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«Sharon contro la stampa»
by gfcgftrfgrfgrgfr Friday July 18, 2003 at 12:15 PM mail:  

«Sharon contro la stampa»

«Sharon contro la stampa»
La Federazione internazionale dei giornalisti denuncia il boicottaggio della Bbc
STEFANO CHIARINI
La federazione internazionale dei giornalisti ha ammonito ieri Israele che il boicottaggio della Bbc, concretizzatosi, tra l'altro, nella clamorosa esclusione dei reporter del network inglese dall'incontro tra la stampa e il premier israeliano Sharon avvenuto tre giorni fa a Londra, costituisce una minaccia alla libertà di stampa e manda un pericoloso segnale in una regione dove la libertà di stampa è già seriamente minacciata. La decisione di Sharon fa seguito a quella, presa una quindicina di giorni fa dal governo israeliano, di «ritirare qualsiasi forma di cooperazione» con la Bbc in risposta alla messa in onda di un documentario che denunciava la mancanza di controlli internazionali sulle armi israeliane di distruzione di massa in un momento nel quale proprio la presunta presenza di quelle armi (poi rivelatasi falsa ndr) in Iraq veniva portata a giustificazione della guerra contro Baghdad. Le domande della Bbc, all'inizio del programma «Israel's secret weapons» non lasciano dubbi: «Qual è il paese mediorentale che possiede armi nucleari non dichiarate?», «Qual è il paese mediorentale che ha una non dichiarata capacità militare biologica e chimica?», «Quale paese del Medioriente non ha alcuna ispezione internazionale?», «Quale paese ha tenuto in carcere per diciotto anni colui che ha rivelato segreti sul nucleare?». Domande che Sharon non ha gradito. Per la precisione una prima messa in onda del programma in Gran Bretagna a marzo, non aveva portato a immediate misure repressive, ma l'arrivo di un suo trailer e una nuova messa in onda sul canale «Bbc World», hanno spinto il governo Sharon, «protetto» in queste settimane dalla «road map» all'annessione della Palestina, a rompere gli indugi e ha cercare di mettere il bavaglio alla Bbc. Bbc già «rea» due anni fa di aver messo in onda un ineccepibile documentario «l'accusato» sulle responsabilità di Sharon nel massacro di Sabra e Chatila. «Governi che sostengono di essere democratici -ha sostenuto Aidan White, Segretario Generale della Federazione internazionale dei giornalisti - non posssono scegliersi il tipo di copertura giornalistica che a loro garba» e ancora «mandando un segnale che mina la libertà di stampa il Primo ministro israeliano aggrava ulteriormente i problemi già sperimentati da molti giornalisti e media indipendenti nel Medioriente». La Federazione internazionale dei giornalisti ha inoltre sostenuto che le dichiarazioni di Daniel Seaman, direttore del press office del governo di Tel Aviv secondo il quale i pezzi della Bbc «rasenterebbero l'antisemitismo», cercherebbero di «delegittimare Israele e mostrerebbero alcuni attegiamenti una volta tipici del Der Sturmer» non costituirebbero altro che un chiaro esempio della intolleranza di Israele nei confronti delle critiche dei media. Un atteggiamento che quando si tratta di giornalisti palestinesi, pacifisti o free lance, può anche portare a gravissimi fatti come l'uccisione a Ramallah di Raffaele Ciriello. Una repressione che colpisce anche le «fonti», coloro che danno all'opinione pubblica elementi di prova sull'esistenza di programmi bellici nucleari, bilogici o chimici come quelli portati avanti nella centrale nucleare di Dimona (tra l'altro sempre più pericolosa), nel centro di assemblaggio delle bombe H a Yodefat, nei depositi di Zachariah e Eilabun o nei laboratori biologici e chimici di Nes Ziona nei pressi di Tel Aviv. E' il caso di Mordechai Vanunu, il tecnico nucleare israeliano della centrale di Dimona che rivelò al mondo il funzionamento della fabbrica israeliana di bombe atomiche. Mordechai Vanunu, rapito a Roma dal Mossad (l'inchiesta italiana affidata al giudice Domenico Sica non arrivò a nessuna conclusione quasi che Vanunu si fosse inventato tutto) e condannato a 18 anni dei quali undici nel più totale isolamento. Ma anche di personaggi come il generale Yitzhak Yakov che per anni aveva diretto i programmi non convenzionali bellici israeliani. Ormai in pensione, Yakov commise l'«errore» di scrivere le sue memorie sotto forma di fiction e di raccontare la sua vita ad un giornalista. Arrestato segretamente, perseguitato, minacciato, accusato di tradimento, ha passato due anni di inferno ed ha avuto la vita distrutta. In ogni caso in soccorso di Sharon sono scesi di nuovo gli Usa che dopo aver bloccato il processo contro di lui in Belgio per crimini di guerra adesso hanno deciso di lanciare un nuovo network radio-televisivo 24 ore su 24 per promuovere in Medioriente il punto di vista di Washington e di Tel Aviv. Probabilmente gestito anch'esso dai neoconservatori «likudnik» alleati di Ariel Sharon che tanta influenza hanno nell'amministrazione Bush.

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dimenticavo
by jksdfhjkldfgfgf Friday July 18, 2003 at 12:16 PM mail:  

Dal Manifesto di oggi

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visto che ci siamo...
by dsflvjlturoptseriu Friday July 18, 2003 at 12:17 PM mail:  

ISRAELE
«Prigioni disumane»
La Fidh: 5.000 palestinesi (325 i minori) detenuti illegalmente, torture, donne maltrattate
ALBERTO D'ARGENZIO
BRUXELLES
Anche se la road map si dice in marcia la situazione nei campi dei prigionieri palestinesi resta «inumana». A dirlo è la prestigiosa Federazione internazionale per i diritti umani (Fidh), che lunedì ha presentato il rapporto di una Missione internazionale d'inchiesta sui «Prigionieri palestinesi in Israele: condizioni inumane dei detenuti politici», vale a dire le condizioni degli oltre 5.000 palestinesi detenuti adesso da Israele, mentre dall'inizio della seconda intifada, settembre 2000, in oltre 28.000 sono passati per le prigioni speciali di Tel Aviv. La Fidh accusa sia il governo israeliano a partire dall'estrema difficoltà di raccogliere prove dirette sulle condizioni di persone a cui non è nemmeno riconosciuto lo status di rifugiato di guerra, sia la comunità internazionale ed in primis i 15, tanto timidi da non assumere la richiesta del Parlamento europeo di sospendere il Trattato di libera associazione con Israele a causa del mancato rispetto dei diritti umani - come previsto dall'articolo 2. E lunedí prossimo l'ambasciatore israeliano e quello palestinese si recheranno a Bruxelles per incontrare, separatamente, i colleghi della Ue - come sempre a due facce visto che la Commissione approvava ieri lo stanziamento di 100 milioni di euro per migliorare le condizioni a Gaza e Cisgiodania.

Per la Fidh «arbitrarietà» è la parola che spiega quasi tutto, tanto che il quadro giuridico che fissa le condizioni dei prigionieri è vecchio di 32 anni, vago, incompleto, una nebulosa figlia anche di tre regimi penitenziari differenti e che genera la quasi-impunità per le forze armate israeliane. I militari israeliani ricorrono quasi sempre al fermo amministrativo che permette di tenere prigioniera una persona per 6 mesi rinnovabili senza obbligo di giudizio. Allo stesso tempo si può restare per 32 giorni senza vedere un avvocato, mentre solamente i legali israeliani possono presentare ricorso alla giurisdizione militare. Ma nemmeno per questi avvocati la vita è facile: accessi limitatissimi ai campi ed interviste con i clienti «non confidenziali», quando poi si arriva ad un giudizio per fermo amministrativo, non viene concesso l'accesso alle prove, cioè ad un processo giusto.

Passando alle condizioni di detenzione, queste «si sono gravemente deteriorate dopo la prima intifada: pessima alimentazione, sovrapopolazione, servizi medici limitatissimi, (..) condizioni igieniche preoccupanti (..) impossibilità di ricevere visite di familiari». Condizioni « estremamente difficili » anche per le donne, in maggioranza arrestate perché familiari di attivisti, e per i minori a partire dai 12 anni (325 prigionieri) che spesso sono detenuti senza separazione dagli adulti. Infine accuse di torture e pressioni psicologiche, limitate dalla Corte suprema il 6 febbraio 1999, ma nella prassi ben presenti. Il rapporto ora passerà per l'Onu e poi sarà presentato allo Stato d'Israele il prossimo 24 e 25 luglio.

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credibilita'
by credibilite' Friday July 18, 2003 at 12:18 PM mail:  

Il Manifesto ha la stessa credibilita' del Vernacoliere. Ma almeno la redazione del secondo non e' antisemita.

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commentone
by fjkhsduiafauigf Friday July 18, 2003 at 12:27 PM mail:  

Mi pare che nell'articolo, oltre alle opinioni personali del Manifesto, siano espressi anche fatti inoppugnabili e opinioni di altre entità (come la Federazione internazionale dei giornalisti o la Federazione internazionale per i diritti umani) che non hanno nulla a che vedere col manifesto. Invece il tuo commento non porta a nulla, solo il tuo pensiero personale del cazzo, di cui potremmo fare a meno.

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....
by ponkia Friday July 18, 2003 at 12:28 PM mail:  

Fidu mai sentita, prstigiosa sara' amnesty international. Mi chiedo se a Fidh interessa che ai prigionieri israeliani vengano tolti gli occhi e torturati. Se non a volte lanciati alla mandria selvaggia che grida "morte agli ebrei", vedo la follia a ramallah anni fa.
Secondo voi ai terroristi in carnere come a guantano come devono essere vtrattati? per voi benissimo visto che sono i vostri idoli, ma per me possono anche morire di fame quelle merde, senza di loro sarebbe piu' sicuro il mondo in generale!

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ignorante
by efoyhfihsdjkflgsg Friday July 18, 2003 at 12:34 PM mail:  

Se sei ignorante non è mica colpa mia.

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hahahaha
by x flsdkgjlsdf;gjk Friday July 18, 2003 at 12:43 PM mail:  

Gli unici ignoranti qui siete voi filopalestinesi.

Ignorate la storia ed i fatti. La propaganda e gli slogan no. Quelli li conoscete molto bene.

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i fatti
by kldhfsduiohvidf Friday July 18, 2003 at 12:47 PM mail:  

Veamente l'unico che ha riportato dei fatti sono stato io. Il resto erano tutte chiacchiere da bar, come le tue.

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ecco cosa succede ai palestinesi che vogliono la pace
by vuoi i fatti? eccoli Friday July 18, 2003 at 12:55 PM mail:  

ecco cosa succede ai...
capt.1019581195.mideast_israel_palestinians_xtag101.jpg, image/jpeg, 450x315

Questa e' la fine che fanno i palestinesi che vogliono la pace. Ma sicuramente, secondo il nostro amico filopalestinese questa non e' una violazione dei diritti umani, poiche' questi individui sarebbero "traditori"...

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x sopra
by bernardo de salazar Friday July 18, 2003 at 01:04 PM mail:  

ma quei cadaveri dovrebbero essere quelli che collaboravano
con gli israeliani (in poche parole le spie), il loro
linciaggio è comunque deprecabile e orrendo, ma non si tratta dei palestinesi che volevano la pace, ma dei collaboratori palestinesi degli israeliani, credo che
avrebbero dovuto subire un regolare processo, ma purtroppo
i palestinesi non hanno uno stato dove poterlo celebrare,
comunque le spie, anche se non fanno questa fine brutale
e vergognosa, non se la passano bene neanche quando vengono sgamati dalle "democrazie", al buio delle carceri di qualsiasi "democrazia", la spie subbiscono ogni genere di tortura.

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che bravo
by difuriuterutowrtyv Friday July 18, 2003 at 01:14 PM mail:  

Non è con la foto shock e il tuop commento che fai un'informazione migliore della mia. Di foto di palestinesi massacrati da israeliani te ne posso produrre a centinaia.

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mah
by ma non dire idiozie Friday July 18, 2003 at 01:18 PM mail:  

Tu, come tutti gli antiisraeliani, stai cercando di presentare i poveri palestinesi come vittime dei cattivoni israeliani. La realta' e che i palestinesi sono vittime del terrorismo e della loro leadership. Questi cosiddetti "collaboratori" vengono accusati senza le minime prove e trucidati brutalmente dai loro "fratelli" - e non si tratta solo di spie, ma anche di gente che osa alzare la voce contro il terrorismo.

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x ma
by bernardo de salazar Friday July 18, 2003 at 01:33 PM mail:  

Tu, come tutti gli antiisraeliani, stai cercando di presentare i poveri palestinesi come vittime dei cattivoni israeliani. La realta' e che i palestinesi sono vittime del terrorismo e della loro leadership. Questi cosiddetti "collaboratori" vengono accusati senza le minime prove e trucidati brutalmente dai loro "fratelli" - e non si tratta solo di spie, ma anche di gente che osa alzare la voce contro il terrorismo.

io credo che l'errore sia stato fatto dalla polizia palestinese, che avrebbe dovuto sottrarre quegli uomini alla vendetta della folla, è stato un errore di dilettantismo della leadership palestinese, che non ha capito ancora che queste cose sono dannose soprattutto per i palestinesi, credono di vivere nel mondo di 50 anni fa, dove l'unica cosa che conta è dare "contentini" al popolo, ma non si rendono conto, che quello che conta è la strategia mediatica globale.

credo che ai palestinesi converrebbe arrestare la gente,
prima che venga linciata e condannare i colpevoli al massimo con l'ergastolo. ma serve un leader moderno che abbia una visione globale, e sia capace di attuare una strategia intelligente, c'è da dire però, che è difficile
controllare un popolo esasperato, magari pensano di essere
costretti a dover dare questi "contentini", guidare e
controllare una situazione del genere dev'essere un gran
casino.

riguardo i cadaveri, erano spie, almeno tali erano considerati dai linciatori, poi credo che nessun palestinese sia pro-israeliano, sono in una situazione
tanto disagiata in confronto a quella israeliana che solo
un prezzolato potrebbe essere dalla parte dei vicini israeliani, od almeno una persona agiata e che è fuori dai guai, di quelli tra i palestinesi ce ne sono pochi.

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non
by hanno Friday July 18, 2003 at 02:12 PM mail:  

non hanno riconosciuto il Messia 2000 anni fa, lo hanno ucciso. e ora continuano coi loro metodi, di uccisione mirata, senza crocifiggere perchè non va più di moda.

se Egli tornasse lo crocifiggerebbero ancora, come 2000 anni fa. Intanto continuano ad aspettare il loro Messia, che ricordiamolo, sarà un guerriero dicendente dalla stirpe di Re Davide, non un " pacifista " come lo era Gesù.

Per assurdo , potrebbe anche essere Sharon il loro Messia, ecco com'è il Messia degli ebrei: un guerriero,un condottiero spietato coi nemici, che realizzerà il Regno in questo mondo, in questo e non nell'altro, distruggendo chiunque vi si oppone.

Ricordate che essi non porgono mai l'altra guancia, anzi disprezzano chi lo fa, come i Nazareni, i Goym.

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hahaha
by figuriamoci Friday July 18, 2003 at 02:18 PM mail:  

se non doveva passare il cattocomunista di turno a rompere ancora i coglioni con sta storia del deicidio. gesu' l'hanno crocefisso i romani. c'avete sterminato x quasi 2mila anni con sta storia del popolo deicida x cui non rompere i coglioni con le tue stronzate, grazie.

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religioni
by fromhell Friday July 18, 2003 at 02:31 PM mail:  

"non hanno riconosciuto il Messia 2000 anni fa, lo hanno ucciso. e ora continuano coi loro metodi, di uccisione mirata, senza crocifiggere perchè non va più di moda.

se Egli tornasse lo crocifiggerebbero ancora, come 2000 anni fa. Intanto continuano ad aspettare il loro Messia, che ricordiamolo, sarà un guerriero dicendente dalla stirpe di Re Davide, non un " pacifista " come lo era Gesù.

Per assurdo , potrebbe anche essere Sharon il loro Messia, ecco com'è il Messia degli ebrei: un guerriero,un condottiero spietato coi nemici, che realizzerà il Regno in questo mondo, in questo e non nell'altro, distruggendo chiunque vi si oppone.

Ricordate che essi non porgono mai l'altra guancia, anzi disprezzano chi lo fa, come i Nazareni, i Goym.
"
ma cosa cazzo utilizzi come allucinogeni?le ostie?
primo non sono stati gli ebrei a crocefiggere gesù (fatto storico riconosciuto dalla CHIESA!!!!!!).
secondo gesù di fatto era ebreo!!!!!!!!è dopo la sua morte che è stato fatto diventare cristiano!!!!!!
terzo prima di criticare una qualsiasi religione inizia a conoscere la tua coglione.
la leggenda del messia dice che egli arriverà i lgiorno in cui sul mondo regnerà la pace, su tutti i popoli!!!
perciò come fa ad essere un gerrafondaio?!?!?!?!?!?!?

IGNORANTE!!!!!

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ao' ma vi leggete?
by mazzetta Friday July 18, 2003 at 03:41 PM mail:  

................

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ao' ma vi leggete?
by mazzetta Friday July 18, 2003 at 03:41 PM mail:  

................

