Indymedia e' un collettivo di organizzazioni, centri sociali, radio, media, giornalisti, videomaker che offre una copertura degli eventi italiani indipendente dall'informazione istituzionale e commerciale e dalle organizzazioni politiche.
toolbar di navigazione
toolbar di navigazione home | chi siamo · contatti · aiuto · partecipa | pubblica | agenda · forum · newswire · archivi | cerca · traduzioni · xml | classic toolbar di navigazione old style toolbarr di navigazione old style toolbarr di navigazione Versione solo testo toolbar di navigazione
Campagne

Sostieni,aderisci,partecipa al progetto Isole nella Rete


IMC Italia
Ultime features in categoria
[biowar] La sindrome di Quirra
[sardegna] Ripensare Indymedia
[lombardia] AgainstTheirPeace
[lombardia] ((( i )))
[lombardia] Sentenza 11 Marzo
[calabria] Processo al Sud Ribelle
[guerreglobali] Raid israeliani su Gaza
[guerreglobali] Barricate e morte a Oaxaca
[roma] Superwalter
[napoli] repressione a Benevento
[piemunt] Rbo cambia sede
[economie] il sangue di roma
Archivio completo delle feature »
toolbarr di navigazione
IMC Locali
Abruzzo
Bologna
Calabria
Genova
Lombardia
Napoli
Nordest
Puglia
Roma
Sardegna
Sicilia
Piemonte
Toscana
Umbria
toolbar di navigazione
Categorie
Antifa
Antimafie
Antipro
Culture
Carcere
Dicono di noi
Diritti digitali
Ecologie
Economie/Lavoro
Guerre globali
Mediascape
Migranti/Cittadinanza
Repressione/Controllo
Saperi/Filosofie
Sex & Gender
Psiche
toolbar di navigazione
Dossier
Sicurezza e privacy in rete
Euskadi: le liberta' negate
Antenna Sicilia: di chi e' l'informazione
Diritti Umani in Pakistan
CPT - Storie di un lager
Antifa - destra romana
Scarceranda
Tecniche di disinformazione
Palestina
Argentina
Karachaganak
La sindrome di Quirra
toolbar di navigazione
Autoproduzioni

Video
Radio
Print
Strumenti

Network

www.indymedia.org

Projects
oceania
print
radio
satellite tv
video

Africa
ambazonia
canarias
estrecho / madiaq
nigeria
south africa

Canada
alberta
hamilton
maritimes
montreal
ontario
ottawa
quebec
thunder bay
vancouver
victoria
windsor
winnipeg

East Asia
japan
manila
qc

Europe
andorra
antwerp
athens
austria
barcelona
belgium
belgrade
bristol
croatia
cyprus
estrecho / madiaq
euskal herria
galiza
germany
hungary
ireland
istanbul
italy
la plana
liege
lille
madrid
nantes
netherlands
nice
norway
oost-vlaanderen
paris
poland
portugal
prague
russia
sweden
switzerland
thessaloniki
united kingdom
west vlaanderen

Latin America
argentina
bolivia
brasil
chiapas
chile
colombia
ecuador
mexico
peru
puerto rico
qollasuyu
rosario
sonora
tijuana
uruguay

Oceania
adelaide
aotearoa
brisbane
jakarta
manila
melbourne
perth
qc
sydney

South Asia
india
mumbai

United States
arizona
arkansas
atlanta
austin
baltimore
boston
buffalo
charlottesville
chicago
cleveland
colorado
danbury, ct
dc
hawaii
houston
idaho
ithaca
la
madison
maine
michigan
milwaukee
minneapolis/st. paul
new hampshire
new jersey
new mexico
new orleans
north carolina
north texas
ny capital
nyc
oklahoma
philadelphia
pittsburgh
portland
richmond
rochester
rogue valley
san diego
san francisco
san francisco bay area
santa cruz, ca
seattle
st louis
tallahassee-red hills
tennessee
urbana-champaign
utah
vermont
western mass

West Asia
beirut
israel
palestine

Process
discussion
fbi/legal updates
indymedia faq
mailing lists
process & imc docs
tech
volunteer

Vedi tutti gli articoli senza commenti
MO: riepilogo articoli Amira Hass
by gap Wednesday April 09, 2003 at 06:04 PM mail:  

riepilogo degli ultimi articoli di Amira Hass

- Una bimba in braccio al padre, tredici ore di vita: Zina incontra l’IDF
- Il soldato è il diavolo, il soldato è Israele
- Tragica routine
- Scenari di orrore si materializzano
- Il mito dello stato e la realtà dell’annessione
- Quegli israeliani che sognano il «trasferimento»

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum 
Amira Hass parole e persone
by felce e mirtillo Saturday April 12, 2003 at 02:17 PM mail:  

Corrispondente da Ramallah del quotidiano israeliano Ha'atetz.

