occupata la facolta di filosofia a roma
Gli studenti della Facoltà di Filosofia dell´università La Sapienza di Roma riuniti in assemblea il 22-10-02, dichiarano lo stato di occupazione per opporsi alla riforma Berlinguer (legge Zecchino), il sistema in crediti, la semestralizzazione, la parcellizzazione del sapere espressa dall´iperfrazionamento dei corsi sono alcuni degli strumenti con i quali si sta trasformando l´università italiana in una specie di surrogato paraliceale. La mentalità aziendalista che ispira molte delle novità introdotte produce conseguenze devastanti sulla possibilità di appropriarsi di un sapere critico e non semplicemente nozionistico. L´intenzione originale della riforma era quella di rendere l´università più legata al mondo del lavoro, ridurre i fuori corso e rendere i titoli di studio più spendibili professionalmente. Questo disegno si è rivelato non solo mal concepito ma anche fallimentare per gli stessi obiettivi che si proponeva. La moltiplicazione dei corsi e degli esami ha catapultato molte facoltà in una condizione di totale caos, con studenti costretti al folle inseguimento dei crediti richiesti nelle varie aree disciplinari. Il nuovo sistema della laurea brevi ha in realtà in compito di "produrre" un gran numero di laureati di serie B da inserire con funzioni subalterne e o precarie sul mondo del lavoro, senza che la formazione "tecnica" sia più coniugato con un orizzonte scientifico e formativo che, pur con enormi lacune, aveva caratterizzato precedentemente l´università italiana. Il sistema formativo viene così a essere costruito come semplice "cinghia di trasmissione" dalle scuole superiori al sistema produttivo. Paradigmatico della svendita del sapere alle esigenze del mercato del lavoro è la privatizzazione dell´ADISU per il 75%. Come è facile prevedere i finanziamenti verranno dirottati prevalentemente verso le facoltà immediatamente produttive, ad un ulteriore discapito delle facoltà umanistiche. Minori fondi significano ulteriori barriere all´accesso alla cultura per le classi disagiate. Questa dinamica perversa investa tutti gli ambiti della vita delle persone, dalla spersonalizzazione e schematizzazione dell´universo scolastico, al mondo del lavoro sempre più precario e privo di protezioni. L´università, che in un quadro di democrazia progressiva e partecipata dovrebbe essere luogo di formazione collettiva di un sapere critico ed attivo da parte degli studenti, la risposta alla domanda sociale di livelli superiori di cultura ,si configura sempre più come luogo di semplice trasmissione verticale, dall´alto, di estemporanee "pillole" di materie sparse alla rinfusa. Oltre tutto , per quanto riguarda il caso specifico della facoltà di filosofia, appare addirittura paradossale il tentativo in atto di professionalizzarla attraverso la goffa introduzione di fantasiosi e spesso inutili novità pseudo moderniste. Questa riforma in pratica, non servirà né creare degli impiegati che possano trovare immediatamente lavoro né a formare filosofi o qualcosa che gli si avvicini. Non siamo disposti a farci prendere in giro, né a fingere di non capire cosa accade, né riteniamo vero che una cattiva riforma sia meglio di nessuna riforma.
Facoltà di Filosofia Occupata
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