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Come tutti gli antisemiti
by Domchi Monday August 04, 2003 at 05:17 PM mail:  

Come tutti gli antisemiti anche in Italia l'odio persiste.
Un'odio tramandato da padre in figlio e d'alla chiesa stessa per secoli.
Probabilmente lo tramanderete anche ai vostri figli e l'eccidio (fisico o morale) continuera'
Ma perche non vi fermate invece a considerare che gli Ebrei come tutti, hanno anche loro i loro difetti ma che hanno anche dato al mondo molto.
Qui in America e altrove hanno dato dottori, magistrati, scienziati, inventori, scrittori, poeti, musicisti etc.
Considerate che negli ultimi 50 anni, sebbene gli Ebrei siano solo 16 milioni in un mondo di 6 miliardi, il 30 percento dei vincitori del premio Nobel sono Ebrei.
Considerate che hanno dato al mondo l'idea di UN Dio,
che hanno poi dato Gesu' (si anche lui Ebreo) e pagando con l'olocausto 6 milioni di vite, hanno dato al mondo una conoscenza di cosa puo' fare l'odio all'essere umano (Ebrei e non) ed e' per questo che si e' intervenuti nel Bosnia, prima che l'odio per i musulmani avesse causato un'altra ecatombe.
Sono desolato di non essere nato Ebreo ! !

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Tutte balle
by domchi Tuesday August 05, 2003 at 03:17 AM mail:  

Ma lei come le sa tutte queste storie? dal ibero ministero d'informazione Palestinese?
Ma lo sa lei cosa succede ai fondi che l'Europa e gli Stati Uniti (e anche altri paesi) mandano ad Arafat per migliorare la vita dei Palestinesi?
Milioni vanno a finire nelle banche dello stesso Arafat e ministri.
Aho' ma si rende conto che costoro sono peggio di voi Italiani?

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Tutte Cazzate Sig. Chiarini
by Domenico Chiarini Tuesday August 05, 2003 at 03:26 AM mail:  

Signor Chiarini, prima di publicare scemenze simili si informi ! !
Sappiamo benissimo l'antisemitismo nel mondo!
Qui lei maschera questo fatto accusando Israele di voler nascondere il fatto che si possiedono tutto quello necessario che possa servire come deterrente contro chi li vuole buttare in mare.
Io preferisco l'atomica in mano agli Israeliani che la pistola in mano agli Arabi.
Gli Ebrei hanno dato al mondo scienziati, architetti, scrittori, magistrati, poeti, pensatori, l'idea di un DIO unico, Gesu (si ebreo anche lui) e con l'olocausto pagando con 6 milioni di anime anche la conoscenza di dove puo' sprofondare l'essere umano quando odia.
Mi dica lei il nome di un palestinese che abbia fatto qualche cosa per l'umanita'.
Ho un figlio che si chiama Stefano come lei.
Forse lei pensera' che io sia Ebreo.
Non lo sono ma sono desolato di non esserlo, negli ultimi 50 anni il 30 percento dei vincitori del premio Nobel sono Ebrei.

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Tutte balle
by Domenico Chiarini Tuesday August 05, 2003 at 03:29 AM mail:  

Signor Chiarini, prima di publicare scemenze simili si informi ! !
Sappiamo benissimo l'antisemitismo nel mondo!
Qui lei maschera questo fatto accusando Israele di voler nascondere il fatto che si possiedono tutto quello necessario che possa servire come deterrente contro chi li vuole buttare in mare.
Io preferisco l'atomica in mano agli Israeliani che la pistola in mano agli Arabi.
Gli Ebrei hanno dato al mondo scienziati, architetti, scrittori, magistrati, poeti, pensatori, l'idea di un DIO unico, Gesu (si ebreo anche lui) e con l'olocausto pagando con 6 milioni di anime anche la conoscenza di dove puo' sprofondare l'essere umano quando odia.
Mi dica lei il nome di un palestinese che abbia fatto qualche cosa per l'umanita'.
Ho un figlio che si chiama Stefano come lei.
Forse lei pensera' che io sia Ebreo.
Non lo sono ma sono desolato di non esserlo, negli ultimi 50 anni il 30 percento dei vincitori del premio Nobel sono Ebrei.

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balle sioniste
by e´ dio che odia gli ebrei! Tuesday August 05, 2003 at 11:56 AM mail:  

pova a dimostrare che gli ebrei morti erano 6 milioni
(non sono un revisionista ma i mistificatori mi fanno schifo)

e oggi nel mondo non si vedono grandi progressi civili
basta vedere gli americani e gli israeliani che si pongono
come esempio della civilizzazione

in quanto a dio è chiaro che pensa che gli ebrei sono gente di poca fede e civilta´

ed è per questo che gli punisceda circa 5000 anni
io non vorrei mai essere ebreo sono sfigati e portano sfiga

contenti loro


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Si vede
by Domchi Tuesday August 05, 2003 at 03:15 PM mail:  

Si vede che sei un'anti semita comunista con poca educazione morale e intellettuale.
L'America rappresenta la liberta' di pensiero e di praticare la religione che si vuole.
Israele l'idea di UN Dio che ci ha dato anche Cristo (si ebreo anche lui).
Ma questo se lo sai lo vuoi ignorare perche l'odio ti e' stato insegnato da tuo padre che a sua volta ha avuto suo padre come insegnante.

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ma va a kakare cretinetto
by ma di che odio parli Tuesday August 05, 2003 at 05:43 PM mail:  

ma pensa un po

bambino mio

la libertadi pensiero americana è una balla

prova a pensare un pochino

quando entri in america ti chiedono se sei comunista o no

e se sei comunista e americano non hai vita facile
senza parlare poi della sfiga di esser negro in america

poi se sei palestinese in israele oppure dei territori occupati
sei pure uno sfigato e la tua vita non vale un cazzo

e in quanto ad odio mi sembra giusto odiare quegli ebrei o israeliani
che sono razzisti sionisti e assassini
altri(e putroppo sono pochi)ebrei e israeliani
portano il mio piu grande rispetto

quindi mio caro bambino lascia stare sti commenti da deficente



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Si vede...
by dominic Wednesday August 06, 2003 at 09:38 PM mail:  

Si vede che lei ha poca istruzione.
non mi degno quindi di continuare con uno zoticone comunista antisemita.

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continuo
by Dominic Wednesday August 06, 2003 at 09:46 PM mail:  

e poi a parte il fatto che almeno qui la lasciano entrare
ed in altri paesi no, a me non mi hanno mai chiesto se sono comunista o no e vivo qui da 40 anni (bambino?)
In nessun posto del mondo i negri vivono meglio che in America.
Abbiamo negri avvocati, dottori scienziati che vivono bene come i bianchi, ma non vuol dire che non ci siano i poveri come da per tutto (vedi Russia).
Se l'America e' cosi' razzista e brutta perche voi Italiani e tutto il resto del mondo cercate semopre di venire qui?
riaffermo la tua poca cultura morale e spirituale.
Va a confessarti!!!!

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sharon contro la Stampa
by Galere Disumane Thursday August 07, 2003 at 12:53 AM mail:  

Ci sono 2 cose che danno particolarmente fastidio ai sionisti e alle loro scimmie ammaestrate:

1) l'informazione sui fatti di cui si stanno macchiando gli occupanti in Palestina

2) il boicotaggio dei prodotti degli occupanti e dei loro complici

La riprova è la loro scomposta agitazione al solo sentirne parlare.
In fondo è per questo che presidiano costantemente questo sito.




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Informazione?
by Dick Thursday August 07, 2003 at 02:13 PM mail:  

Ma lei da dove la prende la SUA informazione dal ministero Palestinesed d'informazione? (molto simile a quello Iracheno di durante i primi giorni della guerra).
Ma di quale boicottaggio parla?.
Martin Luther disse che l'antisionismo e antisemitismo. D'altronde Sionismo vuol solo dire ritorno a Sion che e' l'antico nome di Israele.
Io sono un negro ebreo nato a mogadishu e sono grato a Israele che ci porto' a casa dopo 2000 anni di perseguitamenti.

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X questo qua sopra che non sa cos'è l'informazione
by anti-gas Saturday August 09, 2003 at 02:28 PM mail:  

L'informazione delle atrocità commesse dall'entità sionista sono sotto gli occhi di tutti, anche se oscurate disperatamente dai media nazionali. Come le macchie di sangue che proprio non se ne vogliono andare dalle cravatte dei suoi idoli quali Peres, Sharon,...

Per esempio, se la sua religione glielo consente, anche lei si può informare a:
http://www.palsolidarity.org/, scoprirà come l'esercito sionista stia sparando, ammazzando, ferendo, arrestando, deportando persone di tutto il mondo (cittadini israeliani compresi), pur di impedire che venga fatta informazione a tutto il mondo. Forse anche lei, scoprirà persone come Rachel Corrie, bianche e americane, sepolte dai bulldozer israeliani mentre cercavano di impedire con i loro corpi la distruzione di case palestinesi.
Scoprirà come, proprio il 7 Agosto, mentre lei citava a sproposito Martin Luther, leader non-violento e assassinato dai razzisti americani, i razzisti israeliani assaltavano un campo profughi vicino Nablus con carri armati, jeep e elicotteri, uccidendo un palestinese, Amees Abu Salim, dando alle fiamme 2 case e come al solito impedendo ogni tipo di soccorso. Scoprirà come i razzisti israeliani abbiano sparato con PROIETTILI VERI a ragazzi palestinesi, ferendone uno, Ahmed Abu Jameelha, colpevoli di aver lanciato 2 pietre contro le jeep!!!!!
Visto che non sentirà di certo questa notizia sui telegiornali a lei tanto cari, vada a leggere anche qui http://italy.indymedia.org/news/2003/08/350159_comment.php#350163, ammesso che lei frequenti questo sito anche per leggere, e non solo per postare ciecamente a favore di israele.
La realtà è questa: i sionisti sono coloro che usano la religione o la (presunta) razza ebraica per legittimare israele e tutte le atrocità compiute in suo nome.
Queste sono le merde fanno schifo al mondo intero. compresi a coloro che in tutta buona fede hanno deciso di seguire la religione ebraica.

Se lei, che è nato a Mogadishu, è così contento di essersi insediato in un'altra terra, immagini come devono essere felici gli oltre 4 milioni di profughi palestinesi deportati dai suoi "salvatori messianici" dalle loro terre e dalle loro case. Sappia dick, lei che si definisce negro ed ebreo, che QUESTI sono i veri perseguitati OGGI!!!!

E' indicativo poi che il suo nick riprenda il nome di Richard (Dick) Armey, il repubblicano del Texas, leader della maggioranza al Congresso degli Stati Uniti, aperto sostenitore della soluzione pulizia etnica dei palestinesi. (Tralascio per pietà ogni altra considerazione su Dick Cheney ...)

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X Anti-gas
by Dick Saturday August 09, 2003 at 04:06 PM mail:  

Allora, prima di tutto la mia religione non mi vieta di andare su nessun sito (non e' menzionato ne dalla bibbia ne dal Talmud, ne dalle leggi Israeliane),lei mi manda su un sito messo a punto dai Palestinesi per ottenere informazioni sulle cose riguardanti il conflitto Israele. Indimedia poi non ne parliamo, il sito e' notoriamente comunista e chissa' perche' antisemita). Non le pare ridicolo? mi ricordo di come il ministero d'informazione Iracheno davanti a tutte le telecamere Arabe continuava a ripetere che gli Americani erano ormai battuti e che loro infliggevano enormi perdite sugli invasori.
Lei dice che Israele fa di tutto per impedire al mondo di sapere quello che succede in Palestina.
Lei pero' ripetendo quello che le dicono in qualche circolo filofascista o comunista (l'antisemitismo li accomuna), sembra che sappia tutto quello satanico che fanno gli Israeliani a riguardo dei Palestinesi.
Due sono le cose: o non ci riescono o lei andando sui siti indicati, e imbevendosi di propaganda anti Sionista semina menzogne antisemite sull'internet.
Lei non si rende conto che Israele e' in guerra ! !.
Hamas, l'Islamic Jihad, l'Qlaqsa brigade eccetera' hanno ripetutamente detto che non avranno pace fino a che ci sara' un'Ebreo in quella che loro chiamano Palestina.
Allora lei sa che la guerra e' guerra, se gli Israeliani volessero la potrebbero finire domani lei mi viene a raccontare palle dicendo di soldati Israeliani che, sparando pallottole vere su bambini Palestinesi, ne FERISCONO uno, uno solo? o lei e' un sempliciotto o di nuovo sta' dicendo balle.
Mi ricordo il furore che causo' la foto di un bambino palestinese che mori' tra le braccia di suo padre.
Poi fu scoperto che era stato ucciso dalle pallottole dei fedajin che stavano sparando ai soldati Israeliani.
Oppure del grande furore della strage di Jenin che non ci fu mai stata perche' i soldati sono sotto ordine di quando possono, non far del mala alla popolazione (come appunto a Jenin dove morirono quasi altrettanti soldati che civili, che si riscontro' dopo molti erano fedajin).
Gli oltre quattro milioni che lei menziona non sono mai appartenuti alla terra d'Israele.
Ci sono oltre un milione di Palestinesi Arabi che vivono legittimamente in Israele e sono Israeliani, se lei si interessase alla storia saprebbe che, ai principi del secolo, quella terra era abitata da uguale quantita' di Ebrei e Arabi. Dopo il 1948, molti Arabi nomadi dalla Giordania, Syria, Egitto, Yemen eccetera andarono in Palestina per cercare lavoro (Arafat e' nato in Egitto) e la loro progenia oggi e arrivata a quasi quattro milioni che reclamano la terra d'Israele.
I palestinesi non sono mai esistiti nell'antichita'
la Palestina (nome dato alla terra dai Romani e ribattezzata cosi' dagli Inglesi che la tolsero ai Turchi)
si chiamava Giudea e Samaria.
Tutti gli scavi hanno portato alla luce solo artifatti ebree, mai una cosa araba.
Nelle scuole sovvenzionate dall'Europa e anche dall'America si insegna solo odio e il ritorno a tutti i costi nella loro terra.
Vestono i bambini in abbigliamenti da camikaze e li spronano ad immolarsi per la causa mettendo nelle loro cinture chiodi imbevuti di veleno per topi ammazzando bambini, donne e vecchi.
E poi lei mi viene a dire che Israele non dovrebbe fare qualsiasi cosa per fermarli? a me sembra che siano piutosto lenienti verso di loro, vorrei sapere che farebbe lei se non potesse prendere l'autobus o andare al cinema o fare una passeggiata con i sui cari la sera.
No lo so cosa vuole lei, lei vuole che i 4 milioni + si stabilissero in Israele e che buttassero in mare tutti cosi' il suo odio si appagherebbe e lei che lamenta il ferimento di un bambino Paletinese gioirebbe invece, della morte di 5 milioni di donne, bambini, vecchi, madre, padri, nonni.
No caro signore, ora abbiamo una terra nostra da millenni,
se leverete ancora la mano su di noi ve la faremo pagare a caro prezzo e nella analisi finale, se ci mandate all'inferno, vi porteremo tutti con noi.
PS Dick me lo diede un soldato Inglese quando entrarono i Somalia nel 44 io mi chiamo, guarda un po' Ismaele, ma vedo come lei che essendo comunista e odiando quindi l'America mi vuole insultare menzionando i due Dick (e' invece un'onore).
Si dice non c'e' piu cieco di chi NON VUOLE vedere ne piu sordo di chi NON VUOLE sentire.

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X Dick
by anti-gas Sunday August 10, 2003 at 01:09 AM mail:  

Lei continua a ripetere del ministero d'informazione Iracheno, (facendo finta di ignorare che l'Iraq è l'unico stato che è stato veramente aggredito ed invaso).
Lei definisce "comunista", "filofascista" e "antisemita" qualunque fonte di informazione che provenga DIRETTAMENTE dai martoriati territori occupati.
Il suo razzismo non ha limiti, lei schizza il suo profondo disprezzo su chiunque voglia contestare la politica sanguinaria di israele, non risparmiando neanche gli ebrei israeliani.
Il vero antisemita è lei.

Lei dice che israele è in guerra.
Lei non si rende conto che l'entità sionista che lei chiama israele è in guerra perché sta depredando TUTTA la terra di Palestina, commettendo i peggiori crimini di guerra, come la pulizia etnica contro chi ha avuto la sfortuna di nascere in quella Terra, e non di arrivarci da lontano, come dice che ha fatto lei. O vuole propinarci la menzogna che il muro dell'apartheid serve ad israele per difendersi?
Per giustificare l'orrore di soldati che sparano contro i bambini Palestinesi, lei dice che "la guerra è guerra", ma, secondo lei, i Palestinesi non hanno diritto a difendere la loro terra, le loro case, i loro figli?
Lei sostiene che quei fatti riportati dall'ISM sono tutte balle perché è stato ferito UN SOLO bambino palestinese. Le sembra troppo poco l'effetto per il potente esercito israeliano che se volesse potrebbe farla finita anche domani? Si rassicuri: i soldati israeliani (ed i coloni) sparano OGNI GIORNO con armi di precisione contro bambini al di sotto dei 14 anni, mirando essenzialmente alla parte superiore del corpo (da qui la grande percentuale di bambini feriti alla testa, agli occhi, all’addome, o anche resi permanentemente invalidi da lesioni alla spina dorsale).
La invito a leggere i loro nomi e le loro storie su http://www.gazzella-onlus.com/a008.html.
Il nome ‘Gazzella’ è quello di una bambina quattordicenne di Hebron che, nel novembre del 2000, tornando a casa dalla scuola, fu così gravemente ferita alla testa da un soldato israeliano che in un primo momento i medici ne diagnosticarono la morte celebrale. Venne operata d’urgenza, fu salvata e dopo un lungo periodo entrò in convalescenza. Il suo nome è quindi un simbolo di speranza.
"Gazzella" nasce dall'idea di due amiche andate a proprie spese nei Territori Occupati, spinte dal desiderio di vedere direttamente cosa stava succedendo, come vede anche queste notizie provengano da chi è stato direttamente sul posto, potrà così aggiungere alla sua lista di "antisemiti" anche i "cattolici", rimediando ad una sua grave dimenticanza (i cattolici in fondo non sono gli antisemiti storici?)