Ramallah, lunedi pomeriggio: è andata via la luce.Il blackout è stato un'opportunità per andare a trovare i miei vicini e i loro quattro bambini.T.,tre anni,ha annunciato:"Gli ebri(yahud) hanno tagliato la luce".Nelle invasioni militari dell'ultimo anno l'eletricità è mancata a causa di guasti intenzionali o accidentali provocati dagli spari e dai tank israeliani."gli yahud?" ho chiesto."Perche?"."Perche sono dei cani"(Klaab,un grave insulto)."Klaab?", ho chiesto."."Io sono una yahud.Significa che sono un cane?".T.era confuso, cosi ho ripetuto la distinzione tra"esercito","israeliani" ed "ebrei".
In mattinataero stata in alcuni villaggi a est di Nablus.Le strade sono state distrutte dall'esercito e bisogna attraversare terreni melmosi, tumoli di terrra.Alcuni studenti mi hanno chiesto chi ero.Ho risposto che scrivo per Ha'aretz."Ebrea,yahud",ha detto uno di loro agli altri.la parola si è diffusa.C'era tensione."Quand'è l'ultima volta che avete visto un ebreo?",ho chiesto,facendo finta di niente."Li vediamo di continuo",hanno sogghignato."No, voglio dire un ebreo normale.Non un soldato.Non un colono"."Ah,da secoli",hanno sorriso.Il ghiaccio si è sciolto e abbiamo attraversato insieme il viottolo fangoso.Un uomo ha commentato:"La gente migliore che conosco, quella che va dritta al punto,sono i tedeschi".Gli altri hanno spiegato:"I nazzisti.si riferisce ai nazisti".

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum 
Il terrorismo come fenomeno naturale
by Amira Hass Saturday April 12, 2003 at 03:49 PM mail:  

Ha'aretz
15 Gennaio 2003


La scorsa settimana è stato chiesto ad un ufficiale di alto rango se riteneva che l'IDF fosse in grado di impedire un attacco da parte dei sostenitori dell'idea del "transfer" all'interno dell'esercito e fra i coloni della West Bank e di contrastare ogni tentativo di attuare un'espulsione di massa dei Palestinesi.


L'ufficiale ha rilasciato la seguente risposta. Prendendo ad esempio un "mega-attacco" che le forze di sicurezza non avrebbero potuto impedire, come un'auto bomba nel pieno centro di un'affollata città israeliana, o all'interno di un edificio, con dozzine o anche centinaia di vittime, riteneva possibile che il giorno successivo a un tale evento gli estremisti israeliani avrebbero cercato una "risposta appropriata" - per esempio l'espulsione di tutti i residenti del villaggio in cui vivevano i terroristi che avevano pianificato l'attentato.
L'ufficiale ha ammesso di dubitare che l'esercito avrebbe potuto o anche solo tentato di evitare questa espulsione.

"L'esercito ha fallito nell'impedire ai coloni di sabotare la raccolta delle olive dei palestinesi nella West Bank, o nell'impedire ai coloni di rubarle. Lo stato ha fallito, perché per quanto ne sappiamo, quei coloni che hanno sabotato la raccolta delle olive non sono stati perseguiti benché la loro identità fosse nota alle autorità".
L'ufficiale non ha celato la sua sensazione che ci troviamo di fronte ad una vera escalation.
Dopo di che arriva il Ministro della Difesa Shaul Mofa, fino a poco fa capo di stato maggiore, a ricordarci che "siamo al culmine di un'ondata di terrorismo".

