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TERMINI IMERESE 11/12/2002
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Chiusa Telefabbrica

Con una chiamata alla caserma dei carabinieri, due funzionari del Ministero delle Comunicazioni hanno notificato a Telefabbrica la violazione dell'art. 195 del Codice Postale e ingiunto la disattivazione dell'impianto trasmittente a Termini Imerese.
A solo tre giorni dall'attivazione viene chiusa una piccola tv di strada, Telefabbrica, l'unica emittente che aveva dato voce alla lotta degli operai di Termini Imerese.
Sull'onda repressiva di questi giorni, ancora una volta, le voci non allineate vengono imbavagliate da un regime di monopolio mediatico.
Se ci fosse bisogno di ricordarlo viviamo nel libero stato di Banana, nel quale il Presidente del Consiglio e' proprietario di 3 emittenti televisive nazionali (una delle quali trasmette in aperta violazione della stessa legge Mammì) e il servizio televisivo pubblico e' un campo di battaglia tra politicanti, nella quale sono vittime la qualità dell'informazione e la libertà di comunicazione.

Questa tv di strada si rifa' ad altre esperienze che in questi ultimi mesi hanno dato vita al progetto di telestreet: a giugno le prime parole di Orfeo TV, a novembre, in occasione del Forum Sociale HUBtv, occupava una frequenza libera di Firenze, TV che si incontreranno il 14 dicembre a Bologna.
Il Ministero ha spento l'antenna ma Telefabbrica continua a vivere documentando quotidianamente la situazione di Termini Imerese. Tutto cio' si potra' vedere martedi 10 dicembre nell'ambito dell'iniziativa lanciata da Emergency contro la guerra.
Apriamo 1000 tv di quartiere!!

TV DI STRADA 24/12/2002
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Eterea: le tv di strada

Sabato 14 Dicembre si e' svolto al TPO di Bologna "Eterea" il convegno sulle TV di strada: riprendersi la televisione dal basso, creando una costellazione di microtelevisioni di quartiere, ognuna con un raggio d'azione di circa 150 mt. circa, che siano in grado di coordinarsi fino a creare una rete di comunicazione, cultura e informazione dal basso.
Sono gia` nati alcuni esperimenti, tra i quali: hubtv (nei giorni del social forum di Firenze) | Telefabbrica [ sulla chiusura di telefabbrica | storia ] | Orfeo Tv (il primo esperimento).
L'idea e' di fare con la Tv qualcosa di simile a quanto fatto a suo tempo con le Radio Libere degli anni 70, ripetendo l'esperienza di liberazione degli spazi comunicativi e costringendo, grazie al proliferare di centinaia di tv di strada, a prendere atto di una nuova realta` fino ad arrivare alla modifica di norme che regolano l'utilizzo dell'etere in modo incostituzionale: l'articolo 21 della costituzione vieta ogni limitazione al diritto di libera comunicazione citando "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione", mentre la stessa telefabbrica e' stata chiusa secondo l'articolo 195 del codice postale in riferimento alla legge 223/90 mammi'.
Con non piu` di 1000 Euro ognuno puo` farsi la sua Tv di strada, usando un'antenna, un trasmettitore e un piccolo mixer, un videoregistratore una telecamera e un pc; chiaramente ci sono alcune cose da imparare, non ultimo conoscere tutte le conseguenze legali a cui si puo` andare incontro. continua >>

audio dall'iniziativa || altri spunti 1 | 2 | 3 || intervista: la verita' della tv di strada
MEDIASCAPE 07/23/2002

Benvenut* in Mediascape, l'area tematica su Media e controllo di Indymedia italia. Trovi qui materiali riguardanti sia il cosiddetto mediawatch, cioe' la sorveglianza dal basso sui meccanismi dei media mainstream, che altro materiale sull'evoluzione dei media in generale.

Per partecipare, scrivi e/o iscriviti a italy-editorial@indymedia.org.
THING.NET 25/12/2002
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Thing.net chiude?