Ci risparmi la propaganda sionista che nega l'assassinio di Al Durra, 12 anni e il ferimento di suo padre. Di quell'episodio non esiste solo una foto, ma un intero filmato, agghiacciante. Quello che non si vede nel filmato è l'uccisione dell'autista dell'ambulanza, Bassam al Bilbeisi, che voleva soccorrere padre e figlio. Ma è inutile che le stia a fare l'elenco degli assassinati. Lei vuole farci credere siano stati i fedajin.

Lei ha il coraggio persino di negare la carneficina di Jenin. Ma questa è la tecnica dei sionisti: quando i morti non si possono negare, vorreste propinarci che sono i palestinesi che si ammazzano tra di loro, altrimenti fate di tutto per nascondere i vostri crimini. Come a Jenin, quando avete impedito l'accesso per molto tempo a chiunque volesse entrare, violando come sempre la legalità internazionale. In quale categoria di "antisemiti" farebbe rientrare questo sito? http://www.hrw.org/reports/2002/israel3/israel0502-01.htm#P49_1774
L'autista che con il suo mostruoso bulldozer ha raso al suolo non so quante case, seppellendo le persone che ci abitavano, si è vantato alla TV israeliana delle sue gesta, delirando di aver provato la gioia più grande della sua vita e rammaricandosi solo di non essere andato ancora avanti per un bel pò. Ha ricevuto non so quale onorificenza dal vostro stato che si nutre si sangue.

Non spreco altro tempo a rispondere ai suoi ulteriori deliri sionisti, nei quali arriva a negare il Popolo Palestinese e a farneticare di scavi "che non avrebbero mai portato alla luce cose arabe ma solo artifatti ebree". Chissà cosa avranno mai trovato? Il borsellino di Giuda?

Alla fine non è proprio riuscito a trattenere la sua vera trista anima sionista e il suo odio:
"... SE LEVERETE ANCORA LA MANO SU DI NOI VE LA FAREMO PAGARE A CARO PREZZO E NELLA ANALISI FINALE, SE CI MANDATE ALL'INFERNO, VI PORTEREMO TUTTI CON NOI..."

Riesco a crederla solo quando si sente onorato nell'essere chiamato come i 2 dick razzisti criminali.

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X il negro ebreo sionista
by ADISSU MESSALA Sunday August 10, 2003 at 01:41 AM mail:  

"Io sono un negro ebreo nato a mogadishu e sono grato a Israele che ci porto' a casa dopo 2000 anni di perseguitamenti. "

1) Se è vero che sei nato a mogadishu, allora israele non ti ha portato a casa tua, ma in quella di altre persone cacciate, deportate, massacrate, grazie anche a dei pezzi di merda sionisti come te che non sanno dove cazzo andare.
2) I peggiori "perseguitamenti" per i "negri ebrei" oggi esistono sopratutto in israele, proprio da parte dei razzisti ebrei, talmente razzisti, che si discriminano anche fra di loro, distinguendosi tra ebrei di seria A e serie B!!!!

E guarda caso nel gradino più basso ci sono proprio gli ebrei neri...(riconosciuti come ebrei solo di recente dalle autorità civili e religiose israeliane).

A dirlo non sono i "fedajin", ma ADISSU MESSALA, DEPUTATO LABURISTA del governo israeliano, noto antisemita anche lui naturalmente.
Hanno propagato le sue menzogne gli antisemiti Dominique Vidal e Joseph Algazy (giornalista del quotidiano Haaretz, Tel Aviv)
"
...
"LA SITUAZIONE DEGLI EBREI ETIOPICI È CATASTROFICA, UNA VERA BOMBA SOCIALE A OROLOGERIA", CI AVVERTE ADISSU MESSALA, DEPUTATO USCENTE. NEL 1996 ERA STATO ELETTO NELLE LISTE LABURISTE GRAZIE AL SUO RUOLO NEL MOVIMENTO DI PROTESTA CONTRO LO SCANDALO DEL SANGUE: LE AUTORITÀ AVEVANO RACCOLTO SANGUE FRA GLI IMMIGRATI DI ORIGINE ETIOPICA E IN SEGUITO, VISTO IL LIVELLO DI DIFFUSIONE DELL'AIDS NELL'AFRICA NERA, LO AVEVANO GETTATO VIA. QUESTA STORIA AVEVA ALLORA PROVOCATO UNO SHOCK, RESO ANCOR PIÙ GRAVE DAL FATTO CHE LA COMUNITÀ DI ORIGINE ETIOPICA VIVE MOLTO MALE IN ISRAELE. I COSÌ DETTI FALASCIA, MALTRATTATI DALLE AUTORITÀ RELIGIOSE, CHE METTONO IN DUBBIO LA LORO EBRAICITÀ ED ESIGONO DA LORO UNA NUOVA CONVERSIONE, SONO OGGETTO DI UN GENERALE RAZZISMO. ALCUNI SINDACI SI RIFIUTANO DI ACCOGLIERLI NEI LORO COMUNI E QUESTO FA SÌ CHE MOLTI FALASCIA VIVANO IN QUARTIERI ISOLATI, SE NON ADDIRITTURA IN ROULOTTE: DEI GHETTI, IN REALTÀ. CI SONO POI DEI PRESIDI CHE RIFIUTANO DI ACCETTARE NELLE LORO SCUOLE I BAMBINI DELLE FAMIGLIE ETIOPICHE... INSOMMA QUESTE 60.000 PERSONE FORMANO IL GRUPPO EBREO PIÙ SFAVORITO E MENO INTEGRATO E LA MAGGIOR PARTE DI LORO, DISOCCUPATA E SENZA RISORSE, DIPENDE PER SOPRAVVIVERE DAGLI AIUTI SOCIALI.
Sui muri di Natania, una città turistica del centro del paese, è ancora leggibile lo slogan "Morte ai bianchi", un graffito opera di giovani etiopici. In questa comunità, all'interno della quale sei persone su dieci hanno meno di diciotto anni, la grande maggioranza degli adolescenti non termina la scuola secondaria.
Sfaccendati e amari, i giovani etiopici vagano per le strade, mentre i loro genitori si chiudono nella loro indigenza e nel mutismo. "Un giorno o l'altro cercheranno di prendersi con la violenza quanto non hanno ottenuto con mezzi legali.", avverte Messala..
Come tutti i giovani etiopici, Asher e Yoni adorano la musica nera, il rap e il reggae. Col ritratto di Bob Marley alle spalle, dicono di sognare di emigrare in Giamaica. "Qui noi soffriamo perché siamo neri."
...

http://www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/LeMonde-archivio/Maggio-1999/9905lm17.01.html

(noto giornale comunista)


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La vostra vera identita'
by Dick Sunday August 10, 2003 at 04:55 AM mail:  

Continuate a mandarmi su siti comunisti, palestinesi e fascisti per cercare di informarmi, incredibile!!!.
E come mettere Al Capone capo della polizia di Chicago.
In tutto il medio oriente non c'e' altro stato piu Democratico di Israele. La vivono piu di un milione di Arabi, ci sono negri, comunisti (spiacente manon ci sono fascisti e nazisti). Al governo gli Arabi hanno seggi nel Sinhedrin e ci sono deputati di tutti i partiti anche negri come mi fa notare quello che non riesce a ritenere le parolacce.
Su questo sito ci sono molte persone che hanno sempre il C.. in bocca.
Come in ogni paesi integrati, non nego che ci siano problemi qui, ma il mio popolo in Etiopia viveva molto peggio e ricordo (questo mi fu detto anche da emigrati polacchi), quando mi si voleva insultare, che mi dicevano vai via sporco Ebreo esci da qui, questa non e' la tua terra torna in Palestina.
Mostratemi i Palestinesi cacciati via nel 48 fatemi vedere documenti di quelle terre che reclamano.
Ve l' ho detto come sono arrivai a quattro milioni (con Arafat nato in Egitto 4000001).
Ma perche' spreco tempo su questo sito ve l'ho detto nessuno e' piu cieco ....
A voi dispiace che siamo sopravissuti sebbene a cominciare dai romani che distrussero il tempio e ci massacrarono, ci avete trucidato con l'inquisizione cattolica (come menzionato sopra), i pogrom Russi, le accuse dell'uso del sangue di bambini cristiani mescolate al matzoh, l'accusa di deicidio, l'affare Dreyfus, l'accusa di complotto mondiale per conquistare il mondo (il protocollo degli anziani di Zion), l'olocausto, l'accusa di razzismo per farci odiare dal mondo ancora di piu e con la scusa dei poveri palestinesi perseguitati, aguzzare l'odio del resto del mondo con le menzogne e le propagande che avete scritto sopra.
Non siamo piu quel popolo con gobba, meschino, spaurito ora non potete piu picchiarci, bruciarci, torturarci per farci rinunciare alla nostra identita', metterci in croce. Potete cercare di farlo ma ricordate quello che vi ho detto sopra nell'analisi finale.......

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X anti-gas
by Dick Sunday August 10, 2003 at 05:23 AM mail:  

Ma come fa' a credere a queste cretinate?
Dal sito che mi ha dato lei:
E per la prima volta i soldati di un esercito regolare — quello israeliano — sparano ogni giorno con armi di precisione contro bambini al di sotto dei 14 anni, mirando essenzialmente alla parte superiore del corpo (da qui la grande percentuale di bambini feriti alla testa, agli occhi, all’addome, o anche resi permanentemente invalidi da lesioni alla spina dorsale).
A me pare che se sparassero con armi di precisione
ci sarebbe una grande percentuale di bambini MORTI!
ancora un'altra menzogna per continuare il libello contro gli Ebrei.
Si vada a confessare.

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La vera identità di Dick
by anti-gas Sunday August 10, 2003 at 02:45 PM mail:  

Il fatto che lei spreca il suo tempo su questo sito non fa che dimostrare quanto già detto nel post che ha scatenato la sua reazione: nascondere il vero scopo attuale di israele, ovvero la conquista di tutta la Palestina.
Per la realizzazione della "grande israele" ogni mezzo è lecito per "convincere" i Palestinesi ad andarsene dalla loro Terra e dalle loro case, e le discussioni tra le varie fazioni sioniste nella democratica israele, e nel mondo intero, riguardano solo quanto tempo metterci.
Attualmente la democratica israele ha aggiunto alle persecuzioni sul popolo Palestinese, la costruzione del muro dell'apartheid.
Per cercare di nascondere ad ogni costo questa verità sotto gli occhi del mondo intero, i sionisti e le loro scimmie ammaestrate si agitano con lo stantio vessillo dell'antisemitismo, propagandano viscide e odiose falsità sia storiche che contemporanee, disprezzano le altre religioni, lanciano vergognose minacce in puro stile mafioso.
La ricompensa per le scimmie è una casa a mutuo agevolatissimo, esenzione dal servizio militare e magari anche il "bollino da ebreo" rilasciato generosamente da qualche autorità rabbinica (pur di non avere la pelle troppo nera).
MA QUESTO È SUFFICIENTE PER VOLERE IGNORARE GLI ASSASSINI E LE TORTURE PERPETUATE SU BAMBINI INNOCENTI E PER DESIDERARE DI ABITARE IN UNA CASA COSTRUITA SUL LORO STESSO SANGUE?
Basta questo a darci l'ultima conferma sulla sua identità sionista, un'identità nata già putrefatta che non è basata nè sulla razza, nè sulla religione, ma solo su UNA SPAVENTOSA PERDITA DI UMANITÀ.

http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArt.jhtml?itemNo=303622&contrassID=2&subContrassID=4&sbSubContrassID=0&listSrc=Y


P.S.
per l'ottenimento (o il mantenimento) del suo bollino da ebreo, le consiglio in particolare l'osservanza della zedakà (il precetto per eccellenza), se lei fosse un ebreo di serie A sua mandre dovrebbe aver provveduto ad infondergli il senso di questo precetto, ovvero una pietà verso il prossimo, che non si traduce in un atto di elemosina, ma di giustizia...

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X anti-gas
by Dick Sunday August 10, 2003 at 05:16 PM mail:  

il modo in cui parla, e reminiscente del modo in cui i fascisti si dilunghevano in menzogne e falsita' montate per denigrare e perseguitare gli Ebrei.
Non credo che lei sia cosi' tanto anziano da essere fascista ma, l'antisemitispo e l'odio glie lo avra' insegnato suo padre che a sua volta glie lo ha insegnato suo padre e via di seguito.
Riguardo il muro, dal ghetto di Venezia in poi, ce lo avete costruito attorno voi, per secoli in tutti i paesi d'europa e Russia,per non farci uscire dal ghetto. Ora che ne abbiamo bisogno noi, ce lo negate.
A parte che il muro e' muro solo in alcune parti (il resto son recinti, con sorveglianza elettronica) lei dimentica che il muro gia c'e', a Gaza.
Guarda caso che tutti i terroristi che si sono fatti saltare in aria mirando all'assoluta strage di donne e bambini (al contrario di Israele che se cio' accade raramente, e sempre per sbaglio) sono entrati dalle parti dove si costruisce il muro.
NON UNO e' MAI entrato da Gaza!!!
Come si permette lei di fare il moralista e di insultarmi?
Io qui, non l'ho mai insultato.
Gli inumani siete stati sempre voi, ma lei ha deciso di ignorare la lunga lista delle perseguizioni che le ho descritto.
Ci sono forse solo due stati in Europa che non hanno le mani sporche di sangue dei discendenti di Abramo, la Danimarca e la Bulgaria.
Voi Italiani non scampate, si caro anti-gas, il gas fu usato dai fascisti in Etiopia, in Eritrea contro l'altra mia identita, quella negra.
E ancora sputate odio e menzogne di bambini palestinesi uccisi deliberatamente dai nostri soldati per incitare il mondo ad odiarci ancora di piu'.
Vergogna ! !, voi mi volete ancora in giro per il mondo, cosi' che potete continuare a pestarci, inprigionarci, e bruciarci, per avere un capro spiatorio quando le cose vanno male per voi.
NON PIU, ora sono finalmente dove non mi si sputa addosso e qui, non mi hanno mai trattato come un cane.
Vi abbiamo dato l'idea di un dio UNICO. e pagando con sei milioni di vite, anche la consapevolezza di come puo scendere in basso l'essere umano.
Vi abbiamo dato pensatori, scrittori, poeti, magistrati, patrioti (anche Italiani), scienziati, 147 e piu vincitori del premio Nobel, biologisti e dottori che hanno, con le loro ricerche e invenzioni,salvato moltissime vite umane.
In ricambio, voi ci avete sempre dato solo distruzione e morte.
Ma ci pensa lei quante persone bruciate ad Auschwitz, Dachau, Belsen Belsen avrebbero potuto aggiungersi alla lista dei benefattori dell'umanita"?
Se Adonai ha fatto nascere Cristo tra gli Ebrei, vuol dire che dopo tutto, essi non sono poi tanto criminali come asserisce lei.
A proposito cosa le dice LA SUA religione a proposito di odio, menzogne, cattiverie che spronano altri a diventare antisemiti ed a odiarci?
Si faccia l'esame di coscienza o, se preferisce vada a confessarsi, forse il suo odio diminuira' e lei trovera' un po di pace.

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X Dick
by anti-gas Monday August 11, 2003 at 12:09 AM mail:  

così sembra proprio che il collegio rabbinico non le abbia rilasciato il sospirato "bollino da ebreo", d'altronde dimostra di non conoscere neanche bene la religione ebraica (le basti sapere solo che si è riferito alla Bibbia in luogo della Torah).

Mi dispiace per lei, ma non per questo deve pensare che il mondo intero la voglia perseguitare.

Non mi stupirebbe che l'altra sua "identità nera" sia solo un'altra sua triste balla, buttata in mezzo per cercare un'opportunità di gridare al razzismo.

Lei si mostra tanto sensibile da non tollerare le parolocce, e da sentirsi insultato (chissà per cosa), MA NON MOSTRA UN BRICIOLO DI SENSIBILITÀ VERSO DEI BAMBINI ASSASSINATI, PER NON PARLARE DI QUELLI TORTURATI NELLE CARCERI ISRAELIANE (PIÙ DI 350 SECONDO L'OMCT L'ORGANIZZAZIONE MONDIALE CONTRO LA TORTURA)!!!

PER NON PARLARE DEL MURO DELL'APARTHEID, PER COSTRUIRE IL QUALE STANNO RUBANDO ALTRA TERRA PALESTINESE, DISTRUGGENDO ALTRE CASE PALESTINESI, AMMAZZANDO ALTRI CIVILI PALESTINESI, COL SOLO SCOPO DI GHETTIZZARE I POCHI PALESTINESI RIMASTI IN DELLE PICCOLE RISERVE INDIANE!!!! http://italy.indymedia.org/news/2003/08/350412.php.
E lei cosa tira fuori per giustificare questo crimine? Il ghetto di Venezia!!! Come dire: adesso tocca a noi!!! Ma si rende conto di quanto si sta rendendo ridicolo?