Tutti i giorni nei territori vengono arrestati dai 5 ai 20 palestinesi.
Ogni due o tre giorni l'IDF invade un posto qualunque e demolisce qualcosa. Negli altri giorni, oltre all'uccisione di palestinesi armati o di quelli che progettano attacchi terroristici, sono uccisi accidentalmente dei palestinesi civili, compresi bambini ed anziani.
Uno di questi, un bambino handicappato, è stato ucciso domenica a Khan Younis, quando i missili dell'IDF hanno mancato due attivisti di Hamas. Queste cose avvengono durante le tranquille attività di routine, senza che siano riportate agli israeliani che in ogni caso non sarebbero interessati a conoscerle.

Ci sono checkpoints in cui i soldati rimproverano vecchi e giovani o li fanno deliberatamente tardare senza alcun motivo; le restrizioni alla libertà di spostamento, i cancelli di ferro che trasformano villaggi e paesi in centri di detenzione, le convocazioni allo Shin Bet che cerca di arruolare collaboratori ed ottenere informazioni su un vicino o un cugino; il coprifuoco e i bambini chiusi in casa; le strade che i bulldozers dell'IDF schiacciano e fanno a pezzi; le case demolite perché vi abitava un terrorista; i negozi di utensili distrutti; le reti idrica ed elettrica danneggiate durante i raids; la pavimentazione di un'altra strada solo per ebrei; le bombe lacrimogene contro i "sovversivi"; la distruzione di un altro pezzo di terra coltivabile sul percorso dei carri armati.
E tutto questo continua mentre avvengono azioni dell'IDS molto più celebrate - e siamo al culmine della campagna del terrore?

L'appoggio apparentemente di massa che il blocco di destra otterrà nelle elezioni del 28 gennaio mostra che la maggioranza degli israeliani è convinta che tutto quello che l'IDF sta facendo - sotto la direzione dei politici - sia giusto ed efficace; ma ancora insufficiente. L'escalation è come una tempesta o un sharav in pieno inverno - un fenomeno naturale.
Il danno può essere ridotto non evitato. Tutt'al più, concludono gli israeliani, il fatto che tutti gli interventi dell'IDF dello scorso anno non abbiano fermato l'ondata di terrorismo palestinese dimostra soltanto come possano essere scaltri e micidiali i palestinesi, come il terrorismo sia nel loro stesso sangue. Quindi, la soluzione che la maggioranza degli israeliani appoggia consiste nel continuare con gli stessi metodi, solo con molta più forza, più spesso e più dolorosamente.
Israele è una democrazia. Nessuno può celare informazioni importanti al pubblico israeliano.

I civili israeliani non sono minacciati con l'arresto o con la perdita del lavoro se pensano in modo diverso. Ma l'enorme supporto a favore della destra, Shinui compreso, dimostra che la maggioranza degli israeliani non è interessata a porsi la domanda se ci sia qualcosa di illogico nella politica militare e civile di Israele.
E questa maggioranza non si fa neppure influenzare dalla chiara connessione fra il deterioramento della loro situazione economica e strategie prive di una soluzione politica.

Questa maggioranza di israeliani non è pronta ad ascoltare spunti che suggeriscano che forse le strategie militari nel breve termine possono impedire qualche attentato e distruggere le infrastrutture, ma nel lungo termine creano centinaia di volontari in più per gli eserciti non ufficiali dell'esercito palestinese ed aumentano il rischio del terrorismo.
La maggior parte della gente preferisce ascoltare soltanto come tutto sia infernale, ridicolo e corrotto nel versante palestinese. La maggioranza della gente non vuole sentir nulla sul rapporto fra i continui attentati e l'incessante pressione militare ed economica senza precedenti esercitata sull'intera popolazione palestinese.

Si rifiutano di vedere il rapporto fra la ripresa del conflitto nel settembre 2000 ed il consolidamento del controllo israeliano sui territori con mezzi non militari, per tutto il periodo di Oslo. La maggioranza della gente si ostina ad accettare la posizione del primo ministro, Ariel Sharon: "prima devono interrompere le azioni terroristiche e poi apriremo i negoziati".
Preparatevi, quindi, alla prossima onda record di terrorismo.

http://www.zmag.org/ZNET.htm

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum 
Sempre Un Combattente, Sempre Un Terrorista
by Amira Hass Saturday April 12, 2003 at 03:58 PM mail:  

Un Palestinese è un terrorista quando aggredisce i civili israeliani all'interno o fuori dalla Linea Verde (in Israele e nei territori) e quando aggredisce i soldati israeliani alle porte di una città palestinese. Un Palestinese è un terrorista quando un'unità dell'esercito arriva con i carri armati nel suo quartiere e lui spara al soldato che esce per un momento dal carro armato. E' un terrorista se è colpito dal fuoco di un elicottero mentre tiene in mano un fucile. I Palestinesi sono terroristi se uccidono i civili e se uccidono i soldati.