A causa delle pressioni della Dow Chemical, il provider Verio, di proprietà della giapponese Ntt, ha deciso di non concedere più a partire dal 28 febbraio la connessione al server Thing.net, che da oltre dieci anni ospita centinaia di siti di artisti, istituzioni artistiche come il Museum of modern art di New York, case editrici, controinformazione come Autonomedia e attivismo. Proprio il sito di The Yes men un gruppo che produce informazione per svelare i meccanismi dell’economia liberista, è all’origine dell’interesse del gigante chimico. Yes men ha infatti dedicato una parte del sito alla multinazionale chimica che ha assorbito la Union Carbide, nota per il disastro di Bophal (India). La pagina, il cui indirizzo era, www. dow-chemical.com, era una parodia del sito ufficiale della Dow. La pagina si trova adesso a un altro indirizzo, mentre www.dow-chemical.org rimanda direttamente alla home page della Dow, che evidentemente ha fatto pressioni sulla società presso la quale era registrata la pagina per ottenere il diritto a riassorbirla.
La realizzazione dei vari mirror delle pagine incriminate ha poi portato Verio alla decisione di chiudere comunque il contratto con thing.net. per evitare di essere a sua volta accusata di violazione del Digital Millennium Copyright Act [pdf file], che impone limiti ai provider in caso di infrazioni ai diritti di riproduzione dovuti ad alcune attività.

The thing ha già risposto organizzando una campagna di donazioni tramite PayPal. Il network intende acquistare un pacchetto di oltre 4 mila numeri IP dall’American registry for internet numbers. Gli Ip verranno distribuiti su una quindicina di provider di banda alta, in modo che non sia più possibile chiudere il network sulla base di una semplice lamentela. Il costo complessivo per l’operazione dell’acquisto degli Ip è stimato intorno ai 25 mila dollari.
Poi denuncerà Verio per aver leso il diritto di libera espressione.

Per aggiornamenti: The Thing Home | The Thing Roma
in english: Thing.net closes down?
BRASILE 09/05/2003
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Brasile: radio libere

Con un' azione cordinata in 5 citta' differenti, alcuni attivisti che lottano per la democraticizzazione dei mezzi di comunicazione hanno protestato mercoledi 7 Maggio facendo 'visita' alle sedi dell' ANATEL cittadine.
A San Paolo [foto 1 | 2 | 3 ][ video], piu' di 30 attivisti hanno occupato l'ufficio del direttore dell' ANATEL, esigendo un'udienza. Durante l'udienza, il sig. Everardo Gomez Pereira, ha ricevuto come premio per essere il direttore che chiude piu' radio in tutto il Brasile, un'ananas con allegato un manifesto di protesta contro l'atteggiamento di protezione per le grosse corporation della comunicazione.
A Rio de Janeiro alcuni attivisti sono entrati nell' edificio dell'ANATEL pretendendo un'udienza con il direttore Werner Steinert per chiedere spiegazioni in merito alla chiusura sistematica di numerose radio libere o comunitarie. Dopo aver ricevuto anch'egli l'ananas ed essere stato fotografato, il direttore si e' incazzato e ha minacciato di denunciare i responsabili se le foto fossero state pubblicate.
A Porto Alegre [foto 1 | 2 ][ video], a piu' di una ventina di attivisti e' stato impedito di entrare nel palazzo dell'ANATEL. Gli attivisti, dopo aver rumoreggiato per un po', hanno ottenuto che il direttore scendesse, il qule si e' pero' rifiutato di ascoltare la lettura del manifesto di rivendicazione. I manifestanti, quindi, hanno lasciato una scritta sul muro del palazzo che recita 'La radio comunitaria non e' un crimine'.
In Belo Horizonte [foto 1 | 2], venti attivisti sono entrati nel palazzo dell'ANATEL, ma sono stati bloccati prima che potessero raggiungere l'ufficio del direttore che ha chiamato la polizia e i pompieri, 'barricandosi' nel suo ufficio. Gli attivisti sono stati ricevuti dal vice-direttore a cui e' stato dato il manifesto dopo aver rilasciato una breve intervista.
A Goiana [foto 1 | 2], i manifestanti, dopo aver fatto casino con trombette e fischietti, sono stati ricevuti con parecchia ostilita' dal direttore. Una carta di rivendicazione e' stata consegnata e sono stati esposti cartelli all'interno dell'agenzia.

La risposta di ANATEL

Approfondimenti: midiaindependente | IMC Brasil

>>>continua


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