Ma nella sua zelante opera di occultamento dei crimini israeliani, e ripetendo a pappagallo la litania delle menzogne, lei insulta anche tutte le organizzazioni e le persone, internazionali ed ebree, che lavorano per una pace giusta, o almeno per alleviare le sofferenze che israele sta infliggendo al Popolo Palestinese. http://italy.indymedia.org/news/2003/07/343973_comment.php#350257.

Anche nella sua lagna antica dell'antisemitismo, si sforzi almeno di non essere anacronistico!
Cosa mi tira fuori oggi i fascisti, quando proprio loro sono i vostri migliori alleati! Per non parlare dei nazisti: parla l'allievo che ha superato il maestro!
Ma se veramente odia i fascisti allora la invito a firmare la petizione per la sospensione del Trattato commerciale tra Unione Europea e Israele, sostenuto da rappresentanti di Alleanza Nazionale che hanno avuto anche l'impudenza di recarsi nella grande israele. http://italy.indymedia.org/news/2003/07/322972.php

Non poteva poi mancare dal suo armamentario sionista il solito riferimento agli ebrei famosi e vincitori di premi di Nobel!!!
MA SI RENDE CONTO CHE UN INVENTORE CHE HA FATTO DEL BENE ALL'UMANITÀ ONORA SOLO SE STESSO???
COME SE I CRIMINI DI SHARON FOSSERO AUTOMATICAMENTE LAVATI SOLO PERCHÉ L'INVENTORE DELLA PENNICILLINA ERA EBREO!!!!

E poi si tolga di dosso quest'arroganza razzista del sentirvi donatori di ricerche e invenzioni all'umanità, o ancora sembra che solo voi soli avete dato all'umanità l'idea di un dio UNICO....
Ma, mi scusi, gli ebrei non fanno parte dell'umanità? Non li considera esseri umani anche loro? Quindi perché in questo concetto del "dono" compie questa subdola distinzione tra ebrei e resto dell'umanità?
Vi sentite così diversi?

E poi è meglio non entrare nel merito dei tanti altri "doni" che gli ebrei hanno fatto all'umanità, e che non si sono fatti scrupolo di usare, lei stesso ne alludeva strisciante quando lanciava le sue minacce mafiose in merito alla soluzione finale http://italy.indymedia.org/news/2003/06/308474.php

Lei dimostra tutta la sua arroganza, intolleranza e, mi scusi se glielo dico, anche IGNORANZA, nel considerare l'idea del "dio UNICO" "donata" dagli ebrei. Primo perché non é vero, l'idea del dio unico è patrimonio dell'intero animo umano, secondo perché non sta scritto da nessuna parte che sia l'idea più bella che si possa avere.

Vede io sono ateo, (così si può risparmiare altri insulti sulla religione cattolica), anzi sono profondamente ateo, ma anche molto religioso, e sopratutto la mia religione mi ha insegnato a rispettare gli altri modi di pensare e a non mettere gli esseri umani su nessuna scaletta razzista. Questo perché io credo che l'"assoluto" (chiamiamolo così), non sia fuori di noi, ma dentro OGNUNO di noi.
E credo anche che molti problemi non nascano dall'uomo in quanto tale, ma proprio dalla diabolica tendenza dell'uomo di ricercare un punto di appoggio fuori da se stesso.

Il sionismo non fa eccezione, lei mi sta confermando sempre di più di quanto il sionismo derivi in realtà da un atavico complesso di inferiorità e da un'inestirpabile complesso di persecuzione, che si cerca di esorcizzare sostenendo ad oltranza questa maledetta entità sionista, purché si riesca una volta tanto ad essere dominatori.

Ma, anche se dà sicurezza, essere inglobati in un sistema che toglie la capacità di guardare dentro se stessi, rischia di produrre dei mostri che non riescono più a distinguere tra il bene e il male, così per fare del male non occorre più essere malvagi, ma diventa quasi normale, di routine.
E questo atteggiamento genera questi stessi mostri: chi ammazza e tortura bambini in nome di israele e chi fa finta di niente, in nome di israele.


Questa fuga da stessi forma l'identità sionista, un'identità nata già putrefatta che non è basata nè sulla razza, nè sulla religione, ma solo su UNA SPAVENTOSA PERDITA DI UMANITÀ.

http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArt.jhtml?itemNo=303622&contrassID=2&subContrassID=4&sbSubContrassID=0&listSrc=Y

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X anti-gas
by Dick Monday August 11, 2003 at 12:28 AM mail:  

Blah Blah Blah
L'avrei dovuto sapere la sua vera identita' quando parlando degli artifatti ebrei scavati in Israele, lei mi disse "cosa hanno trovato, il borsellino di Giuda?"
Tutto li', non mi abbaso a parlere con vermi, menzogneri, e falsi.
Non clicchero' piu freccetta su questo sito.

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Teste
by samantabadra Monday August 11, 2003 at 01:39 AM mail:  

Ho seguito il vostro dibattito e sono arrivato ad'una conclusione:
siete due teste di cazzo.Amnesty International:

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Bambini Palestinesi





Molte volte avrete sentito parlare di "poveri bambini palestinesi uccisi da cattivi soldati israeliani"






Ma poche volte avrete sentito parlare di come i palestinesi allevano i propri bambini nell'odio...


Bambini che a scuola imparano l'odio, che studiano su libri (finanziati anche dalla Comunità Europea) che dicono che Israele non esiste, e che "uccidere un ebreo è un dono gradito ad Allah", bambini che passano le vacanze in campi estivi dove imparano a sparare. Bambini privati della propria innocenza e della propria infanzia.



Bambini mandati a fare gli scudi umani, a tirare sassi ai soldati israeliani, in prima linea dietro ai fratelli più grandi armati di fucile. Bambini che si trovano in mezzo a due fuochi e rimangono uccisi, al solo scopo di impietosire l'opinione pubblica occidentale. Bambini che crescono nella confusione, bambini che si sentono dire che l'obiettivo è conquistare tutta la Palestina e buttare gli ebrei in mare, ma che il mondo occidentale deve pensare che i palestinesi siano favorevoli a raggiungere un accordo di pace con Israele.



Bambini che l'11 settembre 2001 hanno festeggiato insieme ai loro genitori il crollo delle Torri Gemelle di New York City, che hanno festeggiato la morte di migliaia di persone colpevoli solo di "essere occidentali".




Ramallah, 11 settembre 2001:
reazioni palestinesi alla notizia dell'attentato al WTC


Bambini che tre giorni dopo sono stati costretti ad accendere delle candele per "far vedere all'occidente" che i palestinesi sono solidali con le vittime del terrorismo. Bambini che vedono il leader del proprio popolo, che da sempre sostiene il terrorismo, donare sangue per le vittime del terrorismo, dello stesso terrorismo, che colpisce civili, con la sola differenza che li colpisce a New York City invece che a Tel Aviv.




Ramallah, 14/09/01: Reazioni palestinesi preparate
in 3 giorni per la stampa occidentale


E allora diciamo anche noi: poveri bimbi palestinesi...


Dall'inizio dell'intifada, 571 bambini palestinesi uccisi

Il ministro palestinese della sanita', Kamal Sharafi, ha dichiarato che, dall'inizio dell'intifada ad oggi, l'esercito israeliano d'occupazione ha assassinato 571 bambini palestinesi.
Il quotidiano al-Ayyam ha riportato le parole di Sharafi, secondo cui l'alto numero di minori assassinati e' dovuto all'uso indiscriminato di bombardamenti ed attacchi d'artiglieria contro citta' e villaggi palestinesi da parte di Israele.
Nel solo mese di maggio, continua l'articolo, l'esercito israeliano ha ucciso 21 bambini palestinesi, 12 a Gaza e 9 in Cisgiordania.
Dall'inizio del 2003, il numero dei minori uccisi e' di 107, 60 dei quali a Gaza e 47 in Cisgiordania. Molti dei bambini sono stati assassati deliberatamente dall'esercito e dai coloni paramilitari israeliani
Iman, un'icona palestinese




Assassinato un palestinese, scontri a Beit Hanun: gravi due giovanissimi

Due giovani palestinesi, un bambino di 7 anni e un ragazzo di 17, sono in gravi condizioni per le ferite riportate durante uno scontro con le truppe israeliane d'occupazione a Beit Hanun, nel nord della striscia di Gaza.

Il bambino è stato colpito ala schiena dai proiettili sparati da un carro armato contro il quale un gruppo di ragazzi stava lanciando pietre. Un colpo ha raggiunto alla testa il ragazzo di 17 anni.

Un palestinese è stato ucciso da militari israeliani al valico di Kissufim, nella zona meridionale della striscia di Gaza. Fonti locali riferiscono che in precedenza aveva cercato di assalire una postazione israeliana.



La Giordania si mobilita contro il "summit degli assassini" ad Aqaba
L'incontro tra Bush ed i premiers israeliano e palestinese nella citta' giordana di Aqaba, sul Mar Rosso, sara' salutata da massicce dimostrazioni, hanno dichiarato l'opposizione ed i sindacati del regno hascemita.
I sentimenti anti-israeliani si sono infuocati in Giordania con l'inizio dell'intifada palestinese contro l'occupazione israeliana, in cui un grande numero di civili sono stati uccisi, feriti e mutilati dal fuoco israeliano.
I giordani condividono la stessa rabbia per la politica USA nella regione.
"La Giordania arabo-islamica non dovrebbe ospitare un incontro tra quei due assassini, ed il governo dovrebbe rispettare i desideri del popolo, che non desidera la normalizzazione dei rapporti con Israele", ha dichiarato Hamza Mansur, segretario generale del Fronte d'Azione Islamico.


"Dimostreremo la nostra opposizione attraverso vari mezzi, incluse le proteste pacifiche", ha dichiarato Mansur. "Il summit di Aqaba e' uno schiaffo in faccia ad ogni cittadino giordano. Il FAI, che capisce molto bene i veri fini USA e sionisti, rifiuta e condanna questi due summit, i quali non avrebbero dovuto tenersi su suolo arabo mentre il sangue palestinese ed iracheno continua a scorrere per mano degli assassini occupanti guidati da Bush e Sharon".
Mansur ha accusato Bush di essere "l'assassino dei nostri fratelli iracheni e l'occupante di Baghdad", ed ha affermato che Sharon "uccide i nostri fratelli in Palestina e Libano, occupa Gerusalemme, l'intera Palestina, il Golan siriano e la terra libanese. Questi due killers si incontreranno ad Aqaba per eliminare la causa palestinese attraverso la road-map".
Il popolo giordano critica anche le crescenti relazioni economiche del paese con Israele. Una fonte del ministero delle Infrastrutture Nazionali israeliano ha dichiarato, lo scorso aprile, che la Giordania ha contattato l'ufficio di Sharon per ripristinare il vecchio oleodotto Jaffa-Baghdad, chiuso 55 anni fa, dopo la creazione di Israele sul suolo palestinese.




Bambini palestinesi- Ettore Masina

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To: pace@peacelink.it
Subject: Bambini palestinesi- Ettore Masina
From: "Ettore Masina" <ettore.mas@libero.it>
Date: Wed, 27 Feb 2002 18:35:11 +0100

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LETTERA 79
febbraio 2002

Care amiche, cari amici, credo fosse il mese di settembre del 2000 quando
in LETTERA vi parlai del Progetto "Gazzella", varato da due straordinarie
persone: Marisa Musu e Marina Rossanda. Dandole il nome di una bambina
palestinese di 12 anni, colpita alla testa da un soldato israeliano mentre
tornava a casa da scuola e ri-masta a lungo fra la vita e la morte, Marisa
e Marina, con un gruppetto di altri gene-rosi avevano appena dato vita, a
quell'epoca, a una rete di solidarietà insieme politica e affettuosa.
Avevano, cioè, lanciato la proposta di adozioni a distanza di piccoli
palestinesi feriti o mutilati nel corso della Seconda Intifada.
E' passato poco più di un anno e nonostante la penuria di mezzi e -
naturalmente! - il silenzio dei giornali, il progetto ha preso quota: e
poiché le animatrici di "Gazzella" dicono che i primi "adottori" sono
stati gli amici di LETTERA, mi sembra giusto informarvene: tanto più che la
situa-zione palestinese ci carica di un'angoscia dalla quale possiamo
uscire soltanto con gesti concreti di rottura del silenzio e dell'inerzia.
Gli amici di Gazzella si sono riuniti recentemente per il loro primo
"congresso": gente meravigliosa, venuta da tutte le parti d'Italia: La loro
rete si è ormai distesa come una carezza su 287 bambini palestinesi.
(per informazioni: bettinif@libero.it)


Bambini di Palestina

Come vi scrivevo in quella LETTERA ormai lontana, da cinquant'anni, anzi da
cin-quantaquattro, noi ogni giorno ci alziamo, portiamo i bambini a scuola,
andiamo al lavoro, ritorniamo a casa, mangiamo, ci abbandoniamo al sonno e
intanto in Palestina muoiono ammazzati uomini donne e bambini: 361 bambini
uccisi dal settembre 2000, uno di 13 anni assassinato il 17 febbraio
scorso, quasi a impedire che ci illudes-simo di una pausa di questa atroce
contabilità. No, non è un genocidio, i giuristi negano che si possa
definirlo così. Allora diciamo: è uno stillicidio omicida, come se il tempo
fosse segnato da una mo-struosa gigantesca clessidra attraverso la quale
passano, ma sempre più velocemente, non granelli di sabbia ma corpi di
uccisi.
Da cinquant'anni, anzi da cinquantaquattro, noi ci innamoriamo, sogniamo,
preghiamo, frequentiamo concerti, organizziamo feste fra amici, ci
commoviamo leggendo le pagine di grandi scrittori, tentiamo di scrivere
poesie e di imparare nuove canzoni, e intanto uomini donne bambini
palestinesi continuano a morire ammazzati: uno dopo l'altro, o in stragi
crudelissime, dietro le muraglie di una totale incapacità di reazione
dell'opinione pubblica internazionale e di un'acquiescenza dei governi
democratici che rimarranno una vergogna per la storia del nostro tempo.
In questo mezzo secolo di martirio palestinese, nei tranquilli territori
europei alcuni di noi sono giunti alla vecchiaia, altri hanno maturato la
loro giovinezza, ed altri ancora sono nati, sono cresciuti, hanno imparato
le tecniche per entrare in contatto con persone lontanissime da loro mentre
a due ore di distanza di aereo i palestinesi continuavano a morire, in
diverse maniere.
Nei primi decenni ci sono state, "laggiù", guerre terribili. Allora per
qualche giorno - o settimana - siamo stati costretti da orrendi rumori e
visioni di massacri a pensare al Medio Oriente. Ma gli eserciti innalzano
le loro bandiere proprio per farci sapere che la guerra è cosa loro, noi ne
siamo fortu-natamente (almeno direttamente) esclusi. Così a quel sangue e a
quelle morti abbiamo dedicato l'attenzione dolorosa - o forse soltanto
perplessa - che si presta ad eventi che sono atroci e disgustosi ma che, in
fondo, non ci appartengono. Oppure è accaduto a non pochi di prendere
posizione su quelle guerre, parteggiando per il "piccolo", moderno, civile,
"occidentale", "europeo" Israele aggredito da arabi fanatici, straccioni e
sporchi. Ricordo ancora sui parabrezza di molte automobili milanesi
l'adesivo "Io sono per Israele".
Poi le guerre si sono rivelate più che mai inutili, il "piccolo" Israele
minacciato essendo in realtà un gigante, issato com'è sulle spalle degli
Stati Uniti e difeso dalle armi dell'Impero; e anzi qualcuno di noi ha
capito che in quella faziosità filo-israeliana era contenuto un grano di
razzismo. Franco Fornari, grande psicoanalista, ci ammoniva: concedere a
Israele il diritto di comportarsi in modi che non si consentirebbero ad
altri popoli significa pensare che esso è qualcosa di geneticamente diverso
da noi


Come se fossero vittime del traffico

Finita l'epoca delle guerre, è cominciata la più macabra delle routines.
Come le stragi sulle strade degli week-end nei paesi industriali, le morti
di uomini donne e bambini palestinesi scandiscono nel Medio Oriente le
cronache di una violenza che, nella sua insensatezza, sembra ormai
inestirpabile. Negli ultimi anni i palestinesi non sono morti di guerre ma
sono morti di nostalgia nell'esilio, di miseria da espropri e da
di-soccupazione, di torture, di prigionie nel deserto, di malattie da
repressione: denutrizione, mancanza d'acqua, ritardi nei soccorsi medici a
causa dei blocchi stradali, immensa difficoltà di stabilire un minimo di
condizioni igieniche nei campi profughi, in cui per mezzo secolo centinaia
di migliaia di persone sono state costrette a vivere e in cui per mezzo
secolo gli israeliani hanno impedito ogni miglioria. Negli ultimi sedici
mesi i palestinesi sono morti soprattutto di spietate rappresaglie di ogni
loro atto insurrezionale. Ma si potrebbe dire che i palestinesi sono morti
e muoiono soprattutto di solitudine perché il loro martirio di mezzo
secolo è anche e soprattutto amara consapevolezza di costituire per
l'opinione pubblica internazionale ben più un fastidio che un problema.


