Cyril Ferez è il nome del sindacalista di 39 anni che, travolto durante una carica della polizia sabato sera, ora è ricoverato in coma profondo all'ospedale Henri-Mondor di Créteil (Val de Marne)
I celerini hanno dunque mandato in coma un sindacalista, un postelegrafonico, un padre di famiglia. Non c'è molto altro da aggiungere. Due possibilità.
La prima. L'emozione per questo avvenimento è scarsa sia presso i media, sia presso coloro che si mobilitano nelle strade e nei templi del sapere occupati. L'emozione svanirà, e questo evento diverrà l'ennesimo episodio da classificare negli archivi del dimenticatoio delle lotte abortite. In questo caso, ragazzi, tornate a casa e smettetela di agitarvi gridando "Viva la rivoluzione" quando è piacevole...
Altra possibilità. La polizia francese ha mandato in coma uno che contestava. Questo si chiama fascismo applicato, né più né meno, e cadono le maschere (come se ancora occorressero prove supplementari). Fascismo e null'altro. L'emozione dovrebbe quindi trasformarsi in resistenza, in mobilitazione, in collera ancor più terribilmente forte, suscitate da una lucida indignazione che esige una solidarietà reale. Con questa certezza: un governo che cerca di assassinare non ha NESSUNA legittimità. Quindi, finalmente, DIFFONDERE le parole d'ordine della lotta: contro tutte le esclusioni, per la solidarietà con gli immigrati clandestini, per l'incontro con le banlieues, coi lavoratori precari, coi disoccupati, coi senza dimora fissa...finché il vostro governo non si dimetta. Allora la lotta e i colloqui potranno iniziare.
Non resta che augurarsi che Cyril si risvegli indenne dal coma, nessuno ha bisogno di altri martiri. Ci resta da esprimere la sua solidarietà alla famiglia e ai colleghi, e di far loro coraggio.
(traduzione dal francese di Riccardo Venturi)
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