Un Palestinese è un terrorista quando aggredisce i civili israeliani all'interno o fuori dalla Linea Verde (in Israele e nei territori) e quando aggredisce i soldati israeliani alle porte di una città palestinese. Un Palestinese è un terrorista quando un'unità dell'esercito arriva con i carri armati nel suo quartiere e lui spara al soldato che esce per un momento dal carro armato. E' un terrorista se è colpito dal fuoco di un elicottero mentre tiene in mano un fucile. I Palestinesi sono terroristi se uccidono i civili e se uccidono i soldati.
Un Palestinese è un terrorista quando aggredisce i civili israeliani all'interno o fuori dalla Linea Verde (in Israele e nei territori) e quando aggredisce i soldati israeliani alle porte di una città palestinese. Un Palestinese è un terrorista quando un'unità dell'esercito arriva con i carri armati nel suo quartiere e lui spara al soldato che esce per un momento dal carro armato. E' un terrorista se è colpito dal fuoco di un elicottero mentre tiene in mano un fucile. I Palestinesi sono terroristi se uccidono i civili e se uccidono i soldati.
Il soldato israeliano è un combattente quando lancia un missile da un elicottero o una granata da un carro armato contro un gruppo di persone di Khan Yunis che cercano riparo dai missili e dalle granate lanciate dallo stesso combattente o da un suo collega contro la casa dalla quale l'esercito dice sia partito un razzo, e uccidono un uomo e una donna. E' un combattente se incontra due Palestinesi armati nel sottobosco. Il soldato israeliano uccide chi e' armato e uccide i civili. Uccide i comandanti a capo dei battaglioni di terroristi assassini, e uccide i bambini dell'asilo o gli anziani nelle loro case. Per essere più precisi, e' il fuoco dell'IDF che uccide. Per essere il piu' precisi possibile, dicono le fonti palestinesi.

Le autorità di sicurezza e le autorità legali inseguono ogni singolo terrorista palestinese. Centinaia di persone sono arrestate e interrogate per scovare informazioni su una singola persona. Questa è guerra, ma i palestinesi non sono arrestati come prigionieri di guerra, non sono immuni a interrogatori e prove. I loro nomi sono conosciuti, ogni particolare delle investigazioni e dei capi di accusa contro di loro è aperto e può essere pubblicato. Se e quando una sommaria investigazione riesce ad identificare un soldato israeliano che ha deviato (ovvero che ha ucciso o ha usato impropriamente le armi a sua disposizione, ha rubato o ha abusato delle persone ai punti di controllo), la sua identità rimane celata. Nelle centinaia di altri casi, l'esercito afferma di "non avere dimestichezza con le denunce". Nelle migliaia di altri casi, nessuno si preoccupa di chiedere spiegazioni l'IDF.

Migliaia di palestinesi sono sotto arresto nei centri di detenzione. Israele è uno stato di diritto che riserva a questi prigionieri una punizione più severa della privazione della libertà personale: li rende inaccessibili alle loro famiglie prima del processo. Dozzine di altri terroristi sono stati giudicati e condannati a morte senza essere stati processati in tribunale. Loro e i civili che erano insieme a loro. In uno stato di diritto aggredito da un'entità terrorista questa viene chiamata legittima difesa, e le centinaia di israeliani coinvolti in queste esecuzioni extragiudiziali sono portati in gloria. Negli ultimi due anni i palestinesi hanno ucciso dozzine di collaboratori ritenuti sospetti senza prove o davanti a tribunali illegali. Questi vengono chiamati ignobili omicidi perpetrati da animali che non conoscono legge e non rispettano i diritti dell'uomo.

