............dopo le sparate settimanali, nel solco di una tradizione secolare, partiti e dirigenza api sempre d' accordo......cosa o quanto v' hanno dato stavolta
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............dopo le sparate settimanali, nel solco di una tradizione secolare, partiti e dirigenza api sempre d' accordo......cosa o quanto v' anno dato stavolta: per tutta la settimana a destra e a manca tutti a parlare di dismissione e riconversione....la montagna di merda ha partorito un topolino....oggi si è riunito il consiglio comunale: forse una diffida per l' azienda (del tipo "nn ammazzate + nessuno per un pò senno questi ci rompono le palle"...), la richiesta di finanziamenti pubblici perchè l' ammodernamento dell' azienda verrà pagato con i soldi pubblici..... e nemmeno un accenno nei discorsi di D' Ambrosio e della giunta regionale (centro-sinistra, con assessore all' ambiente rifondarolo...) ai millantati piani di riconversione.........perchè nn andate in iraq se vi piace tanto il petrolio?
Un pò di articoli di oggi 15 setttt::
IL MANIFESTO
Esplosione all'Api, 27 indagati Lesioni e omicidio colposo: sono i capi di accusa ipotizzati dai pm di Ancona nei confronti dei vertici della raffineria di Falconara. L'incendio provocò un morto e un ferito di SERGIO SINIGAGLIA FALCONARA (Ancona) Incendio, lesioni e omicidio colposo. Questi i capi d'imputazione contenuti nei 27 avvisi di garanzia emessi dai magistrati anconetani che indagano sul nuovo incidente alla Raffineria Api di Falconara avvenuto mercoledì scorso, costato la vita all'autotrasportatore Sebastiano Parisse. Destinatari dirigenti, manager e tecnici dello stabilimento. Un atto dovuto in ottemperanza al codice, ma che segna il primo passo della nuova indagine che vede l'Api nuovamente sul banco dell'accusa. Ricordiamo che è in corso un altro processo che ha come imputati dirigenti dell'azienda per il rogo del 25 agosto del 1999 costato la vita a due operai. Per quanto riguarda la ricostruzione delle cause che hanno provocato questo nuovo incidente il quadro inizia ad essere più chiaro. Il rapporto dei vigili del fuoco parla di una fuga di liquido infiammabile fuoriuscito dalla serpentina del serbatoio di bitume, il Tk 145, che dopo un salto di circa venti metri è atterrato addosso ad un altro serbatoio contenente lo stesso materiale. Una deflagrazione violenta di fronte alla quale vengono i brividi nel pensare cosa sarebbe potuto succedere se invece di impattare in un altro contenitore di bitume, il Tk 145 fosse ricaduto addosso ad un serbatoio di carburante. L'azienda da parte sua, dopo aver cercato di addebitare l'incidente ad un errore umano, in una nuova relazione sembra sposare la stessa tesi dei vigili. Infatti la nota rileva che «si può ragionevolmente pensare che l'incendio sia stato provocato dal fluido contenuto nel circuito dell'hot oil utilizzato come fluido di riscaldamento dei serbatoi di bitume». Un `altro nodo da sciogliere riguarda l'aerea coinvolta nell'incidente e i suoi dieci serbatoi attraversati da un dedalo di tubazioni e serpentine, aerea messa sotto sequestro dagli inquirenti. A quanto risulta l'Api già da due anni aveva programmato un progetto di ammodernamento, varando un piano proprio all'inizio di questa estate. Era un impianto ormai «arrugginito»? I responsabili della Raffineria smentiscono, ma è un nuovo interrogativo a cui la magistratura dovrà dare una riposta. Intanto rimangono stazionarie le condizioni di Nicola Cilli collega di Parisse rimasto coinvolto, insieme ad altre due camionisti, nello scoppio dell'otto settembre. Cilli è ricoverato all'Ospedale di Padova