I bambini prigionieri

In mezzo a questa solitudine, a questo sangue, a queste case sventrate dai
bulldozers si muovono i bambini palestinesi; e molti non si muovono
affatto, perché dal settembre 2000 ad oggi più di 700 sono stati
incarcerati, cioè rinchiusi in celle, insieme a delinquenti "comuni",
adulti, e quindi esposti non soltanto alle inevitabili brutalità del
sistema carcerario ma anche a rischi facilmente intuibili.
Il 26 gennaio scorso si è svolta a Bruxelles una conferenza organizzata
dalla parlamentare europea Luisa Morgantini, straordinaria donna che
moltiplica le proprie iniziative a favore dei diritti umani con una
generosità che ha pochi riscontri nella classe politica del nostro Paese.
In questa conferenza hanno parlato il palestinese Quzman Khaled della
Defence Children International e Tamara Pelled-Sryck dell'associazione
israeliana Hamoked. Hanno portato cifre e illustrato il contesto
dell'infanzia negata ai bambini palestinesi. Riassumo: i piccoli uccisi
sono stati: colpiti per la maggior parte alla testa, cioè non per errore o
per una pallottola di rimbalzo ma con volontà di uccidere. 8450 bambini
sono stati feriti o sono rimasti mutilati, e di essi 980 hanno riportato
mutilazioni o lesioni permanenti. I posti di blocco e i coprifuoco rendono
difficilissime la possibilità di tempestivi interventi sanitari, cosicchè
si aggravano ferite ed emorragie che avrebbero potuto essere soccorse con
risultati ben migliori. Quanto ai bambini incarcerati, le due relatrici
hanno denunziato l'uso quasi "normale" della tortura da parte dei militari,
il diritto alla difesa tramite avvocato quasi sempre negato, processi
superficiali, sommarî, che portano a condanne di una severità inaudita e a
pesanti ammende inflitte ai genitori, le visite delle famiglie a questi
piccoli dannati all'inferno carcerario affidate alla discrezionalità dei
militari e via dicendo.


I sorrisi spenti

361 bambini morti, 8450 feriti, 700 incarcerati in un anno e mezzo sono le
cifre che conosciamo; ma nessuno può dirci il numero dei piccoli
palestinesi che avendo vissuto forti traumi psichici, sono ora
profondamente feriti nella loro identità. Ho parlato recentemente con una
psicologa tedesca che veniva dalla Striscia di Gaza, mi ha rac-contato di
bambini segnati da difficoltà di apprendimento, incubi notturni, tremiti,
fobie- "Bambini - mi ha detto - incapaci di sorridere, bambini che forse
non sorrideranno mai più".
Il regime coloniale comporta inevitabilmente la violazione sistematica dei
diritti umani più elementari e pone Israele al di fuori degli stati che
osservano le convenzioni internazionali. Viene sistematicamente violata
anche quella sui diritti del bambino, pur ratificata dallo stato sionista.
In realtà Sharon e i suoi stati maggiori hanno i cestini della carta
straccia pieni di risoluzioni umanitarie e di testi internazionali:
"chiffons de papier", come si diceva una volta, fazzoletti di carta.


Già, ma noi?

Care amiche, cari amici, so bene che facendolo mi renderò odioso ma vorrei
chiedervi uno sforzo di fantasia: quello di pensare ai bambini che più
amate, e di vederli per un momento, per un solo momento, collocati, per una
sorta di malvagio incantesimo, nell'allucinante paesaggio palestinese: No,
non vi chiedo di raffigurarveli morti o mutilati o feriti; e neppure
terrorizzati mentre la loro casa viene demolita da un bul-ldozer per
rappresaglia. Questi sono, per così dire, casi estremi, anche se frequenti.
Vorrei sempli-cemente che pensaste a quei vostri cari mentre assistono allo
spettacolo del loro fratello maggiore portato via di notte da militari
nemici, del padre obbligato a mettersi in ginocchio con le mani dietro la
nuca (un padre che non può difendersi, tanto meno può difenderli), della
madre costretta a subire davanti agli occhi dei figli perquisizioni
umilianti. E queste sono scene "normali" nei territori occupati. Non parlo
di sangue. Parlo della bambola strappata dalle braccia della sua padroncina
e sventrata a un check-point perché potrebbe contenere una bomba, parlo del
piccolo uliveto che i bambini avevano imparato ad amare come parte della
sua casa, e improvvisamente viene sradicato per tracciare una strada
riservata ai coloni; parlo delle scuole perennemente chiuse per ordine
degli occupanti, o dei coprifuoco che durano intere giornate mentre in casa
mancano acqua, cibo, medicinali. Bambini che non solo subiscono la paura
dei bombardamenti, l'incubo degli elicotteri, il rombo minaccioso dei carri
armati ma anche la profondissima insicurezza che nasce dal contemplare la
disperazione dei genitori. Pensate, vi prego, a che accadrebbe "dentro" a
un adolescente che amate se egli vivesse in un luogo come la striscia di
Gaza e proprio mentre allunga il suo sguardo sulle realtà della vita per
valutarne il bene e il male sapesse ciò che accade in una delle quattro
zone in cui i militari israeliani hanno diviso quel territorio: 1500
privilegiati consumano il 36% dell'acqua disponibile e di migliore qualità
mentre 230 mila persone ( fra le quali lui, il vostro ragazzo) devono
contentarsi del 64% e di peggiore qualità. Riuscite a pensare quali
accumuli di rabbia e anche di odio - sì, diciamola l'orrenda parola - si
creerebbero nel suo cuore? Nel 1991, visitando con un gruppo di deputati
italiani i campi profughi palestinesi, ho parlato con ragazzi del genere.
Negli anni seguenti mi sono spesso domandato se qualcuno di loro non si sia
tramutato in bomba umana.


I 56 Giusti di Israele

Questi esercizi di fantasia, credetemi, non mi sono permesso di chiederveli
per sadismo ma in nome della verità. Perché, vedete: i bambini palestinesi
sono del tutto identici ai nostri e le loro condizioni di vita
influenzeranno il futuro dei nostri cari. Se noi non siamo capaci di
identificarci con gli oppressi, e di comportarci di conseguenza, vincendo
pigrizie, paure, senso di impotenza, tentazioni di egoismo ci avviamo a un
degrado progressivo dal punto di vista etico e culturale.
E' contro quel degrado che oggi si muovono molti meravigliosi israeliani.
Penso ai duecento riservisti che affrontano l'accusa di diserzione perché,
si rifiutano di obbedire a ordini che, hanno scritto in un loro documento,
"stanno distruggendo tutti i valori di questo paese" e perché, dicono
ancora, non vogliono più combattere "per dominare, espellere, affamare,
umiliare un intero popolo".
Penso a Sulamit Aloni, docente all'università di Tel Aviv, che, un anno fa,
al parlamento europeo, mostrando il numero tatuato sul suo braccio dagli
sgherri nazisti, gridava che neppure l'orrore della Shoa autorizzava
Israele a ghettizzare, reprimere e avvilire il popolo palestinese.
Penso soprattutto a Nurit Peled-Elhahan, scrittrice, docente universitaria,
che tre anni fa ha perso una figlia tredicenne in un attentato di Hamas e
che da allora si batte contro chi non vede le spaventose responsabilità del
regime di occupazione, un regime - dice - "che umilia, affama, nega
lavoro, demolisce le case, distrugge i raccolti, ammazza i bambini,
incarcera i minori in condizioni terribili e spesso senza processo, lascia
che i bambini piccoli muoiano ai check-point - e diffonde bugie". Per Nurit
non ci sono differenze fra i 26 bambini israeliani morti per attentati
terroristici e i bambini palestinesi uccisi dai militari. Lei dice: "Nel
regno della morte i bambini israeliani giacciono accanto a quelli
palestinesi, i soldati dell'esercito d'occupazione accanto agli attentatori
suicidi e nessuno ricorda chi era Davide e chi era Golia". E Nurit dice:
"Propongo che i genitori i quali non hanno ancora perso i loro figli
prestino attenzione alle voci che salgono dal regno della morte, sul quale
camminiamo giorno dopo giorno e ora dopo ora, e che ci insegnano che non
c'è differenza fra una vita e un'altra, che poco importa quale sia il
colore della nostra pelle o della nostra carta d'identità o quale bandiera
sventoli su una collina o quale sia la direzione verso la quale ci
dirigiamo pregando".
Dice una leggenda ebraica che ci saranno sempre 56 Giusti per amore dei
quali Dio mitigherà ka sua collera.


Protagonisti o vittime

E' un "pensare in positivo", creativo, attivo, quello cui siamo sollecitati
dalla tragedia medio-orientale e questo pensare e creare gesti coerenti è
l'unico modo per uscire da un'angoscia che altrimenti si sedimenta in noi,
in una specie di necrosi dell'anima. Quell'angoscia possiamo fingere di non
avvertirla, rimuoverla, nasconderla sotto altri pensieri, come quello della
nostra supposta impotenza, ma farlo è del tutto vano, come la stupidità
della casalinga pigra o frettolosa che nasconde la spazzatura sotto il
tappeto. Credo fermamente che non ci sia altra scelta: o essere
protagonisti della storia (umili, piccoli, magari paurosi ma attivi) o
essere vittime della storia, scivolando ai margini delle tragedie mondiali
ma finendo egualmente in un abisso.
Se accettiamo questa prospettiva, abbiamo molto da fare, a cominciare dal
far crescere una insurrezione morale di massa contro la intollerabile
situazione coloniale della Palestina; ma questo lavoro rimarrà astratto -
e poco coinvolgente per coloro cui chiederemo di condividerlo - se non
sapremo renderlo più vivo, più amabile (ecco la parola giusta!), attraverso
azioni concrete di solidarietà. La gente non ne può più della politica
fatta soltanto col bilancino della prudenza e l'avarizia del buonsenso: la
gente vuole, deve avere, una politica che sia anche esigenza del cuore.
Le amiche e gli amici di Gazzella ci offrono oggi una mano per uscire dalla
campana di vetro dell'inerzia colpevole. Li ringrazio con tutto il cuore e
spero che saremo in molti a unirci a loro
Ettore Masina.


Libri
Umberto Allegretti non è uno di quegli intellettuali italiani (Dio sa
quanti ce ne sono, a nostra perenne disgrazia!), che nei tempi bui se ne
stanno raggomitolati dietro le loro cattedre, distillando note a piè di
pagina. Tanto per dirne una, la televisione ce lo ha mostrato mentre
sfilava in prima fila, insieme con la sua straordinaria moglie. Teresa
Crespellani, alla "Marcia dei professori", com'è stata chiamata la
sorprendente manifestazione fiorentina. E' un giurista internazionalmente
noto, ma accanto alla "produzione" scientifica allinea una serie di
attività e di libri che lo rendono prezioso a chi si sforza non solo di
proclamare ma anche di mostrare che "un altro mondo è possibile" . Per le
Edizioni Cultura della Pace fondate da padre Balducci ha scritto nel 1992,
con Dinucci e Gallo "La strategia dell'Impero. Dalle direttive del
Pentagono al Nuovo Modello di Difesa" che contiene pagine quasi
profetiche; è stato fra i più importanti animatori dei Comitati Dossetti
per la difesa della Costituzione etc: etc. Grande mediatore culturale,
generosamente al servizio dei tanti gruppi che richiedono la sua presenza,
Umberto ha appena pubblicato un libro di eccezionale importanza: "Diritti e
Stato nella mondializzazione", ed: Città Aperta, pagg. 302, e 18,07. Sì,
il titolo non è invitante per i tanti che sono (o pensano di essere)
digiuni di certe materie: ma il discorso è piano e soprattutto va al cuore
dei problemi che la Terra "mondializzata" ci presenta: dalla negazione dei
diritti umani inevitabilmente imposta dalla globalizzazione a tutti gli
uomini e le donne (non soltanto dunque a quelli dei paesi sottosviluppati
ma anche a noi, alle nostre libertà, alla nostra democrazia) alle
devastazioni dell'ambiente provocata dalle logiche del neloliberismo, a un
militarismo sempre più pericoloso. Tuttavia il quadro non è soltanto fosco,
Allegretti pone con lucidità alcune indicazioni per alternative possibili:
le quali sollecitano la nostra presa di coscienza e il dovere di essere
protagonisti della storia. Un libro scritto con competenza scientifica
nello spirito di Porto Alegre.







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Index(es):
Date
Thread
Bambini palestinesi- Ettore Masina

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To: pace@peacelink.it
Subject: Bambini palestinesi- Ettore Masina
From: "Ettore Masina" <ettore.mas@libero.it>
Date: Wed, 27 Feb 2002 18:35:11 +0100

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LETTERA 79
febbraio 2002

Care amiche, cari amici, credo fosse il mese di settembre del 2000 quando
in LETTERA vi parlai del Progetto "Gazzella", varato da due straordinarie
persone: Marisa Musu e Marina Rossanda. Dandole il nome di una bambina
palestinese di 12 anni, colpita alla testa da un soldato israeliano mentre
tornava a casa da scuola e ri-masta a lungo fra la vita e la morte, Marisa
e Marina, con un gruppetto di altri gene-rosi avevano appena dato vita, a
quell'epoca, a una rete di solidarietà insieme politica e affettuosa.
Avevano, cioè, lanciato la proposta di adozioni a distanza di piccoli
palestinesi feriti o mutilati nel corso della Seconda Intifada.
E' passato poco più di un anno e nonostante la penuria di mezzi e -
naturalmente! - il silenzio dei giornali, il progetto ha preso quota: e
poiché le animatrici di "Gazzella" dicono che i primi "adottori" sono
stati gli amici di LETTERA, mi sembra giusto informarvene: tanto più che la
situa-zione palestinese ci carica di un'angoscia dalla quale possiamo
uscire soltanto con gesti concreti di rottura del silenzio e dell'inerzia.
Gli amici di Gazzella si sono riuniti recentemente per il loro primo
"congresso": gente meravigliosa, venuta da tutte le parti d'Italia: La loro
rete si è ormai distesa come una carezza su 287 bambini palestinesi.
(per informazioni: bettinif@libero.it)


Bambini di Palestina

Come vi scrivevo in quella LETTERA ormai lontana, da cinquant'anni, anzi da
cin-quantaquattro, noi ogni giorno ci alziamo, portiamo i bambini a scuola,
andiamo al lavoro, ritorniamo a casa, mangiamo, ci abbandoniamo al sonno e
intanto in Palestina muoiono ammazzati uomini donne e bambini: 361 bambini
uccisi dal settembre 2000, uno di 13 anni assassinato il 17 febbraio
scorso, quasi a impedire che ci illudes-simo di una pausa di questa atroce
contabilità. No, non è un genocidio, i giuristi negano che si possa
definirlo così. Allora diciamo: è uno stillicidio omicida, come se il tempo
fosse segnato da una mo-struosa gigantesca clessidra attraverso la quale
passano, ma sempre più velocemente, non granelli di sabbia ma corpi di
uccisi.
Da cinquant'anni, anzi da cinquantaquattro, noi ci innamoriamo, sogniamo,
preghiamo, frequentiamo concerti, organizziamo feste fra amici, ci
commoviamo leggendo le pagine di grandi scrittori, tentiamo di scrivere
poesie e di imparare nuove canzoni, e intanto uomini donne bambini
palestinesi continuano a morire ammazzati: uno dopo l'altro, o in stragi
crudelissime, dietro le muraglie di una totale incapacità di reazione
dell'opinione pubblica internazionale e di un'acquiescenza dei governi
democratici che rimarranno una vergogna per la storia del nostro tempo.
In questo mezzo secolo di martirio palestinese, nei tranquilli territori
europei alcuni di noi sono giunti alla vecchiaia, altri hanno maturato la
loro giovinezza, ed altri ancora sono nati, sono cresciuti, hanno imparato
le tecniche per entrare in contatto con persone lontanissime da loro mentre
a due ore di distanza di aereo i palestinesi continuavano a morire, in
diverse maniere.
Nei primi decenni ci sono state, "laggiù", guerre terribili. Allora per
qualche giorno - o settimana - siamo stati costretti da orrendi rumori e
visioni di massacri a pensare al Medio Oriente. Ma gli eserciti innalzano
le loro bandiere proprio per farci sapere che la guerra è cosa loro, noi ne
siamo fortu-natamente (almeno direttamente) esclusi. Così a quel sangue e a
quelle morti abbiamo dedicato l'attenzione dolorosa - o forse soltanto
perplessa - che si presta ad eventi che sono atroci e disgustosi ma che, in
fondo, non ci appartengono. Oppure è accaduto a non pochi di prendere
posizione su quelle guerre, parteggiando per il "piccolo", moderno, civile,
"occidentale", "europeo" Israele aggredito da arabi fanatici, straccioni e
sporchi. Ricordo ancora sui parabrezza di molte automobili milanesi
l'adesivo "Io sono per Israele".
Poi le guerre si sono rivelate più che mai inutili, il "piccolo" Israele
minacciato essendo in realtà un gigante, issato com'è sulle spalle degli
Stati Uniti e difeso dalle armi dell'Impero; e anzi qualcuno di noi ha
capito che in quella faziosità filo-israeliana era contenuto un grano di
razzismo. Franco Fornari, grande psicoanalista, ci ammoniva: concedere a
Israele il diritto di comportarsi in modi che non si consentirebbero ad
altri popoli significa pensare che esso è qualcosa di geneticamente diverso
da noi


Come se fossero vittime del traffico

Finita l'epoca delle guerre, è cominciata la più macabra delle routines.
Come le stragi sulle strade degli week-end nei paesi industriali, le morti
di uomini donne e bambini palestinesi scandiscono nel Medio Oriente le
cronache di una violenza che, nella sua insensatezza, sembra ormai
inestirpabile. Negli ultimi anni i palestinesi non sono morti di guerre ma
sono morti di nostalgia nell'esilio, di miseria da espropri e da
di-soccupazione, di torture, di prigionie nel deserto, di malattie da
repressione: denutrizione, mancanza d'acqua, ritardi nei soccorsi medici a
causa dei blocchi stradali, immensa difficoltà di stabilire un minimo di
condizioni igieniche nei campi profughi, in cui per mezzo secolo centinaia
di migliaia di persone sono state costrette a vivere e in cui per mezzo
secolo gli israeliani hanno impedito ogni miglioria. Negli ultimi sedici
mesi i palestinesi sono morti soprattutto di spietate rappresaglie di ogni
loro atto insurrezionale. Ma si potrebbe dire che i palestinesi sono morti
e muoiono soprattutto di solitudine perché il loro martirio di mezzo
secolo è anche e soprattutto amara consapevolezza di costituire per
l'opinione pubblica internazionale ben più un fastidio che un problema.


