Steven Green, il soldato
americano di 21 anni in attesa di giudizio per lo stupro
e l'assassinio di una giovane irachena di 15 anni e di tre
suoi familiari, fra cui una sorellina, a Mahmoudiya, a sud
di Baghdad, aveva dichiarato in passato che in Iraq "uccidere
persone e' come schiacciare una formica: tu uccidi uno e poi
dici 'Bene, andiamo a mangiare una pizza'".
Steven Green, il soldato americano di 21 anni in attesa di giudizio per lo stupro e l'assassinio di una giovane irachena di 15 anni e di tre suoi familiari, fra cui una sorellina, a Mahmoudiya, a sud di Baghdad, aveva dichiarato in passato che in Iraq "uccidere persone e' come schiacciare una formica: tu uccidi uno e poi dici 'Bene, andiamo a mangiare una pizza'".
Lo racconta un corrispondente di guerra al Washington Post.
Green gli aveva raccontato: "Ho sparato su un tale che non
si fermava a un posto di blocco ed e' stato come niente. Pensavo che uccidere qualcuno sarebbe stata un'esperienza che cambia la vita. L'ho fatto ed e' come se fosse nulla".
I fatti di cui Green e' accusato risalgono a marzo. Un mese
prima, Andrew Tilghman, che lavora per un giornale militare,
l'aveva incontrato presso il suo battaglione del 502.o
reggimento d'artiglieria della 101.a divisione aerotrasportata.
Green, che era in Iraq da quattro mesi, gli era apparso
"un ragazzo abituato alla violenza e alle uccisioni" e traumatizzato dalla morte in dicembre del suo sergente, ucciso da una pallottola in gola. All'epoca, il suo battaglione perdeva un soldato la settimana.
Green diceva: "Devo stare qui un anno e non posso farci
niente. Voglio solo tornare a casa vivo. Me ne frego
dell'Iraq''. E aggiungeva che ''questa guerra e' diversa
da quelle che hanno fatto i nostri padri e i nostri nonni.
Quelle erano guerre per qualche cosa, questa e' per niente".
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