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Ciao Dario

La Salerno antifascista, internazionalista, libertaria e antagonista non finirà mai di ringraziarti.

È ancora vivo in tutti noi, adulti e adolescenti militanti rivoluzionari salernitani degli anni ’70 il ricordo del tuo contributo e quello della tua compagna Franca Rame alle mobilitazioni per la liberazione del compagno anarchico Giovanni Marini.

Rimangono impresse nella nostra memoria e in quelle delle generazioni militanti successive, grazie alle foto di allora che attestano la vostra presenza al tribunale di Salerno nel primo processo a Giovanni Marini. Così come non potremmo mai dimenticare le mobilitazioni internazionaliste e antimperialiste dopo il Golpe in Cile.

Per parlare e ricordare, anche con nostalgia, di Dario Fo il cui ricordo, sempre unito alla figura di Franca Rame eterni innamorati ed inseparabili, si consumerebbero fiumi d’inchiostro. Per comprendere il contributo che Dario e Franca hanno dato al Movimento Politico  Rivoluzionario in Italia è necessario riflettere e risalire a quel clima politico vissuto in Italia dalla fine anni ’60 inizi anni ’70 sino alla metà degli anni ’80. È utile ricordare il contesto politico in cui si viveva, clima contrassegnato dalla politica stragista di Stato, da cui ormai la famosa terminologia ‘strategia della tensione’ iniziata con la strage di Piazza Fontana e  con diversi tentativi di golpe in Italia.

Il più inquietante quello di Junio Valerio Borghese, in quanto ha visto le complicità degli apparati dello stato (forze armate, servizi segreti, apparti politici e finanziari, massoneria) con  le ingerenze di stati esteri, USA, Israele, la Spagna del dittatore Franco, il Portogallo e la Grecia dei Colonnelli. Un clima politico interno minaccioso con leggi e forme repressive dello stato dove culturalmente e mediaticamente regnava la censura. Grazie al movimento politico sindacale operaio e degli studenti fu possibile aprire una breccia di libertà in grado di scalfire quel clima di restaurazione e di censura, dando forza all’emersione di un fenomeno culturale/artistico libero che spaziò in diversi campi, dalla cinematografia alla musica e al teatro di cui massimi esponenti  – Pasolini, Dario Fo, Franca Rame,  G. Maria Volontè.  Contribuirono a far respirare in Italia un clima di libertà e di emancipazione.

Dario Fo e Franca Rame in quegli anni si schierarono con il Movimento Politico Rivoluzionario, e questa scelta fu criticata ed osteggiata non solo dall’apparato politico del P.C.I. ma anche dalla sua ‘intellighenzia’. Dario e Franca diedero  vita alla a Palazzina Liberty abbattuto alla fine  degli anni ’80 con ll Sindaco della  Milano da ‘pere’ Pillitteri cognato di Craxi, circuito dell’allora cultura alternativa milanese. Dario Fo diede vita al Collettivo La Comune e questa esperienza di aggregazione artistica e culturale alternativa si diffuse in tutta Italia con i Circoli La Comune. Un circuito artistico culturale eretico libertario in grado di valorizzare diverse espressioni teatrali, musicali popolari e di strada nel nostro paese.

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Dalla pianura Padana alla Sicilia e in Sardegna, i Circoli La Comune riportavano nelle piazze italiane esperienze di musica popolare, vedi Cicciu Busacca il più famoso cantastorie siciliano che da moderno giullare rappresentava racconti ed avvenimenti, anche drammatici,  il cui filo conduttore era l’eterno conflitto tra i poveri ed i ricchi. I Circoli La Comune, come laboratori ed esperienze tendenti a creare un circuito culturale artistico alternativo su scala  nazionale, la cui eredità oggi è rappresentata dai Centri Sociali sparsi in tutta Italia. Dario Fo e Franca Rame con i loro spettacoli finanziavano e sostenevano il Soccorso Rosso, struttura e associazione di avvocati militanti che difendevano le migliaia di compagni reclusi e detenuti nelle carceri italiane. Con i loro spettacoli, vedi “Morte accidentale di un anarchico” denunciavano il clima di repressione di Polizia e Carabinieri nei confronti dei compagni, denunciavano  maltrattamenti dei  detenuti, sostenevano le rivolte dei detenuti nei penitenziari italiani per l’applicazione della riforma carceraria. Il Soccorso Rosso diventò riferimento di detenuti e per le famiglie per le migliaia di denunce di violazione dei diritti civili compresa la  prassi quotidiana della tortura in uso nei commissariati e nelle abitazioni private, così come i diversi casi di desaparecidos italiani (compagne/i delle varie formazioni combattenti arrestati e di cui se ne perdevano le tracce anche per qualche per più di un mese).

Le campagne di denunce e mobilitazioni per chiudere il carcere dell’Asinara, cosi come l’efferatezza e le violenze delle forze speciali della polizia perpetrate ai compagni a seguito delle rivolte nelle carceri di Palmi e Trani. L’impegno di Dario e Franca al fianco dei familiari dei detenuti politici, anche l’impegno per una risoluzione politica riguardante la lotta armata  in Italia, al fine di impedire altre lacerazioni all’interno del Movimento, ulteriori vittime e disseppellire una generazioni di donne ed uomini dai cunicoli di cemento armato in cui erano segregati rinchiusi.

Dario e Franca da un palco in una piazza, di un teatro, di un cinema riuscendo a coniugare  passionalità, arte, eresia, ironia e controinformazione, erano capaci di non farti sentire solo, infondevano in ognuno stimolo e coraggio a continuare nell’impegno quotidiano della militanza politica.

Caro Dario, cara Franca è nostro dovere ricordarvi non solo per l’impegno nelle campagne sull’aborto, il divorzio per la difesa dei  diritti civili nelle carceri e manicomi macellerie sociali a sostegno del popolo palestinese, per la passione e l’entusiasmo che siete stati capaci di comunicare….

Dalla Salerno degli anni ’70 alla Val Susa degli anni 2000 ti vogliamo ricordare come il ‘giullare’ che con ironia e sarcasmo è stato in grado di denudare il Re, che anche stando a cavallo, si può disarcionare…

Centro Sociale Asilopolitico – Salerno

Foto Raffaele Venturini

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