I bambini prigionieri

In mezzo a questa solitudine, a questo sangue, a queste case sventrate dai
bulldozers si muovono i bambini palestinesi; e molti non si muovono
affatto, perché dal settembre 2000 ad oggi più di 700 sono stati
incarcerati, cioè rinchiusi in celle, insieme a delinquenti "comuni",
adulti, e quindi esposti non soltanto alle inevitabili brutalità del
sistema carcerario ma anche a rischi facilmente intuibili.
Il 26 gennaio scorso si è svolta a Bruxelles una conferenza organizzata
dalla parlamentare europea Luisa Morgantini, straordinaria donna che
moltiplica le proprie iniziative a favore dei diritti umani con una
generosità che ha pochi riscontri nella classe politica del nostro Paese.
In questa conferenza hanno parlato il palestinese Quzman Khaled della
Defence Children International e Tamara Pelled-Sryck dell'associazione
israeliana Hamoked. Hanno portato cifre e illustrato il contesto
dell'infanzia negata ai bambini palestinesi. Riassumo: i piccoli uccisi
sono stati: colpiti per la maggior parte alla testa, cioè non per errore o
per una pallottola di rimbalzo ma con volontà di uccidere. 8450 bambini
sono stati feriti o sono rimasti mutilati, e di essi 980 hanno riportato
mutilazioni o lesioni permanenti. I posti di blocco e i coprifuoco rendono
difficilissime la possibilità di tempestivi interventi sanitari, cosicchè
si aggravano ferite ed emorragie che avrebbero potuto essere soccorse con
risultati ben migliori. Quanto ai bambini incarcerati, le due relatrici
hanno denunziato l'uso quasi "normale" della tortura da parte dei militari,
il diritto alla difesa tramite avvocato quasi sempre negato, processi
superficiali, sommarî, che portano a condanne di una severità inaudita e a
pesanti ammende inflitte ai genitori, le visite delle famiglie a questi
piccoli dannati all'inferno carcerario affidate alla discrezionalità dei
militari e via dicendo.


I sorrisi spenti

361 bambini morti, 8450 feriti, 700 incarcerati in un anno e mezzo sono le
cifre che conosciamo; ma nessuno può dirci il numero dei piccoli
palestinesi che avendo vissuto forti traumi psichici, sono ora
profondamente feriti nella loro identità. Ho parlato recentemente con una
psicologa tedesca che veniva dalla Striscia di Gaza, mi ha rac-contato di
bambini segnati da difficoltà di apprendimento, incubi notturni, tremiti,
fobie- "Bambini - mi ha detto - incapaci di sorridere, bambini che forse
non sorrideranno mai più".
Il regime coloniale comporta inevitabilmente la violazione sistematica dei
diritti umani più elementari e pone Israele al di fuori degli stati che
osservano le convenzioni internazionali. Viene sistematicamente violata
anche quella sui diritti del bambino, pur ratificata dallo stato sionista.
In realtà Sharon e i suoi stati maggiori hanno i cestini della carta
straccia pieni di risoluzioni umanitarie e di testi internazionali:
"chiffons de papier", come si diceva una volta, fazzoletti di carta.


Già, ma noi?

Care amiche, cari amici, so bene che facendolo mi renderò odioso ma vorrei
chiedervi uno sforzo di fantasia: quello di pensare ai bambini che più
amate, e di vederli per un momento, per un solo momento, collocati, per una
sorta di malvagio incantesimo, nell'allucinante paesaggio palestinese: No,
non vi chiedo di raffigurarveli morti o mutilati o feriti; e neppure
terrorizzati mentre la loro casa viene demolita da un bul-ldozer per
rappresaglia. Questi sono, per così dire, casi estremi, anche se frequenti.
Vorrei sempli-cemente che pensaste a quei vostri cari mentre assistono allo
spettacolo del loro fratello maggiore portato via di notte da militari
nemici, del padre obbligato a mettersi in ginocchio con le mani dietro la
nuca (un padre che non può difendersi, tanto meno può difenderli), della
madre costretta a subire davanti agli occhi dei figli perquisizioni
umilianti. E queste sono scene "normali" nei territori occupati. Non parlo
di sangue. Parlo della bambola strappata dalle braccia della sua padroncina
e sventrata a un check-point perché potrebbe contenere una bomba, parlo del
piccolo uliveto che i bambini avevano imparato ad amare come parte della
sua casa, e improvvisamente viene sradicato per tracciare una strada
riservata ai coloni; parlo delle scuole perennemente chiuse per ordine
degli occupanti, o dei coprifuoco che durano intere giornate mentre in casa
mancano acqua, cibo, medicinali. Bambini che non solo subiscono la paura
dei bombardamenti, l'incubo degli elicotteri, il rombo minaccioso dei carri
armati ma anche la profondissima insicurezza che nasce dal contemplare la
disperazione dei genitori. Pensate, vi prego, a che accadrebbe "dentro" a
un adolescente che amate se egli vivesse in un luogo come la striscia di
Gaza e proprio mentre allunga il suo sguardo sulle realtà della vita per
valutarne il bene e il male sapesse ciò che accade in una delle quattro
zone in cui i militari israeliani hanno diviso quel territorio: 1500
privilegiati consumano il 36% dell'acqua disponibile e di migliore qualità
mentre 230 mila persone ( fra le quali lui, il vostro ragazzo) devono
contentarsi del 64% e di peggiore qualità. Riuscite a pensare quali
accumuli di rabbia e anche di odio - sì, diciamola l'orrenda parola - si
creerebbero nel suo cuore? Nel 1991, visitando con un gruppo di deputati
italiani i campi profughi palestinesi, ho parlato con ragazzi del genere.
Negli anni seguenti mi sono spesso domandato se qualcuno di loro non si sia
tramutato in bomba umana.


I 56 Giusti di Israele

Questi esercizi di fantasia, credetemi, non mi sono permesso di chiederveli
per sadismo ma in nome della verità. Perché, vedete: i bambini palestinesi
sono del tutto identici ai nostri e le loro condizioni di vita
influenzeranno il futuro dei nostri cari. Se noi non siamo capaci di
identificarci con gli oppressi, e di comportarci di conseguenza, vincendo
pigrizie, paure, senso di impotenza, tentazioni di egoismo ci avviamo a un
degrado progressivo dal punto di vista etico e culturale.
E' contro quel degrado che oggi si muovono molti meravigliosi israeliani.
Penso ai duecento riservisti che affrontano l'accusa di diserzione perché,
si rifiutano di obbedire a ordini che, hanno scritto in un loro documento,
"stanno distruggendo tutti i valori di questo paese" e perché, dicono
ancora, non vogliono più combattere "per dominare, espellere, affamare,
umiliare un intero popolo".
Penso a Sulamit Aloni, docente all'università di Tel Aviv, che, un anno fa,
al parlamento europeo, mostrando il numero tatuato sul suo braccio dagli
sgherri nazisti, gridava che neppure l'orrore della Shoa autorizzava
Israele a ghettizzare, reprimere e avvilire il popolo palestinese.
Penso soprattutto a Nurit Peled-Elhahan, scrittrice, docente universitaria,
che tre anni fa ha perso una figlia tredicenne in un attentato di Hamas e
che da allora si batte contro chi non vede le spaventose responsabilità del
regime di occupazione, un regime - dice - "che umilia, affama, nega
lavoro, demolisce le case, distrugge i raccolti, ammazza i bambini,
incarcera i minori in condizioni terribili e spesso senza processo, lascia
che i bambini piccoli muoiano ai check-point - e diffonde bugie". Per Nurit
non ci sono differenze fra i 26 bambini israeliani morti per attentati
terroristici e i bambini palestinesi uccisi dai militari. Lei dice: "Nel
regno della morte i bambini israeliani giacciono accanto a quelli
palestinesi, i soldati dell'esercito d'occupazione accanto agli attentatori
suicidi e nessuno ricorda chi era Davide e chi era Golia". E Nurit dice:
"Propongo che i genitori i quali non hanno ancora perso i loro figli
prestino attenzione alle voci che salgono dal regno della morte, sul quale
camminiamo giorno dopo giorno e ora dopo ora, e che ci insegnano che non
c'è differenza fra una vita e un'altra, che poco importa quale sia il
colore della nostra pelle o della nostra carta d'identità o quale bandiera
sventoli su una collina o quale sia la direzione verso la quale ci
dirigiamo pregando".
Dice una leggenda ebraica che ci saranno sempre 56 Giusti per amore dei
quali Dio mitigherà ka sua collera.


Protagonisti o vittime

E' un "pensare in positivo", creativo, attivo, quello cui siamo sollecitati
dalla tragedia medio-orientale e questo pensare e creare gesti coerenti è
l'unico modo per uscire da un'angoscia che altrimenti si sedimenta in noi,
in una specie di necrosi dell'anima. Quell'angoscia possiamo fingere di non
avvertirla, rimuoverla, nasconderla sotto altri pensieri, come quello della
nostra supposta impotenza, ma farlo è del tutto vano, come la stupidità
della casalinga pigra o frettolosa che nasconde la spazzatura sotto il
tappeto. Credo fermamente che non ci sia altra scelta: o essere
protagonisti della storia (umili, piccoli, magari paurosi ma attivi) o
essere vittime della storia, scivolando ai margini delle tragedie mondiali
ma finendo egualmente in un abisso.
Se accettiamo questa prospettiva, abbiamo molto da fare, a cominciare dal
far crescere una insurrezione morale di massa contro la intollerabile
situazione coloniale della Palestina; ma questo lavoro rimarrà astratto -
e poco coinvolgente per coloro cui chiederemo di condividerlo - se non
sapremo renderlo più vivo, più amabile (ecco la parola giusta!), attraverso
azioni concrete di solidarietà. La gente non ne può più della politica
fatta soltanto col bilancino della prudenza e l'avarizia del buonsenso: la
gente vuole, deve avere, una politica che sia anche esigenza del cuore.
Le amiche e gli amici di Gazzella ci offrono oggi una mano per uscire dalla
campana di vetro dell'inerzia colpevole. Li ringrazio con tutto il cuore e
spero che saremo in molti a unirci a loro
Ettore Masina.


Libri
Umberto Allegretti non è uno di quegli intellettuali italiani (Dio sa
quanti ce ne sono, a nostra perenne disgrazia!), che nei tempi bui se ne
stanno raggomitolati dietro le loro cattedre, distillando note a piè di
pagina. Tanto per dirne una, la televisione ce lo ha mostrato mentre
sfilava in prima fila, insieme con la sua straordinaria moglie. Teresa
Crespellani, alla "Marcia dei professori", com'è stata chiamata la
sorprendente manifestazione fiorentina. E' un giurista internazionalmente
noto, ma accanto alla "produzione" scientifica allinea una serie di
attività e di libri che lo rendono prezioso a chi si sforza non solo di
proclamare ma anche di mostrare che "un altro mondo è possibile" . Per le
Edizioni Cultura della Pace fondate da padre Balducci ha scritto nel 1992,
con Dinucci e Gallo "La strategia dell'Impero. Dalle direttive del
Pentagono al Nuovo Modello di Difesa" che contiene pagine quasi
profetiche; è stato fra i più importanti animatori dei Comitati Dossetti
per la difesa della Costituzione etc: etc. Grande mediatore culturale,
generosamente al servizio dei tanti gruppi che richiedono la sua presenza,
Umberto ha appena pubblicato un libro di eccezionale importanza: "Diritti e
Stato nella mondializzazione", ed: Città Aperta, pagg. 302, e 18,07. Sì,
il titolo non è invitante per i tanti che sono (o pensano di essere)
digiuni di certe materie: ma il discorso è piano e soprattutto va al cuore
dei problemi che la Terra "mondializzata" ci presenta: dalla negazione dei
diritti umani inevitabilmente imposta dalla globalizzazione a tutti gli
uomini e le donne (non soltanto dunque a quelli dei paesi sottosviluppati
ma anche a noi, alle nostre libertà, alla nostra democrazia) alle
devastazioni dell'ambiente provocata dalle logiche del neloliberismo, a un
militarismo sempre più pericoloso. Tuttavia il quadro non è soltanto fosco,
Allegretti pone con lucidità alcune indicazioni per alternative possibili:
le quali sollecitano la nostra presa di coscienza e il dovere di essere
protagonisti della storia. Un libro scritto con competenza scientifica
nello spirito di Porto Alegre.







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Index(es):
Date
Thread
Bambini palestinesi- Ettore Masina

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To: pace@peacelink.it
Subject: Bambini palestinesi- Ettore Masina
From: "Ettore Masina" <ettore.mas@libero.it>
Date: Wed, 27 Feb 2002 18:35:11 +0100

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LETTERA 79
febbraio 2002

Care amiche, cari amici, credo fosse il mese di settembre del 2000 quando
in LETTERA vi parlai del Progetto "Gazzella", varato da due straordinarie
persone: Marisa Musu e Marina Rossanda. Dandole il nome di una bambina
palestinese di 12 anni, colpita alla testa da un soldato israeliano mentre
tornava a casa da scuola e ri-masta a lungo fra la vita e la morte, Marisa
e Marina, con un gruppetto di altri gene-rosi avevano appena dato vita, a
quell'epoca, a una rete di solidarietà insieme politica e affettuosa.
Avevano, cioè, lanciato la proposta di adozioni a distanza di piccoli
palestinesi feriti o mutilati nel corso della Seconda Intifada.
E' passato poco più di un anno e nonostante la penuria di mezzi e -
naturalmente! - il silenzio dei giornali, il progetto ha preso quota: e
poiché le animatrici di "Gazzella" dicono che i primi "adottori" sono
stati gli amici di LETTERA, mi sembra giusto informarvene: tanto più che la
situa-zione palestinese ci carica di un'angoscia dalla quale possiamo
uscire soltanto con gesti concreti di rottura del silenzio e dell'inerzia.
Gli amici di Gazzella si sono riuniti recentemente per il loro primo
"congresso": gente meravigliosa, venuta da tutte le parti d'Italia: La loro
rete si è ormai distesa come una carezza su 287 bambini palestinesi.
(per informazioni: bettinif@libero.it)


Bambini di Palestina

Come vi scrivevo in quella LETTERA ormai lontana, da cinquant'anni, anzi da
cin-quantaquattro, noi ogni giorno ci alziamo, portiamo i bambini a scuola,
andiamo al lavoro, ritorniamo a casa, mangiamo, ci abbandoniamo al sonno e
intanto in Palestina muoiono ammazzati uomini donne e bambini: 361 bambini
uccisi dal settembre 2000, uno di 13 anni assassinato il 17 febbraio
scorso, quasi a impedire che ci illudes-simo di una pausa di questa atroce
contabilità. No, non è un genocidio, i giuristi negano che si possa
definirlo così. Allora diciamo: è uno stillicidio omicida, come se il tempo
fosse segnato da una mo-struosa gigantesca clessidra attraverso la quale
passano, ma sempre più velocemente, non granelli di sabbia ma corpi di
uccisi.
Da cinquant'anni, anzi da cinquantaquattro, noi ci innamoriamo, sogniamo,
preghiamo, frequentiamo concerti, organizziamo feste fra amici, ci
commoviamo leggendo le pagine di grandi scrittori, tentiamo di scrivere
poesie e di imparare nuove canzoni, e intanto uomini donne bambini
palestinesi continuano a morire ammazzati: uno dopo l'altro, o in stragi
crudelissime, dietro le muraglie di una totale incapacità di reazione
dell'opinione pubblica internazionale e di un'acquiescenza dei governi
democratici che rimarranno una vergogna per la storia del nostro tempo.
In questo mezzo secolo di martirio palestinese, nei tranquilli territori
europei alcuni di noi sono giunti alla vecchiaia, altri hanno maturato la
loro giovinezza, ed altri ancora sono nati, sono cresciuti, hanno imparato
le tecniche per entrare in contatto con persone lontanissime da loro mentre
a due ore di distanza di aereo i palestinesi continuavano a morire, in
diverse maniere.
Nei primi decenni ci sono state, "laggiù", guerre terribili. Allora per
qualche giorno - o settimana - siamo stati costretti da orrendi rumori e
visioni di massacri a pensare al Medio Oriente. Ma gli eserciti innalzano
le loro bandiere proprio per farci sapere che la guerra è cosa loro, noi ne
siamo fortu-natamente (almeno direttamente) esclusi. Così a quel sangue e a
quelle morti abbiamo dedicato l'attenzione dolorosa - o forse soltanto
perplessa - che si presta ad eventi che sono atroci e disgustosi ma che, in
fondo, non ci appartengono. Oppure è accaduto a non pochi di prendere
posizione su quelle guerre, parteggiando per il "piccolo", moderno, civile,
"occidentale", "europeo" Israele aggredito da arabi fanatici, straccioni e
sporchi. Ricordo ancora sui parabrezza di molte automobili milanesi
l'adesivo "Io sono per Israele".
Poi le guerre si sono rivelate più che mai inutili, il "piccolo" Israele
minacciato essendo in realtà un gigante, issato com'è sulle spalle degli
Stati Uniti e difeso dalle armi dell'Impero; e anzi qualcuno di noi ha
capito che in quella faziosità filo-israeliana era contenuto un grano di
razzismo. Franco Fornari, grande psicoanalista, ci ammoniva: concedere a
Israele il diritto di comportarsi in modi che non si consentirebbero ad
altri popoli significa pensare che esso è qualcosa di geneticamente diverso
da noi


Come se fossero vittime del traffico

Finita l'epoca delle guerre, è cominciata la più macabra delle routines.
Come le stragi sulle strade degli week-end nei paesi industriali, le morti
di uomini donne e bambini palestinesi scandiscono nel Medio Oriente le
cronache di una violenza che, nella sua insensatezza, sembra ormai
inestirpabile. Negli ultimi anni i palestinesi non sono morti di guerre ma
sono morti di nostalgia nell'esilio, di miseria da espropri e da
di-soccupazione, di torture, di prigionie nel deserto, di malattie da
repressione: denutrizione, mancanza d'acqua, ritardi nei soccorsi medici a
causa dei blocchi stradali, immensa difficoltà di stabilire un minimo di
condizioni igieniche nei campi profughi, in cui per mezzo secolo centinaia
di migliaia di persone sono state costrette a vivere e in cui per mezzo
secolo gli israeliani hanno impedito ogni miglioria. Negli ultimi sedici
mesi i palestinesi sono morti soprattutto di spietate rappresaglie di ogni
loro atto insurrezionale. Ma si potrebbe dire che i palestinesi sono morti
e muoiono soprattutto di solitudine perché il loro martirio di mezzo
secolo è anche e soprattutto amara consapevolezza di costituire per
l'opinione pubblica internazionale ben più un fastidio che un problema.