presso il reparto di rianimazione con ustioni che interessano il 40% del corpo. Sul fronte politico il clima è sempre teso. In particolare al centro delle polemiche è il rinnovo della concessione deliberato nel luglio 2003 dall'attuale giunta di centrosinistra. Gli attacchi più pesanti li sta subendo l'assessore all'ambiente Marco Amagliani di Rifondazione Comunista, tra l'altro cittadino falconarese. Ci sono stati scambi di accuse piuttosto pesanti tra il sindaco di Falconara Carletti contrario alla presenza della raffineria ed Amagliani. Quest'ultimo ha ricordato come il sindaco potrebbe emettere un'ordinanza nei confronti della Raffineria, ma, ha dichiarato l'assessore, «credo proprio che non lo farà». Al di là di queste schermaglie molti, nella maggioranza che governa le Marche, sono preoccupati, visto che tra sette mesi ci saranno le elezioni regionali. Forse il più imbarazzato è il partito di Amagliani che per rispondere alle accuse ha convocato una conferenza stampa dove ha presentato le proposte del partito: legge speciale di bonifica e riconversione del sito. Lunedì sera a Falconara si è tenuta una fiaccolata indetta dai Comitati di Villanova e Fiumesino che sorgono accanto all'Api. La partecipazione non è stata all'altezza delle aspettative. Circa cinquecento persone hanno ascoltato gli interventi dei vari rappresentanti dei comitati e delle associazioni. I partiti, per una volta, sono stati invitati a non prendere la parola e ad ascoltare i contributi della società civile. Tutti hanno sottolineato la necessità di liberarsi della pesante presenza dello stabilimento puntando o sulla riconversione o sulla dismissione dell'impianto, garantendo agli operai reddito e occupazione. Alla fine è stata raccolta la proposta di Paolo Cognini dei Disobbedienti delle Marche di manifestare questa mattina sotto il consiglio regionale. MESSAGGERO
Api, i 27 indagati sullo scenario del disastro Dopo gli avvisi di garanzia decolla l’inchiesta della Procura. Oggi l’affidamento della consulenza, nel mirino anche l’inquinamento. Sopralluogo con il perito nel piazzale del bitume per capire le cause dello scoppio di GIAMPAOLO MILZI ANCONA Poco più di una settimana d'attesa, e dopo il botto del tragico sconquasso all’Api che ha ricacciato Falconara nell'incubo, il primo appuntamento procedurale d'inchiesta è per oggi alle 10.30 in Procura: conferimento dell'incarico di consulenza, per molti aspetti irripetibile, al super-esperto individuato dal pool inquirente (pm Tedeschini e Bilotta) per indagare su cause e dinamiche dell'incidente; presenti gli eventuali consulenti delle 27 parti indagate per i reati di omicidio, lesioni e incendio colposo, delle parti lese - avvocato Alessandro Scaloni per il Consorzio autotrasportatori Falconara e Moccheggiani per la ditta Bravi presso cui lavorava il camionista Sebastiano Parisse rimasto ucciso, la cui famiglia sarà assistita dall'avvocato Gioacchino Brengola - e dei legali dei tre feriti (gravi ma stazionarie le condizioni dell'autista Nicola Cilli, fuori pericolo i due colleghi) e della difesa (Vettori e Sandroni). Poi sopralluogo direttamente sullo scenario del disastro, a Falconara. Un atto giudiziario formale e automatico, che nel suo estremo garantismo spiega la rosa ampia degli iscritti nel registro dei reati ipotizzati indicata dai magistrati: tutto lo stato maggiore manageriale della società Api, a cominciare dall'amministratore delegato Franco Brunetti, dal direttore Franco Bellucci e dal suo vice Vincenzo Cleri, per scendere via via fino ai due tecnici Capotondi e Bellagamba - addetti ai controlli alle 7.15 nel parco carico bitumi quando si sollevò