Notizie da Rafah - Striscia di Gaza
2/I/2003 >Ieri sera si sentivano molti spari e colpi di tanks. Nella >casa della famiglia che ci ospitava c'era molta tensione e timore per >quello che sarebbe potuto accadere durante la notte. Noi 7 volontari >dell'ISM e tre palestinesi ci siamo raggruppati in un'unica stanza e >alla fine, malgrado l'ansia per la martellante sparatoria, ci siamo >addormentati. >Al mattino la notizia: al Block J, un quartiere di periferia vicino >al grande muro che Israele sta costruendo per "questioni di sicurezza", >l'esercito israeliano ha definitivamente demolito 10 case, proprio >accanto al luogo in cui la settimana sorsa ne aveva distrutte altre >12. >Si decide immediatamente di recarci sul posto, dove troviamo molta >gente, soprattutto ragazzi e bambini. >Siamo in 20 e ci mettiamo di fronte al tank, che staziona >li'permanentemente. Sui due pezzi di tela dispiegati e' scritto: the >world is watching, stop the occupation - peace. >Siamo a 50 m. ca. di distanza e avanziamo lentamente gridando al >megafono: siamo civili, disarmati, proveniamo da UK, Germania, USA, >Italia, Svezia, stop the occupation, siamo qui per osservare i >vostri attachi alla popolazione palestinese, stop alle uccisioni di >bambini, cessate di colpire e demolire le case, andate via, siete in >territorio palestinese, siete terroristi, stiamo dormendo nelle case che voi distruggete, resteremo con le famiglie che >non vogliono abbandonare le loro case costantemente colpite da >mitragliatrici e tanks, vogliamo la pace qui e nel mondo... >Intoniamo anche 'Bella ciao', conosciuta da molti internazionali. >Mentre avanziamo lentamente, fino ad arrivare a 2 metri di distanza >dal tank: prima sparano in aria, poi ci intimano di andare via, poi >sparano intorno e dietro di noi, infine lanciano i lacrimogeni. Nel >frattempo un altro tank arriva e partecipa alla sparatoria. Non >sparano direttamente contro di noi, quidi non c'e' alcun ferito. >E' presente la stampa americana BBC e anche una TV >palestinese. >Il tutto dura circa 2 ore.
>4/I/2003 Attualmente siamo accampati in tenda qualche metro piu' indietro dal luogo dove abbiamo manifestato.Ieri notte abbiamo dormito in 7:2 giapponesi,1 statunitense,una svedese e tre italiani.Abbiamo scelto questo sito per difendere la popolazione del quartiere da altre demolizioni indiscriminate.Siamo in una specie di "no man's land",anche se in realta' sarebbe a tutto diritto terra palestinese. Durante la notte i tanks israeliani hanno sparato intorno a noi per spaventarci,ma nessuno di noi si e' mosso.Questa mattina un palestinese ci ha ringraziato perche' gli spari sono comunque diminuiti grazie a questa iniziativa.I rapporti con gli abitanti si rafforzano di giorno in giorno:ieri ci hanno assicurato che non avrebbero risposto al fuoco israeliano,e cosi' e' stato. Ripeteremo l'esperienza anche stanotte,probabilmente dislocando altre 2 tende in altre 2 zone a rischio. Siamo esausti,anche perche' i bambini di Rafah ci seguono dappertutto con le loro domande,ma contenti vista la collaborazione che ci viene offerta giornalmente da questa gente. E sale la rabbia a volte,perche' se contro l'occupazione devastante d'Israele si alzassero piu' voci e qui fossimo molti di piu' di una quindicina,potremmo sicuramente fermare la follia della guerra. > >Stefano Orlando tel.00972.59.38.69.01 > > > > > >
|