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"Visita al Leonka, il sottosegretario resta solo"
by Il Giornale 15 ottobre Sunday, Oct. 15, 2006 at 2:32 PM mail:

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Il critico rispetta l’altolà del sindaco e non va in via Watteau. Terzi, che doveva accompagnare Naccarato, all’ultimo si rifiuta Farina: «È un bel pasticcio della politica»

Il cerimoniale impeccabile è quello del Leoncavallo. Con lo storico portavoce Daniele Farina, oggi deputato di Rifondazione comunista e vicepresidente della commissione Giustizia, che in perfetta giacca blu attende sulla porta il sottosegretario Paolo Naccarato e lo accompagna a visitare i graffiti. Le mamme del Leonka distribuiscono sorrisi e cataloghi (Skira) e il consigliere dell’Ulivo Pierfrancesco Majorino a rappresentare il Comune. Da solo, perché alla fine Palazzo Marino riesce a combinare una frittata istituzionale che Letizia Moratti digerirà solo con una pila di Alka Seltzer. «La politica milanese - le parole di Farina - ha combinato un bel pasticcio. Spero solo che non si comporti così anche nella soluzione del problema del centro sociale». Giorni e giorni di discussioni, due assessori (Vittorio Sgarbi e Giovanni Terzi) che si contendono il prestigioso ruolo di rappresentare il sindaco e la città. E, alla fine, il rappresentante del governo che rimane da solo. Come il cane che ha due padroni e alla fine muore di fame. «Chiedo scusa al sottosegretario Naccarato per questo spiacevole episodio - cerca di cavarsela Sgarbi - . Non è stata colpa mia, ad accompagnarlo al Leoncavallo doveva essere l’assessore Terzi». Parole recitate nell’ultimo atto dell’esilarante commedia degli equivoci (o forse teatro dell’assurdo?), andata in scena per tutta la giornata di ieri. A Partire dalla mostra di Andres Serrano inaugurata in mattinata al Pac come esordio della giornata del Contemporaneo e (vedi il destino), intitolata Il dito nella piaga. La conclusione, invece, nella gelida hall di un hotel a pochi passi dal centro sociale okkupato. «Il confine del capitalismo - se la ride Sgarbi -. La Moratti mi ha chiesto di rinunciare e di lasciare che fosse Terzi ad accompagnare il sottosegretario. Io ho obbedito, ma poi Terzi ha rinunciato. Un comportamento misterioso, come di qualcuno che ha paura che gli capiti qualcosa». Il sottosegretario sembra piuttosto divertito e si dilunga negli elogi. «I graffiti sono bellissimi - assicura -. Mi hanno trasmesso una grande emozione, anche se io di arte non capisco nulla. Peccato solo che Sgarbi non me li abbia potuti spiegare. Dico solo che lui sta rendendo un grande servizio alla città e che Milano gli dovrebbe essere grata. Se poi ci sono altri problemi politici, io questo non lo so». Il risultato più evidente sono gli insoliti visitatori del centro sociale più famoso d’Italia. «Mai viste qui tante sciure - se la ride Atomo Tinelli, storico writer -. Tutte con la loro bella macchina fotografica. Finalmente Sgarbi ha gettato un sasso, anzi un macigno nello stagno della cultura milanese». Majorino gli fa eco poco lontano. «Certo è incredibile che l’assessore ai Giovani non venga al Leoncavallo». Solo a qualcuno il bagno di legalità provoca un po’ di orticaria. «Basta con queste visite in cui noi facciamo da zoo. Con la gente che viene e dice “ma quelli sono gli animali del Leoncavallo?”».

Giannino della Frattina


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"Sgarbi e il caso Leonka, scontro in giunta"
by Corriere 15 ottobre Sunday, Oct. 15, 2006 at 2:33 PM mail:

Il sottosegretario Naccarato alla mostra dei writer: nessuno del Comune era con me, mi hanno lasciato solo. Il critico-assessore: tovvaca a Terzi, ha tradito la Moratti. La replica: visita privata. An: fa troppo di testa sua.

Risale la tensione sul caso Leoncavallo. E la mostra dei writer diventa sempre più caso politico. Con il sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento, Paolo Naccarato, che alle coinque del pomeriggio varca la soglia del centro sociale itonizzando: "mi hanno lasciato solo". E l’assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi, che nella hall dell’Holiday Inn, a 200 metri dal Leoncavallo, dove si è fermato per rispettare il diktat del sindaco, inveisce contro il collega di giunta, Giovanni Terzi: "Io non sono entrato nel centro sociale, l’avevo promesso al sindaco, e mi sono fermato al confine. Terzi, invece, ha tradito l’incarico avuto dalla Moratti. Si è rifiutato di accompagnare il nostro ospite al Leoncavallo". Ma il pentimento tardivo non spegne l’incendio. E’ lite in giunta e dai gruppi di maggioranza c’è chi chiede la testa di Sgarbi e chi, come An, lo invita a controllarsi, perchè "la legittimazione politica del Leoncavallo - chiarisce il capogruppo Carlo Fidanza - non può passare da una scorciatoia artistica". Va bene definire i disegni dei writer degni di una moderna Cappella Sistina. Ma "Sgarbi sta in una maggioranza che in questi dieci anni ha scelto di non legittimare il Leoncavallo finchè non sarà nell’ambito della legalità. E’ bene che Sgarbi si consulti con i suoi". Aveva provato il sindaco Moratti, nei giorni scorsi, a sminare il terreno, convincendo il vulcanico Sgarbi a stare al suo posto. Per fare da guida al sottosegretario in visita a Milano è stato arruoilato allora l’assessore Giovanni Terzi, che ha la delega ai centri sociali. Tutto sembrava filare liscio. La scaletta della giornata era stata confermata fino all’ultimo da un vorticoso giro di telefonate. E Terzi doveva essere ben concinto del ruolo di guida, se è rientrato adirittura dall’estero per la missione in via Watteau. Il rendez-vous era previsto fuori da Palazzo Reale alle 16, dove Sgarbi aveva nel frattempo trascinato il sottosegretario per una visita lampo alle mostre di Boccioni e Tamara de Lempicka. E lì, sul piazzale pieno di turisti in fila, si è cpnsumato il giallo. Breve scambio di battute tra Sgarbi e Terzi, poi tra Terzi e Naccarato. Tnesione nell’aria, cellulari che suonano. Infine i tre che si dividono e si allontanano su altrettante auto. Al Leoncavallo, più tardi, entrerà solo Naccarato. Sgarbi si è fermato in un hotel poco distante. E da lì si scatena un monologo contro il collega di giunta. "Una stravaganza - esordisce - un atteggiamento scortese e incomprensibile. Ha disatteso la parola data. Ho visto il panico nei suoi occhi. Non capisco perchè. Ha perso un amico. Non mi piacciono gli uomini che si tirano indietro di fronte ai doveri elementari". Terzi butta acqua sul fuoco: "Per litigare bisogna essere in due. E non ho voglia di risse. Non c’è giallo nè paura - chierisce. Ritenevo che si trattasse di una visita istituzionale e ho detto al sottosegretario che era un’opportunità per affrontare con governo il problema del centro sociale, perchè lo sfratto con la forza pubblica è imminente. Lui però ha messo le mani avanti, ha chiarito subito di non sapere nulla del Leonka e di essere qui solo per una visita privata. A quel punto, dopo aver informato i capigruppo, ho ritenuto doveroso fare un passo indietro".

Paola D’Amico


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