Oggi archiviano per legittimo uso delle armi, ma il 20 luglio 2001 hanno provato a dire che a uccidere Carlo non erano stati loro, ma un sasso.
Oggi archiviano Placanica, domani di Dax non si parlerà più,
ma quello che hanno fatto quegli ASSASSINI noi non smetteremo mai di urlarlo!
SASSI CON LE GAMBE
Di sassi in piazza Alimonda ne sono volati tanti, ma alcuni più di altri
hanno cercato di rubare la scena e diventare i veri protagonisti. Chi non
ricorda il sasso che avrebbe intercettato in volo un proiettile 9mm con
camiciatura d'acciaio spaccandolo e deviandolo contro Carlo Giuliani. Una tesi
che purtroppo, nonostante perizie di parte e ricostruzioni accurate che ne
dimostrano l'infondatezza, è ancora in piedi e rischia di affossare
tutto. Ma un altro sasso nei momenti successivi alla morte di Carlo ha cercato
di conquistare la ribalta, addirittura (incredibile per un sasso!), imparando a
camminare.
Il mancato protagonista è il sasso che si vede fra i piedi del carabiniere.
E' uno e sembra essere di origine calcarea (leggi marmo). In questo momento
non c'è un altro sasso accanto alla testa, come si può constatare allargando
l'immagine, ma presto apparirà e cercherà di rubare la scena.
PS e CC sono da pochissimo entrati in piazza e controllano solo
la zona attorno a Carlo (qui sotto c'è l'ingrandimento dell'esatto momento in
cui arrivano)
La foto qui sotto, ovviamente successiva (notare gli adesivi per l'ECG, di
cui però non risulta ci sia traccia da nessuna parte), ci mostra un sasso, che
prima non c'era, proprio accanto alla testa di Carlo.
In quest'altra angolazione, scattata uno o due minuti dopo, possiamo vedere
lo stesso sasso striato di sangue in una maniera così uniforme e netta da
pensare che è stato spostato lì lentamente, magari con un piede, e non
lanciato o calciato. Dalla grana si capisce che anche questo sasso, come il
primo, è di origine calcarea e non un calcinaccio, come poteva sembrare dalla
foto precedente.
Se è lo stesso sasso delle altre foto è difficile dirlo, quello che è
certo è che dove si trovava il sasso della prima foto adesso non c'è più
niente.
Il teleobiettivo può falsare le distanze, ma per capire la distanza del
primo sasso da Carlo basta notare nelle prime due foto che questo si trova
proprio accanto al piede destro del carabiniere, che ha un piede proprio sulla pozza di
sangue, quindi vicinissimo alla testa.
Non c'è niente di certo in questa vicenda. Di sassi ne sono piovuti tanti e
nelle fasi concitate seguite alla morte di Carlo e alla riconquista della piazza
è facile che qualcuno sia stato spostato, anche non intenzionalmente. Quello
che è però innegabile è che, a un certo punto, si comincia a sostenere la
tesi del sasso scagliato come possibile causa della morte di Carlo.
Nella sua audizione
in commissione parlamentare, Fiorillo, il vicequestore che comanda la
riconquista della piazza, rispondendo a una precisa domanda di Violante, dice:
"...ricordo che a terra c'erano delle pietre - a parte l'estintore - ma non
ricordo se una di esse fosse insanguinata..."
Il suo collega, Adriano Lauro, colui che comandava il plotone di carabinieri
in via Caffa costretto a una disastrosa ritirata dai manifestanti, invece, è
più sicuro e nella stessa occasione, dichiara: "...Quando ho visto il
ragazzo per terra e ho visto un «fuggi fuggi» generale; mi sono avvicinato a
quel lago di sangue che usciva e ho visto una pietra, come quella che ha visto
il dottor Fiorillo, intrisa di sangue e molto vicina alla tempia; dunque ho
pensato che il giovane fosse stato colpito dalla pietra. In parte ero convinto
che fosse stata la pietra, in parte credevo che se loro non avessero attaccato,
non sarebbe accaduto questo fatto; ecco il senso di quella frase
famosa...".
La frase famosa di Lauro è ovviamente quella immortalata dalle telecamere:
"Bastardo! Lo hai ucciso tu, lo hai ucciso! Bastardo! Tu l'hai ucciso, col
tuo sasso, pezzo di merda! Col tuo sasso l'hai ucciso!"
In questo momento si rincorrono le voci, ma nessuno ha ancora ufficialmente
parlato di uno sparo. Soprattutto non si sa se qualcuno ha ripreso la scena.
Soltanto alle 18,00, sulle ANSA,
comincia a filtrare la verità
18:00 - La polizia conferma la morte giovane dimostrante. Il corpo e'
coperto da un telo bianco. La zona viene isolata. Un fotografo riferisce che la
vittima e' stata colpita da un proiettile sparato da un carabiniere.
18:30 - Manifestanti urlano ''assassini'' a polizia vicino al cadavere.
Agnoletto annuncia che l'uccisione del dimostrante e' stata ripresa in un video.
I carabinieri negano ogni addebito.
Con la dichiarazione di Agnoletto decadono tutte le ipotesi. Dalle 17,30 alle
18,30 ne erano state dette di tutti i colori, in un crescendo di notizie che si
accumulavano senza che l'una smentisse l'altra. La più incredibile quella in
cui si dice che Carlo stava per lanciare una bombola di gas contro la jeep. Fra
le ipotesi che circolano in quei minuti si dice che a colpirlo forse è stato un
estintore, un'altra parla di un lacrimogeno sparato dalla camionetta, poi c'è
l'immancabile sasso, ma in mezzo cominciano anche a filtrare le testimonianze di
chi afferma che a uccidere Carlo è stato un carabiniere.
Nel momento in cui si viene a sapere dell'esistenza di un filmato, il
volenteroso sasso, che tanti sforzi aveva fatto per spostarsi accanto alla
testa di Carlo e conquistarsi così il primo piano in tutte le foto, da
protagonista assoluto ridiventa banale materiale di origine calcarea e il suo
breve attimo di celebrità sfuma nel nulla.
Di cose strane in piazza Alimonda ne sono successe un sacco e questa è solo
una fra tante. Ed è evidente a tutti che soltanto un processo, non esprimendo
noi certezze, potrebbe chiarire i tanti lati oscuri di questa vicenda. Un
processo che certo darebbe fastidio a tanti, e forse anche per questo, un
processo che rischia di non farsi, se venisse approvata la richiesta di
archiviazione.
(Questo ultimo commento era stato scritto, ovviamente, prima che arrivasse la
notizia dell'archiviazione per Placanica, adesso che abbiamo visto come è
andata abbiamo la certezza che quel processo "non s'aveva da fare". Ma
noi non ci arrendiamo. Continueremo a scavare e prima o poi la verità verrà
fuori)
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