Reggio Calabria: l'Anfiteatro dello Stretto intitolato al senatore missino Ciccio Franco.
Dalla Gazzetta del Sud (edizione reggina) del 16 novembre 2005, un articolo che raccoglie i toni aulici e retorici della vedova Franco e del capogruppo regionale di An Alberto Sarra. L'on. Giuseppe Valentino, sottosegretario alla Giustizia, parla addirittura di "vergognosi archi costituzionali", riferendosi alla posizione in parlamento dell'MSI negli anni Settanta.
di Pino Toscano
L'anfiteatro sarà intitolato oggi al capo della Rivolta di
Reggio
Ciccio Franco nell'arena
La moglie: «Ha amato la città fino all'ultimo istante
della sua vita»
L'Anfiteatro dello Stretto sarà intitolato al senatore Ciccio
Franco, l'anima della Rivolta. Una decisione, quella
dell'Amministrazione comunale, che ha suscitato l'unanime apprezzamento
della destra reggina, molto legata al ricordo del sindacalista che
salì sulle barricate per difendere i diritti violati della sua
città.
Nella circostanza, la moglie Elsa Caminiti Franco ha fatto la sua
commossa riflessione in una lettera: «Il 16 novembre»,
scrive, «ricorre il 14. anniversario della scomparsa di Ciccio
Franco, mio marito, uomo umile, buono e coraggioso. Difensore sino alle
estreme conseguente di questa città, che ha amato sino
all'ultimo istante della sua vita. Le sue parole, morente tra le mie
braccia, sono state: "Elsa, portami a Reggio". Lui è stato un
irripetibile, straordinario figlio di questa città. Io sono
stata privilegiata da Dio per averlo avuto compagno di vita per 36
anni, dividendo con lui ogni attimo della sua onesta ma tanto
travagliata esistenza».
Poi Elsa Caminiti parla dei Moti con accenti d'orgoglio: «La
Rivolta di Reggio, nobile, pulita, condivisa da un popolo generoso,
idealista, pronto a dare la vita per una causa giusta, è un
patrimonio storico e morale che appartiene anche a me. L'ho vissuta con
entusiasmo accanto al mio insostituibile Ciccio Franco». E oggi
«il mio infinito grazie è per tutti i reggini che da anni
hanno voluto che venisse dedicato un luogo a colui che li ha difesi con
tanta passione, chiedendo in cambio solo l'affetto della sua gente. Io
non sarò presente alla cerimonia, verrei sopraffatta dalla
commozione. Riservandomi, però, di andare a omaggiare questo
storico luogo, per piangere con orgoglio e dolore, in una qualunque
sera e da sola».
Secondo il desiderio della vedova, sarà il nipote Antonio
Franco, in rappresentanza della famiglia, a scoprire insieme al Sindaco
Scopelliti la stele realizzata dalla "Siel" di Lazzaro.
L'on. Giuseppe Valentino, sottosegretario alla Giustizia, ricorda
che «Ciccio Franco è
stato un
prestigioso esponente della Destra politica italiana in anni difficili,
quando si ergevano vergognosi "archi costituzionali" al cui interno
consumare le più singolari vicende consociative», e
che «contro questo sistema egli si batté con tenacia e
intelligenza da vero protagonista, così come fu protagonista
indiscusso di quella straordinaria pagina di storia reggina che si
realizzò nel 1970 e che impose all'attenzione di una vastissima
opinione pubblica le leggittime aspirazioni di una città per
troppo tempo dimenticata». Dunque, «è giusto che
Reggio lo ricordi, è giusto che Reggio scriva il suo nome a
caratteri indelebili in un monumento che lo rammenterà alle
future generazioni».
Alberto Sarra, capogruppo di An in Consiglio regionale: «"Una
vita al servizio di Reggio e del suo comprensorio e con le mani
pulite". Parole che esprimono uno straordinario rapporto di mutua
implicazione che venne a determinarsi con una forza propulsiva
inarrestabile. Il ricordo del sen. Ciccio Franco va ben oltre la
solennità di un momento atteso sin da troppo tempo e che non
esitiamo a definire una conseguenza naturale della memoria storica
della nostra città.
L'intitolazione dell'Anfiteatro dello Stretto (ex Arena) e la stele
- dice Sarra - costruiranno "la testimonianza visiva sul territorio" di
un nostro concittadino che più d'ogni altro seppe rendersi
portatore naturale delle legittime rivendicazioni di una
comunità che gradualmente, attraverso variegate tipologie
comportamentali, assumeva di volta in volta tutte le fasi tipiche di
una componente sociale che vedeva stravolta la propria
quotidianità, permeata da sensazioni di rabbiosa impotenza nella
convinzione di aver subìto gravissime violazioni di diritti,
destinataria di atti estremamente lesivi, tali da incidere pesantemente
sugli aspetti qualificanti del riconoscimento legittimo del proprio
ruolo in ambito regionale e nazionale.
La figura di Ciccio Franco - aggiunge Sarra - ha incarnato "l'humus"
del tempo con acquisizione quasi automatica, peculiare dell'intima
valenza dell'esponente politico che tende a far proprio l'humus sociale
ponendolo a fondamento della sua azione. Quasi sospinto con forza
istintiva dal proprio retaggio storico, egli divenne, presso le sedi
istituzionali, una sorta di plus valore per l'intera comunità
reggina, riuscendo a conferire priorità assoluta, nel suo agire
politico, alla voglia di riscatto ed al netto deciso rifiuto di essere
relegati in condizioni storiche di secolare passività, di
forzata rassegnazione. La sua vita si indentifica con il suo percorso
politico, un percorso che costruì le fondamenta per la conquista
di elementi preziosissimi per la riqualificazione della città:
l'Università, la Corte d'Appello, la sede del Consiglio
regionale sono da considerarsi in gran parte come la manifestazione
esteriore della sua attività politica».
Per l'esponente di An «non si riesce a scorgere, a distanza di
lustri, distinzione alcuna tra l'uomo e il politico. L'elevato grado di
rappresentatività è in questo caso, direttamente
proporzionale al valore dell'uomo. Dal suo operato quotidiano emergeva
con trasparenza assoluta la sua ragione di vita: la riappropriazione
della dignità storica di Reggio, il recupero e la ricostruzione
della sua identità.
La manifestazione della scoperta della stele a 14 anni dalla sua
scomparsa - conclude Sarra - significa celebrare degnamente un capitolo
della storia di Reggio e un uomo al quale, più d'ogni altro,
possono essere accostate le parole pronunciate dal Santo Padre Giovanni
Paolo II, in occasione della sua visita in Parlamento, di cui proprio
in questi giorni ricorre l'anniversario: "Voi stessi, come responsabili
politici e rappresentati delle Istituzioni, potete dare sui questo
terreno un esempio particolarmente importante ed efficace. La vostra
attività infatti si qualifica in tutta la sua nobiltà
nella misura in cui si rivela mossa da un autentico spirito di servizio
ai cittadini. Decisiva è in questa prospettiva la presenza
nell'animo di una vivissima sensibilità per il bene
comune"».
|