in aria per una ventina di metri il deposito Tk 145 spinto dalla deflagrazione - passando per i vari funzionari responsabili di sicurezza, impiantistica, prevenzione e di altri settori delicati dell'attività dello stabilimento. Il via libera al "saggio" dei pm - che si avvarrà di colleghi, ferrati in materie come chimica e fisica - va letto soprattutto alla luce dei quesiti ai quali dovrà rispondere, a cominciare dalla verifica di un'eventuale fuoriuscita di gasolio speciale dal sistema "hot-oil" annesso alla cisterna saltata per aria con funzioni di riscaldamento del bitume (olio che avrebbe alimentato la colonna di fiamme; ma è stato la causa del botto, oppure le serpentine di riscaldamento si sono rotte di conseguenza?). E ancora: studio sul regolare funzionamento delle operazioni di carico di bitume da parte delle autocisterne (l'azienda non esclude che, in modo anomalo, un camionista possa avere scaricato prima di caricare, e che qualche sostanza di disturbo sia finita nella cisterna innescando un meccanismo a catena deflagrante; eventuali riscontri sull'ingresso, anch'esso anomalo, di acqua nel serbatoio (con gli stessi effetti chimici esplosivi), o di una scarica elettrostatica che abbia agito da innesco; spiegazioni sul mancato sganciamento del soffitto del serbatorio, procedura automatica di sicurezza che avrebbe consentito all'esplosione di sfogare dall'alto, limitando i danni. Un quesito anche sulla non tenuta del serbatoio di contenimento del bitume stoccato (circa 500 tonnellate), con un mare nero che si è riservato all'esterno, seminando panico e dramma, prima di finire nell'Esino e in mare. E proprio sull'inquinamento marino di fatto non scongiurato e sul mancato funzionamento dei sistemi di deflusso e scarico della raffineria, l'Arpam ha inviato in Procura una dettagliata relazione, con annessi dati e rilievi sulla contaminazione e sullo stato di reale efficienza dell'impiantistica. Prevedibile l'imminente apertura di un "sotto-fascicolo" d'inchiesta per reati ambientali.
Sulla “lista nera” della Procura tutto il vertice del petrolchimico Ecco l’elenco completo degli indagati: Franco Brunetti, amministratore delegato; Franco Bellucci, direttore della Raffineria; Vincenzo Cleri, vice direttore, Marco Capotondi 46 anni, Tommaso Ballatore (52), Fabio Chiucini (38), Stefano Benincampi (46), Marco Mezzadri (47), Franco Barone (36), residenti a Senigallia; Ennio Astolfi (56), Michele Del Prete (33), Alessandro Veroli (42), Marco Beccaceci (36), Renzo Cossai (55), Lorenzina Vietri (43), residenti a Falconara; Giuseppe Paoletti (57), Santi Materia (54), Antoniomaria Colonni (44), residenti a Chiaravalle; Alfredo Punzo (49), Enzo Maurizi (56), residenti a Jesi; Roberto Orciani (39), Andrea Arcangeletti (32) di Ancona; Claudio Sorana (49) di Camerata Picena; Luca Bellagamba di Marotta; Antonio Spadaccini (33) di Offagna; Fabio Magrini (42) di Agugliano; Maurizio Montagnari (33) di Latina. Tra le persone offese figurano invece: Giannina Torresi, Marco e Simona Parisse (rispettivamente moglie e figli di Sebastiano Parisse, l' autista rimasto vittima dell' incidente) ; Nicola Cilli (l' autotrasportatore ricoverato in rianimazione a Padova), Mauro Cameruccio (altro autista rimasto ferito lievemente). I due autisti così come i rappresentanti legali delle ditte di autotrasporti proprietarie dei mezzi andati distrutti (Graziella Marchetti di Senigallia, Ermes Bovini della “Marche ambiente”, Erzo Erasti di Matelica, Nicola Massa di Grottammare; Roberto Mencaroni di Senigallia; Sandro Bilò della Cooperativa Caf arl di Falconara, Franco Agostinelli della ”Gata” di Montemarciano).
