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Aggiornamenti sui/sulle compagni/e arrestati/e a Bergamo
by INFOBG Tuesday, Nov. 15, 2005 at 5:02 PM mail:

portiamo solidarietà ai compagni bergamaschi




Domani 15 novembre, inizieranno in carcere gli interrogatori dei 14
compagni/e arrestate/i sabato 12 novembre nel corso della manifestazione anticarceraria svoltasi a Bergamo.

Gli interrogatori avrebbero dovuto iniziare oggi, ma sono slittati in seguito all'acquisizione di nuovo materiale.

Secondo i legali i compagni che rischiano di restare in carcere perché hanno precedenti sono due, per gli altri si ipotizza la scarcerazione unita a provvedimenti repressivi.

Tra gli arrestati ci sono anche degli attivisti del gruppo anticarcerario faentino "Giù Mura-Giù Box", che invita a partecipare al presidio settimanale che si svolgerà domani, 15 novembre, dalle ore 19 sotto al cercere di Forlì.



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more info
by da ecoonline Tuesday, Nov. 15, 2005 at 8:24 PM mail:


Anarchici 8 ore sotto torchio
Attesa decisione del giudice


Otto ore sotto torchio per i 14 manifestanti del corteo anarchico, arrestati per i disordini che si sono scatenati alla Celadina sabato scorso nell'ambito della manifestazione organizzata per protestare contro le carceri e il sistema penitenziario. Il giudice Patrizia Ingracì, ha ascoltato le versioni di tutti quanti nel corso degli interrogatori che si sono protratti dalle 9 alle 17 di oggi. Tuttavia, si è riservata di prendere una decisione nella giornata di domani sulla convalida o meno degli arresti e quindi sulla permanenza in carcere dei manifestanti finiti in manette.
Il bilancio degli scontri annovera anche numerose denunce. La manifestazione non autorizzata, organizzata da alcuni gruppi anarchici che hanno mobilitato oltre un centinaio di persone, era diretta alla Casa circondariale di via Gleno. I manifestanti, attrezzati per la guerriglia urbana, con bombe carta, spranghe, bottiglie e chiodi, erano però stati fermati all'incrocio tra via Pizzo Redorta e via Gleno dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa. Poco dopo sono scoppiati gli scontri.

Gli investigatori stanno inoltre cercando di accertare se sono da collegare con la manifestazione violenta gli episodi avvenuti ore più tardi: l'esplosione di due bombe carta contro le vetrine dello sportello di Banca Intesa a Nembro, e le vetrate della filiale di Città Alta della Banca Popolare di Bergamo, frantumate con 18 colpi di mazza. Sotto indagine anche le picconate inferte alle vetrate della filiale di Longuelo del Credito Bergamasco.

(15/11/2005)

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Solidarietà agli arrestati
by c.s.a. pacì paciana Wednesday, Nov. 16, 2005 at 11:53 AM mail:

Esprimiamo la nostra solidarietà ai/alle arrestat* e denunciat* per la
manifestazione di sabato 12 novembre a Bergamo, chiedendone la
scarcerazione immediata.
Le politiche di controllo sociale, sempre più votate alla repressione
indiscriminata, questa volta si sono esplicitate con una feroce quanto
brutale caccia all'uomo ed un altissimo numero di fermi e denunce.
Dalla manifestazione di Napoli nel 2001 in poi abbiamo assistito al
moltiplicarsi delle forme persecutorie mirate a far tacere ogni voce di
dissenso.
Assistiamo ormai quotidianamente a processi in tutta Italia verso gli/le
attivist* dei Movimenti, che con i metodi più disparati tentano di
focalizzare problematiche di precarietà, disagio reale e degrado sociale,
rendendoci conto di quanto sia pesante l'aria che si respira in Italia.
la nostra urgenza ora è che i 14 compagn* arrestat* vengano rilasciati
subito dal carcere di Bergamo.
Liberi tutt* - liberi subit*
c.s.a. pacì paciana

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SUL CORTEO DEL 12 A BERGAMO
by un partecipante ai fatti del 12 Sunday, Nov. 20, 2005 at 4:33 PM mail:

