbero essere salvati dalla morte per malattie e denutrizione se fossero allattati al seno e non con latte in polvere.(dossier della RIBN)

LatteOGM

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la situazione si fa pesante
by barcaioli fabio Saturday, Oct. 19, 2002 at 9:51 AM mail:

ultimo comunicato stampa.

PRESSIONI E INTIMIDAZIONI, NESTLE’ E QUESTURA IN ALLARME.
EQUOCHOCOLATE, PRESA NELLA MORSA DI UNA TENAGLIA, PRENDE LE DISTANZE.

250 milioni di bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni lavorano nei Paesi del Sud del Mondo dove il cacao viene raccolto e dove inizia il ciclo di produzione del cioccolato. Bambini che lavorano anche più di 12 ore al giorno per 7 giorni alla settimana, vengono nutriti poco e male e in condizioni igienico-sanitarie pessime con una paga, che se c’è, si aggira sui 2 dollari al giorno.

Nel ’98, secondo un rapporto UNICEF, i bambini che lavoravano nei campi di cacao della Costa d’Avorio erano 10 – 15mila. Oggi, il traffico riguarda 200mila bambini. E’ la lunga mano delle multinazionali, è un nuovo tipo di schiavitù: quella minorile.

A Perugia, nel chiostro di Via della Viola, dal 23- 26 ottobre, EQUOCHOCOLATE realizza un ponte di solidarietà, una riflessione e una reale informazione attorno a quelle che sono le realtà legate alle difficoltà dei piccoli produttori, all’ abuso della manodopera minorile, allo sfruttamento ambientale. La promozione di un consumo alternativo, la pace come frutto di un'economia giusta, il caso Nestlè-Perugina e di altre multinazionali, sono argomenti intorno ai quali l’organizzazione di EQUOCHOCOLATE prova a dare risposte.
La condivisione di tali argomenti passa inevitabilmente per la cittadinza perugina, sempre più incredula di fronte all’imponente dispiego di risorse ecconomiche e umane finalizzate all’esclusiva pubblicità delle multinazionali del cacao.

E’ di poche ore fa la notizia che la Flai-Cgil sia stata contatta dagli apparati dirigenti della Nestlè, chiedendo chiarificazioni sulla presunta demonizzazione avvenuta nei confronti dell’azienda titolare del marchio Perugina.
La multinazionale in questione, secondo indiscrezioni, ha chiesto alla dirigenza nazionale della Cgil un ulteriore incontro chiarificatore sulle ragioni che hanno portato il sindacato ad aderire alla manifestazione.
Nella stessa giornata gli organizzatori di EQUOCHOCOLATE, sono stati contattati dalle forze dell’ordine, che hanno ricevuto indiscrezioni sulla improbabile presenza di gruppi, fuori dall’organizzazione di Equochocolate, intenzionati a compiere atti vandalici contro gli stand di Eurochocolate.

EQUOCHOCOLATE prende le distanze da qualsiasi atto violento compiuto prima durante e dopo la manifestazione, ma nello stesso tempo si chiede se gli accertamenti della questura siano realmente fondati, o apparengano ad un gioco intimidatorio mosso contro l’organizzazione ed il movimento.

Nei primi giorni della settimana Altragricoltura, tra i promotori dell’iniziativa, ha chiesto un incontro con le RSU della Perugina, sugli obiettivi di EQUOCHOCOLATE e la necessità unica di creare un reale filo di collaborazione e solidarietà tra il lavoratore sfruttato nel sud del mondo e quello precarizzato del nostro territorio. L’incontro, aperto alla partecipazione di tutte le associazioni aderenti alla manifestazione, si svolgerà nei locali dello stabilimento perugino.

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cioco-bloc
by ciocobloc Sunday, Oct. 20, 2002 at 8:13 AM mail:

Attenti.
ci stiamo organizzando!
il ciocobloc andra' all'assalto degli stand al grido di Cioccolato al popolo Surrogato ai padroni!
Arriviamo.

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ancora intimidazioni
by fabio barcaioli Wednesday, Oct. 23, 2002 at 12:27 PM mail:


Comunicato stampa:
alla c.a. della redazione


Pressioni, intimidazioni, controlli, volantinaggi vietati, diritti democratici sospesi, banchetti dentro le “libere” università vietati. Nestlè, Questura, Università, Polizia Municipale… ma quanto fa paura Equochocolate??
E perchè poi? In una città democratica come Perugia, aperta al dibattito tra i suoi tanti soggetti politici e sociali, tra le sue tante associazioni senza scopo di lucro, nella sua amministrazione ventennale legata alla sinistra e alla libera circolazione delle idee, accade tutto questo. Basta vendere del cioccolato da una parte e farne conoscere uno meno commerciale e più equo-solidale perche Perugia si trasformi in un terreno di lotta. Euro contro Equo, multinazionali contro associazioni, mercato contro politica, manager contro operai.
Un giornale locale titola “Eurochocolate tutto a gonfie vele”. Certo chi mai potrebbe o dovrebbe dargli fastidio?
Distribuire volantini e allestire banchetti è il prezzo da pagare per una certa stampa locale completamente sorda ai contenuti della manfiestazione.
Il caso di questa mattina del collettivo studentesco fatto sgomberare con il suo banchetto da Scienze Politiche e non ricevuto dal preside spiega l’aria che tira attorno a Equochocolate; la diffida, pena due milioni di multa, commisionata dal vigile urbano in pieno Corso Vannucci ieri pomeriggio, a dei ragazzi del Perugia Social Forum che distribuivano volantini, con l’autorizzazione della Questura, quando i locali notturni lo fanno indistrurbati tutte le sere; l’incontro con la Questura sulla improbabile presenza di gruppi, fuori dall’organizzazione di Equochocolate, intenzionati a compiere atti vandalici contro gli stand di Eurochocolate; la notizia che la Flai-Cgil sia stata contatta dagli apparati dirigenti della Nestlè, chiedendo chiarificazioni sulla presunta demonizzazione avvenuta nei confronti dell’azienda titolare del marchio Perugina. Tutto ciò rende bene l’idea dell’aria che sta tirando su questa “dolce” contromanifestazione, incentrata sulla volontà di promuovere solo un consumo alternativo e un'economia più giusta.


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