Il nodo Raffineria in consiglio regionale E Amagliani convoca Carletti e Giancarli di GIULIA VISCI, Marco Catalani e Claudia Pasquini ANCONA - Una legge speciale, il finanziamento di uno studio per la riconversione della raffineria, diffidare l’Api. Queste le tre linee generali della mozione che il Centrosinistra ha discusso ieri in una riunione e che presenterà oggi in consiglio regionale. «Vogliamo che sia fatta chiarezza su quanto accaduto l’8 settembre alla raffineria Api - spiega il segretario regionale Ds Massimo Vannucci - anche attraverso una nostra indagine da affidare all’Arpam. E se verrà fuori che ci sono state negligenze da parte dell’azienda, allora ci sarà la diffida, uno strumento tra l’altro previsto dal protocollo d’intesa che è alla base del rinnovo della concessione». Non si parla per il momento di riconversione dell’impianto, perchè ora «il problema principale è la sicurezza» dice Vannucci. Diverso il punto di vista dei Verdi. «Noi non siamo d’accordo - afferma Marco Moruzzi, capogruppo dei Verdi in Regione - perché queste soluzioni hanno tutte il medesimo difetto: sono solo ancora carta. Bisogna invece individuare scadenze precise. Deve essere avviato subito un processo di sospensione della concessione. E’ un percorso lungo, complesso, elaborato, che non può più attendere. La Regione finora non è stata capace neppure di far rispettare quei patti sui quali era stato dato il rinnovo della concessione. Con l’Api bisogna avere più polso, quel polso che la Regione non ha». Oggi, in Regione, dove il Consiglio è interamente dedicato alla questione Api, ci saranno anche i comitati cittadini di Falconara, centri sociali e no global. L’hanno annunciato lunedì sera nel corso della manifestazione di piazza Mazzini, a Falconara. Lo hanno ricordato - i comitati - in una nota in cui senza mezzi termini chiedono che vadano a casa «quegli amministratori e consiglieri regionali che ad appena un anno dal rinnovo della concessione dichiarano l’inaffidabilità dei sistemi di sicurezza dell’Api». E dimissioni chiede anche Alleanza Nazionale, le dimissioni di Amagliani ma anche un nuovo Protocollo d'Intesa. «La convenzione - spiega Carlo Ciccioli, consigliere regionale di An - fu una trattativa privata tra la dirigenza Api e lo stesso Amagliani, approvato da D'Ambrosio tagliando fuori sia il consiglio regionale sia l'amministrazione comunale di Falconara. In commissione ambiente chiedemmo di poter visionare il documento ma questa possibilità ci fu negata. Fu un atto vergognoso». Mentre il dibattito politico s’infiamma, Regione, Provincia e Comune di Falconara tentano la strada del confronto. Ieri la richiesta del sindaco Giancarlo Carletti di riaprire «un dialogo attraverso il quale giungere a una sintesi condivisa ed equilibrata, che sappia coniugare le esigenze industriali e dell’occupazione con la tutela della salute». Immediata la risposta dell’assessore regionale all’ambiente Marco Amagliani: domani alle 11 appuntamento in Regione con il sindaco Carletti e il presidente della Provincia Enzo Giancarli. «Le nostre rispettive istituzioni - dice Amagliani - devono impegnarsi per dotarsi di uno schema di sviluppo strategico alternativo agli attuali assetti». Il 20 la discussione si sposta in Provincia. All’ordine del giorno in Consiglio il caso Api. «Discutiamo pure sui perché dell’incidente - dichiara Giancarli - ma nel frattempo interveniamo concretamente per tutelare lavoratori e cittadini».
I sindacati da D’Ambrosio ANCONA Sul rogo all’Api, l' azienda ha «responsabilità oggettive, aggravate dalle dichiarazioni sul presunto errore umano». Su questa analisi si sono trovati concordi il presidente della Regione D'Ambrosio, il vice presidente Spacca, e gli assessori Amagliani e Ascoli, che hanno incontrato ieri una delegazione sindacale.
L’operaio ustionato operato a Padova ANCONA Restano immutate le condizioni di Nicola Cilli, il camionista di 36 anni di Pescara ricoverato all'Ospedale di Padova in seguito all'incendio all’Api. Cilli, in terapia intensiva in prognosi riservata, è stato sottoposto ad un primo intervento di riparazione.
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