Ci si aspetta che i palestinesi obbediscano gli ordini dello stato d'Israele come se quegli ordini fossero le leggi di uno stato palestinese; pero' lo stato che impone gli ordini - lasciando al suo esercito la gestione dei territori, del suolo e delle risorse idriche - non è responsabile del benessere dei palestinesi che vivono in quei territori. Non ha bisogno di comportarsi come un normale stato, perche' i palestinesi non sono cittadini, non hanno diritto al voto. Non deve comportarsi come una forza di occupazione, perche' secondo gli accordi di Oslo ha perso quel titolo (agli occhi del mondo) quando ha trasferito alle autorita' palestinesi il controllo amministrativo di oltre il 90% della popolazione palestinese. Il PA [Palestinian Authority] e' responsabile del suo popolo pur non avendo nessuna autorita' su quasi tutta la Cisgiordania, malgrado non possa collocare una conduttura d'acqua senza prima chiedere il permesso del dipartimento di gestione civile. Il PA è responsabile del benessere e della sicurezza dei Palestinesi malgrado i bombardamenti abbiano distrutto le sue istituzioni. Anche se gli elicotteri e i carri armati gestiscono l'intera zona, sia dentro che fuori.

Sono i terroristi a mettere a repentaglio la vita dei civili, nascondendosi fra loro. L'IDF non ha colpa se i civili muoiono nelle loro case. I combattenti, con le loro armi e i loro carri armati, sono soltanto ospiti tra gli insediamenti e gli avamposti, e sparano sui civili palestinesi che i terroristi usano per protezione.

I Palestinesi sono assetati di sangue ed hanno soltanto la vendetta per ambizione. Lo confermano le dimostrazioni ed i sondaggi di opinione che mostrano come i palestinesi siano a favore degli attacchi terroristici. Gli israeliani, che i sondaggi di opinione indicano a favore dell'assassinio di Salah Shehadeh malgrado sia costato la morte di 14 civili, non sono mai assetati di sangue, né desiderosi di vendetta.

Il Palestinese disturba l'ordine pubblico quando viola il coprifuoco imposto dai combattenti nei carri armati e nelle jeep corazzate. Tale palestinese è punibile: gas lacrimogeno nel migliore dei casi, oppure scontro a fuoco. Il combattente israeliano e il suo esercito proteggono l'ordine pubblico e la sicurezza quando impediscono a centinaia di migliaia di bambini di andare a scuola, agli insegnanti di andare al lavoro, ai malati di andare all'ospedale, ai contadini di andare nei loro campi e alle nonne di visitare i loro nipotini.


9 ottobre 2002
Ha'aretz


versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum 
Avvenimenti quotidiani
by amira hass Saturday April 12, 2003 at 04:00 PM mail:  

La mattina dello scorso giovedì, due enormi bulldozer scavarono la terra con energia, come hanno fatto negli ultimi mesi, in un wadi a nord di Ramallah. Nel corso degli ultimi due anni, con la graduale chiusura al traffico palestinese di tutte le strade nel West Bank, questo villaggio è diventato un centro di passaggio centrale ed importante attraversato a piedi quasi quotidianamente da centinaia o migliaia di persone sulle vie che collegano Ramallah ai villaggi limitrofi ed al campo rifugiati Jalazun. I tassì li lasciano da una parte del villaggio e loro scendono la collina tra massi per poi giungere all'altro capo del wadi, dove svariati tassì li aspettano. Questo, ovviamente, accade quando lì non ci sono soldati appostati con le loro armi, granate a gas e bombe asfissianti, i quali fermano quelle persone.

Lo scorso giovedì il passaggio era impossibilitato da una jeep della polizia e da una camionetta militare. Non c'erano molte persone, ad ogni modo, a causa del coprifuoco imposto su Ramallah (in vigore anche prima il rinnovato assedio al Muqata e prima della sua demolizione). Un'ambulanza che viaggiava sulla strada che taglia per il wadi - vietata ai palestinesi - fu fermata nei pressi della jeep della polizia e controllata.