I bambini prigionieri

In mezzo a questa solitudine, a questo sangue, a queste case sventrate dai
bulldozers si muovono i bambini palestinesi; e molti non si muovono
affatto, perché dal settembre 2000 ad oggi più di 700 sono stati
incarcerati, cioè rinchiusi in celle, insieme a delinquenti "comuni",
adulti, e quindi esposti non soltanto alle inevitabili brutalità del
sistema carcerario ma anche a rischi facilmente intuibili.
Il 26 gennaio scorso si è svolta a Bruxelles una conferenza organizzata
dalla parlamentare europea Luisa Morgantini, straordinaria donna che
moltiplica le proprie iniziative a favore dei diritti umani con una
generosità che ha pochi riscontri nella classe politica del nostro Paese.
In questa conferenza hanno parlato il palestinese Quzman Khaled della
Defence Children International e Tamara Pelled-Sryck dell'associazione
israeliana Hamoked. Hanno portato cifre e illustrato il contesto
dell'infanzia negata ai bambini palestinesi. Riassumo: i piccoli uccisi
sono stati: colpiti per la maggior parte alla testa, cioè non per errore o
per una pallottola di rimbalzo ma con volontà di uccidere. 8450 bambini
sono stati feriti o sono rimasti mutilati, e di essi 980 hanno riportato
mutilazioni o lesioni permanenti. I posti di blocco e i coprifuoco rendono
difficilissime la possibilità di tempestivi interventi sanitari, cosicchè
si aggravano ferite ed emorragie che avrebbero potuto essere soccorse con
risultati ben migliori. Quanto ai bambini incarcerati, le due relatrici
hanno denunziato l'uso quasi "normale" della tortura da parte dei militari,
il diritto alla difesa tramite avvocato quasi sempre negato, processi
superficiali, sommarî, che portano a condanne di una severità inaudita e a
pesanti ammende inflitte ai genitori, le visite delle famiglie a questi
piccoli dannati all'inferno carcerario affidate alla discrezionalità dei
militari e via dicendo.


I sorrisi spenti

361 bambini morti, 8450 feriti, 700 incarcerati in un anno e mezzo sono le
cifre che conosciamo; ma nessuno può dirci il numero dei piccoli
palestinesi che avendo vissuto forti traumi psichici, sono ora
profondamente feriti nella loro identità. Ho parlato recentemente con una
psicologa tedesca che veniva dalla Striscia di Gaza, mi ha rac-contato di
bambini segnati da difficoltà di apprendimento, incubi notturni, tremiti,
fobie- "Bambini - mi ha detto - incapaci di sorridere, bambini che forse
non sorrideranno mai più".
Il regime coloniale comporta inevitabilmente la violazione sistematica dei
diritti umani più elementari e pone Israele al di fuori degli stati che
osservano le convenzioni internazionali. Viene sistematicamente violata
anche quella sui diritti del bambino, pur ratificata dallo stato sionista.
In realtà Sharon e i suoi stati maggiori hanno i cestini della carta
straccia pieni di risoluzioni umanitarie e di testi internazionali:
"chiffons de papier", come si diceva una volta, fazzoletti di carta.


Già, ma noi?

Care amiche, cari amici, so bene che facendolo mi renderò odioso ma vorrei
chiedervi uno sforzo di fantasia: quello di pensare ai bambini che più
amate, e di vederli per un momento, per un solo momento, collocati, per una
sorta di malvagio incantesimo, nell'allucinante paesaggio palestinese: No,
non vi chiedo di raffigurarveli morti o mutilati o feriti; e neppure
terrorizzati mentre la loro casa viene demolita da un bul-ldozer per
rappresaglia. Questi sono, per così dire, casi estremi, anche se frequenti.
Vorrei sempli-cemente che pensaste a quei vostri cari mentre assistono allo
spettacolo del loro fratello maggiore portato via di notte da militari
nemici, del padre obbligato a mettersi in ginocchio con le mani dietro la
nuca (un padre che non può difendersi, tanto meno può difenderli), della
madre costretta a subire davanti agli occhi dei figli perquisizioni
umilianti. E queste sono scene "normali" nei territori occupati. Non parlo
di sangue. Parlo della bambola strappata dalle braccia della sua padroncina
e sventrata a un check-point perché potrebbe contenere una bomba, parlo del
piccolo uliveto che i bambini avevano imparato ad amare come parte della
sua casa, e improvvisamente viene sradicato per tracciare una strada
riservata ai coloni; parlo delle scuole perennemente chiuse per ordine
degli occupanti, o dei coprifuoco che durano intere giornate mentre in casa
mancano acqua, cibo, medicinali. Bambini che non solo subiscono la paura
dei bombardamenti, l'incubo degli elicotteri, il rombo minaccioso dei carri
armati ma anche la profondissima insicurezza che nasce dal contemplare la
disperazione dei genitori. Pensate, vi prego, a che accadrebbe "dentro" a
un adolescente che amate se egli vivesse in un luogo come la striscia di
Gaza e proprio mentre allunga il suo sguardo sulle realtà della vita per
valutarne il bene e il male sapesse ciò che accade in una delle quattro
zone in cui i militari israeliani hanno diviso quel territorio: 1500
privilegiati consumano il 36% dell'acqua disponibile e di migliore qualità
mentre 230 mila persone ( fra le quali lui, il vostro ragazzo) devono
contentarsi del 64% e di peggiore qualità. Riuscite a pensare quali
accumuli di rabbia e anche di odio - sì, diciamola l'orrenda parola - si
creerebbero nel suo cuore? Nel 1991, visitando con un gruppo di deputati
italiani i campi profughi palestinesi, ho parlato con ragazzi del genere.
Negli anni seguenti mi sono spesso domandato se qualcuno di loro non si sia
tramutato in bomba umana.


I 56 Giusti di Israele

Questi esercizi di fantasia, credetemi, non mi sono permesso di chiederveli
per sadismo ma in nome della verità. Perché, vedete: i bambini palestinesi
sono del tutto identici ai nostri e le loro condizioni di vita
influenzeranno il futuro dei nostri cari. Se noi non siamo capaci di
identificarci con gli oppressi, e di comportarci di conseguenza, vincendo
pigrizie, paure, senso di impotenza, tentazioni di egoismo ci avviamo a un
degrado progressivo dal punto di vista etico e culturale.
E' contro quel degrado che oggi si muovono molti meravigliosi israeliani.
Penso ai duecento riservisti che affrontano l'accusa di diserzione perché,
si rifiutano di obbedire a ordini che, hanno scritto in un loro documento,
"stanno distruggendo tutti i valori di questo paese" e perché, dicono
ancora, non vogliono più combattere "per dominare, espellere, affamare,
umiliare un intero popolo".
Penso a Sulamit Aloni, docente all'università di Tel Aviv, che, un anno fa,
al parlamento europeo, mostrando il numero tatuato sul suo braccio dagli
sgherri nazisti, gridava che neppure l'orrore della Shoa autorizzava
Israele a ghettizzare, reprimere e avvilire il popolo palestinese.
Penso soprattutto a Nurit Peled-Elhahan, scrittrice, docente universitaria,
che tre anni fa ha perso una figlia tredicenne in un attentato di Hamas e
che da allora si batte contro chi non vede le spaventose responsabilità del
regime di occupazione, un regime - dice - "che umilia, affama, nega
lavoro, demolisce le case, distrugge i raccolti, ammazza i bambini,
incarcera i minori in condizioni terribili e spesso senza processo, lascia
che i bambini piccoli muoiano ai check-point - e diffonde bugie". Per Nurit
non ci sono differenze fra i 26 bambini israeliani morti per attentati
terroristici e i bambini palestinesi uccisi dai militari. Lei dice: "Nel
regno della morte i bambini israeliani giacciono accanto a quelli
palestinesi, i soldati dell'esercito d'occupazione accanto agli attentatori
suicidi e nessuno ricorda chi era Davide e chi era Golia". E Nurit dice:
"Propongo che i genitori i quali non hanno ancora perso i loro figli
prestino attenzione alle voci che salgono dal regno della morte, sul quale
camminiamo giorno dopo giorno e ora dopo ora, e che ci insegnano che non
c'è differenza fra una vita e un'altra, che poco importa quale sia il
colore della nostra pelle o della nostra carta d'identità o quale bandiera
sventoli su una collina o quale sia la direzione verso la quale ci
dirigiamo pregando".
Dice una leggenda ebraica che ci saranno sempre 56 Giusti per amore dei
quali Dio mitigherà ka sua collera.


Protagonisti o vittime

E' un "pensare in positivo", creativo, attivo, quello cui siamo sollecitati
dalla tragedia medio-orientale e questo pensare e creare gesti coerenti è
l'unico modo per uscire da un'angoscia che altrimenti si sedimenta in noi,
in una specie di necrosi dell'anima. Quell'angoscia possiamo fingere di non
avvertirla, rimuoverla, nasconderla sotto altri pensieri, come quello della
nostra supposta impotenza, ma farlo è del tutto vano, come la stupidità
della casalinga pigra o frettolosa che nasconde la spazzatura sotto il
tappeto. Credo fermamente che non ci sia altra scelta: o essere
protagonisti della storia (umili, piccoli, magari paurosi ma attivi) o
essere vittime della storia, scivolando ai margini delle tragedie mondiali
ma finendo egualmente in un abisso.
Se accettiamo questa prospettiva, abbiamo molto da fare, a cominciare dal
far crescere una insurrezione morale di massa contro la intollerabile
situazione coloniale della Palestina; ma questo lavoro rimarrà astratto -
e poco coinvolgente per coloro cui chiederemo di condividerlo - se non
sapremo renderlo più vivo, più amabile (ecco la parola giusta!), attraverso
azioni concrete di solidarietà. La gente non ne può più della politica
fatta soltanto col bilancino della prudenza e l'avarizia del buonsenso: la
gente vuole, deve avere, una politica che sia anche esigenza del cuore.
Le amiche e gli amici di Gazzella ci offrono oggi una mano per uscire dalla
campana di vetro dell'inerzia colpevole. Li ringrazio con tutto il cuore e
spero che saremo in molti a unirci a loro
Ettore Masina.


Libri
Umberto Allegretti non è uno di quegli intellettuali italiani (Dio sa
quanti ce ne sono, a nostra perenne disgrazia!), che nei tempi bui se ne
stanno raggomitolati dietro le loro cattedre, distillando note a piè di
pagina. Tanto per dirne una, la televisione ce lo ha mostrato mentre
sfilava in prima fila, insieme con la sua straordinaria moglie. Teresa
Crespellani, alla "Marcia dei professori", com'è stata chiamata la
sorprendente manifestazione fiorentina. E' un giurista internazionalmente
noto, ma accanto alla "produzione" scientifica allinea una serie di
attività e di libri che lo rendono prezioso a chi si sforza non solo di
proclamare ma anche di mostrare che "un altro mondo è possibile" . Per le
Edizioni Cultura della Pace fondate da padre Balducci ha scritto nel 1992,
con Dinucci e Gallo "La strategia dell'Impero. Dalle direttive del
Pentagono al Nuovo Modello di Difesa" che contiene pagine quasi
profetiche; è stato fra i più importanti animatori dei Comitati Dossetti
per la difesa della Costituzione etc: etc. Grande mediatore culturale,
generosamente al servizio dei tanti gruppi che richiedono la sua presenza,
Umberto ha appena pubblicato un libro di eccezionale importanza: "Diritti e
Stato nella mondializzazione", ed: Città Aperta, pagg. 302, e 18,07. Sì,
il titolo non è invitante per i tanti che sono (o pensano di essere)
digiuni di certe materie: ma il discorso è piano e soprattutto va al cuore
dei problemi che la Terra "mondializzata" ci presenta: dalla negazione dei
diritti umani inevitabilmente imposta dalla globalizzazione a tutti gli
uomini e le donne (non soltanto dunque a quelli dei paesi sottosviluppati
ma anche a noi, alle nostre libertà, alla nostra democrazia) alle
devastazioni dell'ambiente provocata dalle logiche del neloliberismo, a un
militarismo sempre più pericoloso. Tuttavia il quadro non è soltanto fosco,
Allegretti pone con lucidità alcune indicazioni per alternative possibili:
le quali sollecitano la nostra presa di coscienza e il dovere di essere
protagonisti della storia. Un libro scritto con competenza scientifica
nello spirito di Porto Alegre.







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Index(es):
Date
Thread
Bambini palestinesi- Ettore Masina

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To: pace@peacelink.it
Subject: Bambini palestinesi- Ettore Masina
From: "Ettore Masina" <ettore.mas@libero.it>
Date: Wed, 27 Feb 2002 18:35:11 +0100

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LETTERA 79
febbraio 2002

Care amiche, cari amici, credo fosse il mese di settembre del 2000 quando
in LETTERA vi parlai del Progetto "Gazzella", varato da due straordinarie
persone: Marisa Musu e Marina Rossanda. Dandole il nome di una bambina
palestinese di 12 anni, colpita alla testa da un soldato israeliano mentre
tornava a casa da scuola e ri-masta a lungo fra la vita e la morte, Marisa
e Marina, con un gruppetto di altri gene-rosi avevano appena dato vita, a
quell'epoca, a una rete di solidarietà insieme politica e affettuosa.
Avevano, cioè, lanciato la proposta di adozioni a distanza di piccoli
palestinesi feriti o mutilati nel corso della Seconda Intifada.
E' passato poco più di un anno e nonostante la penuria di mezzi e -
naturalmente! - il silenzio dei giornali, il progetto ha preso quota: e
poiché le animatrici di "Gazzella" dicono che i primi "adottori" sono
stati gli amici di LETTERA, mi sembra giusto informarvene: tanto più che la
situa-zione palestinese ci carica di un'angoscia dalla quale possiamo
uscire soltanto con gesti concreti di rottura del silenzio e dell'inerzia.
Gli amici di Gazzella si sono riuniti recentemente per il loro primo
"congresso": gente meravigliosa, venuta da tutte le parti d'Italia: La loro
rete si è ormai distesa come una carezza su 287 bambini palestinesi.
(per informazioni: bettinif@libero.it)


Bambini di Palestina

Come vi scrivevo in quella LETTERA ormai lontana, da cinquant'anni, anzi da
cin-quantaquattro, noi ogni giorno ci alziamo, portiamo i bambini a scuola,
andiamo al lavoro, ritorniamo a casa, mangiamo, ci abbandoniamo al sonno e
intanto in Palestina muoiono ammazzati uomini donne e bambini: 361 bambini
uccisi dal settembre 2000, uno di 13 anni assassinato il 17 febbraio
scorso, quasi a impedire che ci illudes-simo di una pausa di questa atroce
contabilità. No, non è un genocidio, i giuristi negano che si possa
definirlo così. Allora diciamo: è uno stillicidio omicida, come se il tempo
fosse se

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Come dicevo...
by Samantabadra Monday August 11, 2003 at 01:42 AM mail:  

Tutte palle come dicevo sopra e ribadisco: siete due teste di cazzo.

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Come dicevo...
by Samantabadra Monday August 11, 2003 at 01:42 AM mail:  

Tutte palle come dicevo sopra e ribadisco: siete due teste di cazzo.