Per un altro punto di vista sul corteo del 12-11-2005 a Bergamo



Sappiamo tutti cosa è successo, dalle cinque alle sei e mezza circa di sabato scorso a Bergamo; purtroppo però le informazioni che sono girate anche sui canali più “alternativi” sono state solo quelle dei giornali (articoli che aprioristicamente partivano dal presupposto “questi sono solo dei vandali” ) o dei pochi comunicati di solidarietà, incentrati però, giustamente, più sull’esagerata repressione che ha seguito i fatti che non sul corteo in sè. E su questo, dal mio punto di vista, per i compagni e non, bisogna fare chiarezza.
Io ho partecipato a quel corteo, mi sento quindi in diritto, ed in dovere, di raccontare cosa è successo, visto da dentro.
Il corteo non era stato autorizzato, per scelta politica degli organizzatori, su cui si può essere o meno d’accordo. Alla partenza, dopo un ora dall’appuntamento preciso, quando ormai nel piazzale eravamo più di un centinaio, e si aveva intenzione di partire, la polizia e la digos schierate di fronte a noi hanno chiesto, col megafono, le nostre intenzioni, invitandoci a scoprire il volto, e a dichiarare il percorso.
Uno degli organizzatori, a viso completamente scoperto, ha risposto loro, anche lui col megafono, in modo da essere ben sentito da tutti, che le nostre intenzioni erano pacifiche, che volevamo arrivare al carcere per farci sentire dai detenuti portando la nostra solidarietà ( cosa tra l’altro assolutamente riuscita), e che nessuno di noi avrebbe lanciato provocazioni alla polizia, ritenendole (di comune avviso) quanto mai sterili e inutili.
Niente, siamo partiti, la polizia di fronte a noi, alla volta del carcere di via Gleno. Il corteo era unito. Eravamo in pochi, ma si sentiva altissima la partecipazione, la rabbia, l’attenzione, grazie anche alla mancanza del camioncino con la musica che troppo spesso costituisce un motivo di passività.
Siamo arrivati, benissimo, all’angolo del carcere. Lì il capo della polizia, schierata ad impedirci il passaggio nella via che costeggiava l’edificio, ci ha intimato di spostarci nella via a sinistra.
Gli organizzatori, con i rappresentanti di tutte le città che erano presenti, si sono consultati a riguardo, decidendo che era impossibile e masochista sfondare la polizia, e dunque che ci saremmo messi dietro lo striscione, sulla sinistra, fermandoci un po’ e poi indietreggiando lentamente.
Ormai era buio, quando ci siamo spostati; qualcuno ha lanciato un fumogeno ad un telecameramen che ci filmava da un giardino. Lì si è scatenato il panico. Dei “compagni” che stavano nelle ultime fila si sono messi a correre spaventati, stupidamente, da un pericolo che ancora non c’era. Qualcuno, dal centro, per aggravare le cose, ha acceso le torce ed ha iniziato a lanciare petardi. Nonostante le numerose grida, degli organizzatori, e di alcuni compagni, di stare fermi, rimanere compatti, piantarla di lanciare oggetti, che tra l’altro colpivano spesso i compagni stessi, la situazione è degenerata velocemente. Vedendo la gente correre, la polizia (all’inizio assolutamente indecisa, senza intenzione di caricare ) non ci ha pensato due volte a sfruttare l’occasione di poter bloccare la gente presa singolarmente o a piccoli gruppi, ed ha iniziato a correre, armata ( manganelli, molti dei quali allungabili, scudi, e non solo, alcuni compagni si sono visti puntare addosso le pistole), lanciando lacrimogeni.
Da lì poi si è perso ogni tipo di controllo, tutti scappavano, a piccoli gruppi o soli, cercando di correre più dei poliziotti e delle volanti. Molti di noi sono stati pestati, umiliati. Ognuno cercava di mettersi in salvo per conto suo.
Chi è stato arrestato lo è stato o perché preso direttamente dalla polizia dopo essere stato picchiato, o perché sconvolto, perso, camminava con altri sui vialoni, e poiché da quelle parti non c’erano passanti “normali”, chiunque veniva visto era affiancato dalla polizia ed arrestato.
Questo è quanto è successo al corteo. Eventuali giudizi, opinioni, critiche, all’accaduto, stanno a che legge e a chi ha partecipato.
Io mi fermo qui.

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