"Mi pare doveroso intervenire in merito alla nostra presenza alla manifestazione indetta dai parenti dei tre prigionieri italiani e alla
questione del loro rilascio."
qui sono prigioneri più in basso diventano..
"Tutta la canea dell'ultrasinistrismo beota ha condannato la manifestazione con l'aliibi per cui chi sostiene la resistenza se ne deve fregare della vita di tre mercenari."
Date: Mon, 3 May 2004 16:31:18 +0200 Da: morenopasquinelli A: antiamericanisti@yahoogroups.com
cari amici antiamericanisti,
il sequestro del computer e le iniziative pubbliche di questi giorni mi hanno impedito di farmi sentire in lista. me ne scuso.
Mi pare doveroso intervenire in merito alla nostra presenza alla manifestazione indetta dai parenti dei tre prigionieri italiani e alla questione del loro rilascio.
sapete che solo martedi 24 aprile si è saputo con certezza che si sarebbe svolta la maofetsazione indetta dai parenti dei tre italiani catturati in Iraq. Si doveva decidere in fretta: andare o no? E se andare con quale profilo.
Tutta la canea dell'ultrasinistrismo beota ha condannato la manifestazione con l'aliibi per cui chi sostiene la resistenza se ne deve fregare della vita di tre mercenari.
Dopo veloci consultazioni telefoniche il Direttivo del campo decideva all'unanimita' che invece era necessario partecipare alla manifestazione di Castel S. Angelo, correndo i rischi del caso.
Perche' questa decisione? Perche' il governo avrebbe voluto che la manifestazione non fosse per la pace e di solidarieta' con la resistenza ma apolitica e qualunquista. Perche' anche l'Ulivo e il PRC avevano detto che non si doveva accettare il "ricatto dei terrroristi", entrando di fato dentro il "partito della fermezza". Perche' venivamo informati che pezzi importanti del movimento contro la guerra stavano decidendo di aderire anche loro. Abbiamo scommesso sul fatto che sarebbe stato possibile, a patto che ci fosse stata una significativa presenza del movimento contro la guerra, dare un segno alla mani e caratterizzarla in maniera che fosse un attacco non solo al "partito della fermezza", ma al governo e al fronte guerrafondaio e antiiracheno.
E' andata proprio così e a riprova i canali televisivi piu' importanti hanno censurato di fatto la manifestazione. ma non la censuravano al arabiya e al jazeera, che mandavano in diretta la mani nel mondo arabo e quindi in Iraq, così che il segnale che e' giunto era inequivocabile: "vi chiediamo di liberare i tre italiani non perche' siamo sulle posizioni del governo ma perche' siamo per la pace e comprendiamo le ragioni della Resistenza". In questo contesto la ventina di bandiere irachene che noi innalzavamo assieme allo striscione con la Resistenza irachena scritto anche in arabo hanno fatto il resto caratterizzando in maniera piu' decisa la manifestazione. La censura berlusconiana non ha retto che tre o quattro ore, visto che tutti i giornali il giorno dopo sottolineavano la nostra presenza e il carattere antigovernativo della mani. E' rimarchevole che molti, ai lati di Via della conciliazione applaudivano al passaggio del nostro contingente quando gridavamo Iraq Libero. Chi c'era può testimoniarlo.
Ritengo dunque che lo svolgimento dei fatti ci abbiano dato ragione. Essa e' stata uno smacco non solo per il governo ma per tutto il "partito della fermezza" e anche una forte spinta alla solidarieta' con la Resistenza irachena.
Non e' per caso che durante la mani Al Khubaisy della Alleanza patriottica Irachena, che stava gurdando in diretta la mani, ci abbia contattato per dirci che chi tiene i tre priginieri italiani non solo ha capito che Berlusconi e' isolato, che gli stessi parenti hanno preso le distanze dalla "linea delle fermezza", ma che per non consentire a Berlusconi di farsi bello e di potere incassare lui gli effetti positivi del rilascio, i tre italiani sarebbero stati rilasciati solo ad una delegazione composta da portabandiera del movimento italiano per la pace (pacifisti e antimperialisti).
Prima di dare la comunicazione abbiamo verificato e riverificato l'attendibilita' della notizia. Una volta fatto e discusso la cosa tra i compagni, si e' deciso di rendere nota questa posizione e, contestualmente, di chiedere ai leader del "movimento contro la guerra" presenti ri riunirci d'urgenza per decidere in merito (anche perche' Khubaisy chiedeva prima possibile i nomi eventuali della delegazione italiana che avrebbe preso in consegna i tre prigionieri).
Alle ore 20,00 iniziava l'incontro con il Forum contro la guerra presso la sede nazionale della CGIL in Corso Italia. Era evidente che i dirigenti di movimento li convenuti stavano masticando un boccone amaro. Con calma abbiamo rispiegato le cose e che a noi era parso giusto che tutto il movimento contro la guerra esprimesse dei nomi altamente rappresentativi. Ovvero chiedevamo che il movimento pigliasse le sue responsibilita', che doveva farsi carico esso tutto della eventuale "missione umanitaria", sottolineando che se il "movimento" avesse riportato a casa i tre sarebbe stato uno smacco cocente per il governo ma anche per tutto il "partito della fermezza".
In evidente difficolta' il concistoro pacifista adottava una posizione salomonica e attendista, che i giornali nei giorni successivi interpreteranno come segue: "non crediamo all'attendibilita' della richiesta resa nota dal Campo".
Noi però dovevamo inviare entro la notte un messaggio di risposta con questi benedetti nomi. Che fare? Nel frattempo, guarda caso, venivamo contattati da alcuni leaders di spicco pacifisti e non solo (non presenti all'incontro) che si offrivano di fare parte della delegazione. Dunque inviavamo in Iraq ad Al Khubaisy un messaggio dicendo le cose esattamente come stavano: che il forum contro la guerra attendeva una conferma ufficiale, che esso aveva dato una generica e condizionata disponibilita', che la reazione era stata freddina ma che, in ogni caso, alcuni pezzi da novanta ci avevano dato il loro assenso.
Quindi Al Khubaysi (che a scanso di equivoci non c'entra nulla con i sequestratori e che e' solo un canale di contatto scelto dal gruppo guerrigliero) avrebbe dovuto comunicare come stavano messo le cose in Italia.
Ecco come stanno le cose. A queste si sono subito dopo accavallate le inevitabili bufale (ballon d'essai) tese a intorpidire le acque e a confondere l'opinione pubblica. L'Imam che se ne viene fuori con la storia della Croce Rossa, lo strano comunicato con la richiesta di scambio dei prigionieri (che anche altri danno per inattendibile). E di oggi la notizia che il governo sta pensando ad un blitz -- a dimostrazione che il governo preferisce i tre italiani morti per giustificare la sua sporca guerra e avere un alibi per mantenere le truppe e che frapporra' ogni sorta di ostacolo alla liberazione dei tre italiani tanto piu' se venissero consegnati ai suoi nemici politici.
So bene che questa vicenda è grande e delicata e che si presta a una serie di riflessioni politiche. Mi sembrava importante riferirivi i fatti affinche' queste riflessioni siano almeno fondate.
Mor.
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