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X Dick
by anti-gas Monday August 11, 2003 at 02:34 PM mail:  

Spero per lei che voglia mantenere i suoi propositi e non sia l'ennesima balla che sta sparando, per poi ricomparire come un ladro con il nick ripulito.
Durante la sua permamenza lontano dalla tastiera la invito alla lettura di 2 autori che dovrebbero essere nella sua lista di ebrei famosi: FREUD E ERICH FROMM
In particolare di quest'ultimo le consiglio "Fuga dalla libertà"

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X Samatabadra
by anti-gas Monday August 11, 2003 at 02:40 PM mail:  

Nel tuo post sono riportati alcuni interventi meravigliosi e ripresi dallo stesso sito che già avevo segnalato anch'io:http://www.gazzella-onlus.com/.
Vorrei riprendere alcuni passi dall'intervento di Ettore Masina, protagonisti o vittime:

"...
Se accettiamo questa prospettiva, abbiamo molto da fare, A COMINCIARE DAL FAR CRESCERE UNA INSURREZIONE MORALE DI MASSA CONTRO LA INTOLLERABILE SITUAZIONE COLONIALE DELLA PALESTINA; MA QUESTO LAVORO RIMARRÀ ASTRATTO - E POCO COINVOLGENTE PER COLORO CUI CHIEDEREMO DI CONDIVIDERLO - SE NON SAPREMO RENDERLO PIÙ VIVO, PIÙ AMABILE (ECCO LA PAROLA GIUSTA!), ATTRAVERSO AZIONI CONCRETE DI SOLIDARIETÀ. LA GENTE NON NE PUÒ PIÙ DELLA POLITICA FATTA SOLTANTO COL BILANCINO DELLA PRUDENZA E L'AVARIZIA DEL BUONSENSO: LA GENTE VUOLE, DEVE AVERE, UNA POLITICA CHE SIA ANCHE ESIGENZA DEL CUORE.
..."

Credo che non è possibile affogare questi contributi in un frettoloso "copia-incolla" ripetuto 4 volte!!!
A contribuire a rendere dispersivo tutto il tuo post, rischiando di lasciar passare inosservate le cose migliori, è poi il tuo inutile post conclusivo, ripetuto 2 volte, in cui lanci insulti e affermi che sono tutte palle!!!

Però come vedi, nonostante i tuoi insulti, mi sono sforzato di leggere attentamente il tuo intervento, e mi sembra di capire che anche tu non puoi fare a meno di sentirti solidale con il Popolo Palestinese!!!
Nel dibattito che dici di aver seguito, ho cercato di esprimere anch'io questa solidarietà, quindi, prima di fare altre considerazioni, mi piacerebbe sapere, se possibile, cosa ti ha contrariato in particolare.

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hahaha
by buffone + ipocrita + ignorante = anti-gas Monday August 11, 2003 at 02:45 PM mail:  

domanda: ma perche' prima di aver preso l'ennesima batosta nel '67 per aver tentato di distruggere Israele, non esisteva il concetto di "popolo palestinese"? e se i palestinesi vogliono cosi' tanto il loro stato, perche' lo hanno gia' rifiutato in 3 occasioni?

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mentre qualche topo rientra nella fogna
by anti-gas Monday August 11, 2003 at 03:27 PM mail:  

altri ne escono...

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domanda x il ratto + ratto di tutti
by x anti-gas Monday August 11, 2003 at 03:35 PM mail:  

Ma perche' parli di te stesso in 3za persona? Basta co ste manie di grandezza!

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Storia
by Non conta Monday August 11, 2003 at 05:38 PM mail:  

I palestinesi non sono mai esistiti perche' la palestina non e' mai esistita, si chiamava Giudea e Samaria e Gaza.
Ma, qualcuno dirà, questa è storia antica, nel mondo moderno questa è terra araba palestinese. Ancora una volta questo non è vero. Prima della Prima Guerra Mondiale l'intera regione, comprese parti dell'attuale Giordania, Siria, Libano e perfino dell'Arabia Saudita e dell'Egitto, erano considerate la regione di Palestina. Tranne che l'Egitto, tutti questi paesi neanche esistevano. Molti Ebrei, e molte altre genti, vivevano in quella zona. Gli Ebrei vivevano in tutta la regione, su entrambe le rive del Giordano.
Non esisteva, né è mai esistita, alcuna Palestina. Al di fuori di piccole città e villaggi (che avevano importanti percentuali di abitanti Ebrei) gli abitanti della zona erano quasi tutti contadini nomadi che andavano e venivano a seconda delle condizioni prevalenti.
La guerra del 48 fu dichiarata contro Israele da tutti gli stati vicini e circa 500,000 rifuggiati lasciarono Israele perche' spronati dagli Arabi che assicuravano loro una pronta liberazione e immediato ritorno alle loro case.
Ora si sa', Israele sopravvisse ma chi sono i veri colpevoli, moralmente e legalmente di tutto questo?
Io suggerirei gli stati Arabi, e non Israele
L'unico paese democratico nel medio oriente, la popolazione Araba in Israele e nei territori sono molto piu liberi che in tutti gli altri stati Arabi, loro fratelli.
In Israele infatti essi votano, eleggono leaders nel Knesset, hanno i loro partiti politici, hanno i loro giornali, hanno diritto pieno di cittadinanza ed hanno piena liberta' di azione e pensiero.
Nel 1969 la popolazione Araba in Israele era circa 169,000, oggi e' piu di 1,200,000.
L'incremento della popolazione Araba in Israele, non e' dovuto all'alto tasso di nascita, e' dovuto al fatto che molti di loro emigrarono in Israele a causa di possibilita' di una vita migliore.
E' vero che gli Arabi attorno a Israele odiano gli Israeliani ma quando "votano con i piedi" sembra invece che li amino.
Vorrei che qualcuno mi spiegasse questo fenomeno.

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Antigas
by samantabadra Monday August 11, 2003 at 06:11 PM mail:  

Antigas...
baby-suicide_1_.jpg, image/jpeg, 180x205

ve la ricordate questa?
La foto di un bambino Palestinese abbigliato da Kamikaze.
Forse un giorni usciranno dalle loro madri gia abbigliati e pronti all'azione....

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X anti-gas
by samantabadra Monday August 11, 2003 at 10:52 PM mail:  

Cosa mi ha contrariato e' il fatto che avendo visitato http://www.gazzella-onlus.com/, mi sono reso conto che lei che si firma col nome di anti-gas e' infatti:
1. Lei si chiama Anna Oliverio Ferraris che fa parte della banda della Gazzella che si sta' arricchendo con i 57 euro di contribuzione di migliaia di simpatizzanti (una parte pero', per sviare i sospetti, la darete ai palestinesi per comperare cinture kamikaze).
2. E' un pedofilo che ha vissuto tra gli Arabi ed ha imparato i mori e costumi di costoro.
3. E' uno che odia profondamente gli Ebrei perche' mai nel dibattito ho visto lei menzionare i bambini Israeliani dilaniati e menomati dalle cinture dagli "omicide bombers".
Quindi se ho azzeccato, lei e' una testa di cazzo se no,
lei sta lentamente uscendo di senno comunque (gia e' mezzo rimbambito).
La sua pazzia si aggravera' e la porteranno al manicomio, il suo diploma di psicologo non le servira' a niente anzi, contribuira' alla sua malattia.
Solo la morte la liberera' delle sue pene corporee ma la sua anima vaghera di girone in girone fino a raggiungere Maometto in quella che i Greci chiamavano Ades.

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x i vermi brulicanti qua sopra
by anti-gas Tuesday August 12, 2003 at 01:53 AM mail:  

x x anti-gas: visto che sei così cerebroleso da non averlo ancora capito te lo dico esplicitamente: non sono ebreo.

x storia: il tuo amico sharon deve sterminare ancora qualche milione di palestinesi x far tornare le cifre che hai dato. Studiati ancora.

x samantabadra: tutto ciò che posta è vero come il suo nick.... CAZZO DICK! ma non dovevamo vederci +? falso fino alla fine eh?

x tutti: c'è proprio bisogno che ve lo dica?

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E' fatta
by Samantabadra Tuesday August 12, 2003 at 02:44 AM mail:  

Ce l'abbiamo fatta ragazzi !!
Comincia a sparlare, la follia lo sta prendendo.
Tra poco arriveranno gli infermieri che lo porteranno via.
Poi la morte ed infine ....
Già veggia, per mezzul perdere o lulla,
com'io vidi un, così non si pertugia,
rotto dal mento infin dove si trulla.
Tra le gambe pendevan le minugia;
la corata pareva e 'l tristo sacco
che merda fa di quel che si trangugia.
Mentre che tutto in lui veder m'attacco,
guardommi, e con le man s'aperse il petto,
dicendo: «Or vedi com'io mi dilacco!
vedi come storpiato è Maometto!
Dinanzi a me sen va piangendo Alì,
fesso nel volto dal mento al ciuffetto.




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sion e la stampa
by anti-gas Wednesday August 13, 2003 at 01:21 AM mail:  

Ci sono 2 cose che danno particolarmente fastidio ai sionisti e alle loro scimmie ammaestrate:

1) l'informazione sui crimini di guerra che stanno perpetuando gli occupanti in Palestina

2) il boicotaggio dei prodotti degli occupanti e dei loro complici

La riprova è la loro scomposta agitazione al solo sentirne parlare.
Per questo sono stati messi a presidiare costantemente questo sito.
Basta vedere sopra a che si sono ridotti pur di nascondere l'argomento del thread.

Mentre purtroppo ecco come hanno ridotto Gaza, i suoi abitanti e la libertà di informazione.
Ecco come, peggio dei nazisti, impediscono a chiunque di entrare a Gaza.
Ecco come gli israleiani stanno uccidendo la Palestina e la loro umanità.

E' il confine Egitto-Gaza, ma a farla da padroni sono gli israeliani. Con le consuete maniere forti
TIZIANA BARRUCCI
STEFANO LIBERTI
REFAH
«Perché Gaza?» la domanda, lanciata inizialmente a bruciapelo, diventerà un'ossessiva litania che scandirà uno snervante interrogatorio di tre ore. L'ufficiale israeliano preposto al controllo di frontiera - uno sguardo gelido e toni bruschi e autoritari - non sopporta la presenza di due giornalisti che osano chiedere di entrare nei «cosiddetti Territori occupati». Siamo a Rafah, al confine tra l'Egitto e lo stato ebraico. O meglio, tra l'Egitto e la Striscia di Gaza, un lembo di terra in cui vive accatastato un milione di palestinesi. E' qui che, dopo dodici ore di attesa, chi scrive verrà malmenato e deportato dalle autorità israeliane nuovamente alla volta dell'Egitto.
La no man's land tra i due paesi è una piccola scatola di sabbia sporca senza servizio: otto panchine e un serbatoio di acqua stagnante per le centinaia di palestinesi che ogni giorno chiedono di tornare dalle famiglie a Gaza, attraverso l'unica via rimasta loro disponibile. Qui aspettano ore, a volte giorni, finché un pullman non li trasborderà dal lato israeliano della frontiera. Sono 50 metri, ma non si possono percorrere a piedi. Interdetto il passaggio dagli israeliani, gli autisti egiziani fanno affari d'oro: il biglietto per questo viaggio senza senso costa 15 pounds (poco più di 2 euro), più o meno la stessa cifra con cui si possono percorrere in autobus 300 chilometri che separano il Cairo dalla città di Rafah.
La cadenza dei pullman è decisa in totale arbitrio dagli israeliani. Chi scrive impiega 7 ore e mezzo ed è fortunato: il periodo è calmo qui, dicono i palestinesi in attesa, «gli israeliani fanno entrare più autobus del solito».
Sbrigate rapidamente le formalità dal lato egiziano, la marcia verso Israele sarà scandita da successive fasi orchestrate secondo i meccanismi ben oliati di una vera e propria guerra psicologica. Dopo ore sotto il sole cocente, i primi arrivati vengono fatti salire su un pullman da 24 posti, accatastati in cento e pigiati come sardine in mezzo ai bagagli. L'aria è soffocante, i bambini piangono, alcune donne stremate sono sull'orlo dello svenimento. Ma il veicolo non si muove. Lo farà solo un'ora dopo, per andare a parcheggiarsi 10 metri più in là, ancora dal lato egiziano. Impiegherà altre 3 ore per percorrere i rimanenti 40 metri. Le ripetute false partenze e le continue fermate punteggeranno questo lungo logoramento dei nervi, tra la palpabile rassegnazione di chi a queste umiliazioni ha ormai fatto l'abitudine. Ma c'è chi mostra segni di esasperazione. Come Mohammed, palestinese con il passaporto sudafricano, una moglie e tre bimbi piccoli, bloccato in questa terra di nessuno dall'alba: «Gli israeliani ci sottopongono a un vero e proprio regime di apartheid. Ma anche noi palestinesi siamo incapaci di reagire, troppo disorganizzati».
Una volta giunti infine nel lato israeliano, le 100 persone stipate saranno sottoposte a ulteriori controlli ed interrogatori, prima di poter entrare in una terra che è loro, ma di cui non hanno il controllo.
Quanto a chi scrive, pochi minuti bastano per ottenere il primo netto rifiuto: la Striscia di Gaza è blindata e chiusa agli stranieri, per paura degli attivisti del movimento per la pace. La richiesta di entrare a Gerusalemme sarà invece accolta solo dopo altre tre ore di interrogatorio. Ma a una condizione irrevocabile: farsi apporre il timbro israeliano sul passaporto, rendendo così impossibile l'ingresso in buona parte dei paesi della regione. Al rifiuto di un tale ricatto, l'ufficiale di frontiera requisirà i passaporti e timbrerà ugualmente uno dei due, per poi cancellare il visto per rendere di fatto il documento inutilizzabile. A nulla varranno le proteste e la richiesta di contattare l'ambasciata italiana a Tel Aviv. Chi scrive verrà malmenato e caricato a forza su un autobus verso l'Egitto, secondo una prassi che ai valichi di frontiera israeliani sembra ormai diventata consuetudine.

http://italy.indymedia.org/news/2003/08/351227_comment.php#351407












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Lasciateli entrare
by july Wednesday August 13, 2003 at 03:23 PM mail:  

Barrucci e Liberti, due mediocri scrittori comunisti che si definiscono giornalisti.
Lavorano per Il Manifesto, simpatizzano per i musulmani e farebbero di tutto per fare lo scoop.
Se i musulmani a loro piacciono cosi' tanto, perche non vanni invece in Chechnia?.
Chissa' se un ufficiale russo al controllo di frontiera - uno sguardo gelido e toni bruschi e autoritari - sopporterebbe la presenza di due giornalisti che osano chiedere di entrare ad intervistare i terroristi Checheni che si fanno saltare in aria nei teatri e supermarket russi.
Si infatti gli israeliani dovrebbero cortesemente lasciar entrare dall'Egitto a Gaza per poi continuare in Israele, tutti i terroristi che si presentano senza nemmeno perquisirli.
Anzi, portarli in autobus con aria condizionata fino a Gerusalemme, comperar loro un biglietto solo andsta(perche' tanto non ritorneranno) sul primo autobus pieno di bambini israeliani di ritorno dalla scuola.
Po dovrebbero ringraziare Barrucci e Liberti per aver portato alla lora attenzione una cosi' grave imgiustiza.
Ma che cazzo di coglione sei?
Poi non lo sai che il boicottaggio punisce le persone sbagliate?.
Come quella volta quando i palestinesi decisero di boicottare la Coca Cola, 200 poveracci persero lavoro e alla Coca Cola fece un baffo.
Se siamo su questo sito e' per smascherare le persone come te che, per appagare il loro odio per gli ebrei, non si fermano a nessuna falsita'.
A riguardi di Gazzella poi, da come ho letto sopra, un giorno si scoprira' come i fondi contribuiti da migliaia di persone non vanno a beneficio dei bambini palestinesi.
Una buona parte se la mette in tasca gli organizzatori l'altra va ha finire nelle mani di Hamas per spargere ancora piu' sangue isreliano.
Questo sito personalmente lo visito solo ogni tanto scrivo, per fare la mia parte contro il terrorismo e l'imperialismo arabopalestinese che si e' diffuso in mezzo a voi e per dare una prova ancora di piu' che chi la pensa come voi sono in via di estinzione......tra poco sarete ricordati come i dinosauri della civilta' moderna.

sono per la liberta'e la giustizia per questo oggi piu' che mai simpatizzo per israele e il popolo ebraico.

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X un povero disgraziato
by prof. marsiglia Friday August 15, 2003 at 03:33 PM mail:  

Dick sei talmente falso che diventi trasparente nella tua idiozia! Ti si riconosce dalla bava che lasciano le tue cazzate e le tue rozze calunnie.
Questi sono solo alcuni nick dietro cui nascondi la tua misera esistenza bastarda: Dominic ,giuly ,Domchi, Dick, Non conta, july ,Boddhisatva ... Senza citare i nick che hai "rubato" proprio da chi ti ha già sbugiardato e umiliato più volte, come hai fatto sopra con samantabadra!!!

I tuoi innumerevoli complessi di inferiorità ti hanno portato a desiderare di appartenere ad un ristretto gruppo di eletti, le tue limitate capacità intellettive e la tua facile suggestionabilità di hanno portato a credere di trovarlo negli ebrei.

Così, pur non essendo neanche ebreo, ti sei affogato nella putrida e vile idologia sionista, che, come desideravi, toglie la capacità di guardare dentro se stessi, e sei diventato quel mostro che non riesce più a distinguere tra il bene e il male, una scimmia ammaestrata utile ai sionisti per nascondere i loro crimini in nome della GRASSA ISRAELE.

Oltretutto alla tua età ti fa anche male stare troppo tempo su indymedia.

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