Una donna anziana scese dall'ambulanza e, con l'aiuto di una donna giovane, iniziò a scalare le rocce del versante nord, fermandosi ogni tanto per riposarsi su una roccia. Una macchina arrivò in cima al pendio e una donna ed un uomo sulla trentina ne uscirono. Entrambi erano dottori, che erano stati chiamati con urgenza dal villaggio di Sinjal (a circa 10 chilometri a nord di Ramallah). Nottetempo gli era stato impossibile muoversi, e v'era un viaggio lungo e difficile ad attenderli, che iniziò con il sorpasso della jeep della polizia ed evitando gli occhi ed i fucili dei poliziotti.

Tutt'intorno vi erano scavatrici al lavoro. Una recinzione intorno alla strada avrebbe prevenuto il passaggio attraverso il wadi e lentamente completerebbe l'isolamento dell'enclave di Ramallah, che è stato già bloccato a sud da una recinzione.

Lunedì pomeriggio, un avvertimento dei servizi di intelligence provocò il blocco di tutte le strade per raggiungere il quartiere palestinese in Gerusalemme-nord. In un asilo grande del villaggio, con circa 250 studenti dai tre ai cinque anni, gli insegnanti decisero di sbrigarsi e di accompagnare i bambini all'incrocio tra Aram e Beit Hanina, dove vivono i genitori preoccupati in Gerusalemme-est. Nessuno sa per quanto tempo ci sarà questo coprifuoco ed è difficile mantenere così tanti bambini piccoli in condizioni di guerra. I maestri dell'asilo speravano di essere capaci di convincere la Polizia di Confine per lasciar passare i bambini, ma la polizia iniziò invece a lanciare loro gas lacrimogeni e bombe asfissianti - a distanza di pochi metri, secondo quanto testimonia uno dei membri dello staff. Alcuni di questi poliziotti tenevano cani di grande stazza abbastanza vicino ai bambini, che ovviamente aumentarono il panico. (La risposta del portavoce delle Forze di Difesa israeliano non ha raggiunto il giornale Ha'aretz in tempo)

Queste due scene di vita quotidiana non fanno più notizia, se mai lo sono state. Ciò non è dovuto agli attacchi terroristici a Tel Aviv ed Hebron, né alle nove persone uccise nelle schiere dell'esercito israeliano durante un attacco a Gaza. Questi eventi non fanno notizia in Israele perché accadono tutti i giorni. Non sono "notizie" perché nel catalogo spontaneo prodotto dalla società israeliana, e quindi anche nei media, sono solo storie "stancanti" sulle sofferenze palestinesi, per le quali i palestinesi stessi sono da condannare.

Nessuna sofferenza di popoli, palestinese o non che sia, è degna di far notizia. Dopo tutto, coloro che determinano l'agenda sono prevalentemente politici e l'elite. Solitamente, la "sofferenza" deve far rumore, se non essere violenta, se deve essere degna di notizia e per avere i media che non collaborano con le autorità nel mascherarla. Eppure l'errore tecnico è che queste vicende non sono le solite sofferenze, il cui obiettivo è quello di suscitare pietà nei cuori della gente. Può essere sofferenza palestinese oppure etiope oppure quella di bambini che vivono al di sotto della linea della povertà - la sofferenza rimane comunque una questione politica, nascosta al grande pubblico sebbene a lungo andare il grande pubblico ne sia condizionata.

Gas lacrimogeno lanciato dalla polizia a bambini piccoli e bloccare dottori, evitando che possano raggiungere i propri pazienti nei villaggi - queste azioni appartengono ad una politica decisa dall'alto, anche se il primo ministro Ariel Sharon sia ignaro di tutto ciò e non abbia firmato tutti gli ordini per ogni container di gas lacrimogeno ed ogni ostruzione di medico. Quanto meno si sa in Israele a riguardo di questa politica, minore sarà il numero di domande che verranno domandate a riguardo della sua efficacia a lungo andare. I dottori non poterono andare di notte al villaggio ed i bambini - per paura del gas lacrimogeno e dei cani - non sono tornati al loro asilo ieri. Però, la loro sofferenza e la loro rabbia incitano chiunque voglia vendicarsi e abbia già deciso di morire - molto di più di quanto non siano convinti dai richiami ufficiali per evitare che colpiscano altri civili israeliani. Nessuna recinzione, né posto di blocco, né gas lacrimogeno li scoraggerà.

Ha'aretz
25 settembre 2002



versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum 
©opyright :: Independent Media Center
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.

Questo sito gira su SF-Active 0.9